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Lo sviluppo umano dell'individuo e il suo legame con l'ambiente esterno

Lo sviluppo umano dell'individuo o apprendente dipende dal suo legame con l'ambiente esterno. A formulare la teoria dei sistemi ecologici e a studiare l'approccio sistematico-ecologico fu lo psicologo statunitense Bonfenbrenner, il quale distingue 4 tipi di sistemi ambientali che supportano lo sviluppo umano e con i quali l'individuo interagisce:

  1. Microsistema: ambiente delle istituzioni come famiglia e scuola
  2. Mesosistema: ambiente di relazione delle istituzioni es. famiglia (genitori) + scuola (insegnanti)
  3. Esosistema: legame contesto dell'individuo con ruolo attivo e contesto in cui l'individuo non ha un ruolo attivo, per esempio il contesto lavorativo di uno dei genitori dell'individuo. Es. un genitore ottiene una promozione ed è costretto a viaggiare, questo si ripercuote sullo sviluppo dell'individuo che non potrà più vedere il genitore o sarà spettatore di continui litigi dei genitori.
  4. Macrosistema: ambiente
della cultura in generale (tradizioni, costumi). L'approccio integrato, invece, si fonda su un'azione sinergica tra famiglia-scuola-contesto. Attraverso l'interazione di questi ultimi, l'allievo potrà raggiungere un successo scolastico. Se invece i vari elementi non interagiscono tra di loro, rompendo la catena, ci sarà l'insuccesso scolastico. Inoltre, il successo scolastico, soprattutto per apprendenti di lingua seconda, avviene grazie a:
  1. Motivazione
  2. Adattamento all'ambiente scolastico e sociale (esterno, comunità)
  3. Mantenimento della propria identità, non dimenticarsi della lingua madre o L1.
Un altro approccio legato alla glottodidattica è quello dell'atto didattico o modello dell'atto didattico. Questo modello è basato sull'interazione di 3 attori: allievo straniero, docente, disciplina. Importante è soprattutto l'interazione con il mondo esterno. Dunque non si può

Parlare di rapporto unidirezionale docente-discente, ma entra in gioco anche l'ambiente o contesto esterno. Per cui, non si svilupperà soltanto la competenza linguistica ma anche quella comunicativa.

La competenza linguistica secondo Chomsky è la conoscenza della lingua in tutti i suoi livelli (fonetico, morfologico, sintattico, semantico).

La competenza comunicativa, invece, secondo Dell Hymes è la somma di più competenze utilizzate per saper comunicare bene. In primis vi è la competenza linguistica, sommata ad altre competenze come:

  1. C. cinesica o gestuale
  2. C. prossemica o spaziale
  3. C. intonazionale

Inoltre, per apprendere una lingua dovranno lavorare insieme fattori interni e fattori esterni. I fattori interni sono regolati dal LAD che, secondo Chomsky, è un meccanismo innato nell'individuo (language acquisition device). I fattori esterni, invece, sono regolati dal LASS che, secondo Bruner, è l'insieme dei sistemi sociali e

culturali (language acquisition support system). Ritornando al modello dell'atto didattico, bisogna specificare chi è l'allievo straniero e con chi deve interagire nel mondo scolastico. L'allievo straniero è colui che parla una lingua materna diversa rispetto a quella della classe o paese in cui si trova. Per questo, l'insegnante dovrà tenere conto del suo diverso profilo linguistico e della sua cultura di appartenenza. Inoltre, esso entrerà in contatto con molti tipi di insegnanti come gli insegnanti di classe che non necessariamente hanno una formazione glottodidattica e non sempre fanno parte dell'ambito umanistico (es. insegnante di matematica). Inoltre, abbiamo anche i facilitatori e mediatori linguistici e culturali. I facilitatori linguistici e culturali hanno formazione glottodidattica ed operano in un contesto scolastico ed extrascolastico (doposcuola o rientri) per rafforzare la lingua (processo di rafforzamento linguistico).mediatori linguistici e culturali, che anche hanno una formazione glottodidattica, invece non operano soltanto nell'ambito scolastico ma anche sanitario ed aziendale. Hanno, dunque, funzione di ponte tra lo straniero e le istituzioni del paese di accoglienza. Differenza lingua seconda, materna, straniera, etnica: - Lingua seconda: lingua appresa dagli immigrati nel paese di accoglienza - Lingua materna: lingua acquisita dall'infanzia, lingua nativa, prima lingua acquisita - Lingua straniera: lingua appresa in un contesto scolastico, tramite l'aiuto dell'insegnante ma senza contesto esterno, no interazione - Lingua etnica: lingua di una etnia o comunità di origine Per definire meglio lingua seconda bisogna tenere conto di 5 dimensioni che collaborano con questo tipo di lingua: - Dimensione psicolinguistica - Dimensione pedagogico-cognitiva - Dimensione sociolinguistica - Dimensione antropologica-culturale - Dimensione glottodidattica Nella dimensione psicolinguistica emergeil concetto di bilinguismo, definito da Bloomfield come il controllo nativo di due lingue, che possono essere due lingue, due dialetti o una lingua e un dialetto. Vi sono vari tipi di bilinguismo: - Bilinguismo perfetto vs imperfetto: il b. perfetto si ha quando si presenta un'ottima competenza linguistica in entrambe le lingue parlate, mentre il b. imperfetto o asimmetrico si presenta quando si ha una buona competenza linguistica soltanto in una delle due lingue. - Bilinguismo primario/precoce vs secondario: il b. primario/precoce si presenta quando entrambe le lingue sono acquisite come lingua materna o L1, mentre il b. secondario si presenta quando si acquisisce prima la lingua materna e successivamente la lingua seconda o L2. - Bilinguismo additivo vs sottrattivo: il b. additivo si presenta quando la lingua materna e la lingua seconda si sviluppano insieme, di pari passo, mentre il b. sottrattivo si presenta quando la lingua seconda si sviluppa a discapito della lingua materna. Bilinguismo

limitato: si presenta quando non si raggiunge competenza linguistica e comunicativa in nessuna delle due lingue.

