Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
ART
GIANNI LEGGE UN LIBRO
Gli elementi che partono dallo stesso nodo si chiamano costituenti fratelli.
Sintagmi: l’analisi in costituenti immediati individua tre sottolivelli di analisi:
• Sottolivello delle frasi
• Sottolivello dei sintagmi
• Sottolivello delle parole
Il più importante di questi è il livello dei sintagmi o gruppi: minima combinazione di parole,
costituita da almeno una parola, che funzioni come un’unità della sintassi.
Essi sono costituisti attorno ad una testa, classe di parole che rappresenta il minimo elemento che
da solo possa costituire sintagma.
Un sintagma nominale è quindi un sintagma costituito attorno ad un nome: N è la testa di SN.
Tanto una singola parola quanto un gruppo di parole possono svolgere lo stesso ruolo.
Criteri per riconoscere un sintagma:
• Mobilità: se le parole che lo costituiscono si muovono congiuntamente all’interno di una
frase. Il criterio rimane valido anche quando lo spostamento cambia il significato della
frase.
• Scissione: se può essere separato dal resto della proposizione costruendo una frase
scissa (caso specifico del criterio di mobilità).
• Enunciabilità in isolamento: se da solo può costituire un enunciato, se può essere
pronunciato in isolamento.
• Coordinabilità: consente di riconoscere quando due o più gruppi di parole rappresentino
sintagmi di uno stesso tipo. Sintagmi diversi sono dello stesso tipo se possono essere
coordinati.
Teoria X-barra: riguarda il tema della struttura interna dei sintagmi. Questa teoria individua i
diversi ranghi di complessità di un sintagma X con l’applicazione di un indicatore sintagmatico,
barre (indici) apposti al simbolo (X’, X’’). Ogni apice corrisponde ad un sottolivello di crescente
complessità del sintagma, rappresentabile con la proiezione massimale del sintagma.
Quindi, rispettando la successione lineare dei costituenti, bisogna tener conto dei rapporti sintattici
esistenti fra essi: ogni costituente deve comparirvi al rango gerarchico in cui interviene a
contribuire al valore generale della frase.
Principio generale per una corretta rappresentazione sintagmatica: ogni elemento che sta sul
ramo di destra di un nodo modifica l’elemento che sta alla sua sinistra sotto lo stesso nodo.
Sintagmi con due interpretazioni: Il libro di favole di Fedro.
Fedro può essere sia l’autore, sia colui che possiede il libro.
Funzioni sintattiche: ai sintagmi che ricoprono le posizioni strutturali di un indicatore sintagmatico
vengono assegnati diversi valori. Il modo in cui i costituenti si combinano è governato da principi
che ne determinano l’ordine e la gerarchia.
Le funzioni sintattiche riguardano il ruolo che i sintagmi assumono nella struttura sintattica della
frase.
I sintagmi nominali normalmente valgono da soggetto o complemento oggetto, i sintagmi
preposizionali possono valere da complemento oggetto indiretto o da complemento ed i sintagmi
verbali possono valere da predicato.
I complementi sono in genere introdotti da una preposizione e quindi sono espressi da sintagmi
preposizionali.
Schemi valenziani: le funzioni sintattiche vengono assegnate a partire da schemi valenziani che
costituiscono l’inizio della strutturazione delle frasi.
Quando si enuncia qualcosa si parte dalla scelta di un verbo (o predicato). Esso è associato al tipo
di valenze (o argomenti) che sono richieste dal tipo di significato del verbo. Ogni predicato
stabilisce il numero e la natura delle valenze ed ha quindi un suo schema valenziale. I verbi
possono essere monovalenti, bivalenti o trivalenti ecc.
Le valenze costituiscono con il verbo gli elementi nucleari essenziali delle frasi, anche quando non
vengono tutte realizzate con materiale nella struttura sintagmatica: Luisa mangia una mela
(mangiare è bivalente; Luisa sta mangiando implica comunque un oggetto).
Sulla base degli schemi valenziali allora il soggetto si potrebbe definire come la prima valenza di
ogni verbo.
La seconda valenza coincide con la funzione sintattica di (complemento) oggetto.
In una frase si possono trovare anche costituenti che realizzano altri elementi, essi sono chiamati
circostanziali. Non rientrano nella configurazione di valenza dei predicati verbali e quindi non
fanno parte delle funzioni sintattiche fondamentali. Essi funzionano da modificatori a livello della
frase e godono di una grande libertà di posizione.
Ruoli semantici: riguardano il modo in cui il referente di ogni sintagma contribuisce e partecipa
all’evento rappresentato.
Funzioni semantiche:
• Agente: entità animata che è parte attica e provoca ciò che succede.
• Paziente: colui che subisce ciò che accade.
• Sperimentatore: entità toccata da, o che prova un certo stato d’animo
• Beneficiario: colui che trae beneficio dall’azione
• Strumento: entità inanimata mediante la quale avviene ciò che accade.
• Destinazione: entità verso la quale si dirige l’attività espressa dal predicato.
Ruoli semantici dei verbi:
• Processo
• Stato
• Azione
Rapporti tra funzioni sintattiche e ruoli semantici: ci sono rapporti preferenziali per cui chi è
agente è soggetto ecc.
