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Il processo di unificazione linguistica favorito da Boccaccio
Questo processo di unificazione linguistica fu favorito da una serie di fattori: in primoluogo la centralità geografica della toscana e anche la sua vivacità culturale, economica ecommerciale. Inoltre il toscano somigliava al latino più degli altri volgari e venne x questo motivoaccettato + facilmente dalle persone colte che erano abituate a scrivere in latino. Le opere diBoccaccio, Dante e Petrarca rappresentano un esempio linguistico di riferimento SIA IN PROSAche in Poesia anche xk veniva utilizzato un lessico ricco di termini semplici e nello stesso tempoaperto anche ai latinismi. La lingua della letteratura, che era destinata a pochi, si distinse così daidialetti limitati ad uso locale e all’ambito dell oralità del parlato= quindi ne deriva una forteseparazione tra la cultura scritta e le diverse culture regionali dialettali;nel 500 i letterati adottano lo stesso modello linguistico e nel 600 si allarga il numero dei
Lettorianche grazie alla prosa scientifica di Galileo Galilei. Il divario però tra la lingua scritta e parlata, rappresentata dai dialetti, si attenua nell'800 cioè nel 1840 il fiorentino moderno fu semplificato con la diffusione dei romanzi I Promessi Sposi nel quale Alessandro Manzoni ripulisce e semplifica la lingua letteraria modellandola sul fiorentino moderno quindi Manzoni propone un nuovo modello di riferimento per la lingua scritta e parzialmente anche per la lingua parlata. Manzoni si rese conto che per raggiungere questo obiettivo bisognava scegliere uno dei dialetti italiani e promuoverlo in tutta la popolazione per questo per scrivere i promessi sposi si servì di una lingua semplificata. L'uso di questo linguaggio semplice segnò il successo duraturo del romanzo che era destinato a essere considerato il modello della nuova lingua, sia scritta che parlata; a partire dal 16° secolo in tutta Italia si era consolidato un modello unico per la lingua scritta.
fase di consolidamento. Ma quali sono le ragioni di questo processo di standardizzazione dell'italiano? Innanzitutto, l'italiano è diventato la lingua ufficiale dello Stato italiano, quindi era necessario che tutti i cittadini potessero comprenderla e utilizzarla. Inoltre, l'italiano è stato scelto come lingua di insegnamento nelle scuole, garantendo così una formazione linguistica uniforme a tutti i giovani italiani. Oltre a queste ragioni politiche ed educative, ci sono state anche ragioni sociali ed economiche che hanno contribuito alla diffusione dell'italiano come lingua unitaria. L'industrializzazione e l'urbanizzazione hanno portato a un aumento degli scambi commerciali e delle relazioni sociali tra le diverse regioni italiane. L'uso di una lingua comune facilitava la comunicazione e favoriva lo sviluppo economico e sociale del paese. Tuttavia, nonostante il processo di standardizzazione, i dialetti regionali sono ancora molto presenti nella vita quotidiana degli italiani. Sono parte integrante della cultura e dell'identità di ogni regione e vengono ancora utilizzati nelle conversazioni informali e nelle tradizioni locali. In conclusione, l'italiano ha subito un processo di standardizzazione che ha portato alla sua diffusione come lingua unitaria in tutto il paese. Tuttavia, i dialetti regionali rimangono ancora vivi e rappresentano una parte importante della ricchezza linguistica e culturale dell'Italia.fase di estensioni delle funzioni. Per la fase di selezione facciamo riferimento alla selezione del fiorentino del 300 e poi successivamente con Manzoni prevaleva il fiorentino parlato dalle persone colte; per fase di decodificazione ovvero le regole della varietà scelta vengono esplicitate attraverso delle grammatiche, infatti nel 500 iniziano a comparire le prime grammatiche dell'italiano; fase di diffusione ovvero la varietà scelta viene parlata da un numero sempre maggiore di parlanti; nel caso dell'italiano al fiorentino viene attribuito un maggiore prestigio culturale e viene adottato da un numero sempre maggiore di parlanti; ultima fase: dove la varietà standard, nel caso dell'italiano, viene utilizzata in TUTTI GLI USI sia orali che scritti. Dobbiamo precisare che nel caso dell'italiano abbiamo un italiano standard per quanto riguarda la scrittura e per quanto riguarda il parlato non si è ancora concluso questo processo di standardizzazione.
