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LINGUISTICA GENRALE
individuale) (costruito con le ciò che l’individuo
unità) fa)
- conoscenze linguistiche di un parlante
3
Qualunque parlante nativo dell’italiano riconoscerà che una frase ben formata
(grammaticale) come:
a. La ragazza di Pietro suona bene il pianoforte.
Da una frase non ben formata (agrammaticale) come:
*il Pietro pianoforte bene di ragazza suona la.
b.
La grammaticalità è dunque la caratteristica essenziale della competenza.
La competenza è l’insieme delle conoscenze linguistiche che un parlante ha; è
una conoscenza inconsapevole che emerge attraverso giudizi di grammaticalità. Per
sa,
capire cosa l’individuo bisogna distinguere la competenza fonologica,
morfologica, sintattica e semantica.
3.1 – competenza fonologica
“sa”
Un parlante dell’italiano quali sono i suoni della sua lingua, quali sono le
combinazioni dei suoni che formano parole e quali no. “sa” anche i fatti più
sottili sulla propria lingua:
- Sa dividere le parole in sillabe;
- Sa identificare la posizione dell’accento nelle parole.
3.2 – competenza morfologica
Un parlante dell’italiano ha una competenza relativa alle parole della propria
lingua, le strutture e i meccanismi:
Sa
- che le parole finiscono di norma in vocale, tranne che poche;
Sa
- che due parole uguali in tutto tranne per l’accento hanno significato
diverso:
a. Càpitano, capitàno, capitanò…
Sa
- che a partire dalle parole semplici si possono formare parole complesse:
a. Collocare, collocamento, abitare, abitazione, abitabile, abitabilità…
Sa
- formare tutte le forme flesse corrispondenti a una parola data:
a. Camminate, camminai, camminavamo…
3.3 – competenza sintattica sa:
Un parlante conosce le regole della sintassi e
- Che può formare vari tipi di frase:
I bambini adorano i dolci
a. (dichiarativa attiva semplice);
Adorano i dolci i bambini?
b. (interrogativa di tipo si/no);
Che cosa adorano i bambini?
c. (interrogativa di tipo wh-).
- Formare e capire un numero enorme di frasi senza mai averle sentite prima;
- Costruire frasi molto lunghe;
- Ha intuizioni sulla grammaticalità o sulla non grammaticalità delle frasi
stesse.
3.4– competenza semantica
sanno:
I parlanti di una lingua
- Riconoscere il significato delle parole e frasi ben formate;
- Istituire relazioni semantiche tra le parole:
avaro/spilorcio;
a. Sinonimia:
b. vecchio/giovane;
Antonimia:
- Disambiguare le frasi potenzialmente ambigue:
a. Svendita autunnale bambini; GENNUSO ELENA
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b. Il cane della pistola;
c. Uomini e donne in gamba.
3.5– la grammatica dei parlanti
Tutte le conoscenze linguistiche fanno parte della grammatica dei parlanti,
intesa come un insieme di conoscenze immagazzinate nella mente. Questa
grammatica viene costruita attraverso un equilibrio di fattori innati biologicamente
e di esperienze acquisite all’interno della comunità linguistica di origine.
5 – sintagmatico e paradigmatico
Ogni unità della lingua possiede rapporti sintagmatici e paradigmatici.
I rapporti sintagmatici si hanno tra elementi che sono co-presenti. In un atto
linguistico i suoni vengono disposti in una sequenza lineare uno dopo l’altro e si
influenzano l’un l’altro:
n
a. La di canto (dentale [n]);
n
b. La di anfora (labiodentale [ɱ]).
Il rapporto di tipo paradigmatico si osserva fra le unità della lingua, alle quali rinvia
per associazione mentale: rapporti in absentia (se ne realizzo uno, non posso
realizzare gli altri). Ad esempio:
- Un nesso semantico:
Insegnamento apprendimento, educazione, scuola;
richiama
Fiore petalo…;
richiama
Educazione lavagna;
richiama
Sasso pietra, marmo, mattone
richiama
- Un nesso morfologico:
insegno, insegniamo, insegnano;
La radice:
insegnamento, mutamento, cambiamento;
Il suffisso:
il libro, questo libro, quel
Le concordanze flessionali e lessicali:
libro.
Questo tipo di rapporto è alla base della nozione di paradigma.
6 – sincronia e diacronia
Le lingue possono cambiare nel corso del tempo.
Se osserviamo i fenomeni linguistici nel corso del tempo, facciamo uno studio di
tipo diacronico: è la sostituzione di un elemento con un altro nel corso del
tempo. GENNUSO ELENA
2022/23
LINGUISTICA GENRALE GENNUSO ELENA
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LINGUISTICA GENRALE
Una parola è un segno linguistico (libro, per, fuori, lavapiatti…) ed è l’unione di:
- Un significante: immagine acustica (es: /libro/) e
- Un significato: rappresentazione mentale (es: ).
Il segno linguistico ha varie proprietà:
- Distintività: notte si distingue da botte, lotte, cotte, dotte…
- Linearità: il segno si estende nel tempo se è orale, e nello spazio se è scritto;
- Arbitrarietà: non esiste alcuna legge che imponga di associare un
significante (es: /libro/) ad un certo significato (es: ). Allo stesso significato
/book/, /livre/, /buch/
possono corrispondere significanti diversi in altre lingue:
…
- Convenzionalità: l’associazione tra significante e significato è convenzionale
perché non vi è alcuna legge che al concetto di libro in italiano corrisponda il
significante libro.
