vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
La grammaticalizzazione dei processi diet
Secondo Heine (Heine 1991; Heine 1993), a essere coinvolte nei processi diet al.grammaticalizzazione sono parole basiche, universali dell’esperienza culturalmenteindipendenti, che esprimono relazioni basiche dell’uomo con l’ambiente (sourcead esempio, parole esprimenti movimento generico o generica identità),concepts:che vengono schematizzate secondo modelli molto semplici di tipo proposizionale(event schemas).
Tra gli schemi che descrivono la relazione dell’uomo con lo spazio, possiamo citare:
- (X è a Y)
- (X va da/a Y)
- (X fa Y)
- (XLocazione Movimento Attività Desideriodesidera Y)
- (X diventa Y)
Cambiamento di stato
Nozioni di questo tipo tendono a essere espresse, interlinguisticamente, per mezzodi verbi come essere, stare, andare, venire, fare, continuare, iniziare, finire, volere,ecc. Si tratta di significati molto generali, che contengono solo unadiventare,descrizione schematica dell’esperienza, priva di tutti i
dettagli che sono invece espressi da altri verbi: per es., e descrivono solo lo schema "andare venire 'origine/percorso/meta'", senza le ulteriori specificazioni contenute in altri verbi di movimento come ecc. che, invece, danno conto anche dei modi del movimento. Tale genericità (che corrisponde anche a maggiore "leggerezza" semantica) gioca un ruolo cruciale nell'incrementare il numero e i tipi di contesto in cui l'entità linguistica può trovarsi coinvolta, e la rende particolarmente adatta a essere grammaticalizzata: la è, infatti, una componente basilare in ogni processo di frequenza di grammaticalizzazione (oltre ad esserne una conseguenza, dal momento che le entità grammaticali sono universalmente più frequenti di quelle lessicali) (cfr. Bybee 1994; Bybee 2005). et al. In quanto cognitivamente fondati, non sorprende che taluni processi di grammaticalizzazione seguano percorsi simili per.es.interlinguisticamente:movimento verso una meta → intenzione → futuro; volontà o desiderio → intenzione(Bybee 2003).→ futuro Ma come avviene il processo di grammaticalizzazione e da che cosa è innescato? Si ritiene che la grammaticalizzazione sia un percorso graduale e unidirezionale attraverso cui talune entità lessicali, come quelle descritte, transitano verso nuovi valori grammaticali, perdendo progressivamente autonomia: 1) semantica (desemanticizzazione o bleaching), 2) categoriale e, al limite del processo, anche 3) fonetica (cliticizzazione ed erosione fonetica). La questione della reversibilità dei processi di grammaticalizzazione costituisce un problema assai dibattuto in letteratura: è chiaro che, ammessa la fluidità del rapporto lessico/grammatica, sarebbe per lo meno contro intuitivo supporre che una lingua possa mutare solo in direzione della seconda e, infatti, in un senso generale, il movimento.è decisamente bidirezionale, procedendo sia dal lessico alla grammatica sia dalla grammatica al lessico. Tuttavia, la grammaticalizzazione non rappresenta il mutamento linguistico ma un tipo specifico di esso, attraverso cui tout court, la grammatica espande il proprio dominio attingendo al lessico. In quest’ottica, si potrebbe ammettere che, almeno in linea di principio, le entità in via di grammaticalizzazione possano retrocedere verso il lessico ma, perché si possa parlare di reversibilità, la “degrammaticalizzazione” dovrebbe ripercorrere a ritroso le tappe del percorso.
Per un approfondimento della questione, rinvio a Lazzeroni 1998; Giacalone-Hopper 1998; Haspelmath 1999; Fischer 2004 et al.
Tale percorso va, dunque, considerato un continuum del tipo: entità lessicale > parola grammaticale > clitico > affisso, lungo il quale le entità linguistiche possono raggiungere stadi più o meno avanzati.
