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ITALIANO
La storia del Nuovo Teatro in Italia negli anni 60 è la storia di un radicale tentativo di
rinnovamento della scena dell’epoca, che si pone ain conflitto netto con il modo
produttivo dominante del teatro di regia
# Tentativo non riuscito, ma che ha avuto conseguenze importanti
- emergere di numerose personalità artistiche di rilievo
- fornire i presupposti per i movimenti innovativi e radicali degli anni 70
Il teatro di regia
# Sul finire degli anni ’50, la scena teatrale era ancora dominata (o meglio,
monopolizzata)
dal teatro di regia.
Teatro di regia che, però, aveva ormai assunto caratteristiche ben diverse da
quelle che lo
avevano ispirato come movimento di rinnovamento, e iniziava ad attraversare una
crisi 1. Si stava esaurendo la generazione di artisti che aveva rifondato la regia
in Italia nel dopoguerra (Strehler, Squarzina, De Bosio), che aveva perso
la spinta di rinnovamento collettivo e si era insediata alla guida dei Teatri
Stabili 2. La scena teatrale stava attraversando una profonda crisi economica
(caduta nel numero di biglietti venduti, aumento dei prezzi, concentrazione
del pubblico solo a Milano e a Roma)
è Questo aveva avuto come conseguenza il prevalere, anche all’interno
del teatro di cultura, non-commerciale, di logiche economicistiche
che mettevano al primo posto problemi economico-organizzativi più che
artistici
# Il teatro di regia, da esperienza innovativa che era nata (o rinata dopo la WW2), si
era ormai
istituzionalizzato, con tutte le conseguenze del caso
La scena minore
# Accanto (o meglio, ai margini) alla scena istituzionale del teatro di regia si sviluppa
una scena à
“minore” si tratta, però, di fenomeni margianli e che si esauriscono rapidamente
à Formata prevalentemente da giovani comici che provengono dal cabaret o dalla
prosa es trio Parenti-Fo-Durano, Teatro dei Gobbi
# Hanno innumerevoli differenze rispetto a quelli che saranno I futuri esponenti del
nuovo teatro e
non ne rappresentano, dal punto di vista “artistico”, dei riferimenti o modelli
MA sono sicuramente importanti per la loro emersione, e comunque
rappresentano
come l’insofferenza per il sistema teatrale e l’anticonformismo non
fossero prerogativa nè nascessero con l’avanguardia degli anni 60
(che però sarà in grado di organizzarli su scala più ampia e più
marcatamente
eversiva, arrivando a mettere in discussione il sistema in maniera più
radicale) Carmelo Bene
1958 Lascia dopo solo un anno l’Accademia d’Arte Drammatica di Roma
1959 Esordisce come attore nel Caligola di Camus
1960-64 Inizia a dedicarsi alle regie proponendo una serie di spettacoli, molto
ravvicinati
caratterizzata da una vena dissacrante e dalla volontà di mettere in
discussione
(anzi, proprio di distruggere) tutte le convenzioni della scena italiana
1960 Spettacolo Majakovskij
1961 Amleto, Pinocchio
1963 Cristo ’63, Edoardo II, I Polacchi (Ubu Roi)
1964 Salomè
1966 Nostra Signora dei Turchi
# Già in questo esordio sono presenti le caratteristiche del teatro di Bene successivo
1. Recitazione “deformata”, con una partitura sonora non realistica e una
partitura fisica fatta di movimenti eccessivi, ripetitivi, provocatori
2. Tendenza all’esibizionismo e allo scandalo
3. Gusto per la parodia e la dissacrazione – non tanto degli schemi
drammaturgici o recitativi “classici” (es grande attore ottocentesco) ma del
loro appiattimento e ‘degradazione’ a mezzi di consumo per un pubblico
borghese e provinciale
4. Predilizione per il pastiche e la sintesi
5. Preferenza per determinati periodi drammaturgici (elisabettiano,
simbolista)
# Ma soprattutto è già evidente, fin dall’esordio, la sua concezione di teatro come di
“dramma soggettivo dell’autore-attore”, come “spettacolo di se stesso” e che rifiuta
radicalmente il teatro di rappresentazione e di interpretazione
Carlo Quartucci
La ricerca sul linguaggio
# Il lavoro di Quartucci è caratterizzato fin da subito da una rigorosa ricerca sul
linguaggio teatrale
OBIETTIVO: radicale rinnovamento del linguaggio a fronte della constatazione della
“totale insufficienza del naturalismo e dell’imitazione realistica”
à Si tratta, quindi, di sperimentare le possibilità di un uso non-psicologico e non-
narrativo
di parola, gesto, scenografia
à
PAROLA sperimentare se e come la funzione della parola potesse
passare da essere una comunicazione logica-psicologica a una ritmica e fonetica
à
SCENOGRAFIA sperimentare come e se la scenografia potesse
trasformarsi da qualcosa che “descrive” o “racconta” un ambiente a
qualcosa che determina un ambiente, uno spazio in cui possano agire
gli attori
PUNTO DI PARTENZA: DRAMMATURGIA DELL’ASSURDO (Ionesco, Tardieu,
Beckett) à in particolare, usa I personaggi di Beckett come
materiale su cui lavorare per costruire uno stile recitativo
astratto, anti-naturalistico, freddamente
formalizzato
La ricerca di un nuovo pubblico
# Accanto alla ricerca formale, è forte in Quartucci anche l’esigenza di conferire al
suo modo
di fare teatro una maggiore forza comunicativa, di non rimanere un teatro “per