Bilinguismo isolato: è tipico degli immigrati che nel paese di accoglienza non fanno parte di una comunità e non sono in contatto con parlanti della loro lingua, dunque isolati.

Inoltre, accanto al concetto di bilinguismo emerge anche quello di plurilinguismo, un concetto spiegato molto bene nel Quadro comune di riferimento delle lingue. Questo è un documento in cui vengono presentati tutti i livelli da raggiungere nell'apprendimento di una lingua straniera, a partire dai 6 livelli di competenza di base divisi in principianti (A1, A2), intermedi (B1, B2) e avanzati (C1, C2). Inoltre, vi sono anche 3 livelli intermedi, ossia A2+, B1+, B2+. Attraverso la consultazione del Quadro, l'insegnante può valutare l'allievo in base al livello raggiunto (competenze, abilità, conoscenze).

Inoltre, il termine plurilinguismo non deve essere confuso con multilinguismo.

ossia parlare più lingue. Il plurilinguismo, invece, è saper utilizzare lingue diverse a livelli diversi. Dimensione pedagogico-cognitiva: si basa sul rapporto lingua materna (L1) e lingua seconda (L2). L'interazione tra queste due lingue influenza lo sviluppo cognitivo, ossia il pensiero, dell'apprendente. A spiegare il complesso rapporto tra le due lingue è stato Cummins, con le due ipotesi: ipotesi del livello soglia ed ipotesi dell'interdipendenza. L'ipotesi del livello soglia può essere rappresentata tramite una metafora visiva: una casa a tre piani (vedi immagine libro). Ai lati della casa sono presenti due scale, che rappresentano una la lingua materna e l'altra la lingua seconda. Al primo piano della casa troviamo il bilinguismo limitato, cioè nessuna competenza in nessuna delle due lingue. Al secondo piano c'è il bilinguismo asimmetrico ossia competenza linguistica in una delle due lingue, mentre al terzo ed ultimo piano c'è il bilinguismo simmetrico, ossia competenza linguistica in entrambe le lingue.

Ultimo piano si giunge al bilinguismo equilibrato o perfetto, quindi ottima competenza linguistica in entrambe le due lingue che influenza lo sviluppo cognitivo o pensiero. Conclusione di Cummins: non è il bilinguismo un vantaggio in sé, ma la relazione e collaborazione delle due lingue e delle loro competenze. Inoltre, anche l'ipotesi dell'interdipendenza può essere rappresentata tramite una metafora visiva: quella del doppio iceberg (vedi immagine libro). Sopra il livello del mare, Cummins disegna due iceberg che non si toccano, uno rappresenta la lingua materna, l'altro la lingua seconda. Entrambi hanno caratteristiche diverse sopra il livello del mare, ma sotto il livello del mare sono rappresentati due coni che si uniscono e che formano le competenze in comune nelle due lingue. Se le due lingue si sviluppano insieme, in un continuum, e nessuna prevale sull'altra, allora le competenze sotto il livello del mare possono essere attivate.

L'allievo potrà portare avanti il compito generando successo scolastico. Ma se una lingua si sviluppa più di un'altra, allora le competenze sotto il livello del mare non possono essere attivate e ciò provocherà l'impossibilità di portare a termine il lavoro e, di conseguenza, un insuccesso scolastico.

Dimensione sociolinguistica: si basa sul rapporto soggetto-contesto o ambiente esterno. È strettamente collegata alla dimensione culturale ed antropologica. Importante è la teoria dell'acculturazione di Shumman, secondo la quale una lingua non deve essere insegnata o appresa soltanto sotto il punto di vista linguistico o grammaticale ma anche culturale e sociale. Importante quindi è l'interazione con il mondo esterno ma soprattutto l'inserimento degli elementi culturali nell'insegnamento di una lingua, specialmente una lingua seconda. Inoltre, secondo Shumman, per avere successo scolastico

Bisogna evitare completamente ogni tipo di shock linguistico e culturale, tenere viva la motivazione vista come motore dell'apprendimento e non dimenticare mai la propria identità e lingua madre (non attivare ciò che Shumman stesso definisce "la permeabilità dell'io"). Dimensione culturale-antropologica: si basa su concetto biculturalismo e multiculturalismo. Il biculturalismo è conoscere due culture, quella della lingua madre e quella della lingua seconda. Il multiculturalismo è conoscere più culture. Dimensione glottodidattica: si basa sulle strategie da usare per insegnare una lingua. Innanzitutto bisogna fare una differenza tra lingua seconda e straniera. La lingua seconda è una lingua utilizzata per comunicare e studiare, mentre la lingua straniera è utilizzata soltanto.
Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
10 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/02 Didattica delle lingue moderne

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Luz1234 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Didattica dell'italiano come seconda lingua e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara o del prof Desideri Paola.