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NEOUMANESIMO E SPIRITUALISMO
Theodor Haecker nel 1931 pubblica "Virgilio padre dell'Occidente" opera che ebbe una fama enorme. Haecker fu uomo di fede salda e austera e di grande coerenza in anni assai difficili, il libro che propone è però deludente oggi, già allora Walter Benjamin fu ostile a questo testo che però ebbe grande successo. Il testo di Haecker delude perché propone la posizione di un teologico umanesimo universale, perché Virgilio appare nel testo un appiglio alla requisitoria contro il secolo e le sue attuazioni sociali, contro il materialismo metropolitano e democratico, contro la civiltà tecnica. Il libro propone una nuova teodicea, e volge l'analisi in una sfera estranea alla cosi un'interpretazione brutale. Haecker ed il suo Virgilio fanno capire in che filologia, rendendosi sento un classicismo cristianeggiante può farsi ideologia antimodernista. Nell'interpretazione religiosa di
Heker i poemi di Virgilio sono quasi la stazione intermedia del disegno provvidenziale che va dalla Bibbia alla Civitas Dei di sant'Agostino.
Mentre per gli intellettuale umanisti borghesi, Virgilio è il primo modello di lirismo colto e patetico, l'archetipo della categoria del sentimentale nell'arte.
I saggi di Curtis, di Bochardt e di Eliot si completano a vicenda, perché raggiungono lo stesso fine per vie diverse, e dimostrano l'universalità culturale di Virgilio per scorci di storia del gusto (Curtis), nei sentimenti esistenziali del poeta (Borchardt), nel suo stile mentale ed artistico, che è problematico e consapevole quindi maturo e non provinciale, dunque universale e classico (Eliot).
IL VERGIL DI FRIEDERICH KLINGNER
Pubblicato nel 1967, e raccoglie una vita di studi sulle opere di Virgilio, e appare un libro una premessa intellettuale diversa, ma nell'insieme disorganico, ogni brano presenta il Vergil di è per la filologia.
virgiliana del nostro secolo, l’espressione più ricca e più intelligente Klingner del metodo di lettura letteraria e poetica del testo e di esegesi delle cultura e della spiritualità di Virgilio. Heinze non aveva indagato sul rapporto tra forma letteraria e contenuti spirituali, cosa che invece fa Kligner, il cui libro è completamento di quello di Heinze. Kligner ritiene che la forma, l’arte di Virgilio sono espressione ed immagine del suo modo di essere, del suo carattere morale, l’interpretazione condotta sul sentimento della vita e sulle idee religiose nella poesia non era, certo un metodo nuovo, ma non era stato ancora usato sulle opere di Virgilio; al centro dell’esegesi di Klingner c’è l’idea religiosa e filosofica della vita. Klingner si propone l’apprezzamento della bellezza poetica, del valore estetico dell’arte, la scoperta ed il commento di valori spirituali universali, primo fra tutti il valore della
vita come idea di completezza e totalità, come energia religiosa assoluta che trascende i limiti di ogni epoca storica. Secondo Kligner Virgilio intuisce i valori della vita, e questa intuizione pervade l'opera garantendo una unità interiore. La coerenza del carattere ideale e la costanza della disposizione litica dalla Bucoliche all'Eneide non escludono l'approfondimento dei pensieri e della conoscenza del mondo e la maturazione della capacità. Per Klingner le Bucoliche sono l'idealizzazione della vita estetica, l'immagine della pace dell'anima conquistata contro le forze della convivenza sociale; sono, insomma, la trasfigurazione artistica dell'arte e delle sue energie catartiche. Il processo di trasformazione dei valori dell'arte in valori della vita è più deciso e maturo nelle Georgiche, già i modelli poetico-filosofici come Lucrezio in primo luogo, poi Empedocle, imporsero la realizzazione di.Un'opera di verità. Virgilio crea un poema filosofico rigido e al suo diritto del piacere estetico, dell'invenzione, del gioco arcaizzante perché non ha rinunciato al poetico. Nella dinamica tra diletto e verità, tra fantasia e proposito morale, tra i particolari e il tutto Kligner coglie l'originalità del poema: la somma dei particolari costituisce il tutto, non ci dà il suo significato. Il soggetto del poema non sta nei pratici insegnamenti di agricoltura, ma piuttosto è importante che ai semplici arnesi e lavori si rivelano nel loro pieno significato la disagevolezza di natura religiosa e dell'amore sincero per la semplicità. Quindi anche i particolari irradiano dignità e valore. La fisionomia esterna delle Geporgiche è quella di un raffinato poema ellenistico, fatto di imitazioni, allusioni, calchi, descrizioni, digressioni ma concepito seriamente da una filosofia coerente che ne costituisce l'unità intima.
