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TIPOLOGIE DEI DOCUMENTI DELLE LINGUE ROMANZE
E’ opportuno saggiare la possibilità di classificare qualitativamente l’insieme di FONTI/TESTI delle più svariate
estensioni, utilizzabili nella ricostruzione dei processi linguistici e linguistico-culturali inerenti la progressiva
trasposizione nello SCRITTO delle Parlate Volgari, nuovi sistemi linguistico-comunicativi radicati nell’ambito
dell’oralità quotidiana in Europa occidentale.
Si distinguono:
A 1) Innovazioni terminologiche (dal VII – VIII sec) che si insinuarono nel sistema linguistico Latino-Medievale/
singole unità lessicali di derivazione Romanza (onomastici e toponomastici, barbarismi e romanismi adattati alla
morfologia Latina attraverso la rivisitazione mediata della loro struttura morfo-sintattica, ancora sintetica-implicita, a
dispetto dell’analitica-esplicita Romanza, votata alla semplificazione dei costituenti linguistici attraverso l’introduzione
di specificazioni morfo-flessive/ desinenze verbali e nominali, articoli che avrebbero sancito la crisi del sistema Latino
dei casi e delle declinazioni casuali, oltre ad una considerevole variazione dei criteri di accentazione, timbrico-
qualitativa, non quantitativa, e ad una tendenza crescente alla strutturazione paratattica dell’enunciazione).
Fenomeno di acquisizione di Neologismi a testimonianza del dinamismo del diasistema Latino, non ancora in crisi nello
scritto.
A 2) Glosse e Glossari (dal IX sec)
Esplicazioni marginali o interlineari relative a termini o enunciati complessi/non immediatamente
comprensibili.
Fenomeno di diversificazione dei registri espressivi Latini/di confronto tra un registro “più alto” o semplicemente più
antico, comunque meno corrente, al quale appartiene il termine glossato, ed un registro più vicino al glossatore o ai
destinatari del testo, cui appartengono le glosse. Pur rivelando la maturazione di una nuova sensibilità, di un’attenzione
linguistica specifica, (i più vetusti) non implicarono l’esistenza di sistemi linguistici distinti nelle coscienze dei
parlanti.
Tra i più antichi:
- Glossari di Reichenau (IX sec ma in copia manoscritta del X sec) → raccolta di 5.000 lemmi accompagnati dalle
relative esplicazioni, suddivisa in due sezioni (Glossario biblico e Glossario alfabetico, più piccolo), proveniente dalla
biblioteca dell’omonima abbazia benedettina sul lago di Costanza.
Nonostante il glossatore operi all’interno di un sistema ancora esclusivamente Latino, e la grafia non registri alcuna
evoluzione di carattere sostanziale,
il registro inferiore, quello della glossatura, può presumibilmente essere riconducibile nel 10% dei casi alla nuova realtà
linguistica orale in via d’affermazione/ testimonianza diretta del Latino Subletterario di età carolingia, ovvero della
lingua correntemente Parlata in Francia/ Varietà Gallo-Romanza in Lingua d’oil.
Evidente:
la tendenza alla sostituzione di monosillabi e di parole brevi latine con forme più ampie e tendenzialmente regolari,
anche attraverso l’estensione della I e II declinazione (aper > salvaticus porcus);
l’introduzione di germanismi in forma di prestiti linguistici esterni (labiovelare sonora /gw/);
l’utilizzo della locuzione “plus + aggettivo” in luogo del comparativo latino (saniore > plus sano);
la semplificazione degli elementi pronominali;
la regolarizzazione dei temi verbali, attraverso la modificazione dei paradigmi condotta su base analogica o l’estensione
della 1 e 2 con. a scapito della 3 e della 4;
l’abbandono dei verbi deponenti.
- Glossario di Kassel (IX sec) → l’unicodi origine germanica tra quelli presi in esame, documenta l’interesse per la
Lingua Tedesca correntemente parlata nellaparte occidentale dell’impero carolingio
(La lingua tedesca non è comunque parte delle parlate romanze, ma delle germaniche).
Realizzato sotto dettatura da uno scrivente bavarese (e non attraverso trascrizione o ricompilazione di materiali
preesistenti come accadde invece per Richenau), sembra essere frutto di una sorta di interrogazione linguistica rivolta ad
uno o più parlanti romani (ossia di area linguistica Romanza), con una lista di lemmi espressi nelle due forme:
Latino/Romanza e Germanica affiancate, dunque, nei fatti, Romanzo-Tedesco.
- Glossario di Monza (X sec) → di origine alto-italiana, si distingue per essere Greco-Latino, dunque nei fatti Greco-
Romanzo.
Posteriori, e con sicurezza appartenenti a Sitemi linguistici pienamente Romanzi, classificabili ormai come
Castigliani nella loro interezza:
- Glosse Silensi (XI sec) → esplicazioni puntuali attraverso semplici raggruppamenti di sostantivi, contenuti in un
Penitenziale a sua volta appartenente ad un manoscritto (raccolta di Sermoni) rinvenuto nel monastero di Santo
Domingo de Silos (Vecchia Castiglia), ed ora conservato alla British Library di Londra.
Evidente:
la formalizzazione del gerundio in luogo dei participi presenti latini (ignorante > non sapiendo; revertente >
retornando); l’estensione funzionale del verbo SEDERE (sedeo, es, sedi, sessum, ere) in sostituzione di forme
corrispondenti del verso ESSE.
