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La linguistica è lo studio scientifico del linguaggio, pertanto attiene a delle norme precise che possono
essere verificate. In particolare, il linguaggio è la facoltà umana di esprimersi, la lingua l’atto concreto
del parlare.
Il linguaggio nasce, secondo l’ipotesi più accreditata, 100000 anni fa con la diaspora dell’homo sapiens in
Africa, dovuta ai cambiamenti climatici e alla necessità di ricercare nuovi territori (età del neolitico) →
l’esistenza di strumenti quali il chopper e il bifacciale sembra testimoniare l’esistenza di un qualche
linguaggio, perché chi ha ideato e prodotto certi strumenti non può averlo fatto senza parlare. Le lingue
antiche vennero parlate per la prima volta dal popolo indoeuropeo nel 6000 a. C. in Russia, quando tale
popolo con la sua cultura patriarcale si sovrappose alle antiche popolazioni europee matriarcali. I greci
sono stati i primi a riflettere sulla lingua tramite le grammatiche, la filosofia etc… le varie lingue si sono
poi sviluppate in base al tempo e allo spazio.
Il linguaggio può essere di due tipi:
1) Naturale, ovvero quello degli uomini, che è dotato delle seguenti caratteristiche:
Arbitrarietà: nasce dal volere degli uomini stessi, senza regole né imposizioni;
Doppia articolazione: è composto da unità più piccole, i fonemi, che non hanno significato in
senso proprio (= lettere), e da unità più grandi che danno il senso alla frase, i morfemi (=
desinenze)
Discretezza: ogni fonema è netto, definito, ha le proprie caratteristiche e non può essere
modificato;
Ricorsività: il linguaggio può costruire della frasi praticamente illimitate
2) Non verbale, che non riguarda l’atto fisico del parlare, e a sua volta è distinto in:
Linguaggi sensoriali, destinati in modo specifico a uno o più dei cinque sensi (come i segnali
stradali, la musica, il brair, l’alfabeto morse…)
Altri tipi di linguaggio, come quello virtuale o l’informatica.
La lingua naturale si sviluppa su più livelli che sono innati nell’essere umano, ovvero il livello fonetico,
quello morfologico, quello lessicale e quello sintattico.
Lo studioso considerato il padre della linguistica è Ferdinand de Saussure che ha identificato 4
dicotomie:
1) Significante = insieme dei fonemi che compongono la parola VS significato = ciò che la parola
vuole dire.
2) Langue = facoltà umana di esprimersi, elemento astratto (cfr. linguaggio) VS parole = ciò che
viene effettivamente pronunciato (cfr. lingua)
3) Sincronia = ciò che avviene in un punto preciso, insieme a un tempo specifico VS diacronia =
passaggio attraverso il tempo
4) Sintagmatico = i rapporti sintagmatici sono quelli che intercorrono tra una radice e le varie
desinenze e il resto della frase (se un sostantivo maschile plurale, dovranno essere maschili plurale
anche l’articolo e il verbo etc…) VS. paradigmatico/associativo = i rapporti paradigmatici si
riferiscono a tutte le alternative possibili che possono essere associati ai rapporti sintagmatici.
Linguistica strutturale
Si stima che ci siano da 2000 a 6000 lingue nel mondo. È molto difficile stabilire che cosa è una lingua e
cosa no, soprattutto quando si deve tracciare la differenza tra lingua e dialetto. Per la linguistica, lingua e
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dialetto hanno pari dignità; l’unica differenza è che la lingua di solito è ufficiale, con alle spalle una
letteratura, mentre il dialetto è considerato una lingua minore trasmessa per lo più oralmente.
Gli allievi del linguista ginevrino Ferdinand de Saussure hanno raccolto gli appunti delle sue lezioni in
un’unica edizione, pubblicata come Corso di linguistica generale, all’interno di cui si fanno le seguenti
distinzioni:
- Langage = capacità degli uomini di apprendere e comunicare usando una o più lingue; è una
facoltà innata (cfr. linguaggio) solo dell’uomo, mentre la lingua non è innata, ma viene imparata.
- Langue = sistema (struttura) di comunicazione verbale per scambiare e trasmettere informazioni;
è un codice astratto e largamente condiviso per la comunicazione (carattere sociale). Si trova su
un piano astratto (forma)
- Parole = concreto atto del parlare (carattere individuale), è la produzione effettiva dell’atto
linguistico. Si trova su un piano concreto (sostanza)
→ La langue può essere studiata come un codice, formato da:
- Elementi di comunicazione (unità di significato)
- Elementi sonori, che ne permettono la realizzazione concreta
- Regole fonotattiche, morfologiche e sintattiche per creare messaggi strutturati:
Regole fonotattiche: regolano l’unione o meno di certi suoni
Regole morfologiche: riguardano la forma delle parole
Regole sintattiche: mettono in fila le varie parole in modo sensato
Saussure inoltre distingue tra:
- Linguistica interna = tutto ciò che riguarda la struttura della lingua
- Linguistica esterna = tutto ciò che non riguarda la lingua internamente (per esempio la diffusione
geografica della lingua, l’ambito d’uso, la valutazione sulla lingua etc…)
→ Le lingue sono dotate di diverse proprietà:
- Plurifunzionalità = una lingua può avere diverse funzioni e può anche parlare di sé stessa
(metalinguismo)
- Universalità = ogni uomo usa una sua lingua
- Priorità del parlato
- Trasponibilità del mezzo = qualsiasi lingua può essere scritta
- Libertà da stimoli o distanziamento = la lingua umana può parlare di cose anche senza stimoli
presenti (cioè senza che l’oggetto di cui si parla sia per forza presente) e a distanza di tempo
- Trasmissibilità culturale
- Produttività e complessità (equivocità) = una lingua produce teoricamente una serie infinita di
messaggi sempre più complessi (ricorsività)
- Biplanarità del segno
- Arbitrarietà del segno
- Doppia articolazione = descritta da Martinet nel 1960, implica la presenza di monemi e fonemi.
