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FONETICA E FONOLOGIA

-I suoni

Sono unità minime prive di significato, sono quindi unità subsemiche.

Vengono studiati dalla fonetica riguardo alla sua componente fisico-acustica, quindi trattano della sua

produzione (fonetica articolatoria, quella che tratteremo noi), della sua ricezione (fonetica uditiva e

percettiva) e della sua trasmissione (fonetica acustica). Per questi l’unità base è il fono, cioè il suono

nella sua realtà fisica. I suoni vengono studiati

anche dalla fonologia, che si occupa invece del loro valore funzionale, cioè dove sono i loro confini e

quando creano opposizione. Quindi se due suoni sono diversi fisicamente ma non creano opposizione

per la fonologia sono la stessa cosa. L’unità minima per la fonologia è il fonema, cioè il suono avente

carattere distintivo.

I foni e i fonemi si combinano dando vita a sillabe o morfemi, quest’ultimi sono le prime unità dotate

di significato proprio e vengono trattate dalla morfologia.

-Fonetica

Si occupa della componente concreta (parole, messaggio, esecuzione), infatti analizza la componente

fisica. La produzione di un suono parte

dall’emissione dell’aria dai polmoni, che spingendola per i bronchi arriva alla trachea e in seguito alla

laringe. Qui vi è il primo ostacolo, che corrispondono alle corde vocaliche o pliche vocali (esse

vengono fatte vibrare dall’aria emessa, a una frequenza di 50-200 vibrazioni, creando le sonorità

stabilite). In seguito arriva alla faringe dove vi è la divisione in due canali, il dotto orale e quello

nasale. A seconda che il velo palatino rimanga inerte o meno avremo la produzione di un suono anche

nasale o prettamente orale. Dal velo palatino penzola l’ugola e in seguito ad essa vi è il palato duro e

poi l’alveolo. Un altro ostacolo determinante per la produzione del suono è la lingua, la radice è la

parte posteriore, la lamina o dorso è quella mediana e quella anteriore è l’apice.

Un suono si definisce sonoro se fa vibrare le corde vocaliche, sordo quando non vi è vibrazione

Vocali: si distinguono dalle consonanti in quanto l’aria non incontra ostacoli oltre la laringe. Inoltre

sono prevalentemente sonore. Si classificano attraverso 3 variabili:

1) l’avanzamento o arretramento della lingua sull’asse orizzontale ( posizione posteriore, centrale e

anteriore) 2) l’altezza della lingua sull’asse

verticale, cioè se si alza o si abbassa rispetto alla posizione di riposo (posizione bassa, medio-bassa,

medio-alta e alta)

3) arrotondamento delle labbra (se avviene o non)

Si forma così uno schema che classifica tutte le vocali (pag. 81 libro)

[i] anteriore alta non arrotondata

[e] anteriore medio-alta non arrotondata

[ɛ] anteriore medio-bassa non arrotondata

[a] centrale bassa non arrotondata

[u] posteriore alta arrotondata

[o] posteriore medio-alta arrotondata

[ɔ ] posteriore medio-bassa arrotondata

Consonanti: nella loro formazione incontrano delle forme di ostruzione nella laringe. Si classificano

anch’esse attraverso 3 variabili:

1) modalità di ostruzione (o di articolazione), riguarda l’entità o la quantità dell’ostruzione:

• Occlusive: ostruzione massima, chiusura momentanea del canale e avviene tipo un’

“esplosione” per la pressione. Posso dirle solo per un attimo. Sono sia sonore che sorde. [p]

[b] [t] [d] [k] [g]

• Fricative: passaggio dell’aria attraverso una fessura piuttosto stretta, si produce un

suono di sfregamento, stridulo. Posso dirle finchè ho fiato (continui). Sono sonore e sorde. [s]

ʃ ʒ

] [ ]

[v] [f] [z] [

• Affricate: sono suoni che iniziano con un’articolazione occlusiva e terminano con

una fricativa. Sono solo suoni complessi riconducibili a due semplici. Sono continui e sonori

ʃ ʒ

[t ] [d ]

[dz] [ts]

• Nasali: il velo palatino si posiziona in modo da far passare l’aria nella cavità nasale.

ɲ ɱ

] ]

Sono continui e sonori. [m] [n] [ [ŋ] [

• Laterali: la punta della lingua si posiziona contro i denti, lasciando fuoriuscire l’aria

ʎ

[ ]

dai lati. Il dorso della lingua si abbassa. Sono continue e sonore.[l]

• Vibranti: vibrazione dell’apice della lingua o dell’ugola. Sono continue e sonore. [r]

• Approssimanti: minima occlusione, la lingua è leggermente al di sopra del trapezio

vocalico. Sono semivocali e in italiano vengono usate quando precedono una vocale tonica.

Sono continue e sonore. [j] e [w]

2) punto di articolazione, posizione in cui avviene l’ostruzione (labbra, denti, palato):

• Bilabiali: occlusione di entrambe le labbra. [p] [b] [m]

• Labiodentali: il suono attraversa una fessura formata dall’appoggio degli incisivi

ɱ

]

superiori al labbro inferiore. [f] [v] [

• Dentali: la parte anteriore della lingua tocca la parte interna degli incisivi. [t] e [d]

• Alveolari: la lingua si avvicina [s] [z] [ts] [dz] o tocca gli alveoli [n] [l] [r]

• ʃ ʒ ʃ ʒ

] [ ] [t ] [d ]

Alveopalatali: la lingua si avvicina agli alveoli e ha il corpo arcuato [

• ɲ ʎ

] [ ] [j]

Palatali: la lingua si avvicina al palato [

• Velari: lingua che tocca il velo palatino [k] [g] [w] [ŋ]