- Glosse Emilianensi (XI sec, di poco posteriori alle Silensi, ma allegate successivamente ad un manoscritto di
precedente fattura) → annotazioni esplicative in un manoscritto (raccolta di testi latini religiosi) rinvenuto nel Fondo
monastico di San Millan, ed ora conservato nella Biblioteca de la Historia di Madrid.
In due glosse compaiono inoltre le prime attestazioni scritte del Basco, e i primi Arabismi.
Frequenti:
il fenomeno del dittongamento spontaneo non metafonetico;
l’introduzione dell’articolo;
la tendenza all’espressione del soggetto;
la presenza di preposizioni articolate evolute, mediante rafforzamento/combinazione di forme preesistenti.
B) Esempi/Frammeni Testuali più chiaramente Volgari, vicini all’espressione Romanza ma ancora nell’alveo del
Latino -Volgare- (VIII-IX sec, altamente contaminati dal Latino, con una forte componente emulativa)
All’inverso, piuttosto che essere definiti testi linguisticamente corrotti rispetto alla norma grammaticale classica,
possono essere considerati tra i primi esempi testuali ad aver tentato di codificare nello Scritto un’espressione orale
ormai prossima al potersi dire Romanza (seppur non espressamente, a livello di coscienza linguistica e di realtà fattuale)
/ modelli di oralità che preannunciano i Volgari Romanzi, dunque
soluzioni di compromesso dotate di una propria efficacia operativa/ prodotti di una volontà espressiva che si avvicinò o
tentò di avvicinarsi ad un’Oralità che si avviava quantomeno a divenire Neolatina.
A queste tipologie testuali sono riconducibili testi giuridici e religiosi, o meglio, un insieme diversificato di attestazioni
linguistiche accomunate dall’utilizzo del cosiddetto Latino della Parola, distribuibili in due gruppi:
- testi didattico-prescrittivi, composti in Latino circa romancum, ossia Latino che imita il Volgare;
- testi a carattere testimoniale, composti in Latino iuxta rusticitatem, ossia secondo la maniera della Rusticità.
C 1) Antichi Testi ormai espressamente Romanzi (con formulazione generica, a partire dal IX sec) /
le più antiche attestazioni dell’uso nello scritto di Sistemi formali pienamente e coerentemente Volgari /
prodotti testuali integri e coerenti, d’indiscusso valore documentario, ma di certo non ascrivibili a Tradizioni Letterarie
Romanze post carolingie, successive /
forme speciali di Oralità controllata, legate a Tradizioni Formulari Latine - Scolastico-Notarili, giuridiche o religiose -
Cfr Trafila Colta, Clericale, MedioLatina
in genere di lunghezza ridotta agli inizi -non superano il respiro di una frase o di un periodo-;
i testi più ampi sono anche quelli meno organizzati formalmente (come il Conto navale pisano o la Noticia de quesos),
nei quali è ravvisabile il carattere pratico di scritture occasionali, personali, non destinate a divulgazione o diffusione,
realizzate attraverso Lingue sussidiarie private.
Considerazioni a sé stanti meritano:
- Giuramenti di Strasburgo (842 d. C.) → il più antico testo in lingua Gallo-Romanza, o meglio, nella varietà
settentrionale Oitanica (lingua d’oil) / l’atto ufficiale di nascita delle lingue romanze come strumento espressivo
evoluto, la cui ampiezza, l’alta organizzazione e la sicura intenzionalità della conservazione sancirono l’avvenuto
radicamento di una cultura grafica in volgare romanzo, preludio alla nascita di una tradizione letteraria neolatina. Al
carattere monumentario del testo, si unì già un grado relativamente elevato di letterarietà con funzione
strutturante, connesso ad un’organizzazione formale rigorosa richiesta dalla tipologia di documento o dall’occasione
che ne determinò la stesura. Cfr Placiti campani (960-963 d. C.);
- Sequenza/Cantilena di San’Eulalia (880-890 d. C.) → la più antica poesia francese classificabile come il più
datato testo letterario in volgare romanzo.
La campionatura presentata ha valore puramente esemplificativo del grado di sviluppo raggiunto dalle diverse varietà
linguistiche nelle diverse aree della Romània. Il limite cronologico non è fissato in maniera rigida, e risulta
particolarmente avanzato per l’area italiana ed iberica. Accade così che i più antichi testi occasionali e di carattere
pratico in Volgare Toscano e Castigliano -rif. sopra- risultino contemporanei o addirittura posteriori ai più antichi
monumenti letterari di origine Gallo-Romanza, Francesi (lingua d’oil) e Provenzali (lingua d’oc).
L’Europa Romanza si muove a velocità differenti,
tanto nell’evoluzione delle parlate e dei livelli di coscienza linguistica, quanto nei processi di elaborazione di forme
espressive di natura letteraria fondate sulle nuove realtà comunicative Volgari Romanze.
Dall’Italia:
- Indovinello veronese (780 d.C.) → E’ la prima di due frasi inserite da due mani distinte ma coeve in uno spazio libero
presente in un prezioso codice di origine iberica, l’Orazionale mozarabico, portato in Italia all’epoca dell’invasione
araba (VIII sec).
E’ interpretato come prova di abilità calligrafica/competenza scrittoria da parte di due diversi scribi di pari ed elevata
bravura, che lascia presupporre per entrambi una formazione specifica assai accurata ed un livello d’istruzione elevato /
un indovinello che cela attraverso metafore bucoliche, l’attività della scrittura, frase peraltro riconducibile sia ad una
Tradizione Popolare d’indeterminata antichità, sia ad una specifica Tradizione di Enigmistica Latina, che riporterebbe
ad ambienti colti e Tradizioni di tipo Scolastico.
Il dato primario di colloca