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CLASSIFICAZIONE DEI FONI

Vocale fono che risulta dall’attivazione della vibrazione laringea senza che nel

tratto fonatorio superiore si produca alcun’altra fonte di rumore.

Consonante fono che prevede l’attivazione di una fonte di rumore nel tratto

fonatorio al di sopra della laringe.

Consonante sorda: senza attivazione del meccanismo di vibrazione laringeo.

Consonate sonora: attivata vibrazione glottide.

Classificazione delle vocali avviene in base :

• Lingua il dorso e la punta della lingua possono spostarsi con grande libertà di

movimenti nel cavo orale. In base ai movimenti si producono suoni vocalici

diversi.

Le vocali possono essere classificate secondo la posizione della lingua nella

produzione del fono.

Spostamenti in direzione verticale vocali basse, medio-basse, medio-alte, alte.

Spostamenti in direzione orizzontale vocali anteriori, centrali, posteriori.

Vocali cardinali sono 8 articolazioni vocali.

• Labbra le vocali pronunciate senza arrotondamento della labbraaprocheile o

non labializzate. 4

Con arrotondamentoprocheile o labializzate.

• Il velo del palatoè il terzo parametro di classificazione delle vocali, riguarda

l’atteggiamento articolatorio del velo del palato. Quest’organo blocca il

passaggio dell’aria espiratoria verso le cavità nasali, quindi l’aria esce

attraverso la bocca. Tutti i foni articolati in questo modo sono detti orali.

Quindi le vocali sono dette vocali orali.

È possibile anche mantenere abbassato il velo del palato per consentire la fuoriuscita

dell’aria sia dalle cavità nasali che dalla bocca, in questo caso si parlerà di vocali

nasali (molto meno diffuse delle orali).

Vi sono poi le vocali centrali, la più importante è quella definita <<la vocale

centrale>>, il suo simbolo è [ ].

Il dittongo successione di due vocali che si trovino all’interno della stessa sillaba.

ɛ ɔ

Es. [au] e [ai] come la parola casa. Ma non sono dittonghi sequenze come [j ] e [w ]

in parole come pieno e buono.

Segni diacritici per le vocali sono indicazioni supplementari che si accompagnano

ai simboli fonetici. Ad esempio la nasalità di una vocale si indica aggiungendo un

tilde [ ] al di sopra del simbolo della corrispondente vocale orale.

~

Fono in posizione più avanzata: [ ].

Fono in posizione più arretrata: [ ].

Articolazioni innalzate o più abbassate: [ ] [ ].

Vocali anteriori

Vocali aperte e semiaperte

• [ a ]: è la a di gatto.

ɶ

• [ ] : è la controparte arrotondata della [a].

• [ æ ]: è l'intermedia tra la a e la [ε] ed è la a inglese di cat.

• [ ε ]: è la e aperta italiana (è) di cartello.

• [ œ ]: è la controparte arrotondata della [ε], ed è la eu francese di jeune.

Vocali medie

• [ e ] : è la vocale quasi anteriore media non arrotondata.

• [ ø ] : è la versione arrotondata di e.

Vocali chiuse e semichiuse

• [ e ]: è la e chiusa italiana (é) di velo.

• [ ø ]: è controparte arrotondata della [e], è l'intermedia tra la [œ] e la y, ed è l'eu finale francese di

meule e la ö tedesca di schön.

• [ i ]: è la i italiana di fine.

• [ y ]: è la controparte arrotondata della [i], ed è la u francese di bureau e deja-v u e la ü tedesca di

für.

ɪ

• [ ] : è un vocoide intermedio tra la [e] e la [i], articolata più verso il centro, ed è la i inglese di big.

: è la controparte arrotondata della .

ʏ ɪ

• [ ] [ ]

Vocali centrali

Aperte e semiaperte 5

ɜ ɛ

• [ ] : è la versione centralizzata di [ ] , ed è la ur di purple in inglese britannico.

ɞ ɜ

• [ ]

: è la versione arrotondata di [ ] .

ɝ ɜ

• [ ] : è la versione rotica di [ ] , ed è la ur di purple in inglese americano.

ɐ ə

• [ ]

: è la versione aperta di [ ] , ed è la -er finale tedesca di Theater.

• [ ä ]: è la versione centrale di [a] (non ufficiale ma di uso molto frequente).

Medie ə

• [ ] : è la vocale atona centrale, ed è la er di butter in inglese britannico o la a finale di casa in

catalano.

ɚ ə

• [ ] : è la versione rotica di [ ] , ed è la er di butter in inglese americano.

Chiuse e semichiuse

ɨ

• [ ] : è la versione centralizzata di [i].

ʉ ɨ

• [ ] : è la versione centralizzata di [u]. È la versione arrotondata di [ ] .

ɘ ɵ

• [ ] : è la versione non arrotondata di [ ] .

ɵ

• [ ]

: è la versione centralizzata della [o], ed è la u svedese di dum.

Quasi chiuse

ɪ

• [ ] : è la vocale centrale quasi chiusa non arrotondata.

ʊ ɪ.

• [ ] : è la controparte arrotondata di

Posteriori

Aperte e semiaperte

ɑ

• [ ] : è la a ma articolata posteriormente, cioè pronunciata dall'ugola, ed è la a inglese di father.

ɒ ɑ

• [ ] : è la versione arrotondata della [ ] ed è la o di hot dell'inglese britannico, nonché la a

ungherese.

