SALLUSTIO
La monografia
Il rappresentante massimo è Sallustio. Sallustio non deve essere identificato con l'epoca di Catilina.
Autore di cui abbiamo poche notizie certe:
- Nasce a Sabinia (vicino all'Aquila) intorno all'86 a.C., da una ricca famiglia locale.
- Si forma a Roma.
- Attività politica nel 55-50 a.C. negli stessi anni di Cicerone.
- Nel 50 a.C. viene accusato di indegnità morale e allontanato dal Senato e si lega a Cesare.
- Nel 46 a.C. viene reintegrato nel Senato: gli viene affidato il governo della Africa nova (Numidia); interruzione delle notizie biografiche.
- Accusato di malversazione, è costretto a ritirarsi dalla vita pubblica; compone le sue opere storiografiche; muore nel 36/35 a.C.
- Ci arrivano due sue opere, di carattere monografico: Bellum Catilinae; Bellum Iugurthinum.
- Opera annalistica (39-; perduta): Historiae.
Che l'opera di Sallustio sia un'opera da situare dentro una riflessione di
carattere loso co-retorico, che deve molto a Cicerone, lo si comprende molto facilmente già dall’attacco della Congiura di Catilina. In questo attacco si parla della sua attività pubblica e che si è fatto traviare da questa attività come molti in quel periodo. La scelta dell’argomento deve essere degno di memoria perché devono essere di insegnamento, tra questi episodi la congiura di Catilina è memorabile. In questo passo vediamo che Sallustio porta a compimento una ri essione teorica che arriva in particolare da Cicerone. È una lettera scritta da Cicerone all’amico Lucceio che era uno scrittore di storia, gli annali, in cui si può vedere come 47 fi fi fi fi fi fi fl fl fi fi fi fi figià costituisca in quegli anni un vademecum su come scrivere storia che di fatto è quello che Sallustio prenderà come riferimento. In questa lettera del 56 a.C. viene sostanzialmente descritto quello che Sallustio fa per
La congiura di Catilina. Scrivere storia significa comporre un opus oratorium, soprattutto secondo Sallustio che rifonda il genere sulla base di questo impianto teorico:
- Impostazione biografica, potenziale drammatico, emergere di protagonisti sopra la trama del racconto
- Focalizzazione sull'ethos dei personaggi (vedi riflessione teorica, generi della retorica)
- Selezione di argomenti degni di essere ricordati sulla base della loro eccezionalità: vedi congiura di Catilina (63 a.C.) e guerra contro Giugurta (111-105 a.C.)
- Intenzione di creare modelli paradigmatici per l'analisi del presente e per la memoria futura: vedi uso retorico della lingua "Nelle sue due monografie, Sallustio 'strappa', dalla tela di fondo costituita dalla storia, due segmenti e li pone all'origine del processo di degenerazione della res publica e della propria emarginazione politica ed esistenziale" (G. Brescia)
I discorsi dei personaggi sallustiani come exempla di ethos
e come luoghi ricchi di topoi retorici, sulla base dei grandi modelli greci e della lezione del moralismo latino di stampo catoniano.- I grandi personaggi del de coniuratione Catilinae: Catilina, Cesare, Catone, exempla di ethos, verba, mores.
- Le cause della degenerazione della res publica sono di carattere morale e sono da attribuirsi soprattutto alla nobilitas e alla sua decadenza morale rispetto alle virtù che caratterizzavano la società arcaica. Catilina fa parte di questa nobilitas (cfr. il suo discorso).
- Catilina rappresenta un furor tragico, che oltrepassa ogni limite (novitas) // vocabolario di Cicerone nelle Catilinarie.
Lezione 13, 11 ottobre
La sua rielaborazione nel genere storiografico emerge quindi da un'evoluzione, non nasce dal nulla.
Come si arriva al capitolo 20 riguardo il discorso di Catilina?
L'ottica di leggere questo testo come un'opera fortemente improntata a schemi retorici è mostrare come Catilina viene presentato
prima che arrivi al suo discorso. Nell'incipit Sallustio, con un attacco loso co dà l'idea del tono e dell'ethosdel suo testo, dichiara la materia. Il capitolo successivo a questa dichiarazione programmatica è il capitolo 5: "ioracconterò qualcosa di questo uomo prima di narrare i fatti". L'attacco subito dopo la parte di esordio è un ritratto di48fi fi fi fi fl fi fiCatilina. Questo ritratto come si presenta? Viene presentato il nome, la stirpe, egli è nato da famiglia nobile; vengonorappresentate le caratteristiche, fu di grande vigore sia nell'animo che nel corpo, ma di ingegno era malvagio e cattivo.Il ritratto corrisponde a uno schema tipico della retorica nella presentazione di un grande avversario come quello perVercingetorige. Quella polarità anima e corpo è quella loso ca con la quale si apre tutta l'opera nonostante siaun'opera storiogra ca. Inoltre, viene indicata la suaGiovinezza e cosa faceva nella sua giovinezza. Il lessico utilizzato è esattamente quello ciceroniano delle catilinarie. In ne, il corpo è estremamente forte, in grado di sopportare il digiuno, il freddo, il sonno più di chiunque altro, fuori dall'ordinario. Questi ritratti di nemici illustri sono costruiti su schemi retorici che rispondono a un modello specifico che non hanno nulla a che fare con la veridicità storica, in questo caso si uniscono poi elementi di carattere filosofico e morale ed elementi lessicali presi dai suoi modelli che sono Cicerone ma poi anche Catone da un punto di vista morale. Nel capitolo 20 si trova il discorso che Catilina fa per ottenere il consenso di questa schiera di scontenti, disgregati e disperati nel tentativo di ottenere il potere inizialmente in modo legale con il consolato, poi con la rivolta vera e propria.
