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Viste le incongruenze tra lettere e suoni, la linguistica ha sviluppato un modo di segnare i suoni linguistici in maniera
sistematica e scientifica: l’IPA. Tale alfabeto e contraddistinto da una corrispondenza biunivoca tra suono e segno: ad
ogni suono corrisponde un solo segno.
4. Le vocali in italiano e in tedesco.
La qualità delle vocali dipende:
• Dalla cavità orale in seguito al posizionamento della lingua
• Dalla forma data dalle labbra.
Durante l’articolazione la lingua mantiene sempre una certa distanza dalla volta palatina per non ostacolare il flusso di
aria, la punta della lingua è sempre abbassata e la zona che determina l’articolazione è il dorso della lingua.
La lingua si sposta sia verticalmente che orizzontalmente. In verticale:
• Se la lingua si abbassa rispetto alla posizione normale si avrà una [a] – vocale bassa
• Se la lingua si alza verrà pronunciata una [i] o [u] – vocali alte
In orizzontale:
• Se avanza è una vocale anteriore come [i] [e] [ɛ]
• Se arretra è una vocale posteriore come [u] [o] [ɔ]
[i] e [u] sono alte
[e] e [o] sono medio-alte (chiusa)
[ɛ] e [ɔ] sono medio-basse (aperta)
[a] è bassa ed anche l’unica centrale.
In tedesco le vocali brevi e lunghe si differenziano per la lunghezza e il luogo di articolazione. Mentre in italiano sono
arrotondate solo le vocali posteriori, in tedesco troviamo pure vocali anteriori. Esistono inoltre due vocali centrali,
entrambi brevi, che non hanno riscontro in italiano.
[i] [y] lunghe, alte, anteriori.
[ɪ] [ʏ] brevi, alte, anteriori.
[u] lunga, alta, posteriore.
[ʊ] breve, alta, posteriore.
[e] [ø] lunghe, medie, anteriore.
[ɛ] [ɶ] brevi, medie, anteriore.
[o] lunga, media, posteriore.
[ɔ] breve, media, posteriore.
[ə] [ɐ] brevi, medie, centrali.
[a] breve, bassa, centrale.
[ɑ] lunga, bassa, centrale.
In tedesco, ci sono tre dittonghi discendenti: [aɪ] Mai; [aʊ] Baum; [ɔɪ] neu. I dittonghi ascendenti si trovano solo nelle
parole di origine straniera (Region, sozial, Duell).
5. Le consonanti in italiano e tedesco
Le consonanti italiane si possono classificare secondo tre criteri:
• Il modo di articolazione
• Il luogo di articolazione
• La presenza o meno di sonorità.
Secondo il modo di articolazione si lasciano individuare le seguenti categorie di suoni:
• OCCLUSIVE – gli organi fonatori costituiscono un’ostruzione del canale fonatorio, il suono viene bloccato
per poi essere liberato in poco tempo. In italiano sono: [p] [b] - [t] [d] - [k] [g]
• FRICATIVE – gli organi fonatori si avvicinano, lasciando all’aria uno spazio stretto. Sono: [f] [v] - [s] [z] - [ʃ]
[ʒ]
• AFFRICATE – gli organi costituiscono un’occlusione totale con rilascio graduale dell’aria. Sono [ts] [dz] – [ʧ]
[ʤ]
• NASALI – il velo è abbassato per permettere all’aria di passare per la cavità nasale [m] [ɱ] – [n] [ɲ]
• LATERALI – la lingua costituisce un’ostruzione al centro della cavità orale e l’aria passa ai lati. Sono: [l] [ʎ]
• VIBRANTI – un organo fonatorio mobile vibra, formando ad intermittenza una leggera occlusione [r]
Le consonanti tedesche:
• OCCLUSIVE – labiali [p] [b]; dentali [t] [d]; velari [k] [g]. In numerosi contesti la pronuncia delle occlusive
sorde è aspirata. Esiste, inoltre, un’occlusiva glottidale che si articola chiudendo le corde vocali e tolta
l’occlusione l’aria esce bruscamente [ʔ]
• FRICATIVE - labio-dentali [f] [v]; dentali [s] [z]; alveopalatali [ʃ] (schule) [ʒ] (Genie); palatale sorda [ç] (ich)
sonora [j] (ja); uvulare [ʁ] (dort); laringale [h] (haben); velare [x] (dach)
• AFFRICATE - labiale [pf] (Pfahl); dentale [ts] (Zahl); alveopalatale sorda [ʧ] (deutsch) e sonora [ʤ] (Job).
