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Gasperi.

Notevoli sconvolgimenti si produssero anche in seguito alla morte di Stalin nel

1953: la sua figura venne pesantemente ridimensionata pochi anni dopo quando

ne fu svelato il volto spietato dal suo successore Krusciov, che ne denunciò i

crimini e le atrocità, come le purghe e le deportazioni nei gulag.

Nel 1954 era stato firmato il Memorandum di Londra con il quale il Territorio Libero

di Trieste veniva suddiviso in due zone, una assegnata all'Italia e una alla

Jugoslavia. Nel 1955 l'Italia venne anche ammessa alle Nazioni Unite.

Il miracolo economico

Tra il ‘58 e il ‘63 l'economia italiana, ma anche la società e le famiglie, subirono

una radicale trasformazione: da paese prevalentemente agricolo, l'Italia diventò

una delle sette grandi potenze industriali del mondo.

Contribuì alla rapida crescita dell'Italia l'elevata disponibilità di manodopera,

dovuta ad un forte flusso migratorio dalle campagne alle città e dal Sud verso il

Nord. Questo fenomeno provocò per certi versi un aumento del divario economico

tra il Settentrione e il Meridione. Ma contribuì alla crescita anche un fattore

esterno, cioè la creazione del Mercato comune europeo (MEC), preceduta dalla

creazione nel 1951 della Comunità europea del carbone e dell'acciaio e la

creazione della CEE nel 1957, a cui l'Italia aderì immediatamente. Con la

creazione del MEC vi fu l'apertura delle frontiere europee ai commerci, col

conseguente aumento delle esportazioni e degli scambi commerciali europei.

Se il paese uscì dall'arretratezza in cui versava, non mancarono però gli aspetti

negativi legati al "miracolo economico", come una crescita tumultuosa dei centri

urbani. Fondamentale in tal senso fu la realizzazione di alcune infrastrutture

necessarie per lo sviluppo del mercato.

Con l'uscita di scena di De Gasperi, il vuoto lasciato nella dirigenza della DC fu

progressivamente riempito da due nuove personalità, Amintore Fanfani e Aldo

Moro. Già nel ‘56 Fanfani ritenne maturi i tempi per un'alleanza col PSI. Pur

avviandosi così verso una nuova fase, nel PSI restavano tuttavia forti le resistenze

nei confronti di una possibile alleanza con la DC.

Le elezioni del 1958 segnarono un importante successo dei partiti componenti il

centro-sinistra sognato da Fanfani. Quest'ultimo formò allora un governo

incentrato sull'alleanza col PSDI di Saragat, come premessa per una futura

alleanza coi socialisti di Nenni.

Il varo del centro-sinistra

Nel 1960 il presidente della Repubblica Gronchi affidò a Tambroni il governo che

avrebbe dovuto finalmente varare il nuovo corso di centro-sinistra. Di fronte a un

ennesimo temporeggiamento di Nenni e della base socialista; tuttavia, Tambroni

decise di cercare altrove i voti di cui aveva bisogno, e li trovò nel Movimento

Sociale Italiano. Il governo Tambroni in tal modo ricevette dall'opposizione diverse

accuse di neofascismo, ma fu soltanto alcuni mesi dopo che scoppiarono pesanti

proteste di piazza, presto estese ad altre città italiane.

In seguito Tambroni rassegnò le dimissioni; al suo posto tornò Fanfani che stavolta

trovò i socialisti più disponibili ad un'alleanza con la DC, riconoscenti

dell'esperienza appena trascorsa. Venne così varato un governo che si reggeva su

un appoggio esterno del PSI, che durerà quasi tre anni.

Le seguenti elezioni del ‘63 videro un indebolimento della DC e del PSI, e un

contemporaneo rafforzamento del PCI e del PLI. Fanfani fu costretto a ritirarsi

dalla scena politica, mentre si formava per l'estate un governo "balneare" in

attesa di nuovi sviluppi.

Nel dicembre del ‘63 fu incaricato Aldo Moro di formare il primo vero governo di

centro-sinistra "organico", cioè con l'entrata effettiva dei socialisti al governo. Fu

un lancio a cui sia la DC che il PSI giunsero stremati da anni di trattative. Anche in

quest'occasione non mancarono i malumori all'interno di entrambi i partiti, che

esplosero nel maggio 1964, quando il governo Moro cadde per una questione

riguardante il finanziamento pubblico alle scuole cattoliche.

Di fronte allo stallo venutosi a creare, il presidente della Repubblica Segni convocò

il comandante dell'arma dei Carabinieri Giovanni De Lorenzo, il quale partecipò in

seguito ad una riunione con Moro. Qualche anno più tardi si parlerà del tentativo

di attuare un piano eversivo, noto come il "Piano Solo", per far rientrare nelle

posizioni la sinistra, e convincerla ad ammorbidire le proprie posizioni. Nenni,

probabilmente messo al corrente di questa possibilità, decise di far rientrare il PSI

al governo.

Il sessantotto e la contestazione

Negli anni sessanta la stratificazione sociale dell'intera popolazione italiana era

cambiata dopo il boom economico: l'urbanizzazione creata dai flussi migratori

interni aveva aumentato la concentrazione della popolazione.

Nel 1968, l'Italia vide trasformarsi radicalmente sul piano culturale e sociale, in

seguito alle migliorate condizioni di vita dovute al boom economico degli anni

precedenti, e al sorgere di movimenti radicali, soprattutto di estrema sinistra. Le

proteste partirono da una contestazione studentesca. In Italia però la

contestazione del '68 verrà dominata dall'ideologia comunista.