addetti ai lavori”
ma di riuscire a rivolgersi ad un pubblico più vasto
à pubblico che concepisce come elemento fondamentale del suo fare teatro,
e che aspira a vedere come una comunità che il teatro ascolta e attorno a
cui si raccoglie, un partner attivo del fatto teatrale
è Inizia a sperimentare formule organizzative diverse dagli spettacoli frontali e dalla
à
collaborazione coi Teatri Stabiliv PRIMI TENTATIVI DI DECENTRAMENTO
PRODUTTIVO
1966 – 1967 Realizza due spettacoli a Genova con gli operai dell’Italsider
1967 Realizza, su invito del PCI, lo spettacolo Majakovskij e C. alla
Rivoluzione d’Ottobre,
rivolto al pubblico delle periferie urbane di Torino
Mario Ricci
Provenienza e influenze
# Ha una provenienza extra-teatrale, poichè nasce come scultore e pittore, e extra-
teatrali
saranno sempre alcune delle sue influenze principali
- mondo degli artisti visivi
- neoavanguardia letteraria del Gruppo 63
La soluzione al problema del linguaggio
# Anche Ricci, come tutti gli artisti dell’avanguardia teatrale italiana, si pone il
problema
del rinnovamento linguistico, della creazione di un nuovo linguaggio che superi i
limiti
del naturalismo e dello psicologismo
à La trova in una delle tecniche a lui più familiari: le TECNICHE DI ANIMAZIONE
1964-Inizio 1965 i suoi primi lavori sono allestimenti in cui degli oggetti di forme
elementari e geometriche (marionette ma non solo) vengono
animati e posti in relazione con lo spazio scenico, le luci etc
- Presto, agli oggetti costruiti vengono aggiunti degli objet trouvès,
spesso vecchi, malandati (cfr dadaismo, Duchamp)
1965 Per la prima volta inserisce in uno spettacolo anche un attore in carne e ossa
à attore, però, che non è sfruttato come “strumento espressivo” ma come
semplice “macchina scenica” o meglio, ingranaggio nel meccanismo scenico
(un attore-oggetto, insomma)
es nel Sacrificio edilizio (1966) l’attore è impegnato unicamente a fare e
disfare un muro
# Si tratta, in tutti questi spettacoli iniziali, di creazioni che escludono volutamente
ogni continuità narrativa, ogni coerenza di significati, e in cui l’attenzione di Ricci si
concentra non su una dimensione “unitaria” della messa in scena ma sul singolo
oggetto-segno e sul suo rapporto con l’ambiente scenico
La poetica del teatro come gioco
# Fin dagli esordi si fa spazio quella che è l’idea chiave della poetica di Ricci: la
concezione
del teatro come gioco e come rito
à gioco e rito intesi come “mezzi di comunicazione disalienante” (Ricci,
1967)
# Il gioco (che coincide col rito perchè ha nel rito la sua essenza formale) ha due
funzioni
- fungere da “principio organizzatore” dello spettacolo
- “nobilitare” i materiali e oggetti grezzi, degradati protagonisti degli spettacoli
assumendoli in un contesto ludico (e quindi, quali elementi rituali)
Il tema del viaggio
# A partire dal 1966 si ha una svolta nelle scelte drammaturgiche di Ricci
- non rifiuta più una certa forma di coerenza narrativa e di significati,
e non si concentra più sui singoli oggetti-segni ma sui rapporti tra essi
- si concentra quasi esclusivamente sul motivo archetipico del viaggio
(viaggio come gioco, gioco come viaggio)
1966 Gulliver
1969 Barone di Munchausen
1970 Re Lear
1971 Moby Dick
1972 Il lungo viaggio di Ulisse
“Due osservazioni sull’esordio del nuovo teatro italiano”
1. Autonomia rispetto al nuovo teatro americano
La prima fase dell’avanguardia teatrale italiana è non solo autonoma, ma addirittura
anteriore allo sviluppo del nuovo teatro americano.
# Le sue influenze inizieranno a farsi sentire nella seconda metà degli anni 60, con le
tournèes
del Living, dell’Open e della SFMT
MA si tratterà sempre di influenze superficiali, di imitazione estetico-formale
incapace di cogliere a fondo le motivazione politico-ideologiche che
sottendevano
all’esperienza del nuovo teatro americano
2. Influsso del mondo extra-teatrale
# Comune a tutte le prime esperienze dell’avanguardia teatrale italiana è la
provenienza
extra-teatrale non tanto dei registi (solo Ricci) quanto dei modelli e delle spinte
innovative
cui questi registi si rifanno
à Questo implica, però, il rischio che talvolta le innovazioni rimangano limitate a
determinati
ambiti più influenzati dall’ambiente extra-teatrale (ad esempio, la dimensione
visiva
scenografica) e che spettacoli estremamente innovativi sotto questi punti di vista
risultano arretrati su piani più strettamente teatrali come drammaturgia o
recitazione Il caso Zip
1965, Venezia, Festival Internazionale di Prosa
Va in scena Zip, Lap Lip Vap Mam Crep Scap Plop Trip Scrap & la grande Mam
drammaturgia: Giuliano Scabia
regia: Carlo Quartucci
produzione: Teatro Studio di Quartucci in collaborazione con lo Stabile di Genova
# Produzione che suscitò, sia prima che dopo il debutto, innumerevoli polemiche
rappresenta
un caso esemplare non solo nel panorama dell’avanguardia teatrale, ma in
particolare
per descrivere i rapporti tra nuovo teatro, teatro ufficiale e critica.
Le motivazioni:
1. Primo testo italiano del nuovo teatro italiano