Inoltre, poiché la transizione da uno stadio all'altro non è discreta ma scalare, non stupisce, all'insorgere del mutamento, una fase di competizione con gli stadi precedenti. Questi, tuttavia, non necessariamente sono destinati alla scomparsa ma possono, al contrario, coesistere accanto alle forme più grammaticalizzate (overlapping). "The presence of such overlap stages suggests that grammaticalization chains cannot be described appropriately in terms of discrete categorization" (Heine 2005: 590). In altri termini, non si tratta più di stabilire se una forma è o no grammaticalizzata, ma in che misura. Va, inoltre, osservato come la di proprietà che ciascuno dei passaggi segna perde nell'ambito di un aspetto diverso della lingua (rispettivamente in semantica, in morfosintassi, in fonetica) corrisponde, d'altra parte, a un'acquisizione sul piano della pragmatica, cioè a un'estensione o.generalizzazione del contesto d'uso. In quest'ottica, sembra preferibile considerare l'intero processo non come perdita, ma come acquisizione di nuovi significati astratti (grammaticali). Prendiamo come esempio gli ausiliari: 1) è, basicamente, un predicato esistenziale che indica uno stato (l'essere in un soggetto di una qualità: pertanto, esso si colloca io sono bella); presta a esprimere, in virtù di un procedimento astrattivo di tipo metaforico, la collocazione di uno "stato risultante" (cioè il risultato di un cambiamento di stato) nel passivo: io sono guardato, io sono ucciso. 2) indica movimento verso una meta: si presta a esprimere la venire dinamicità dell'evento, che è un concetto più astratto di movimento. 3) indica possesso: la sua origine come ausiliare deriva proprio da avere un'estensione metaforica di tale valore (habeo+litteram scriptam > habeo scriptam litteram). Nei casi citati, il siaccompagna alla perdita dello status categoriale, cioè di alcune peculiari proprietà del verbo (capacità di formare imperativi, di passivizzarsi, di essere negati separatamente, ecc.) e, progressivamente, può anche condurre a una perdita in corposità fonetica, sebbene non tutti gli ausiliari raggiungano questo stato (è il caso del futuro perifrastico italiano:- In aggiunta al suo significato nucleare A, una forma F acquista un senso addizionale B quando occorre in uno specifico contesto C;
- L'esistenza di B fa sì che F possa essere usato in nuovi contesti compatibili con B, ma non con A;
- B è convenzionalizzato e contiene elementi di significato esclusi in A. L'effetto è la polisemia di F.
L'esempio canonico per illustrare tale processo è quello che vede coinvolto il verbo inglese "to go". Si osservino i seguenti esempi (Heine 1991: 70):
- He is going to town
- He is going to eat
Nel quale si confondono, parzialmente o del tutto, le identità delle unità componenti: il significato del segmento convenzionalizzato non è componenziale ma (Croftolistico2000: 159-164).
Così concepito, questo modello di mutamento linguistico comporta conseguenze estremamente rilevanti anche sul piano della delle categorie descrizione sincronica linguistiche: il mutamento si proietta in sincronia, caratterizzando in tal modo non solo l'estensione ma anche la configurazione interna delle categorie. Queste mostrano, infatti, una nella quale coesistono, a gradi diversi di struttura scalare prototipicità, diversi segmenti di significato (in senso ampio), di volta in volta selezionati su base contestuale.
Riferimenti bibliografici
Bybee, J. 2003 "Cognitive Processes in Grammaticalization", in M. Tomasello (ed.), The New Psychology of Language. II: Cognitive and Functional Approaches to Language Structure, Mahwah, NJ, Lawrence Erlbaum: 147-197
Bybee, J.
2005«Mechanisms of Change in Grammaticization: The Role of frequency», in B. D. Joseph- R. Janda(eds.), The Handbook of Historical Linguistics, Oxford, Blackwell: 602-623.Bybee, J.- Pagliuca, W.-Perkins, R. D. 1994 Chicago,The Evolution of Grammar: Tense, Aspect and Modality in the Languages of the World,University of Chicago Press.
Croft, W. 2000 London, Longman.
Explaining Language Change: an Evolutionary Approach,Fischer, O.- Norde, M.- Perridon, H. (eds.) 2004 Amsterdam-Philadelphia, John Benjamins.
Up and down the Cline. The Nature of Grammaticalization,Benjamins.
Giacalone Ramat, A.- Hopper, P. J. (eds.) 1998Amsterdam-Philadelphia, John Benjamins.
The Limits of Grammaticalization,Haspelmath, M. 1999«Why is Grammaticalization irreversible? »