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IATO
-lo iato è foneticamente innaturale: vi allude lo stesso termine che deriva da hiatus “stare a bocca
aperta”
-in generale si trova in corrispondenza di una pausa ritmica o di senso
-i poeti più raffinati tendono ad evitare lo iato, ma anche ad evitare le elisioni (specialmente di
vocali lunghe o di dittonghi)
-talvolta se posto fra due parole l’una monosillabo che finisce in vocale l’altra iniziante per vocale, i
applica la norma vocalis ante vocalem corripitur, per cui la vocale del monosillabo si abbrevia; in
questo caso si parla di iato prosodico
-molto raro è lo iato per parole che finiscono per vocale + m
ALLUNGAMENTO DI ARSI DAVANTI A CESURA
-in questa posizione una sillaba che nella normale scansione fonosintattica può talora occupare il
posto di una lunga
a) buc. omnia uincit amor: et nos cedamus amori
b)buc. desine plura, puer, et quod nunc instat agamus
-la cesura può aver favorito il mantenimento della sillaba chiusa per raddoppio sintattico causato
dalla cesura mor//ret; è ciò che accade in diversi casi con il dimostrativo hoc
c)buc. terrasque tractusque maris caelumque profundum
-il sandhi terrasquetractusque si può dividere ter-ras-quet-rac-tus-que
d) Aen. liminaque laurusque dei, totusque moueri
S CADUCA: -è fenomeno limitato alla lingua arcaica, in seguito i poetae novi lo aboliranno: la
latinità classica restaurò -s non solo nella versificazione ma nella normale parlata
-quando Cicerone definisce il fenomeno subrusticum, egli non alluderebbe ad una
distinzione socioculturale, ma o qualificherebbe in senso estetico come tratto poco
raffinato (una consapevole autocritica verso le opere della giovinezza)
VERSI IPERMETRI: -alcuni esametri sembrano eccedere di una sillaba e perciò vengono detti
ipermetri
-in realtà la sillaba eccedente è sempre in sinalefe con la vocale che inizia il
verso successivo; si crea una forma di rejet “accavallamento” fra i due versi
POESIA: alternanza regolata secondo schemi fissi di sillabe lunghe, brevi, toniche e atone;
per quanto riguarda la prosa schemi fissi vengono utilizzati solo nelle clausolae.
IL RITMO LATINO: -la versificazione latina è stata quantitativa fin dalle origini, ciò consentì
l’assunzione degli schemi metrici greci
-solo con l’affievolirsi del senso quantitativo nei versi latini emerse sempre
più l’aspetto accentuativo, primo esempio insigne è Commodiano III d.C.
TEMPO PRIMO o MORA: -il termine mora è tecnicismo moderno risalente a Gottfried Hermann
PIEDE: -sequenza ragionata di tempi primi
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SPONDEO (libagioni) ˉ ˘
TROCHEO (della corsa/del coro)
˘ ˉ
GIAMBO ˘ ˘
PIRRICHIO (dalla danza pirrica)
ˉ ˘ ˘
DATTILO (dito che dà il ritmo) ˘ ˘ ˉ
ANAPESTO (battuto al contrario rispetto al dattilo)
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TRIBRACO (tre brevi)
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CRETICO (da Creta) ˘ ˉ ˉ
BACCHEO (Bacco)
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MOLOSSO ˉ ˘ ˘ ˉ
CORIAMBO (trocheo + giambo)
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