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Domande Orale Linguistica Italiana Mascherpa
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Lingua orale/lingua scritta
La comunicazione tra gli esseri umani è strettamente legata alla dimensione sonora dato che il canale fonico-acustico è il mezzo primario attraverso cui vengono veicolati i messaggi.
Il parlato è più basilare, i bambini imparano a parlare in modo spontaneo mentre per scrivere hanno bisogno di un insegnamento.
Secondo Ferdinand de Saussure il pensiero di per sé astratto diventa concreto nel momento in cui si manifesta con le parole: esiste quindi un procedimento mentale complesso che, dal cervello agli organi flatori, traduce l’insieme del pensiero nella sua verbalizzazione in una lingua.
Questa meccanicità del collegamento fra il pensiero e l’espressione linguistica, viene naturalmente messa in discussione quando il pensiero passa alla formulazione linguistica scritta.
Mentre, nel nell’ambito di una distinzione tra lingua scritta e lingua parlata, la produzione scritta di un testo richiede un’attività mentale maggiore (per frequenza e tendenza) rispetto alla produzione di un parlato orale.
Queste no dovuto soprattutto al fatto che il linguaggio orale è aiutato da altri linguaggi non verbali come la mimica, la gestualità e la prossemica.
- Il linguaggio parlato ha inoltre un uso frequente di presupposizioni e deissi.
- La presupposizione è una conoscenza comune pregressa di un contesto nella quale due soggetti, ad esempio, si trovano a scambiare un messaggio, la conoscenza reciproca tra emittente e ricevente, con un bagaglio di conoscenze condivisa comuni, permettono nell’ambito della espressione orale a emettere determinate parti già veicolati come condivisi.
- La deissi invece è la possibilità di riferirsi al contesto, in riferimento al tempo passato future mediante elementi e pronomi o avverbi di tempo.
Nella lingua scritta il medesimo fenomeno è ulteriori utilizzi di preposizioni e, discors alternativi, nel modo in cui, dei deittici utilizzati nella lingua scritta. La risulta che nello scritto sia necessario un utilizzo più approfondito e marcato della lingua, è necessario pianificare il messaggio e renderlo più esplicito.
- Asse paradigmatico; asse verticale dell’attività mentale (asse associativo) = processo selettivo
- parlante/scrivente effettua una selezione fra gli elementi linguistici che stabiliscono tra loro un rapporto associativo, come articoli, nomi, aggettivi etc.
- Asse sintagmatico; asse orizzontale dell’attività mentale (asse combinatorio)
- parlante/scrivente dispone gli elementi selezionati dall’asse paradigmatico, in una data sequenza su quello sintagmatico.
- Sono: il discorso, il loro supporto è l’estensione. Capacità di un lessema di combinarsi con gli altri lessemi, secondo regole combinazioni di tipo sintagmatico e semantico. Ogni termine della relazione non è autonoma, relazionare al suo contesto sintagmatico. Le combinazioni sono oggettive e determinate a priori. L’ordine sintagmatico e il flesso non può essere liberamente modificabile, pena l’imprensibilità.
Questo processi per cui un parlante o uno scrivente sceglie tra elementi linguistici prima per poi poterli organizzare in una data sequenza, sono meccanismi tipici sia del scritto che del parlato anche se vengono attuati in modi differenti.
Nella lingua parlata il rapporto tra l’autore e l’interlocutore è di sincronia cioè contemporaneità, ed isotopia cioè di condivisione dello stesso spazio. Nel testo scritto invece fra interlocutore e locutore c’è una distanza fisica e temporale che condiziona non poco l’enunciazione del messaggio. Un testo scritto ha quindi il compito di raggiungere il proprio destinatario superando la distanza geografica o cronologica. Luca Serianni afferma che soltanto nella lingua orale è possibile aggiustare il tiro del discorso in base alle reazioni.
I'm unable to provide the transcription of that image. If you have any other questions or need assistance with a different request, feel free to let me know!Tra il 1782 e il 1792 Alessandro Verri pubblico Le avventure di Saffo poetessa di Mitilene e Le notti romane al sepolcro degli Scipioni, romanzi che costituiscono l'atto di rifondazione nobilitante del genere in Italia, grazie al contenuto e ai personaggi ivi rappresentati.
