Anteprima
Vedrai una selezione di 11 pagine su 46
Riassunto esame Glottologia e linguistica, prof. Longobardi, libro consigliato Introduzione alla linguistica storica, Fanciullo Pag. 1 Riassunto esame Glottologia e linguistica, prof. Longobardi, libro consigliato Introduzione alla linguistica storica, Fanciullo Pag. 2
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Glottologia e linguistica, prof. Longobardi, libro consigliato Introduzione alla linguistica storica, Fanciullo Pag. 6
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Glottologia e linguistica, prof. Longobardi, libro consigliato Introduzione alla linguistica storica, Fanciullo Pag. 11
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Glottologia e linguistica, prof. Longobardi, libro consigliato Introduzione alla linguistica storica, Fanciullo Pag. 16
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Glottologia e linguistica, prof. Longobardi, libro consigliato Introduzione alla linguistica storica, Fanciullo Pag. 21
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Glottologia e linguistica, prof. Longobardi, libro consigliato Introduzione alla linguistica storica, Fanciullo Pag. 26
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Glottologia e linguistica, prof. Longobardi, libro consigliato Introduzione alla linguistica storica, Fanciullo Pag. 31
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Glottologia e linguistica, prof. Longobardi, libro consigliato Introduzione alla linguistica storica, Fanciullo Pag. 36
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Glottologia e linguistica, prof. Longobardi, libro consigliato Introduzione alla linguistica storica, Fanciullo Pag. 41
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Glottologia e linguistica, prof. Longobardi, libro consigliato Introduzione alla linguistica storica, Fanciullo Pag. 46
1 su 46
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

FONI E FONEMI

LIVELLO FONETICO: riguarda la produzione concreta dei suoni (FONI), ovvero in che modo i suoni vengono articolati, in quale punto dell'apparato fonatorio, con l'intervento di quali organi articolatori, e così via.

LIVELLO FONOLOGICO (o FONEMATICO): riguarda quei particolari foni che ciascuna lingua si sceglie per farne i "mattoni" (FONEMI) con cui costruire le sequenze dei significanti, cioè le sequenze foniche in grado di veicolare i significati.

FONI: convenzionalmente segnati fra parentesi quadre, si collocano al livello della concretezza articolatoria. ESEMPIO: di [f] ci interessa che sia una fricativa (MODO DI ARTICOLAZIONE), labiodentale (LUOGO DI ARTICOLAZIONE), sorda (ASSENZA O PRESENZA DELL'INTERVENTO DELLE PLICHE VOCALI).

FONEMI: segnati convenzionalmente tra barre oblique, si collocano a un livello soprattutto mentale; sono gli elementi che il parlante di una data lingua sa di dover utilizzare se, in

Il fonema è quindi un'unità distintiva minima, è la più piccola unità fonica che, pur non avendo di per sé un significato, permette di distinguere tra significati diversi (casta carta).

COPPIE MINIME: coppie di parole che si distinguono per un solo punto della sequenza.

Siccome i fonemi si susseguono l'un l'altro nella catena fonica, può succedere che la loro realizzazione concreta venga condizionata dagli elementi circostanti, e che dunque, in certe situazioni, si pronuncino in modo diverso rispetto alla realizzazione standard. ESEMPIO: /n/ in italiano sicuramente un fonema; se vogliamo esprimere "vivo", dobbiamo mettere la /n/ in terza posizione, anziché la /v/, altrimenti si formerebbe "vino". Se consideriamo l'italiano "vinco", è vero che in terza posizione troviamo il fonema /n/, ma è anche vero che in tale posizione viene concretizzato non come "n" ma come "m".

nasale dentale [n], ma come nasale velare [ŋ], perché condizionato dalla successiva fonologico, ma [‘viŋko] aarticolazione consonantica (velare) [k]. Quindi abbiamo /vinko/ a livello livello fonetico. • VARIANTI CONTESTUALI (o COMBINATORIE): dette anche ALLOFONI CONTESTUALI O COMBINATORI, sono i diversi modi di realizzare uno stesso fonema. [ŋ] è una variante contestuale di [n]. Quando le varianti di fonema sono determinate dal contesto si dice che presentano DISTRIBUZIONE COMPLEMENTARE. Il fatto che in una lingua L due suoni siano varianti contestuali d’un medesimo fonema non esclude che in un’altra lingua L quei due foni possano invece funzionare come fonemi. ESEMPIO: nel fiorentino [x] è variante contestuale di /k/, ovvero ogni /k/ si realizza [x] se e solo se è intervocalico, indipendentemente dal fatto che le due vocali appartengano a parole diverse oppure no; così che: ami[x]a, la [x]asa, ma par[k]o. Segli allofoni che si

riscontrano più frequentemente sono quelli contestuali, non mancano neppure i cosiddetti ALLOFONI LIBERI (o VARIANTI LIBERE), ossia indipendenti dal contesto.