3) sonorità, se sono sonore o sorde

Abbiamo quindi che le consonanti sono:

[p] occlusiva bilabiale sorda

[b] occlusiva bilabiale sonora

[t] occlusiva dentale sorda

[d] occlusiva dentale sonora

[k] occlusiva velare sorda

[g] occlusiva velare sonora

[f] fricativa labiodentale sorda

[v] fricativa labiodentale sonora

[s] fricativa alveolare sorda (casco)

[z] fricativa alveolare sonora (sposa)

ʃ

]

[ fricativa alveopalatale sorda (ascia)

ʒ

]

[ fricativa alveopalatale sonora (garage)

[ts] affricata alveolare sorda (azione)

[dz] affricata alveolare sonora (zero)

[tʃ] affricata alveopalatale sorda (cera)

[dʒ] affricata alveopalatale sonora (gente)

[m] nasale bilabiale sonora

[n] nasale alveolare sonora (negro)

[ŋ] nasale velare sonora (anca) si usa davanti a una consonante velare

ɱ

]

[ nasale labiodentale sonora (tonfo) si usa davanti a una consonante labiodentale

[ɲ] nasale palatale sonora (gnomo)

[l] laterale alveolare sonora

[ʎ] laterale palatale sonora (aglio)

[r] vibrante alveolare sonora

[j] approssimante palatale sonora (piede)

[w] approssimante velare sonora (può)

-Trascrizione fonetica

Questo è l’alfabeto fonetico internazionale (IPA) e cerca di rappresentare foneticamente i suoni

dell’italiano (i suoni delle altre lingue non sono trascritti qui).

Le trascrizioni fonetiche vanno fra parentesi quadre [], quelle fonologiche fra parentesi oblique //, le

unità grafiche fra parentesi uncinate <>.

Dopo aver aperto le parentesi quadre bisogna dividere in sillabe con un puntino e mettere un trattino

verticale all’inizio della sillaba tonica. Trovare le vocali lunghe, cioè se la sillaba tonica è aperta e non

finale avrà una vocale lunga, si indica con 2 puntini alla fine. Trovare le vocali nasalizzate, cioè se

l’ultima consonante della sillaba è nasale allora la vocale si nasalizza, si indica con ~.

Non si tengono conto di accenti e apostrofi.

I confini di sillaba si indicano col puntino, quelli di morfema col +, quelli di parola col #.

-La sillaba

E’ un’aggregazione di uno o più foni intorno a un picco d’intensità; è legata ai meccanismi

neurofisiologici dell’uomo, quindi una sillabazione spontanea è generalmente corretta.

E’ formata da un nucleo, solitamente una vocale in italiano, che è l’unica parte fondamentale della

sillaba; può essere poi preceduta da un attacco o succeduta da una coda; l’insieme del nucleo e la

coda costituisce la rima.

Sonorità intrinseca le sillabe hanno un grado di volume che varia a seconda dell’apertura del canale

fonatorio (urlare una A è diverso da urlare una B). Quando si raggiungeranno i minimi di sonorità

durante una parola avverrà la fine di una sillaba e l’inizio di un'altra (immagine A).

Dittonghi combinazione di vocali nella medesima sillaba, il movimento della lingua fra la vocale del

nucleo e l’altra si chiama dittongo, la seconda vocale si chiama semivocale (ha un’intensità minore in

quanto se avessero la stessa intensità generalmente farebbero parte di 2 sillabe diverse). I dittonghi

possono essere ascendenti o discendenti.

-Tratti soprasegmentali

Sono fenomeni fonologici che non coinvolgono solamente il segmento singolo ma possono anche

riferirsi a più di uno. Sono 4 fenomeni:

• Accento: è una proprietà per rendere più percepibile una sillaba. Si avvale di tre

strategie che vengono usate contemporaneamente ma a seconda della lingua ne prevale

uno: 1) la pronuncia con maggiore intensità (accento espiatorio, italiano), 2) la pronuncia

con una nota musicale più alta (accento musicale, serbo-croato), 3)la pronuncia più lunga

(accento di durata, georgiano). L’accento può avere valore distintivo (meta-metà) e vi

sono parole che ne hanno più di uno (capostazione).

• Lunghezza: è la durata cronologica del segmento, in italiano non ha valore distintivo.

Dà vita a vocali e consonanti lunghe e brevi.

• Tono: è l’altezza della nota musicale di una sillaba. E’ distintivo nel cinese

mandarino.

• Intonazione: è la curva melodica dell’enunciato. Distingue ad esempio frasi

interrogative da quelle affermative.

-Tratti intersegmentali

Vi sono anche influenze fra un fono e l’altro, è il caso delle assimilazioni cioè quando un fono varia

in funzione di un altro fono adiacente. Possono essere totali quando il fono diventa identico a quello

vicino (mundusmonno nd,nn) o parziali quando il fono diviene simile a quello vicino

(in+possibileimpossibile np,mp). Inoltre possono essere progressive quando è il suono davanti a

influenzare il seguente (primo esempio) e regressive quando accade il contrario (secondo esempio).

-Fonologia

Studia il livello astratto, quella legata alla competenza/codice/langue.

{Ogni suono ha una sua distribuzione, cioè ha dei confini (range) e delle posizioni precise dove

comparire a seconda degli altri suoni che compongono la parola (in italiano [r] può comparire tra

due vocali, dopo [t], dopo [b], dopo [p], ecc)}

Le regole di Trubeckoj 3 regole per stabilire se due fonemi hanno valore distintivo:

1) due suoni che hanno la stessa posizione ma che se scambiati fra di loro mutano per forza il

significato sono fonemi diversi (pane-cane), coppie minime;

2) due suoni che hanno la stessa posizione ma che sc

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A.A. 2013-2014
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Francois Reget di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Scala Andrea.