• NASALI – labiale [m]; alveolare [n]; velare [ŋ] (Klang)
• LATERALI – [l]
• VIBRANTI – uvulare [ʀ] (Reise); alveolare [r]
6. I fonemi in tedesco
La fonetica è la disciplina che si occupa dei processi di articolazione e percezione dei suoni linguistici.
La fonetica acustica analizza le proprietà fisiche dei suoni e le evidenzia attraverso gli spettrogrammi. Sono:
a. La frequenza – consiste nel numero di vibrazioni delle onde sonore in determinato lasso di tempo.
b. L’intensità – si riferisce all’ampiezza dell’onda sonora e viene misurata in decibel
c. La durata - si misura in centesimi di secondo, si può quantificare la differenza tra vocali lunghe e brevi.
La fonologia studia la funzione e l’organizzazione dei suoni nella loro qualità di elementi linguistici.
I fonemi sono suoni che all’interno di un sistema linguistico hanno funzione distintiva, segnalano le differenze
semantiche tra le parole. Tale funzione distintiva diventa evidente in presenza di una coppia minima, ovvero due parole
che si differenziano solo per un suono (cane/pane).
Gli allofoni sono varianti dello stesso fonema. Si possono distinguere vari allofoni:
a. LIBERI – sono sostituibili senza restrizioni. Stopp - la /p/ può essere realizzata sia [pʰ] sia [p].
b. REGIONALI – varianti di uno stesso fonema che hanno una precisa distribuzione geografica. /r/ viene
realizzato come una vibrante uvulare [ʀ], ma in alcune zone tipo Baviera come alveolare [r].
c. CONDIZIONATI – dipendono dalla posizione del fonema nella parola. /n/ può realizzarsi come labiodentale
[ɱ] in fünf perché preceduta da labiodentale [f].
d. COMPLEMENTARI – all’interno di un morfema o di una sillaba le varianti presentano una distribuzione
esclusiva. Occlusive sonore sono, ad esempio, sonore ad inizio sillaba e sorde alla fine: /d/ - [d] Länder – [t]
Land.
7. I tratti fonologici
Sono caratteristiche distintive in quanto permettono di differenziare un fonema dall’altro. /i/ e /ɛ/: la prima è più alta
della seconda. Definiamo quindi /i/ come [+ alta] e /ɛ/ come [-alta]. I tratti sono per definizione binari, vale a dire
ammettere soltanto due valori (+ e -).
a. [+ alto] la lingua si alza rispetto alla posizione di riposo [-alto] la lingua non si alza rispetto alla posizione di
riposo
b. [+basso] la lingua si abbassa rispetto alla posizione di riposo [-basso] la lingua non si abbassa rispetto alla
posizione di riposo.
c. [+ arrotondato] labbra protese in avanti [-arrotondato] labbra non protese in avanti.
d. [+posteriore] la lingua si ritrae rispetto alla condizione di riposo
e. [+nasale] abbassamento del velo che consente il flusso d’aria attraverso la cavità nasale [-nasale]
innalzamento.
f. [+sonoro] vibrazione delle corde vocali
g. [+continuo] il flusso d’aria è ininterrotto durante l’articolazione del suono
h. [+sonorante] l’apertura dell’apparato fonatorio è tale da permettere un flusso d’aria libero con risonanza del
suono.
i. [+coronale] la punta della lingua si alza rispetto alla posizione di riposo
j. [+laterale] il flusso d’aria è limitato ai lati della cavità orale.