ESEMPIO: “difetti” linguistici, come la [R] uvulare, o “r moscia” (dire [r]oma o [R]oma non cambia il significato) o la “s con la lisca” [θ] (dire [s]ale o [θ]ale non cambia il significato).

TIPOLOGIA DEI MUTAMENTI FONETICI

Una conseguenza della distinzione tra foni e fonemi è che anche a livello di mutamento possiamo distinguere fra mutamenti fonetici e fonologici.

MUTAMENTI FONETICI:

  1. ASSIMILAZIONE: mutamento opposto alla dissimilazione; esistono tre tipi di assimilazione:
    • ASSIMILAZIONE REGRESSIVA: il secondo elemento condiziona il primo (lat. FA[kt]US > ita. fa[tt]o)
    • ASSIMILAZIONE PROGRESSIVA: il primo elemento condiziona il secondo (lat. MU[nd]US > napoletano mú[nn]ǝ)
    • ASSIMILAZIONE BIDIREZIONALE: azione congiunta di due elementi (in questo caso due vocali)

una precedente ed uno successivo, che modificano l'elemento interessato (a condizionare la [k], prima sonorizzandola in [g] e poi mutandola in continua [ʃ], l'azione congiunta delle due vocali) ([γ]: fricativa velare sonora, diversa da [g]: occlusiva vel. son.)(lat. AM[i:ku]S > spagnolo ami[γ]o2. DISSIMILAZIONE: due elementi contigui ed articolamente uguali (o simili) si diversificano in misura maggiore e minore. Mutamento opposto all'assimilazione→ [r ~ r] > [l ~ r])(lat. PE[r]EG[r]INUS > italiano pe[ll]eg[r]ino→ [r ~ r] > [d(lat. QUAE[r]E[r]E > italiano chiè[d]e[r]e ~ r])3. INSERZIONE: aggiunta di materiale fonico etimologicamente ingiustificato, mutamento opposto alla cancellazione.(lat. SCHOLA > spagnolo [e]scuela; lat. CAULE > italiano ca[v]olo)4. CANCELLAZIONE: sottrazione di materiale fonico che dovrebbe essere presente, mutamento opposto all'inserzione.(lat. CALĬDUS > italiano lat. SAECŬLUS >

spagnolocal[]do; sig[]lo)5. METATESI: spostamento di materiale fonico in un punto della catena diverso da quello in cui dovrebbe trovarsi in base all’etimologia.(italiano dentro > triestino d[r]ento)6. COALESCENZA: fusione di due elementi fonici contigui in un terzo elemento, diverso dai primi, ma che, di solito anche se non necessariamente, presenta caratteristiche di ciascuno degli elementi di partenza. Mutamento opposto alla scissione.(lat. parlato *VĪNJA > italiano → il fono nasale palatale [ɲ]vi[ɲ:]a risulta dalla fusione della nasale dentale [n] con l’approssimante palatale [j])(lat. parlato *FĪLJUS > italiano → il fono laterale palatale [λ] risulta dalla fusione fi[λ:]o dellalaterale alveolare [l] con l’approssimante palatale [j])7. SCISSIONE: fenomeno per cui un elemento fonico si scinde in due elementi distinti. Mutamento opposto alla coalescenza. L’esempio classico è la dittongazione italiana:(lat. LĔVE

italiano lat. BŎNUS >l[jε]ve; b[wƆ]no)La scissione è anche un mezzo col quale una lingua ricevente adatta un suono estraneo:(poiché le lingue slave nella fase più antica non avevano la [f]: greco Φάροϛ > croato Hvar, [xv]ar)MUTAMENTI INDIPENDENTI DAL CONTESTO: ANALOGIA, ETIMOLOGIAPOPOLARE E TABÙ LINGUISTICO.• ANALOGIAETIMOLOGIA POPOLARE (o PARETIMOLOGIA): consiste nella modificazione fonica d’un• certo significante (S ) per effetto di un altro significante (S ) al quale, a torto o a ragione, il1 2). ESEMPIO: l’italianoparlante associa il significante (S vedetta si suole collegare al verbo1 “vela più piccolavedere, ma in realtà nasce dalla modificazione di un più antico velettadell’albero di maestra”, alla cui altezza si issava il marinaio durante il suo turno di guardia. Ilparlante “di terra” corregge immettendovi l’idea di vedere,

Modificando così un vocabolovelettaaltrimenti oscuro.