I segni possono essere anche non linguistici:
starnuto – essere raffreddati, nuvoloni – pioggia…
- Indici non intenzionali: sbadiglio volontario – sono annoiato…
- Segnali usati intenzionalmente:
- carte geografiche e mappe, disegni, fotografie…
Icone intenzionali:
- colomba con ramoscello d’ulivo – pace…
Simboli intenzionali:
La disciplina che studia i segni in generale è la semiotica.
8 – le funzioni della lingua
Secondo Jakobson il linguaggio verbale ha delle componenti necessarie per un
atto di comunicazione linguistica e, per ciascuna di esse corrisponde una
speciale funzione linguistica:
2. referente (ciò di cui si
parla) – REFERENZIALE
1. Parlante - 3. messaggio – 6. ascoltatore -
EMOTIVA POETICA CONATIVA
4. canale (attraverso cui
passa la comunicazione) –
FàTICA
5. codice -
METALINGUISTICA
- Emotiva: riguarda il parlante in quanto esso esprime stati d’animo parlando o
scrivendo;
- Referenziale: è una funzione informativa (es: il treno parte alle sei);
- Poetica: il messaggio che il parlante invia all’ascoltatore è costruito in modo
tale da costringere l’ascoltatore a ritornare sul messaggio stesso;
- Fàtica: si realizza quando vogliamo controllare se il canale è aperto e
funziona regolarmente (mi senti? Ci sei?);
- Metalinguistica: si realizza quando il codice viene usato per parlare del
codice stesso (es: la grammatica realizza questa funzione perché usa una
lingua x per parlare della lingua x);
- Conativa: si realizza sotto forma di comando o esortazione rivolti
all’ascoltatore perché esso modifichi il suo comportamento (es: i galatei con le
loro prescrizioni obbligano a non sputare per terra).
9 – lingua e dialetti
La lingua standard è generalmente affiancata da dialetti che sono sistemi
linguistici a tutti gli effetti, dunque la differenza tra lingua e dialetto non è
linguistica, ma socioculturale.
L’italiano è la lingua ufficiale dell’Italia, ma assume diverse sfumature che
permette di comprendere la provenienza del parlante da un’area determinata del
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paese. Queste variazioni si chiamano italiani regionali, e ne esistono almeno tre:
quello del nord, del centro e del sud; esse costituiscono un livello intermedio tra
l’italiano standard e il dialetto locale, poiché adotta forme locali italianizzate.
La stratificazione della lingua si articola così:
- Italiano standard;
- Italiano regionale;
- Dialetto locale.
Il fenomeno non interessa solo la lingua dall’aspetto geografico, ma anche sociale:
- Italiano scritto;
- Italiano parlato formale;
- Italiano informale;
- Italiano regionale;
- Dialetto di koinè;
- Dialetto del capoluogo;
- Dialetto locale.
In uno stesso luogo possono coesistere registri linguistici e i parlanti possono
passare dall’uno all’altro.
Capitolo 3 – le lingue del mondo
I criteri linguistici di classificazione delle lingue sono basati sulle proprietà che le
stesse manifestano. Le lingue condividono certe caratteristiche (universali
linguistici), ma non si limitano a questo. Alcune sono tra loro “più vicine” di altre.
Questa vicinanza si stabilisce con tre modalità di classificazione:
a. Raggruppamento genealogico lingue romanze
Le lingue derivano da una stessa lingua madre (es.
derivano dal latino), le
le quali fanno parte di una famiglia linguistica (es.
lingue romanze sono lingue indoeuropee). GENNUSO ELENA
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La famiglia è l’unità genealogica massima: se due lingue non appartengono
alla stessa famiglia, non sono genealogicamente apparentate. Le famiglie
contengono unità di livello inferiore chiamate gruppi, che a loro volta si
articolano in sottogruppi (rami)…
b. Raggruppamento tipologico
Due lingue sono tipologicamente correlate se manifestano una o più
caratteristiche comuni. L’affinità tipologia non esclude la parentela
genealogica.
c. Raggruppamento areale
Fa riferimento all’affinità tra lingue appartenenti a una stessa famiglia
linguistica, ma non derivanti dalla stessa lingua madre; hanno sviluppato
alcune caratteristiche strutturali comuni perché parlate nella stessa area
geografica. Esse formano una lega linguistica.
1 – La classificazione genealogica: le famiglie linguistiche
Le famiglie linguistiche più studiate sono:
La famiglia indoeuropea;
La famiglia afro-asiatica con lingue viventi o estinte in un’area che
comprende l’Africa settentrionale, Medio Oriente e parte di quella
orientale (es: l’egiziano antico, l’arabo e l’ebraico);
La famiglia uralica comprende lingue parlate in Europa orientale e
nell’Asia centrale e settentrionale. Tra le lingue urali vi sono lingue
ufficiali come il finnico, l’estone e l’ungherese;
La famiglia sino-tibetana alla quale appartengono il cinese mandarino,
tibetano e il lolo-bir