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Storia della lingua italiana Corso di laurea in Competenze Testuali per la promozione turistica Marika Farsigi 2
l’autore
iscritto da persone di diversa cultura per scopi pressappoco generici e pratici, tesse una fitta trama di
testi in grado di documentare quanto sia stata profonda dal punto di vista cronologico, regionale e sociale
l’esigenza di ricorrere all’italiano come lingua della comunicazione in diversi contesti culturali: nei tribunali,
nella Chiesa e nella vita quotidiana.
presenta in ordine cronologico una nutrita serie di esempi di testi “italiani con
Nel primo capitolo Testa
qualche tratto dialettale” appartenenti ai semicolti, vale a dire a quei soggetti che non hanno raggiunto una
dell’oralità. Il bisogno di farsi intendere,
piena competenza della scrittura e sono rimasti ancorati al dominio
che è scopo primario di questo italiano, porta a riconoscere nel linguaggio dei semicolti una serie di tratti
l’interferenza del dialetto,
macroscopici comuni. Tra questi si annoverano: la semplificazione,
l’impostazione egocentrica del discorso, l’andamento l’uso di una deissi
sintattico a blocchi e infine
l’importanza del contesto. Gli esempi utilizzati
esoforica che dimostra come campione casuale sono la già
l’uso del volgare della zona,
ricordata Confessione di Bellezze Ursini che riflette di cui siamo venuti a
conoscenza grazie alla scoperta del linguista Pietro Trifone nel 1988; il Carteggio Vaianese da Orvieto che
raccoglie 105 documenti risalenti alla corrispondenza avvenuta fra il 1537 e il 1539 tra Alessandro Vaianese
di Orvieto e due personaggi più o meno colti; il Diario di Giorgio Franchi Parroco di Berceto (Appennino
Parmense) che, attraverso dei fatti privati in forma di diario, riporta gli avvenimenti della Guerra di Parma
che vedeva opposte la Francia e la coalizione papale-imperiale; i documenti sui processi del, già citato,
mugnaio Menocchio, tratti da uno studio di Ginzburg del 1976. Il caso di Menocchio ci ricorda come
l’acquisizione della lingua scritta, e quindi l’accesso alla cultura, possano avvenire attraverso canali non
riferisce all’Inquisizione tutto
istituzionali. Nella fattispecie, Menocchio un elenco di libri da lui letti, fra i
quali alcuni proibiti dalla Chiesa, di cui però ne possedeva uno solo, poiché gli altri erano stati ottenuti in
prestito. Questo ci testimonia come anche in una zona povera e spopolata della montagna friulana esisteva
tutta una serie di lettori caratterizzati dal forte desiderio di accedere alla cultura, soddisfatto (in parte) da
personaggi come Menocchio che si accingevano ad insegnare a leggere e a scrivere alla gente del popolo.
Tali scuole tenute da maestri improvvisati come Menocchio, la presenza in famiglia di componenti
alfabetizzati, le scuole di dottrina cristiana così come quelle pubbliche, hanno una loro manifestazione anche
a Roma. Nell’odierna capitale, in seguito al Sacco di Roma del 1527 e in presenza dei papi fiorentini,
vengono fondate delle scuole pubbliche che attestano una crescente diffusione dell’alfabetismo,
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l’autore prende in esame dei testi di lamentele inviate
coinvolgendo settori sociali medio bassi. Non a caso,
al Papa, che testimoniano l’effettiva diffusione dell’italiano anche tra i ceti medio bassi, i quali richiedono
concorrono
migliori condizioni di insegnamento della lingua. Alla diffusione dell’italiano non solo la
religione e il lavoro derivante dallo sviluppo del commercio e dell’artigianato, ma soprattutto i cartelli
infamanti, gli scritti, gli epitaffi (talvolta in versi) affissi pubblicamente e anonimamente per colpire
E’ opportuno inoltre ricordare che tali si riverberano anche nel Meridione. L’esempio
qualcuno. cartelli
fornito dall’autore riguarda i Testi dei Briganti Calabresi, Michele di Gè e Carmine di Crocco, vale a dire di
pastori diventati briganti che scrivono suppliche all’autorità, cartelli e lettere di riscatto.
il capitolo dell’Italiano dei Semicolti è un’ampia porzione di testi
A chiudere datati tra il 1880 al 1910
“costretti”
riguardante delle lettere di italiani emigrati a comunicare con i loro parenti.
che conoscono un po’ di italiano ma
Concludendo possiamo affermare che i semicolti sono persone
padroneggiano il dialetto, che sanno come si compone un testo ma che non riescono ad adattarsi a tutti gli
interlocutori e che non avendo compiuto un idoneo apprendistato grammaticale, scrivono come parlano.
riguarda l’accesso dei semicolti ai cosiddetti “libricciole
Tuttavia, un aspetto importante da considerare per
leggere”, vale a dire ai libretti a stampa di ampia diffusione, di diverso contenuto e di largo consumo
(Menocchio durante il processo ne cita per esempio 11).
Testa sottolinea l’importanza della stampa, la quale fa si che l’oggetto libro non
Nel secondo capitolo, infatti,
sia più possesso dei soli dotti della cultura alta, ma diventi accessibile anche ad un mercato basso. La stampa
si dedica al popolo e alla produzione di massa, la quale si caratterizza per alcuni tratti che incontrano il gusto
numero limitato di pagine e l’inserzione della materia cavalleresca
del tempo: il (incisioni e caratteri gotici).
Al boom della stampa di libri per leggere, si affianca quello della stampa di libri per imparare. Il 500 si
caratterizza per un vero e proprio caos didattico costellato da diversi modelli di apprendimento: accanto ai
utilizzati per l’insegnamento del latino si affiancano quelli per l’insegnamento dell’italiano.
testi Testi
fondamentali sono il Babuino, il primo testo scolastico italiano, il Libro Maestrevole di Giovanni Antonio
Tagliente e il Dictionario di Giovan Battista Verini, il cui obiettivo prevalentemente pratico è quello di
rivolgersi a coloro i quali non sanno leggere e scrivere e di creare un rudimentale vocabolario di italiano.
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