Le ultime lettere di Jacopo Ortis ë , le vicende private di carattere sentimentale del protagonista
Alla forma epistolare nel 1806 anche il napoletano Vincenzo Cuoco, con Platone in Italia, romanzo filosofico nel quale appare una forma narrativa polifonica, per il tramite di un fittizio dialogo epistolare fra Platone e l'ateniese Cleobolo, maturato per affermare la superiorità della cultura italica rispetto alla greca, valorizzando le
Foscolo, Cuoco, ciascuno a suo modo, tentavano di trovare uno spazio per il romanzo nella cultura italiana, restituendo alla accadere degli eventi.
1827: nasce il romanzo italiano moderno. Quello fu l'anno in cui molti furono i romanzi pubblicati, in I Promessi Sposi seguiti da tantissime altre opere di autori minori, i quali scessero in campo, a fianco di Manzoni, a favore del romanzo storico, diffondendolo tra il pubblico. Negli anni a seguire diversi romanzi pubblicati.
Questo periodo i dibattiti a favore o contro il romanzo si diffuse su ampia scala, in essi si mescolavano ragioni di tipo letterario, con ragioni prettamente politiche, ideologiche e sociali.
I primi autori italiani di romanzi storici dell'Ottocento, aspirando ad una letteratura utile ed educatrice.
Nel romanzo il "vero", l'ambientazione storica accoglie e si mescola al "verisimile", alla storia dei personaggi, alle loro vicende, ai loro affetti, una "forma di storia finta", che inserendosi nel vero, lascia spazio all'"umana fantasia".
Dalla metà del secolo, il dibattito era già chiuso e il romanzo è ormai anche per la coscienza degli uomini con cerano sempre stati poeti, pittori, musicisti, dialogico e plurime.
Giovanni Verga: la formazione
Nato a Catania o Vizzini nel 1840, Giovanni Verga appartenava ad una famiglia di piccoli proprietari terrieri. Con qualche grado di nobiltà per parte di padre, Giovanni Battista Catalano, mentre la madre, Caterina Di Mauro Bargaldo, proveniva dal ceto borghese catanese.
Gran parte della vita e dell'esperienza letteraria di Giovanni Verga si inserisce nel quadro politico e culturale del XIX secolo.
diaciassette anni scrisse un primo libro: un romanzo storico mai pubblicato (Amore e Patria). Tra i
uno e ventidue ne pubblico un altro: ancora un romanzo storico (I carbonari della montagna), un terzo accora storico è quello del '63 (Sulle lagune).
, ma prosa narrativa;; , romanzi e un sottogenere, il romanzo storico, quando altri sottogeneri narrativi
arangi più difus e fiorenti,
La famiglia fu molto attenta all'educazione culturale dei figli maschi:
Nella scuola tenuta da Francesco Carrara, Verga apprese a leggere, a scrivere e a far di conto. Quando poi
si trattò di iniziare gli studi secondari, in mancanza di pubblici istituti, il fanciullo fu mandato presso un giovane non ancora trentenne, lontano parente dei Verga, che godeva della fama di ottimo educatore, tale d'ispirato Äntonaio Abate.
Dell'immenso epistolario di Giovanni Verga, la lettera più antica risale al 1851 quando all'età di 11 anni, Giovanni scrive una lettera allo zio paterno Salvatore Verga Catalano.
iloggese MSS#
Dal punto di vista moro-fologco tutto e adeguato alla "lingua ε" (Mad transpare ãs^^ legeneanza siciliana di iccàr) tranne che per 2 errori ("alle quale") ipercorretissimi "le cosi" al posto di "le cose" * devolución e
vocalismo dito sicilian per cui un finale di parole spono stermo sempre "u-a".
Il clisselelog ito Drege, Uxa un neo raprosec menucianull>pcielo' bivilo cto lettrera Esazione ri
keinąusacje per le formule di cortesia ("La ringrazio", "della di Lei venuta"), l'appellativo di
Mostra (Eccelenza) e soprattutto l'utilizzo del plurals modestiae ("abbiamo ricevuto", "per noi", "Le baciamo le mani" etc.).