Tra i partiti, quello che più di tutti seppe trarre vantaggio dalla contestazione fu il

PCI, che guadagnò terreno a spese dei socialisti. Nello stesso anno ci fu tuttavia

un Sessantotto controcorrente, noto come la Primavera di Praga, ossia il tentativo

della Cecoslovacchia guidata dal riformista Alexander Dubček di sottrarsi al

dominio sovietico, tentativo duramente represso dall'Armata Rossa.

Dopo la pesante sconfitta subita dal Partito Socialista Unificato nel ‘68, si ritenne

comunque esaurita l'esperienza di centro-sinistra guidata da Aldo Moro.

La crescita del conflitto sociale aveva portato intanto al cosiddetto autunno caldo

del tardo 1969, quando i movimenti studenteschi sessantottini si saldarono con le

sollevazioni e le proteste del mondo operaio.

Gli anni settanta

Negli anni settanta alcuni dei numerosi movimenti politici, sorti negli anni

rosso

precedenti, si estremizzarono e degenerarono nel terrorismo dando vita in

particolare alle BR.

Sebbene il Sessantotto italiano fosse stato egemonizzato dall'estrema sinistra, vi

avevano partecipato anche alcune frange di estrema destra; il nuovo decennio si

aprì proprio col cosiddetto "triennio di destra".

Già dopo le prime elezioni regionali, nel luglio 1970 scoppiò la rivolta di Reggio

Calabria, dovuta alla decisione del governo di centro-sinistra di collocare il

capoluogo della neonata regione, a Catanzaro. Dopo tre mesi di scontri violenti,

che videro la città di Reggio assediata dall'esercito, i moti furono sedati.

Ancora nel 1971, il MSI si rivelò determinante nell'elezione del nuovo presidente

della Repubblica Leone.

La notte dell'8 dicembre del 1970 la sede del Ministero dell'Interno venne

occupata da formazioni paramilitari del Fronte Nazionale, nel tentativo di

compiere un colpo di stato, ma l'azione fu annullata in circostanze poco chiare.

La notizia si andava comunque ad inserire in un clima allarmistico di attentati, che

"di piombo",

connotarono quegli anni, detti perciò attentati inaugurati

dall'esplosione di una bomba in Piazza Fontana a Milano il 12 dicembre 1969. La

bomba di Piazza Fontana segnò anche l'inizio della cosiddetta "strategia della

tensione", termine con il quale ha indicato un piano di attentati mirati a seminare

Italicus

il terrore tra la popolazione: nel 1974 al treno e, nello stesso anno, la

strage di piazza della Loggia a Brescia durante una manifestazione sindacale.

boom

Negli anni settanta la crescita economica che aveva portato al si arrestò,

iniziò una recessione aggravata dalla crisi petrolifera del ‘73 dovuta alla guerra

del Kippur tra Israele e mondo arabo. Aumentò il disagio sociale e crebbe

spaventosamente l'inflazione.

Sul piano politico si venne determinando uno stallo per via dell'erosione dei

consensi alla maggioranza di centro-sinistra, che portò alla fine anticipata di due

legislature. Cominciò allora a prendere corpo l'idea di un compromesso storico fra

le principali forze politiche del paese. Fu così che in quello stesso anno, dopo che

il PSI ebbe fatto cadere l'ultimo governo di centro-sinistra, a seguito di elezioni

anticipate, cominciarono i governi di unità nazionale, guidati da Giulio Andreotti,

ma vissuti dal paese come se tutti i partiti vi contribuissero.

Berlinguer, ritenendo che il PCI stesse pagando più di tutti il proprio appoggio al

governo Andreotti con una perdita di consensi, fece pressioni per avervi un

maggior coinvolgimento. Fu allora che si ebbe l'episodio più eclatante quando il

16 marzo 1978 le BR rapirono Aldo Moro, uno dei maggiori sostenitori del

compromesso storico, nel sanguinoso agguato di via Fani a Roma, proprio nel

momento in cui il Presidente del Consiglio Andreotti, stava tentando di far nascere

il primo governo con i voti diretti del PCI. Il fronte politico si divise allora tra i

fautori della trattativa con le BR (soprattutto il PSI), e i sostenitori della fermezza

(democristiani e comunisti), convinti che lo Stato non si dovesse piegare ai loro

ricatti; alla fine prevalsero questi ultimi. Il conseguente omicidio di Moro, il cui

cadavere fu fatto ritrovare in via Caetani, a metà strada tra le sedi della DC e del

PCI, gettò l'Italia intera nello scompiglio e nel caos.

Il ministro dell'Interno Cossiga, che si era opposto alla trattativa con le BR, fu

costretto alle dimissioni. Anche il presidente della Repubblica, Leone fu accusato

di non aver fatto abbastanza per salvare Moro; L'omicidio di Moro accelerò di fatto

la fine dei governi di solidarietà nazionale, portando alla fine anticipata della

legislatura nel 1979, e lasciando nella Repubblica Italiana la lugubre sensazione di

avviarsi verso un inesorabile declino.

Gli anni ottanta

Il pesante clima ideologico degli anni settanta, cominciò a dissolversi all'inizio

degli anni ottanta A livello politico ci fu un declino del potere dei sindacati e del

.

Partito Comunista Italiano, parallelamente all'ascesa di Bettino Craxi chiamato nel

1976 a risollevare le sorti del partito. Già nel 1978 Craxi era riuscito a far eleggere

presidente della Repubblica Sandro Pertini.

I primi anni ottanta furono tuttavia ancora attraversati da una certa turbolenza. La

scoperta, ad esempio, della loggia massonica P2 mise in nuova luce molti dei

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A.A. 2018-2019
7 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giusy29 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi della Tuscia o del prof Doro Raffaello Ares.