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COMPARAZIONE DELLE LINGUE D’EUROPA
-Gli alfabeti
Abbiamo la presenza dell’alfabeto latino, cirillico e greco. I primi due espansi grazie all’impero
romano e all’influenza dell’URSS mentre il terzo si è ristretto col tempo a solo la Grecia.
Il più antico è l’alfabeto greco, derivante da quello fenicio. L’alfabeto cirillico deriva da quello
glagolitico di cui si erano avvalsi gli apostoli Cirillo e Metodio. L’alfabeto latino deriva da quello
greco passando per l’etrusco.
-Articolo definito
Rappresenta un’innovazione importante in quanto forma una nuova categoria linguistica che
sostituisce le funzioni di strategie linguistiche ormai usurate, come la perdita della declinazione
nominale, portando a marcare la definitezza dei termini. Secondo Greenberg lo sviluppo dell’articolo
si sviluppa in 3 stadi: 1) sostituzione alla declinazione nominale e all’ordine delle parole. 2) strategia
affermata che alterna articolo definito e indefinito. 3) accompagnamento del nome in tutte le sue
occorrenze in quanto strategia ormai totalmente acquisita.
Principalmente le lingue romanze, germaniche, il neogreco, l’albanese, il bretone e il basco
possiedono sia l’articolo definito che quello indefinito. Le lingue slave e baltiche invece non le
presentano.
Storicamente collochiamo ai greci l’introduzione dell’articolo per le lingue romanze, mentre per le
lingue germaniche bisogna aspettare il X secolo. Definiamo quindi l’importanza dell’articolo nel fatto
che si sia sviluppata nel Mediterraneo e poi protratta verso il settentrione creando un percorso
culturale e linguistico che ha coinvolto lo sviluppo storico-linguistico europeo.
Troviamo una progressiva riduzione/perdita della declinazione nominale per semplificare e ridurre
la complessità di una lingua (nell’area romanza la vasta declinazione latina è praticamente
annullata) e una ristrutturazione dei tempi verbali (il latino aveva il perfetto, sostituito dal passato
remoto e passato prossimo, non aveva il condizionale e aveva il futuro non ben definito)
-Area di Carlo Magno
Corrisponde alle lingue europee parlate oggi in questi territori (centro Europa) che presentano molti
aspetti comuni e influenze reciproche, a Carlo Magno corrisponde il tempo cronologico in cui queste
caratteristiche sono converse. Vengono definiti dalla SAE (Standard Average European).
1)La maggior parte delle lingue presenta un ordine della frase SVO, 2) e quindi una prevalenza delle
preposizioni. 3) uso dei verbi “avere” e “essere” come ausiliari. 4) uso contemporaneo di articoli
definiti e indefiniti. 5) lingue non pro-drop e pro-drop. 6) soggetto e agente (colui che è designato a
svolgere l’azione) possono non corrispondere, 7) e l’agente può essere espresso dalla forma passiva
(il gatto è inseguito dal cane) 8) le forme finite del verbo si accordano con il soggetto 9) eliminazione
delle desinenze casuali (del caso) nominativo-accusativo 10) similitudini lessicali
- Tratti comuni in area balcanica
Divise in due macro aree di influenza a seconda della cultura romana-latina o greco-bizantina (su
quest’ultimo influisce prima la lingua greca medievale e bizantina, in seguito le lingue slave
meridionali e il turco).
-Latino, greco antico e antico bulgaro hanno l’infinito. Neogreco, bulgaro, macedone e albanese non
hanno l’infinito e lo sostituiscono con una proposizione completiva (congiunzione + congiuntivo o
indicativo), il rumeno ha l’infinito ma si serve della stessa struttura in dipendenza da un verbo.
Es. greco antico thélo gràfen neogreco thélo na gràfō vogliono entrambe dire “voglio scrivere”
ma la traduzione letterale del neogreco è “voglio affinchè io scriva”
Rumeno vreau sǎ
scriu
-Latino , greco e antico bulgaro distinguono genitivo e dativo, tutte le lingue balcaniche li fondono a
favore del genitivo che svolge entrambe le funzioni.
Es. greco antico tu Pétru “di Pietro “ neogreco tu Pétru “di/a Pietro”
tō
(i) Pétrō
(i) “a Pietro”
-Neogreco, serbo e croato si servono di un sistema vocalico di 5 fonemi. Bulgaro e macedone di un
sistema vocalico a 6 fonemi. Il romeno di un sistema a 9 fonemi.
-In neogreco, albanese, bulgaro macedone e rumeno si ha il futuro che deriva dalla
grammaticalizzazione del verbo volere seguito da una struttura infinitivale (neogreco tha doulèvo
“lavorerò”, tha è la coniugazione del verbo volere).
-Nella maggior parte delle lingue balcaniche l’articolo è preposto mentre in rumeno, albanese,
bulgaro e macedone è post posto.
CARATTERI PRINCIPALI DELLE LINGUE INDOEUROPEE IN EUROPA
-Le lingue romanze
Di queste abbiamo svariate testimonianze grazie agli scritti latini. Osserviamo che lo sviluppo delle
lingue romanze dal latino è così differenziato principalmente perché vi è stata la sovrapposizione della
lingua romana a numerose lingue locali su un territorio molto vasto, quindi vi è una causa diatopica.
Abbiamo che il 57% ha una tipologia sintattica SOV e il 33% SVO, con maggioranza del sistema NA-
NG-preposizione (“testa-complemento”) mentre il latino prediligeva invece il sistema “complemento-
testa”. Inoltre il latino distingueva le vocali lunghe da quelle corte mentre quelle romanze distinguono
la “e” e la “o” aperta da quella chiusa.
