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Modulo 12
IL LINGUAGGIO DA UNA PROSPETTIVA INTERNALISTA
L’evoluzione nello studio della facoltà del linguaggio, di altri sistemi di conoscenza, ci hanno forse permesso di
arrivare a capire verso quali caratteristiche la mia riproduzione del mondo sia strutturata i termini degli oggetti
scelti, identificati dalle caratteristiche del mio lessico, che racchiuda inoltre le entità, le connessioni descritte
tramite le risorse della facoltà del linguaggio. Altri concetti del linguaggio possono riferirsi a determinate posti nei
sistemi di credenze, tutto ciò lascia allargare le idee messe a nostra disponbilità da questi ultimi per raffigurare il
mondo.
Akeel Bilgrami informa che l’osservazione delle risorse del lessico del linguaggio in termini di una visione sugli
oggetti messi da un agente linguistico, porta in maniera naturale a connettere l’indagine del significato ad oggetti
come le credenze capite come rapporti con gli oggetti del mondo con cui siamo in rapporto causale, il concetto di
contenuto che Bilgrami evolve nel disapprovare il modo di pensare attuale che divide in due il contenuto: 1) ampio;
2) ristretto.
Queste indagini potrebbero essere raggiunte.
Lo studio delle risorse semantiche della facoltà del linguaggio e l’etnoscienza devono essere differenziate dalla
ricerca naturalistica.
Questo esame forma un verità per quanto concerne l’ambito delle mele che cadono dalle piante; infatti nessun
individuo vuole che il linguaggio odierno partecipi a cercare di capire la teoria del mondo. Mentre è una questione
giusta stabilire se il discorso mentalistico, le entità mentali perderanno il loro funzionamento nell’ambito di cercare
di descrivere di spiegare il mondo. Questa ipotesi è definita eliminativismo, considerato da Burge come una parte
essenziale per cercare di fare divenire scientifica la filosofia.
Se nell’espressione della tesi vogliamo cambiare il termine mentale con il termine di fisico, l’indagine non sarà più
interessante.
Perchè non dovremmo avere dei desideri differenti rispetto alla maniera di parlare mentalistica, alle entità mentali?
Per quale motivo dovremmo sapere che la piscologia cerca di ristabilire qualche affermazione del senso comune
applicato dalla attività mentali degli individui (Burge 1986 pag 8).
Quindi la chimica, la geologia, la biologia che sono scienze facenti parti del mondo fisico non hanno nessun
indagine concernente le teorie naturalistiche.
Infatti le idagini del mondo fisico non si basano sul problema mente-corpo, sul motivo che vuole mettere in diatriba
la teoria di Davidson che non ci sono leggi psicofisiche che siano collegate con avvenimenti fisici, mentali entro un
determinato schema, gli aspetti mentali e quelli del mondo.
Il problema è che le categorie utilizzate, i principi a cui ci si serve non hanno alcuna necessità di un
corrispondente, per quanto riguarda la ricerca naturalistica. E’ inoltre è vero per le parti di un discorso comune
aventi peculiarità quasi-naturalistico.
Quindi non possiamo riferirci all’utilizzo ordinario del linguaggio per sapere se Francois Ja-cob (1970) aveva
ragione nel momento in cui asseriva che secondo un bilogo la vita incomincia solamente quando è capace di
formare un limite dove c’è continutià. Infatti nella stessa maniera, la nozione di essere umano fa parte delle
scienze naturali. La teoria dello sviluppo, delle parti della biologia provano a capire John Smith ed il suo luogo
nella natura, tramite la descrizione della persona con la semantica del linguaggio naturale e l’etnoscienza.
Inoltre le scienze speciali vanno dietro i loro percorsi liberi. Ad esempio stabilito da Jerry Fodor riferendosi ad un
fiume a menadri che erode le sue rive, la geologia non si allarma di individuare se in quale avvenimenti le
persone pensano che il medesimo fiume se la corrente cambia direzione.
Asseriamo che le differenti scienze naturali sono per la maggior parte fabbricazioni artificiali stabilite secondo
criteri di convenienza; è tipico il commento di Francois Jacob. Queste considerazione è contestata solamente dal