8. I principali processi fonologici
Determinano a formazione di sequenze di fonemi all’interno di una catena parlata. Sono:
Elisione: caduta di un fonema. È un processo facoltativo che riguarda la lingua colloquiale e si verifica nella
∼ parlata veloce. La vocale indistinta [ə] cade prima di una sonorante: leben – [le: bən] – [le:bn]
Epentesi: inserimento di un nuovo fonema. Risulta meno diffuso rispetto all’elisione. Un esempio è dato
∼ dall’aggiunta di un’occlusiva sorda tra nasale e dentale: kommt – [kɔmt] – [kɔmpt]
∼ Assimilazione: adeguamento di un fonema rispetto ad un altro fonema vicino. Può essere totale come nel caso
della nasale /n/ in parole come einmal – [aɪ(m)mɑ:l]. Il più delle volte siamo di fronte ad un’assimilazione
parziale. L’assimilazione può avvenire in due direzioni contrapposte:
a. PROGRESSIVA comporta il mutamento di un segmento successivo al suono che determina il
processo. Es: /n/ viene adeguato al luogo di articolazione dell’ostruente precedente. Legen [le:gŋ]
b. REGRESSIVA comporta il mutamento di un segmento precedente al suono che determina il processo.
Es: /n/ diventa velare in adeguamento ad un’occlusiva velare successiva. Bank [baŋk]
Dissimilazione: differenziazione di un fonema rispetto ad un altro fonema vicino
∼ Metatesi: inversione di due fonemi contigui
∼
I processi fonologici possono essere diacronici (da una fase storica all’altra) o sincronici (di uno stesso momento
storico).
9. Regole fonologiche
Descrivono il passaggio dal livello di rappresentazione fonologica a quello di fonetica. La notazione di una regola
fonologica ha la forma generale: A→B/X_Y
La prima parte rappresenta il processo fonologico ovvero il segmento A viene sostituito dal segmento B, la seconda
parte indica il contesto in cui ciò avviene ovvero la posizione del segmento tra X e Y.
10. Struttura della sillaba
La sillaba è una sequenza di suoni che costituiscono un’unità di pronuncia. Ogni sillaba ha un nucleo sillabico
caratterizzato da un massimo di sonorità, può essere costituita dal solo nucleo (V) o anche elementi consonantici (C).
Le sillabe che finiscono in vocale sono dette aperte, quelle in consonante chiuse.
V A-tem CV ma-chen VC po-et CVC tot VCC End-zeit CVCC Baum
Esiste inoltre una scala di sonorità che non considera i singoli suoni, bensì le classi di suoni.
Ostruenti sorde→ ostruenti sonore→ nasali→ liquide→ vocali.
11. Accento
È la prominenza relativa di una vocale rispetto ad un’altra, dovuta ad una maggiore intensità, durata ed anche frequenza
acustica nel processo articolatorio. È una caratteristica relazionale dell’intera sillaba. La prominenza di una sillaba
rispetto ad un’altra può essere analizzata in due ambiti diversi: la parola e la frase.
All’interno della parola, la comparazione può essere rappresentata con gli alberi prosodici. Alla più forte viene
assegnata S e alla più debole W.
Win(S) ter(W) Mor(S) gen(W)
Tra Win e mor la più forte tra le due risulta Win per cui abbiamo una struttura con un accento principale (Win-) e uno
secondario (mor-)
12. Il rapporto tra suono e grafema
Nella lingua ideale ogni grafema corrisponde ad un solo suono e viceversa. Vi sono casi però in cui a più suoni
corrisponde un grafema e casi in cui ad unico grafema corrispondono più suoni ad esempio [b] e [p] segnati entrambi
con <b> come in Lobes o Lob. Oppure <s> <ss> <ß> segnano la [s] come in las, lassen, ließ.
L’ortografia tedesca non ha, inoltre, un modo univoco per seg