almeno per quanto riguarda la pronuncia. E anche per quanto riguarda la pronuncia il processo di standardizzazione non si è concluso proprio perché la pronuncia dell'italiano standard, inteso come fiorentino emendato, è solo virtuale, cioè è praticato da gruppi ristretti di persone come i doppiatori o attori professionisti. Inoltre, la pronuncia non è del tutto condivisa, infatti, dalle persone colte non è considerata un punto di riferimento quando devono parlare in contesti formali. Poi, nel 900, l'italiano standard ha cominciato ad accogliere alcune caratteristiche della pronuncia milanese. Quindi, per varietà standard intendiamo una varietà di lingua dotata di una norma codificata che vale come modello di riferimento per l'uso corretto della lingua; è una varietà di lingua scritta supportata anche da opere letterarie e diffusa su tutto un territorio geografico nazionale; la varietà standard viene considerata di.Prestigio e utilizzata dai ceti sociali alti e con un grado elevato di istruzione (SEMPRE IN RIFERIMENTO AI TESTI SCRITTI xk nnesiste una pronuncia standard, condivisa a livello nazionale). Quindi la differenza che c'è tra varietà standard, dialetti e varietà regionali possiamo rappresentarli attraverso la figura del cono: alla base abbiamo i dialetti, al vertice invece la lingua standard. I dialetti sono intesi come dei sistemi linguistici subordinati a una lingua standard con la quale sono strettamente imparentati ma hanno una diffusione geografica minore. I dialetti italiani sono subordinati all'italiano nel senso che i dialetti coprono gli USI BASSI (situazioni socialmente non impegnative) mentre l'italiano copre gli USI ALTI, tipici delle situazioni formali e pubbliche. I dialetti inoltre tendono a svilupparsi in direzione dello standard (infatti c'è una freccia che va verso l'alto) e il risultato è la creazione di
varietà intermedie chiamate regiolettiche presentano tratti linguistici del dialetto. E se guardiamo in alto dove c'è lo standard c'è un' freccia che va verso il basso e qsto indica come anche la varietà standard accoglie tratti delle varietà informali e il risultato è la formazione di varietà standard regionali, ogni varietà standard regionale è valida all'interno di un'area geografica circoscritta e viene parlata anche dai parlanti colti in contesti formali. L'Italia di oggi: l'Italia di oggi convive con altri dialetti e altri sistemi linguistici usate da alcune minoranze di parlanti infatti oltre all'Italiano riconosciuta come lingua ufficiale e nazionale della Repubblica italiana la legge ha riconosciuto con la legge del 1999 circa 15 lingue minoritarie: sardo, friulano, tedesco parlato in Alto Adige ecc. In base alla posizione geografica distinguiamo diversi dialetti: settentrionali, mediani,, siciliani, sardi). Ecco come potrebbe essere formattato il testo utilizzando tag html:Idialetti meridionali intermedi e dialetti meridionali estremi. In base all'area geografica di riferimento raggruppiamo i dialetti in base a dei fenomeni linguistici, legati ad aspetti fonologici e lessicali, che accomunano alcuni dialetti. Quindi se tracciamo una linea immaginaria chiamata ISOGLOSSA e che è la linea LA SPEZIA-RIMINI e i dialetti che si trovano al di sopra di questa linea sono i dialetti settentrionali e sono i dialetti gallo-italici (piemontesi, lombardi, liguri, emiliani) e i dialetti veneti (veneziano, veronese, padovano ecc).
Possiamo tracciare una seconda ISOGLOSSA che va da ROMA ad ANCONA e i dialetti che troviamo tra la linea LA SPEZIA-RIMINI e ROMA-ANCONA sono i dialetti centro meridionali e sono i dialetti toscani, mediani (romanesco, dialetti laziali, abruzzesi, umbri).
Al di sotto della linea ROMA-ANCONA abbiamo i dialetti meridionali che si distinguono in intermedi (campani, molisani, pugliesi, lucani, calabresi settentrionali) ed estremi (siciliani, siciliani, sardi).
La lingua nazionale si intende una lingua che sia espressione del senso di appartenenza e di identificazione nazionale e di identità etnica della comunità che la usa.
La lingua ufficiale è una lingua che è riconosciuta dal punto di vista legislativo e che viene utilizzata come lingua dell'Amministrazione statale. Uno stato può avere più lingue ufficiali (nel caso della Svizzera abbiamo il francese, il tedesco e l'italiano). Può accadere che in uno stato con più lingue ufficiali soltanto una di queste sia la lingua nazionale, ovvero la lingua che esprime un'identità nazionale ed etnica della comunità. Ad esempio, in Lussemburgo il francese, il tedesco e il lussemburghese sono le lingue ufficiali, ma soltanto il lussemburghese è la lingua nazionale; a Malta il maltese è sia la lingua ufficiale sia nazionale.
Lingue ufficiali regionali come il Basco in Spagna.
Lingua minoritaria intendiamo una lingua che è utilizzata da
Una comunità di parlanti che si trova in una situazione di minoranza demografica all'interno di uno stato. E di solito è diversa dallalingua ufficiale. Lingua franca = lingua usata per la comunicazione tra parlanti con lingue materne diverse, si può chiamare anche lingua veicolare. In passato, ad esempio, il latino è stata una lingua franca, oggi l'inglese è una lingua franca globale.
Lingua materna, seconda, straniera. Per lingua materna o L1 intendiamo la lingua che apprendiamo da bambini nella socializzazione primaria; la lingua seconda che è la L2 ed è diversa dalla lingua materna perché si apprende in fasi successive all'interno del contesto linguistico e culturale in cui la lingua è parlata (esempio gli immigrati che imparano l'italiano in un contesto di immersione, in modo spontaneo, senza insegnamento didattico); lingua straniera o LS ovvero la lingua appresa in un contesto di insegnamento.
Studio dell'inglese a scuola. Nozione di comunità linguistica (LC): insieme di parlanti che condividono delle caratteristiche linguistiche; in sociolinguistica una comunità linguistica è identificata come un insieme di persone che condividono un grado di padronanza e di esposizione a un insieme di varietà di lingua e che sono unite da qualche forma di aggregazione socio-politica.
Repertorio linguistico: l'insieme delle lingue e varietà di lingua che esistono in una comunità linguistica. Può essere riferito sia al singolo parlante quindi si parlerà di repertorio linguistico individuale, cioè l'insieme della varietà a disposizione di un individuo. Un parlante può avere un repertorio bilingue, monolingue o multilingue.
Quindi le varietà linguistiche possono essere:
- lingue distinte: ad esempio l'italiano, il cinese o l'albanese;
- varietà sociali e geografiche di una stessa lingua.