Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
TIPI DI MUTAMENTI FONOLOGICI
Fonologizzazione : avviene quando due allofoni, che come tali si trovano in distribuzione complementare, vengono a
trovarsi, almeno in un contesto, nella stessa distribuzione.
In inglese, la scomparsa dell’occlusiva finale in questo caso ha avuto la conseguenza di lasciare senza contesto il fono
[ŋ], che ha quindi assunto funzione distintiva, in coppie come /son/ figlio - /soŋ/ canzone.
Defonologizzazione: consiste nella perdita di un'opposizione fonologica. Un esempio è la scomparsa dell'opposizione
/s/ - /z/ in molte varietà italiane. Nell'italiano standard e in buona parte del toscano tale opposizione esiste solo in
ɛ ɛ
posizione intervocalica, in poche coppie come /'kj se / - /'kj ze /.
Altro esempio è la scomparsa dell'opposizione fonologica tra vocali brevi e vocali lunghe nel latino volgare. In latino
esistono coppie minime distinte dalla quantità della vocale, come /rosa/ 'rosa:NOM' - /rosaː/ 'rosa:ABL'.
Rifonologizzazione: non agisce sul numero delle opposizioni fonologiche. Consiste nella sostituzione completa
dell'allofono principale di un fonema con un altro allofono.
Un caso è la prima rotazione del germanico o legge di Grimm, per la quale il sistema delle ostruenti, che per
l'indoeuropeo si ricostruisce come formato da occlusiva sorda, occlusiva sonora e occlusiva sonora aspirata, si modifica
in occlusiva sorda, occlusiva sonora e fricativa sorda.
Ostruenti indoeuropeo ricostruito
Sorda Sonora Sonora aspirata
Occlusive velari k g gh
Occlusive labiovelari kw gw gwh
Occlusive palatali k ĝ ĝh
Occlusive dentali t d dh
Occlusive bilabiali p b bh
Fricativa dentale s
Liquide e nasali indoeuropeo ricostruito Non sillabiche Sillabiche
ṇ
Nasali Dentale n ṃ
Bilabiale m ḷ
Liquide Laterale l ṛ
Vibrante r
Semivocali indoeuropeo ricostruito j
Palatale
Velare w
Vocali indoeuropeo ricostruito
i iː u uː alte
e eː o oː medie
Ø basse
ə
a aː
ə ə
La vocale / /, detta š wa dal nome della stessa vocale nelle lingue semitiche, si ricostruisce in base a esempi in cui tutte
le lingue indoeuropee presentano un timbro [a], mentre l'indoiranico presenta un timbro [i]. Ricostruzione su cui non
tutti concordano.
Accento
le lingue indoeuropee presentano sistemi accentuali di vario genere. Possiamo ricostruire per l'indoeuropeo un accento
con sede libera (cioè poteva cadere su qualunque sillaba). Si trattava di un accento non di tipo intensivo, come in
italiano e la maggior parte delle lingue europee moderne, ma di un accento musicale o di altezza (ingl. Pitch accent): la
sillaba tonica non si distingueva per l'intensità con la quale era articolata la vocale, ma per la sua altezza.
Ricostruzione
Come ricostruiamo i fonemi rappresentati sopra?
Il caso più semplice è quello in cui tutte le lingue indoeuropee presentino nella stessa parola lo stesso fonema. Un
esempio è la parola per nove, che presenta una nasale dentale in posizione iniziale in tutte le lingue indoeuropee in cui è
attestata: lat. Novem; ita. Nove, ingl. Nine; ted. Neun; sanscrito náva, greco ennéa.
Un caso più problematico si pone quando una lingua discorda dalle altre.
Il procedimento principale usato per la ricostruzione è il metodo comparativo, che consiste nel confrontare fra loro tutti
i dati disponibili, individuando le regolarità e in base a esse ricostruire una forma che spieghi attraverso mutamenti
regolari tutti gli esiti attestati.
