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PERIODO KAMAKURA E MUROMACHI:

Avvento dei bushi, si ha una ripresa di elementi cinesi e spostamento del centro culturale di

Kyoto, lingua meno raffinata, sentimento pessimista di rassegnazione. Lingua: caratterizzata da

un forte ibridismo, elementi cinesi a livello lessicale e sintattico con elementi autoctoni, anche

in seguito all'uso del kundoku bunati. Si ha un passaggio dalla lingua classica a quella moderna.

Caratteristiche: spostamento del centro politico, comportò un’influenza sulla lingua delle

parlate meno raffinate e dialettali del Giappone orientale; perdita di potere da parte della classe

colta, lingua meno raffinata e più rozza. Wabun sostituito da una scrittura più maschile (uso di

molti kango); semplificazione della grammatica e aumento dell'uso del katakana; lingua del

potere più vicina a quella del popolo; molti materiali a disposizione.

Caratteristiche della lingua che hanno avuto il sopravvento: disuso kakari masubi;

rentaikei dome; verbi 2dan divennero 1dan; uso particelle (kakujoshi) e connettivi (setsuzokushi)

per le relazioni nelle frasi. Lingua orale sempre più simile a quella moderna

Fonologia: nipponizzazione della lettura ON dei kanji → cambio della fonetica; solo 3 vocali

vere e proprie : /a/, /i/ e /u/; confusione tra i fonemi /m/ e /n/ (anche tra /eu/ e /ou/ e tra /au/ e /ou/);

trasformazione di /kw/ in /k/ (yōon no chokuonka); e si leggessero /ʃi/ e /ʃe/; e si

し せ ち つ

leggessero /tʃi/ e /tsu/ → anticamente lette /ti/ e /tu/; dakuon e letti /dʒi/ e /dzu/; Collado

ぢ づ

segna la differenza tra [dʒi] e [dʑi]; serie dell'h → Collado usa la /f/ per trascriverla;

ぢ じ

vocali /i/ e /u/ a fine parola sono semimute; nascita dei dittonghi (renboin) e delle vocali lunghe;

incongruenze tra la scrittura in kana e la reale pronuncia; introduzione del suono /l/ a inizio parola

e introduzione dei suoni /v/ (per le parole straniere); generalizzato l'uso della forma onbin; il

suppositivo in -mu inizia a trasformarsi in -u (poi forma con vocale lunga).

Origine delle vocali lunghe (sequenze doppie delle stesse vocali): allungamento secondario di

una vocale breve (fusione di due parole distinte); crasi di due vocali in seguito alla caduta della

consonante intervocalica; traslitterazione di una parola di origine straniera. Collado distingueva tra

/o/ lunga e aperta [ŏ] e chiusa [ô]. Per le vocali brevi non si distingue tra aperte e chiuse

Grammatica: Sistema Verbale: Tendenza ad usare la rentaikiei per chiudere la frase al posto

della shūshikei (rentaikei dome); confusione tra le due verbi in -RA e -NA (e a volte anche -SA)

tendono ad unificarsi con gli yodan semplificazione del sistema verbale da 9 a 5 coniugazioni.

Nella trasformazione del sistema verbale, possiamo assistere a una doppia tendenza delle

coniugazioni tradizionali: assimilazione alla yodan; assimilarsi alla 1dan (fenomeno ichidanka :

2dan tendono ad assimilarsi a 1dan). Il verbo ari, con la modifica della shūshikei in aru; si

assimila alla yodan. Base izenkei seguita da ba inizia ad essere usata come kateikei (per il

condizionale): mizenkei+ba realizzazione di un avvenimento in seguito ad un evento specifico;

izenkei+ba realizzazione già avvenuta di un avvenimento in seguito ad una ragione o condizione

specifica. Negazione: Kamakura -zu; Muromachi -nu (rentaikei).

Jodōshi: pian piano lasciano posto ai fukugoji (espressioni composte): appare la forma -tai

da -tashi per il desiderativo; scompaiono e vengono sostituite delle forme presuntive; per il

passato si usa tari o la forma ridotta ta; per lo scritto -ki (passato lontano) e -tsu (vicino); -ru

e –raru (Passivo, Spontaneità, espressione onorifica, potenzialità). Uso sempre maggiore

di Kakujoshi (particelle segna-caso).