SALLUSTIO (86-35 a.C.), Bellum Catilinae 20. "Ni virtus desque vostra spectata mihi forent, nequiquam opportuna"
res cecidisset; spes magna, dominatio in manibusfrustra fuissent, neque ego per ignaviam aut vana ingenia incerta pro certis captarem. Sed quia multis et magnistempestatibus vos cognovi fortis dosque mihi, eo animus ausus est maxumum atque pulcherrumum facinus incipere,simul quia vobis eadem, quae mihi, bona malaque esse intellexi; nam idem velle atque idem nolle, ea demum rmaamicitia est. Sed ego quae mente agitavi, omnes iam antea divorsi audistis. Ceterum mihi in dies magis animusaccenditur, cum considero, quae condicio vitae futura sit, nisi nosmet ipsi vindicamus in libertatem. Nam postquam respublica in paucorum potentium ius atque dicionem concessit, semper illis reges, tetrarchae vectigales esse, populi,nationes stipendia pendere; ceteri omnes, strenui, boni, nobiles atque ignobiles, vulgus fuimus, sine gratia, sineauctoritate, iis obnoxii, quibus, si res publica valeret, formidini essemus. Itaque omnis gratia, potentia, honos, divitiaeapud illos sunt aut ubi illi volunt;
nobis reliquere pericula, repulsas, iudicia, egestatem. Quae quousque tandempatiemini, o fortissumi viri? Nonne emori per virtutem praestat quam vitam miseram atque inhonestam, ubi alienaesuperbiae ludibrio fueris, per dedecus amittere? Verum enim vero, pro deum atque hominum dem, victoria in manunobis est: viget aetas, animus valet; contra illis annis atque divitiis omnia consenuerunt. Tantum modo incepto opus est,cetera res expediet. Etenim quis mortalium, cui virile ingenium est, tolerare potest illis divitias superare, quasprofundant in exstruendo mari et montibus coaequandis, nobis rem familiarem etiam ad necessaria deesse? Illos binasaut amplius domos continuare, nobis larem familiarem nusquam ullum esse? Cum tabulas, signa, toreumata emunt,nova diruunt, alia aedi cant, postremo omnibus modis pecuniam trahunt, vexant, tamen summa lubidine divitias suasvincere nequeunt. At nobis est domi inopia, foris aes alienum, mala res, spes multo asperior: denique quid reliquihabemus praeter
miseram animam? Quin igitur expergiscimini? En illa, illa, quam saepe optastis, libertas, praetereadiviae, decus, gloria in oculis sita sunt; fortuna omnia ea victoribus praemia posuit. Res, tempus, pericula, egestas,belli spolia magni ca magis quam oratio mea vos hortantur. Vel imperatore vel milite me utimini! Neque animus nequecorpus a vobis aberit. Haec ipsa, ut spero, vobiscum una consul agam, nisi forte me animus fallit et vos servire magisquam imperare parati estis." Se la vostra virtù e la vostra fedeltà non mi fossero evidenti, inutilmente si sarebbe presentata la circostanza opportuna;la grande speranza, il dominio, sarebbero stati vani nelle nostre mani, né io non prenderei cose incerte al posto di cosecerte basandomi sull’ignavia e su forze vane. Ma poiché io vi ho conosciuto in molte e grandi avversità, forti e fedeli ame, per questa ragione il mio animo ha osato cominciare alla più grande e più bella impresa, econtemporaneamente, anche poiché ho inteso che per voi sono buone o cattive le stesse cose che lo sono per me [in sostanza condividiamo gli stessi valori, la des si basa sulla stessa visione del mondo]; infatti il volere e il non volere la stessa cosa, questa è alla ne salda amicizia. Ma ciò che io andavo pensando nella mia mente, tutti voi le avete apprese separatamente. Per il resto il mio animo si accende ogni giorno di più, quando considero quale sia la condizione della nostra vita se noi non rivendichiamo noi stessi alla nostra libertà. [c'è già qui l'insistenza sull'accensione dell'animo che diventerà furor]. Infatti, dopo che lo stato è caduto nel diritto e nella disponibilità nel governo di pochi potenti, sempre a loro, re e governatori, dovettero dare imposte, popoli e nazioni dovettero pagare tributi; tutti gli altri forti, buoni, onesti, nobili e ignobili noi tutti siamo stati considerati.
volgo senza grazia, senza dignità sottomessi a loro per i quali se lo stato fosse in salute dovremmo costituire elemento di spavento. [denuncia degli abusi di potere di questi pochi potenti]
fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi
E così qualsiasi potenza e tutte le ricchezze si trovano presso loro; a noi lasciarono solo i pericoli, le sconfitte, le accuse e la povertà. Fino a quando sopporterete queste cose, o uomini estremamente valorosi? [richiamo della prima catilinaria di Cicerone]
Non è forse meglio morire per virtù piuttosto che consumare una vita misera e disonesta nell'indecoro dove tu sia preso a scherno per la superbia altrui? Ma certo per la fede dei dèi e uomini, la vittoria è in mano a noi: in noi l'età è vigorosa ed è in salute il nostro animo. D'altra parte invece in loro ogni cosa si consuma per gli anni e per le loro ricchezze, solo è necessario l'avvio all'impresa,
Per il resto la cosa funzionerà. E del resto chi fra i mortali che abbia un ingegno da uomo, chi tra i mortali potrebbe tollerare che avanzino ricchezze per loro, che essi sperperano nel costruire sul mare e nello spianare monti ment
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