Leggi fonetiche
Verso la fine del XIX secolo, un gruppo di studiosi tedeschi, detti neogrammatici, giunse a individuò le caratteristiche di
regolarità del mutamento fonologico. Fu elaborato l'importante concetto di legge fonetica, con il quale ci si riferisce al
mutamento fonologico.
Legge di Grimm
All'inizio del XIX secolo il tedesco Jacob Grimm e il danese Rask osservarono corrispondenze, cioè scoprirono che a
una fricativa del germanico corrispondeva un'occlusiva nelle altre lingue indoeuropee. Si notò che il germanico
presentava una discrepanza rispetto alle altre lingue indoeuropee nel caso di tutte le occlusive.
Le consonanti occlusive ricostruite per l'indoeuropeo si sono 'spostate' in germanico: si è avuta una rotazione, per cui:
occlusiva sorda > fricativa sorda (spirantizzazione)
occlusiva sonora > occlusiva sorda (desonorizzazione)
occlusiva sonora aspirata > occlusiva sonora (ha perduto l'aspirazione)
Per questo motivo il mutamento è detto Rotazione consonantica.
*/p, t, k, kw/ > */f, θ,h hw/
*/b, d, g, gw/ > */p, t, k, kw/
*/bh, dh, gh, ghw/ > */b, d, g, gw/
Osserviamo che questo mutamento ci prospetta sempre lo stesso numero di ostruenti, si modificano solamente le
caratteristiche di sonorità e aspirazione, quindi si tratta di rifonologizzazione.
Legge di Verner
I primi comparatisti riscontrarono negli esiti delle occlusive indoeuropee in germanico anche numero irregolarità.
Constatando la presenza di irregolarità, Grimm scriveva che il passaggio da /t/ a /θ/ avveniva in germanico nella
maggioranza dei casi: ma quale fosse la ragione per la quale a volte questo passaggio non era avvenuto gli sfuggiva.
Negli anni 70 del XIX secolo, Karl Verner, riuscì a trovare una spiegazione per quelle che sembravano irregolarità.
Legge: in posizione interna di parola, fra elementi sonori, se non preceduta immediatamente dalla sillaba tonica, una
occlusiva sorda diventa una fricativa sonora.
Esempi:
ie. */p/ > germ. */β/ → *septm 'sette' ingl. Seven ted. Sieben
ie. */t/ > germ. */ð/ → *al-tós 'allevato' ingl. old
ɣ
ie. */k/; /k/ > germ./( )/ → * deuk- radice del verbo 'condurre' ted. Ge-zogen.
Legge di Grassmann
Si spiega attraverso un fenomeno di dissimilazione: in greco e sanscrito due aspirate in due sillabe successive si
dissimilano e generalmente la prima perde l'aspirazione, mantenendola solo quando la seconda aspirata perde a sua
volta l'aspirazione per qualche motivo specifico.
Questa legge spiega dati presenti in altre lingue, che lasciano in effetti ricostruire parole con due aspirate in due sillabe
successive.
«Due occlusive aspirate appartenenti a sillabe diverse di una stessa parola non possono coesistere, e la prima si muta
nella occlusiva non aspirata della stessa serie.»
«Quando in una parola due aspirate (vocale e/o consonante) si trovano in sillabe contigue, la prima perde l'aspirazione e
diventa sorda se consonante, o muta lo spirito aspro in dolce se vocale».
ǝ
L'isoglossa kentum/sat m e l'albero genealogico delle lingue indoeuropee.
ǝ
Le lingue indoeuropee sono divise in due gruppi, kentum/sat m , dalla parola per cento rispettivamente in latino e
avestico. I due gruppi si differenziano in base al trattamento delle velari indoeuropee.
Nelle lingue kentum velari pure e palatalizzate si uniscono in un'unica serie di velari; le labiovelari o sono conservate o
diventano occlusive di vario genere.