Aggettivi: Per gli aggettivi procede l’unificazione tra

forma shushikei e rentaikei che per entrambe le coniugazioni diventa -shi, e quindi in seguito al

fenomeno onbin diventano -i, comune nella lingua parlata. Quindi la distinzione tra le due

coniugazioni in -ku e in -shiku viene a cadere e ne rimane una sola. Questa tendenza si

generalizzò nel periodo Muromachi. Si vedano i seguenti schemi: 1. Coniugazione dei keiyoshi

secondo la grammatica classica; 2. Coniugazione dei keiyoshi in seguito alle trasformazioni del

rentaikeidome. La sillaba (shi) ora può venir considerata parte della radice del keiyoshi e le due

coniugazioni si sono assimilate in una sola. Il shushikei in -ki, in seguito al fenomeno dell'onbin

diventerà -i. Il suffisso -tari, usato per i keiyodoshi fu largamente utilizzato in questo periodo

nello scritto in conseguenza del diffuso uso del buntai misto con presenza di kango.

Il suffisso -nari tende a diventare -na o -ja nelle forme rentaikei e shushikei.

Altre: scompaiono le forme kakari masubi; nascono abbreviazioni; sviluppo e perfezionamento

delle funzioni setsuoka (coniugazioni); pronomi personali: differenti a seconda del rispetto.

Onorifici: Gozaru: viene da goza + aru; quando nascono le forme in -masu, -masuru →

gozarimasu, gozaimasu; Desiderativo: da -tai diventa –tō; haberi → viene sostituita da saburau

(donne) e sōrō (uomini). Verbi onorifici: meshiagaru; Verbi umili: mairu, itadaku, taberu, ecc..;

Verbi ausiliari (jōdoshi) : serararu, ruru, raruru Lessico: wago (parole di origine giapponese):

iniziano ad essere espresse in kanji lingua IBRIBA. Primi wasei kango : parole composte in

quando

kanji create in giappone con lettura ON. Aumento dei kango usati come verbi venivano

accostati a suru; distinzione tra musha kotoba (lingua della classe dei guerrieri) e nyōbō kotoba

(lingua delle donne). Scrittura: Confusione tra pronuncia reale e scrittura in kana. Il Sadaie

kanazukai si basava principalmente sul principio di riportare esempi della letteratura del periodo

d'oro del wabun basandosi su testi autorevoli. Criteri di scrittura dei kana, riportare esempi della

letteratura del periodo d'oro del wabun. Distinzione tra: e (no e e

を お ほ); え, へ ゑ; い, ひ ゐ

Successori di Sadaie furono Minamoto no Chikayuki (Kanamojizukai) e Gyōa.

Tendenza ad usare molti kanji insieme al katakana → ateji : parole scritte in kanji dove però il

kanji viene usato foneticamente. Kirishitanban: utili per conoscere la lingua del tempo (vera

pronuncia); trascrizioni fonetiche in acordo con i sistemi di scrittura di lingue neolatine; introdotti

i segni dakuten e handakuten 1590: Valignano importa la stampa a caratteri mobili: diffusione rōmaji

Dochiirina Kirishitan: problema per i missionari di rendere le parole della cultura occidentale in

giapponese: prestito attraverso la traslitterazione (in kana e kanji); “traduzione” (però richiedeva

interpretazione personale); uso di parole autoctone (rischio confusione e fraintendimenti); parafrasi

esplicative (interpretazione personale). Forme della lingua scritta: Waka konkō buntai: assimilazione

del wa buntai e del kanbun kundoku; forme ibride: accanto ai kanji si trovano parti in kana; frutto della

convergenza dell'hentai kanbun. Buntai sōrō bun: usato prevalentemente per le forme epistolari