-Le lingue germaniche
Fonologia e fonetica osserviamo una prima mutazione consonantica nel 500 a.C. che distingue il
proto-germanico dal proto-indoeuropeo, si tratta di slittamenti dei fonemi occlusivi (“th” al posto di
“t”, p-b, h-k, t-d). Una seconda mutazione fra proto-germanico e antico-alto-tedesco (ff/pf-p, z/zz-t).
Non troviamo occlusive o fricative sonore in fine di parola.
Morfologia in tedesco vi è un leggero mantenimento dei casi (nominativo, accusativo, genitivo,
dativo). In generale nelle lingue germaniche viene mantenuto il genere neutro oltre al femminile e il
maschile, e vi è la distinzione tra forma forte e forma debole negli aggettivi (forte senza articolo
definito, debole con articolo definito) e nei verbi.
Sintassi sono prevalentemente SVO preposizionali con alternanza NG-AN e GN-AN. L’aspetto più
particolare è che il verbo si colloca nella posizione finale nelle frasi subordinate e nella seconda o
prima posizione nelle frasi principali
Inglese è una lingua fusiva che però presenta caratteri di tipo isolante (stessa forma per i verbi), è una
lingua pro-drop e con tipologia sintattica SVO, ma ha preposizione e posposizione mista.
È la lingua che più si è affermata negli ultimi anni a livello di diffusione e prestigio,
internazionalmente per comunicare si usa l’inglese.
È divise in tre fasi storiche: 1) antico inglese, è una lingua anglosassone particolarmente complessa (a
livello morfologico, grammaticale, di desinenze,..) e ha influenze latine e nordiche. Giunge fino al
1066. 2) medio inglese, viene introdotto il franco-normanno come lingua ufficiale, ma nelle
campagne si usa ancora l’anglosassone, così come gli ecclesiastici continuano a usare il latino.
Diviene sempre più un ibrido di queste lingue ma incomincia a semplificarsi. 3) inglese moderno,
inglese odierno dopo numerose semplificazioni come la riduzione dei verbi irregolari, scomparsa delle
distinzioni di genere, stabilizzazione dell’ortografia.
In Norvegia non vi è ancora una lingua ufficiale, in quanto dopo l’indipendenza nel 1905 non si è
riusciti a uscire dal conflitto fra la lingua antica (bokmal) e il “neonorvegese” (nynorsk).
-Lingue slave
Fonetica e fonologia hanno un sistema vocalico scarno (6 fonemi) e un sistema consonantico molto
ricco (in serbo-croato le vocali creano opposizione a seconda dell’accento, del tono e della
lunghezza).
Morfologia mantiene una morfologia nominale a 6 declinazioni. Nella morfologia verbale vediamo
che i verbi attraverso la loro espressione comunicano il tempo cronologico più l’aspetto perfettivo
(azioni che si svolgono in un tempo preciso e puntuale, “entrai nella stanza e presi un libro”) e
l’aspetto imperfettivo (azioni che si svolgono in modo continuato, “stavo seduto sulla poltrona e
dormivo”)
Sintassi sono prive di articolo e seguono una strategia SVO preposizionale NG, AN (in russo l’ordine
dei costituenti varia a seconda della pragmatica)
-Lingue baltiche
Fonetica e fonologia vi è distinzione fra vocali lunghe e brevi. Il lituano ha la posizione dell’accento
libera. Inoltre bisogna ricordare che distingue 2 tipi di toni che hanno opposizione fonologica, mentre
il lettone ne distingue 3.
Morfologia il lituano ha 6 casi mentre il lettone 5. Distinguono in maschile e femminile. Hanno un
tempo presente, futuro e passato (o preterito, che sostituisce tutte le forme passate indoeuropee).
Aggiunge anche il frequentativo (“egli era solito leggere”)
Sintassi usa un sistema di casi e la strategia prevalente è SVO mentre per i dialetti vi è prevalenza
SOV.
-Lingue celtiche
Sono le lingue che meno sono riuscite ad affermarsi e che sono più a rischio di estinzione. Sono
inoltre molto differenziate fra di loro.
Fonologia e fonetica sono caratterizzate dalle mutazioni morfofonemiche, cioè la coda della sillaba
influenza le consonanti di quella dopo.
In irlandese l’accento cade sulla prima sillaba, in gallese sulla penultima, in goidelico ogni fonema ha
una controparte palatale.
Morfologia in generale le lingue celtiche distinguono maschile e femminile in base a criteri formali.
L’irlandese ha un sistema di 4 casi, le lingue brittoniche aggiungono il collettivo al singolare e al
plurale.
Per quanto riguarda la morfologia verbale presentano oltre alle 3 persone singolari e plurali anche una
forma impersonale. L’irlandese ha 4 tempi (presente, passato, imperfetto e futuro) e 4 modi
(indicativo, imperativo, condizionale e congiuntivo) + il participio passato e il nome verbale (simile
all’infinito). Le lingue brittoniche hanno presente, passato, imperfetto e piuccheperfetto con
indicativo, congiuntivo e imperativo.
Sintassi hanno come tipologia sintattica VSO NG-NA ad esclusione del bretone che ha SVO. In
bretone la particella di negazione viene messa sia prima che dopo l’azione
Lessico hanno avuta un’influenza latina o scandinava a seconda dell’antica occupazione dei romani.
Inoltre ultimamente hanno avuto influenze più o meno contenute dall’inglese.
Le lingue celtiche non posseggono una risposta affermativa o negativa alle domande (non esiste “sì” e
“no” ma rispondono riprendendo la domanda ”lo hai visto il film?” “L’ho visto&rdqu