ǝ
Nelle lingue sat m invece le velari palatalizzate si palatalizzano ulteriormente; la loro articolazione subisce un processo
di avanzamento, che le porta a essere articolate come affricate o fricative palatali o dentali. Le velari pure si fondono in
un'unica serie con le labiovelari e hanno due esiti: davanti a vocali anteriori subiscono anch'esse una palatalizzazione,
mentre davanti a vocali posteriori diventano velari.
Fra le lingue indoeuropee note nel XIX secolo:
kentum → lingue celtiche, germaniche, italiche compreso il latino, e il greco
ǝ
sat m → albanese, armeno, indoiranico, slavo, baltico.
Sembrava che il trattamento delle velari tracciasse un netta distinzione fra lingue occidentali e orientali. Sembrava che
si potesse tracciare un'isoglossa.
Nel XX secolo, la scoperta dell'anatolico e del tocario, lingue orientali che conservano caratteristiche kentum, ha messo
in crisi questo modo di vedere.
Albero genealogico vero il 1870 indoeuropeo ǝ
lingue kentum lingue sat m
L'anatolico ha messo in crisi la ricostruzione tradizionale dell'indoeuropeo.
Alcuni studiosi hanno supposto che questa famiglia linguistica si sia separata prima delle altre, arrivando a sostenere
l'ipotesi dell'indoittita.
Albero genealogico secondo Sturtevant
indoittita
*indoeuropeo anatolico
La diffusione del mutamento
Isoglossa: termine coniato per indicare una linea che su un'area geografica delimita la comparsa di un certo fenomeno
fonologico.
Capire quale possa essere la cronologia esatta del distacco reciproco fra le lingue celtiche, latino e lingue italiche è
molto difficile.
Il modello dell'albero genealogico era stato introdotto in linguistica da Schleicher, studioso vissuto intorno alla metà
dell'Ottocento.
L'albero genealogico presuppone che le varietà si separino in origine e i mutamenti interessino in maniera globale un
intero ramo. (ma non è ovviamente così).
Verso la metà del XIX secolo fu proposto un modello alternativo all'albero genealogico, chiamato teoria delle onde di
Schmidt: i mutamenti linguistici sono fenomeni che partendo da un centro di irradiazione si diffondono a cerchi
concentrici, indebolendosi man mano che si allontanano dal centro.
Con questo modello si inizia a tener conto degli effetti della variazione diatopica su quella diacronica.
Il vocalismo indoeuropeo I: l'Apofonia.
Fra il XVIII e il XIX secolo, sorse in Occidente un grande interesse per le culture dell'Estremo Oriente. Dato l'alto
prestigio di cui godeva la cultura dell'antica India, i primi studiosi che scoprirono la somiglianza del sanscrito con le
lingue europee antiche pensarono che il sanscrito non fosse solo una lingua indoeuropea al pari delle altre, ma che fosse
la lingua capostipite, da cui latino, greco, germanico e le altre lingue indoeuropee derivavano. Per loro non era
necessario ricostruire l'indoeuropeo, dato che tutte le lingue indoeuropee sarebbero derivate dal sanscrito.
Grande difficoltà per considerare il sanscrito capostipite delle altre lingue risiede nel vocalismo. In sanscrito le tre
vocali indoeuropee */o/, */e/, */a/ sia lunghe che brevi si sono fuse in un'unica vocale /a/, lunga o breve.
Apofonia: alternanza vocalica o gradazione
Apofonia qualitativa: lingue indoeuropee antiche tra cui greco e alcune germaniche presentano l'alternanza e/o/Ø della
vocale radicale di verbi e nomi in forme diverse. Fenomeno ancora presente in inglese moderno: sing/sang/sung, dove la
vocale radicale indica diversi tempi verbali.
Apofonia quantitativa: comporta l'alternanza di una vocale lunga con una breve, che generalmente corrisponde a */ǝ/
indoeuropea, cioè si presenta come /a/ oppure, in indoiranico, come /i/, co