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Verrà posta maggiore attenzione rispetto al VS alle parole grammaticali.
Il NVS descriverà, per ciascuna parola: le proprietà di selezione e cioè i
complementi obbligatori e le proprietà di selezionabilità che stabiliscono
da quali elementi una parola può essere retta.
Per ciascun lemma, inoltre, verrà fornita la base etimologica, la data di
prima attestazione e le marche d'uso.
La formazione delle parole (Sgroi)
Tradizionalmente la Grammatica individua e descrive le “regole
costitutive” di un idioma a livello fono-grafemico, morfologico e
sintattico, mentre al Dizionario è riservata l'analisi della componente
semantico-lessicale. Un moderno dizionario dialettale dovrebbe prevedere
l'analisi dei lessemi complessi distinguendo i derivati, i composti e le
polirematiche. Né può mancare l'elenco degli affissi e dei confissi.
L'informazione sintattica (Menza)
La linguistica tratta la lingua come un sistema di conoscenze strutturato da
due tipi fondamentali di entità: il lessico, costituito da inventari di elementi
immagazzinati nella memoria e le regole computazionali, procedimenti che
consentono ai parlanti di combinare gli elementi lessicali per formare
espressioni più ampie. Le due entità sono fortemente connesse: i principi
della combinazione sono distribuiti all'interno del lessico, nel senso che
ogni parola porta con sé un proprio inventario di regole sintattiche, una
sorta di libretto di istruzioni che indica con quali altri parole essa può o
deve combinarsi.
E' utile distinguere due proprietà: di selezione e di selezionabilità.
Le proprietà di selezione sono gli argomenti obbligatori di una parola.
Le proprietà di selezionabilità sono le proprietà che stabiliscono da quali
elementi la parola in esame può o deve dipendere, essere retta. Una frase
ben formata è un insieme di parole combinate in modo tale che risultino
soddisfatte entrambe le proprietà di una ciascuna parola.
L'indicazione della parte del discorso cui il lessico appartiene (nome, agg,
verbo ecc), presente nei dizionari, è un modo di descrivere le proprietà di
selezionabilità del lessema. Si tratta, però, di una descrizione incompleta,
le classiche nove parti del discorso non sono sufficienti, il Gradit distingue
20 sottoclassi di parole, il monolingue inglese Collins COBUILDS ben 73.
Le proprietà di selezione sono descritte, in qualche modo, nei dizionari,
grazie all'indicazione della transitività, intransitività, impersonalità e
riflessività dei verbi. Si tratta, però, di una descrizione non sistematica
perchè limitata solo ai verbi.
Una descrizione più completa è quella che caratterizza il dizionario
Sabatini Coletti nel quale, oltre al numero di complementi obbligatori,
viene descritta anche la qualità di tali complementi e la presenza del
soggetto. La formula di valenza e reggenza è fornita solo per i verbi
mentre nel COBUILD tale descrizione è estesa a tutte le parti del discorso.
WIV è un dizionario valenziale dei soli verbi dell'italiano destinato ad
utenti di lingua madre tedesca.
Una distinzione che bisogna copiere è quella tra argomenti opzionali e
circostanziali. Entrambi possono essere omessi da una frase ben formata
senza che la frase perda la propria grammaticalità, tuttavia un argomento
aggiuntivo si distingue da uno opzionale perchè è semanticamente
indipendente.
Verbi a controllo: si tratta di verbi che selezionano come complemento una
subordinata infinitiva prescrivendo che il soggetto implicito dell'infinito
sia coreferente con il soggetto del verbo reggente (verbi a controllo del
soggetto es. “Luigi promette a Giulia di fare la spesa”) o con un altro dei
suoi argomenti (verbi esercitivi es. “Luigi ordina a Giulia di fare la
spesa”).
I paraverbi (ovvero le interiezioni, in generale tutti i lessemi in grado di
costituire assieme ai propri argomenti una frase dotata di forza illocutoria
ma priva di specificazione di persona, tempo, modo) hanno un soggetto a
contenuto lessicale fisso. Possono essere trattati come delle polirematiche.
Es. “Occhio a non cadere!”, “basta gelato!” “niente regalo!”.
Vocaboli dialettali ed etnolinguistica (Lanaia)
L'autore cerca una possibile relazione tra etnolinguistica e lessicografia
dialettale. Per realizzare un vocabolario che sia in grado di descrivere non
solo le “cose” ma anche di esplicitare i sistemi di pensiero o l'interazione
del codive verbale con altri codici (gestuale, prossemico), ovviamente, non
si può attuare un metodo che si limita a una raccolta di nomenclature ma
gli studi devono comprendere anche i sistemi culturali e simbolici. I
dizionari dialettali dell'Ottocento, il cui intento principale era quello di
insegnare agli italiani prevalentemente dialettofoni, non curano molto
questo aspetto.
Una difficoltà riguarda l'ordinamento del materiale lessicale. Alternativa
alla disposizione alfabetica è, per esempio, l'ordinamento concettuale.
Un'altra difficoltà riguarda il trattamento dei dati che provengono da fonti
non omogenee e che sono stati raccolti con metodi e fini diversi da quelli
che oggi ci sembrano più appropriati. La ricerca sul campo si traduce nello
stimolare la memoria degli informatori, soprattutto anziani.
Marche d'uso, etimologia, datazione (Valenti)
La ricerca lessicografica di Piccitto si concentrò in modo prevalente sul
lessico “peculiare” del siciliano, quello rustico e agricolo. Nel suo saggio
“Per un moderno vocabolario siciliano” Piccitto lamentava il carattere
normativo dei vocabolari siciliani, destinati ad inculcare un determinato
uso linguistico e notava che in essi mancava la parte più umile del lessico,
che prevaleva quasi esclusivamente il dialetto delle grandi città e quello
letterario e che facevano la loro comparsa ingiustificate voci italiane,
volutamente introdotte nella speranza di farle giungere per tale via anche