ʌ ɔ

• [ ] : è la versione non arrotondata di [ ] ed è la u inglese di run.

ɔ

• [ ] : è la o aperta italiana di cotto.

Medie ɤ

• [ ] : è la vocale posteriore media non arrotondata.

ɤ.

• [ o ] : è la versione arrotondata di

Chiuse e semichiuse

ɯ

• [ ] : è la versione non arrotondata della [u], ed è la u in molte lingue orientali. Si tratta della

lettera turca ı.

• [ u ]: è la u italiana di succo.

ʊ

• [ ] : è l'intermedia tra la o e la u, ed è la oo inglese di good.

ɤ

• [ ] : è la versione non arrotondata di [o], ed è la u irlandese di uladh.

• [ o ]: è la o chiusa italiana di gola.

Foni consonantici

la classificazione è basata su tre parametri articolatori: 6

• Modo di articolazione(che rapporto assumono gli articolatori?)

• Luogo di articolazione(quali articolatori sono coinvolti nella produzione della

consonante?)

• Presenza/assenza di sonorità(si attiva la vibrazione laringea?) Due righe

diverse, la

prima indica

le consonanti

sorde e la

seconda le

sonore. In

assenza della

doppia riga si

intende che

tutte le

consonanti

sono sonore.

Affricate

Sorde

Sonore

Segni diacritici per le consonanti ( ° ) posto al di sotto del simbolo consonantico

indica la perdita della sonorità di una consonante.

( ˇ ) posto al di sotto di un simbolo consonantico sordo che si trova ad essere

sonorizzato.

( ‘ ) presenza di una leggera aspirazione dopo un fono.

Fonetica intersegmentale

(contatto tra foni) i foni subiscono un condizionamento da parte dei foni precedenti

e/o di quelli successivi. Questo fenomeno si chiama coarticolazionei movimenti

che gli organi devono eseguire per raggiungere una determinata configurazione

articolatoria non sono sempre gli stessi, variano a seconda della posizione che

avevano assunto nel produrre il fono precedente. Il fono [ t ] avrà caratteristiche

differenti se inserito nella sequenza [ utu ] o nella sequenza [ ata ].

Il più noto e diffuso effetto della coarticolazione è l’assimilazione (processo che

rende un fono simile o del tutto identico a un altro fono adiacente). L’assimilazione

può essere progressiva(fono precedente che assimila il seguente es. cats) o

regressiva(viceversa es. con voi [ kom voi ]).

La velocità della realizzazione fonica è detta velocità d’eloquio, e può essere

misurata in foni per secondo. Un parlato dal ritmo più veloce si definisce allegro

(parlato ipoarticolato), un parlato meno veloce invece si definisce lento(parlato

iperarticolato).

La fonotassi insieme dei principi che regolano e limitano le possibilità di

successione dei foni nella catena parlata. Ogni lingua ha infatti delle regole di 7

restrizione che fissano il num massimo di consonanti con le quali può iniziare o finire

una parola, o il num massimo dei foni vocalici consecutivi ammessi. In ita per

esempio una parola può iniziare con un sequenza di massimo tre consonanti (come

strada, sbrogliare ecc..). ma non può iniziare con la sequenza szr- perché non sono

consentite né una successione fricativa alveolare + affricata alveolare né una

successione affricata alveolare + vibrante alveolare.

Fonetica soprasegmentale

La sillabaè un’unità intermedia tra la parola e il fono.

La struttura della parola è costituita da una alternanza tra foni più aperti e foni più

chiusi. Questo andamento alternante di aperture e chiusure produce la struttura

sillabica della parola. Ogni sillaba include un picco massimo di apertura, il picco

viene definito anche nucleo sillabico, ciò che lo precede è la testa della sillaba, ciò

che lo segue è la coda.

Le sillabe si distinguono in sillabe aperte (prive di coda x es. a-, -pe)e sillabe

chiuse(dotate di coda x es. ar-,bar, sprint, Baum).

L’accento di parola l’accento è la prominenza di una sillaba sulle altre. In ogni

parola formata da due o più sillabe ce n’è una, detta sillaba tonica, che assume una

posizione di rilievo rispetto alle altre sillabe, dette sillabe atone.

Es. papa [‘papa]

Papà [pa’pa]

La prominenza di una delle sillabe della parola rispetto alle altre può essere affidata

ad almeno uno dei seguenti parametri:

• Intensità (forza articolatoria con la quale ogni sillaba è prodotta)

• Altezza (cioè il grado di acutezza della voce)

• Durata (lunghezza della vocale che costituisce il nucleo sillabico).

Inoltre vi sono lingue ad accento mobile, come ad esempio l’italiano, dove ogni

sillaba della parola può portare l’accento. Es. canterò; càntano; cantavo.

E vi sono lingue ad accento fisso, come il francese, che ha l’accento sull’ultima

sillaba della parola, l’ungherese, il cieco e il finlandese lo hanno sempre sulla prima

sillaba.

L’isocronia è una branca della fonologia che studia la suddivisione ritmica del

tempo all'interno di una frase.

In base all'isocronia una lingua può essere di tre tipi:

Isocronia sillabica La durata di ogni sillaba è uguale.

• Esempi di lingue isosillabiche sono l'italiano, il frances

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
13 pagine
4 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lola878 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Thornton Anna Maria.