A essere coinvolti nella paretimologia sono quei significanti coi quali il parlante medio ha scarsadimestichezza, in quanto:

  1. Prestiti da altre lingue (inglese country-dance > italiano contraddanza)
  2. Usciti dall’uso normale (it. veletta > vedetta)
  3. Provenienti da settori specialistici (dire vene vanitose per vene varicose, carosene percherosene)

Parlante dal lessico ridotto riconduce significanti non famigliari alle sue conoscenze.

TABÙ LINGUISTICO (o INTERDIZIONE): processo per cui significanti ben noti al parlantevengono distorti o alterati consapevolmente perché il parlante non vuole articolarli in manieracorretta. ESEMPIO: dire acciderbolina al posto del più crudo accidenti.

Il tab affonda le sue radici nella credenza in pratica universale del potere evocatore-creatore della parola (poiché nominare evocare, bene non nominare affatto, o almeno non nominarlo

Secondo la sua forma corretta). Si ricorre allora ad un EUFEMISMO: sostituto inoffensivo di una voce che non si vuole pronunciare. ESEMPIO: nelle lingue germaniche e slave, la voce indoeuropea per "orso" è stata sostituita da un'altra: "il grigio" (riferimento alla pelle dell'animale) tedesco BÄR, inglese BEAR russo MEDVED' = "mangiatore di miele".

TIPOLOGIA DEI MUTAMENTI FONOLOGICI

  1. FONOLOGIZZAZIONE: realizzazioni diverse del medesimo fonema, condizionate dal contesto, si svincolano dal condizionamento contestuale e diventano fonemi distinti.

ESEMPIO: in sanscrito, la labiovelare sorda *k si sviluppava in una velare semplice, che restava tale davanti a vocale non palatale ma si palatizzava secondariamente davanti a vocale palatale, così dall'indoeuropeo *k ("chi") > sanscrito *kosos rispetto all'i.e. *k ("che cosa") > sscr. *kit čitid > sscr. woppure i.e. *-k e (cong. enclitica) > sscr.

ke > sscr. *-če. La scelta fra [k] e [č] dipendeva unicamente dal contesto ([k] + a, o, u; [č] + e, i). Ma a un certo punto della storia del sanscrito tutte le *e e le *o che in sanscrito si presenta: *kos > kas; *-če > -ča si può avere tanto [k] quanto [č], la scelta fra [k] e [č] non è più rapportabile al contesto. Quindi, un'opposizione fonologica (e pertanto semantica) originaria, ovvero fra /a/ ed /e/ originari, si trasforma in un'alternanza in cui ciò che fa la differenza è la contrapposizione fra la [k] e la [č], ormai semantica, e dunque si configura come fonologico, è la non più varianti contestuali di /k/, ma fonemi autonomi /k/ ~ /č/.

 w"egli faccia" (< *čer-ati "egli si muove") si trasforma in

un’alternanza čarati.*k el) karati ~2.

DEFONOLOGIZZAZIONE: fenomeno opposto alla fonologizzazione. Due o più fonemi diversi, ovvero realizzazioni foniche non dipendenti dal contesto, finiscono col disporsi in un rapporto di complementarietà contestuale (è il contesto fonico a stabilire quando compare un elemento e quando invece l’altro), divenendo così varianti combinatorie d’uno stesso fonema.

ESEMPIO: in latino la vocale breve e la corrispettiva lunga funzionavano come fonemi, ovvero l’opposizione di lunghezza vocalica aveva valore fonologico e, avendo valore fonologico, si riscontrava tanto in sillaba aperta (LĔVIS “leggero” ~ LĒVIS “liscio”) quanto in sillaba chiusa (ŎS “osso” ~ ŌS “bocca”), e tanto in posizione tonica quanto atona. In italiano, invece, la vocale si presenta lunga se, e

Dettagli
A.A. 2012-2013
46 pagine
27 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher jessicabortuzzo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Glottologia e linguistica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Udine o del prof Longobardi Giuseppe.