- Monemi = si suddividono in lessemi (radice) e morfemi (la desinenza che esprime il
tempo/genere); il monema è il più piccolo elemento che si può isolare e che ha un proprio suono
e significato.
- Fonemi = sono i segmenti in cui si possono suddividere i monemi (unità minime di seconda
articolazione), cioè le singole lettere/suoni. N.B. Attenzione a non indentificare sempre il fonema
con la singola lettera. In realtà il fonema corrisponde a un suono, che a sua volta può essere
espresso da una combinazione di più lettere. Per esempio, n è un fonema (che corrisponde
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casualmente a una singola lettera), ma lo è anche ch, che infatti nella trascrizione fonetica viene
reso con un unico suono k.
→ il fonema è un elemento funzionale della lingua, oggetto di studio della fonologia, ed è
distintivo, in quanto oppone monemi diversi (in altre parole, è il suono a determinare la diversità
tra le parole). Se prendo una parola e ne cambio un fonema, ottengo una prova di commutazione
= se il significato della parola cambia, le due parole sono una coppia minima e hanno due fonemi
diversi.
→ la lingua è un sistema di segni arbitrari (=convenzionali) per costruire messaggi formati da elementi
discreti e lineari Segno linguistico
↓
Entità psichica
Significato (contenuto o concetto) significante (espressione acustica)
↓
Significato e significante sono fortemente uniti, ma è un rapporto totalmente convenzionale, non c’è
alcun rapporto reale tra il significante e la realtà oggettiva. Esistono alcune eccezioni, come le onomatopee
e gli ideofoni/fonosimboli, e i gradi di motivazione relativa (2 parole arbitrarie vengono usate insieme
per formare una nuova parola che quindi detiene un certo grado di motivazione; per es. taglia+legna).
→ le parole trasparenti hanno un certo grado di riferimento alla realtà, a differenza delle parole opache,
che sono parole normali e convenzionali. Il grado di arbitrarietà va sempre valutato in sincronia, cercando
cioè di capire perché quella parola è nata in quel contesto/periodo; se la parola viene studiata
diacronicamente allora bisogna ricorrere all’etimologia.
→ un’altra caratteristica del segno linguistico è la linearità = il significante dipende dall’ordine delle
lettere (fonemi), così come il significato (il senso) dipende dall’ordine delle parole nella frase.
La fonetica e la fonologia
La fonetica è lo studio dei suoni, dei foni del linguaggio, non appartenenti a nessuna lingua in
particolare, in una prospettiva descrittiva. La fonologia invece riguarda i fonemi, cioè i suoni linguistici
su piano mentale (cfr. langue) visti nella prospettiva della loro funzione. In altre parole, la fonologia
studia come le parole dovrebbero essere pronunciate, la fonetica come invece vengono effettivamente
pronunciate sul piano concreto dell’esecuzione.
La fonetica può essere di tre tipi:
1) Articolatoria = studia i meccanismi dell’apparato fonatorio. Infatti le pliche vocali sono due
lembi che si aprono e si chiudono, producendo il suono; anche la faringe e la laringe producono
dei suoni, che però non sono presenti nella lingua italiana. La lingua è divisa in radice, apice, dorso
e postdorso; solitamente si muove verso la parte superiore della bocca. Il velo palatino si può
chiudere sulla faringe, provocando l’uscita dell’aria solo dalla bocca; in caso contrario, può
fuoriuscire anche dal naso.
2) Acustica = studia le emissione sonore con alcune macchine
3) Percettiva = studia l’interpretazione dei suoni da parte di chi li sente
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Le vocali sono classificate in base a tre criteri:
- Posizione della lingua: anteriore-centrale-posteriore e aperta-semiaperta-semichiusa-chiusa
- Posizione delle labbra: labializzata-non labializzata
- Posizione del velo palatino: nasali-orali
Le consonanti sono invece classificate in base a:
- Luogo di articolazione: dentale, alveolare, bilabiale, palatale, velare, laringale.
- Modo di articolazione: occlusiva, laterale, vibrante, approssimante, fricativa, affricate.
- Sonorità/sordità
L’accento può essere di 2 tipi:
D’intensità = accento normale, che mette in risalto una sillaba
Musicale = accento che causa la variazione della frequenza della voce
La fonetica combinatoria studia vari fenomeni, tra cui:
- Assimilazione progressiva/regressiva che a sua volta può essere totale/parziale:
Regressiva totale = domna → donna (la consonante n assimila completamente quella precedente)
Progr