Frase passiva: è diversa la distribuzione del rapporto fra ruoli semantici e funzioni sintattiche.
L’agente diviene complemento d’agente ed il paziente diviene soggetto.
• Verbi transitivi: verbi passivilizzabili
• Verbi intransitivi: verbi non passivizzabili
Struttura pragmatico-informativa: una frase collega la rappresentazione di un evento ad una
catena fonica. Nel governare la strutturazione del prodotto finale della sintassi, vi è il piano
dell’organizzazione pragmatico-informativa.
Si distinguono 4 tipi di frase:
• Dichiarative: fanno affermazioni generiche
• Interrogative: pongono domande
• Esclamative
• Imperative
L’informazione quindi può essere vista come un’affermazione intorno a qualcosa:
• Tema: ciò su cui si fa un’affermazione
• Rema: predicazione che viene fatta a proposito del tema
Il tema normalmente sta in prima posizione.
• Dato (o noto): elemento della frase da considerare noto = tema
• Nuovo: elemento portato come informazione non nota = rema
• Dislocazione a sinistra: spostare davanti alla frase uno degli elementi
• Costruzione passiva: far diventare tematico l’oggetto
• Dislocazione a destra: isolare sulla destra un costituente
• Frase scissa: spezzare una frase in due parti
• Focus: elemento su cui si concentra l’attenzione del parlante
Elementi minimi di grammatica generativa: imposizione teorica che si innesta su una
concezione del linguaggio verbale umano come di un sistema cognitivo specifico e innato. Essa è
una grammatica che intende predire in maniera esplicita e formalizzata le frasi possibili. Il ruolo
della ‘generazione’ è svolto dalla sintassi che ha il compito di accoppiare ed interpretare significati
e significanti.
è costituita da un lessico e da regole che governano la grammatica e descrivono il meccanismo di
formazione delle frasi. Le regole sono di solito di riscrittura a struttura sintagmatica, hanno quindi
la forma ‘X Y + Z’ dove X Y e Z sono simboli di categoria, Y e Z sono i costituenti immediati di X
in un indicatore sintagmatico. La freccia significa ‘è da riscrivere come’.
La prima ramificazione è quella F SN + SV.
Una regola viene definita ricorsiva quando nell’uscita della regola è contenuto di nuovo il simbolo
di categoria che rappresenta l’entrata della regola (es. SN SN + SPrep.)
Le regole che invece contengono una barra obliqua sono regole contestuali, possono essere
applicate solo in contesti specificati da ciò che si trova dopo la barra.
La linea orizzontale indica il contesto locale, cioè la posizione in cui sta la categoria interessata
dalla regola, le specificazioni contenute prima e/o dopo della linea indicano le caratteristiche o
proprietà che devono avere gli elementi che stanno prima e/o dopo tale posizione perché essa
possa essere applicata.
V legge/[+Um]____
Regola contestuale: ‘riscrivere V come legge nel contesto in cui V sia preceduto da un elemento
contenente la proprietà [+Umano.]
Nelle regole possono essere espressi anche tratti indicati tra parentesi quadre. Tali tratti
costituiscono delle sottocategorizzazioni.
Le regole generano una frase. Ogni frase ha assegnato un indicatore sintagmatico che ne
determina l’interpretazione. Vi sono frasi però che ammettono anche più di un’interpretazione. È
stata quindi introdotta una distinzione tra struttura superficiale e struttura profonda. La prima è
la forma sintattica mentre la seconda è l’organizzazione strutturale astratta. La forma attiva e
quella passiva di una frase descrivono lo stesso stato di cose ad esempio e quindi devono avere la
stessa struttura profonda.
La struttura profonda è quella in cui sono pertinenti i ruoli semantici, la struttura superficiale invece
evidenzia le funzioni sintattiche.
La rappresentazione di un albero in g.g:
Le cose si rappresentano ad un maggior livello di astrazione e vengono introdotte nuove categorie
che fungono da testa del sintagma “teste funzionali” (diverse da quelle lessicali).
Sono teste funzionali:
• Flessione = SFless
• Complementatore = SComp
• SFless: differenza strutturale tra Luisa mangia sempre mele e Luisa ha sempre mangiato
mele.
In entrambe le forme l’avverbio “sempre” sta dopo la forma verbale flessa, con “mangia” sta
fra V e SN oggetto, mentre con “ha mangiato” sta fra l’ausiliare e il participio passato e
quindi la flessione determina il rapporto tra V e SN giustificando quindi l’introduzione di un
nodo SFless con la funzione di attualizzazione flessiva del predicato verbale. Tale nodo
contiene al suo interno SV.
SComp: anche per SComp intervengono fatti di spostamento.
Oltre la frase: le unità complesse sono quelle che funzionano da “blocchi” di significato.
Frasi complesse: spesso le frasi non vengono utilizzate come unità isolate ma si combinano in
sequenze strutturale: frasi complesse o periodi.
La sintassi del periodo è un sottolivello di analisi del sistema linguistico. Vi sono dei principi che
regolano il modo in cui vengono organizzate le combinazioni di frasi.
Coordinazione: quando diverse proposizioni vengono accostate senza che vi sia un rapporto di
dipendenza.
Subordinazione: quando le diverse proposizioni dipendono le une dalle altre.
Gli elementi che realizzano questi rapporti sono i connettivi. La