(corrispondenza, scritti privati); deriva dall'hentai kanbun; le parti funzionali (particelle, suffissi,...) non

vengono sempre rese se non è indispensabile, se proprio, vengono rese con kanji anziché kana,

costruzione secondo l'ordine cinese (ad es: verbo non più alla fine, ma dopo il soggetto), i tempi e le

varie forme vengono rese sul verbo e sull'aggettivo che precede. Nel periodo Kamakura i giapponesi si

resero conto della loro incapacità di produrre testi in vero kanbun → continuarono comunque a far

sembrare i testi il più sinizzati possibile; manabon → testi in cui venivano riscritte in kanji le opere

in wabun sempre maggiore differenza tra bungo (lingua scritta) e kōgo (lingua orale)

PERIODO EDO: Generalità: lingua come identificazione e distinzione sociale:

buke (Guerrieri); grossi mercanti; piccoli mercanti a Edo: necessità lingua di comunicazione

(lingua dei buke era più raffinata: presa a modello dagli strati superiori → per elevarsi

culturalmente; sankin kōtai (residenze alternate): favoriva incontro di parlate diverse). Riacceso

interesse per la lingua scritta cinese (kanbun) → Dai nihonshi: opera storiografica scritta in kanbun

Revival anche della lingua giapponese pura (o classica) → kokugakusha (cultori studi nazionali)

importanti studi sulla lingua antica → compilazione dizionari

Monaco buddhista Keichū : Wajishōranshō, spiegava l'uso del kanazukai.

Enjuan zakki: studi di etimologia → esamina parole con stessa pronuncia, ma di diverso significato

Motoori Norinaga: Kojikiden (scopre il sistema a 8 vocali del giappone antico, in altre opere tratta

anche i temi delle perticelle, dei kakari masubi, della lettura ON dei kanji e dell'uso dei man'yōgana)

lingua divisa in 4 categorie: -sostantivi; -parole di forma; -parole di azione (predicati); -particelle

Fujitani Nariakira : classificazioni delle parti del discorso → avvio grammatica descrittiva:

-na : sostantivi; -yosohi : verbi e aggettivi; -kazashi : interiezioni, congiunzioni, avverbi, pronomi e

Prefissi; -ayuhi : particelle enclitiche, verbi ausiliari e suffissi.

Motoori Haruniwa: kotoba no hachimata, classificazione dei verbi in 7 coniugazioni, suddivide le

basi dei verbi in 5 diverse forme, kotoba no kayoiji divide i verbi in jidōshi e tadōshi

Letteratura popolare: lingua vicina a quella parlata dal popolo si ha un incremento dell'alfabetismo

(grazie alla stampa -maggiore diffusione di materiale- e all'apertura di scuole). Incontro con la civiltà

occidentale (tracce poi cancellate dal sakoku); rangakusha (studiosi di cose olandesi (soprattutto per

la tecnologia più avanzata) questo incontro stimolò riflessioni sulla praticità e sull'uso di un sistema

alfabetico e sulla difficoltà d'uso dei kanji; *nuova e diversa visione della lingua: descrizione

grammaticale → utilizzo della strategia di kanbun kundoku : orandago kundoku ōbun kundoku :

kundoku delle lingue europee, permetteva la resa parola per parola: resa più fedele

Le Fonti: sharebon e hanashibon → lingua vicina a quella della conversazione

kokkeibon → lingua del primo periodo Meiji, però linguisticamente un po' artefatti (lingua usata per

creare effetti particolari). Ninjōbon → ben riflettono le vicisitudini della lingua nei vari periodi

Fonologia: Le varianti orientali influenzarono la fonologia: tendenza dei dittonghi a trasformarsi

in /e:/ a fine parola; uso di ne a fine frase (originariamente na per esprimere una esclamazione) nel

Kanto diventa nai, nel Kinki nau → no; la distinzione tra e e tra e si attenua fino a

ジ ヂ ズ ヅ

perdersi; i suoni yō'on chiusi /kwa/ e /gwa/ tendevano a trasformarsi in /ka/ e /ga/ (restano nella

parlata colta); differenza tra /g/ a inizio parola e /ng/ nasale in mezzo e alla fine gō yōon no

chokuonka; due variet&agr

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
19 pagine
2 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alba33 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Nuti Andrea.