Nelle Georgiche l'antitesi sostenuta tra sventura e salvezza-felicità è trasferita in una dimensione cosmica di morte e vita, di distruzione e fecondità. Per Kligner l'Eneide è il culmine della creatività di Virgilio perché essa, in rapporto con la storia e gli eventi politici, è padroneggiata sapientemente e matura la concezione del mondo già presente nelle opere precedenti. Per questo l'Eneide, nella rinnovata considerazione di carattere religioso e civile, appare l'opera più romana, più carica di responsabilità ideali e morali. Nell'Eneide, anziché sventura e consolazione personale come nelle bucoliche e georgiche, abbiamo una volontà di conclusione positiva tra un senso della storia e una concezione provvidenziale del mondo. Una solida persuasione teologica è l'impianto unificante di tutto il poema che, per essa, si presenta come qualcosa di assolutamente nuovo nellatradizione letteraria occidentale. Senza rinunciare a nulla dell'epica romana, egli l'ha mutata fin nell'intimo, ha raggiunto un nuovo stadio nella tradizione omerica e in ciò ha scoperto qualcosa che né Omero né gli omeridine Nevio o Ennio con i loro successori avevano presagito. VIRGILIO: LA COSCIENZA DEI PROBLEMI DELLA ZEITENWENDE E IL ROMANZO DI H. BORCH Tutta la critica virgiliana della prima metà del secolo, la critica filologica e quella ideologica pur nelle differenze di propositi e di risultati appartiene alla cultura neoumanistica. Cultura neoumanista cioè cultura antipositivista, liberale antisocialista, che complessivamente intende affermare l'efficacia perenne dell'educazione classica e del gusto e dello spirito etico formato sui classici, dopo le diverse crisi dell'arte, dell'estetismo tardo romantico e delle prime avanguardie europee, e la crisi degli ideali scientifici, storicistici, oggettivi. La culturaLa cultura neoumanistica è nutrita di principi e di valori, e in sostanza si regge di valori, è perciò una cultura antistorica, ma in essa si incontrano ideologi conservatori, cattolici antinazisti, filologi. Interrogarsi oggi sul posto che hanno nella nostra cultura la conoscenza delle opere di Virgilio, significa valutare il nesso tra l'idea culturale neoumanistica e spiritualista e i nostri studi e convincimenti di oggi. L'utopia della cultura generale classica, si è ormai dissolta, perché altre idee e modelli culturali l'hanno sostituita (i criteri scientifici, le organizzazioni di massa ecc..) e certo non si può dare un ruolo centrale agli studi di antichità greca e romana nella moderna società industriale e tecnica, ma nel sistema generale delle scienze dell'uomo questi studi sono importanti per una loro efficacia. Efficacia concernente la critica e la confutazione della società, o anche stimolo al confronto con
Altri modi di esistenza. Nella cultura letteraria dell'Europa moderna Virgilio continua ad avere una posizione di spicco, come nessun altro autore antico: la storia della critica letteraria, muta secondo la disposizione interpretativa, i criteri di lettura che sono relazionati alla situazione oggettiva sociale, ideologica, storica, e anche alle disposizioni estetiche che ne derivano. Il testo di Virgilio, e la nostra comuni di vita sociale, nell'Eneide si cerca si attitudine alla sua lettura dipendono da concett l'arte poetica, ma soprattutto i contenuti ideali e morali ed alcune idee generali della nostra esistenza. Virgilio non è un filosofo dell'esistenza, né un politico, né un sociologo, ma c'è qualcosa che si può relazionare a noi uomini occidentali moderni. Le interpretazioni antiche e quelle neoumanistiche, con la nostra attuale lettura storica e oggettiva condividono un principio, quello della Zeitenwende, cioè
della svolta dei tempi, che è contenuto primario di tutta la poesia virgiliana. Qui è la traccia di continuità tra la nostra e le interpretazioni umanistiche, qui si nasconde l'impulso dell'interpretazione civile occidentale di Virgilio. E' un problema di metodi e di ideologia della cultura ancora non risolto, di fatto Virgilio visse un mutamento dei tempi, una poderosa trasformazione dell'assetto politico del mondo e delle idee esistenziali, e tutto ciò il suo genio seppe intendere e la sua forza morale interpretare. E quel "mutamento" ancora ci riguarda. Che cosa cambia tra l'esegesi umanistica e spirituale di Virgilio e la nostra, che vuol essere storica, critica individuante? L'ordine classico e cristiano, come valore politico ed esistenziale, appariva realtà oggettiva della verità provvidenziale. L'interpretazione moderna muove da altre intenzioni testo di Virgilio e sue conclusioni. Infatti neiPoemi noi non cerchiamo le verità, ma la coscienza dei problemi dellaZeitenwende e le forme concettuali, le reazioni psicologiche, le idealizzazioni di quei problemi,in sé per sé, e anche per quel che di essi ancora concerne. I principi esegetici delle varie scuolecritiche sono:la critica storica e sociologica i poemi sono l'espressione di un'intelligenza delle attese,-Perdelle angosce comuni trasfigurate, poi dei concreti propositi attinenti al superamento sulla lungacrisi civile e al nuovo assetto nazionale e politico;- i semiologi indagano le relazioni tra coscienza dei fatti, consapevolezza politica, sensibilitàesistenziale e forme sovrindividuali, della psicologia sociale e delle istituzioni letterarie, in cui isingoli contenuti hanno trovano voce.-la critica simbolica è più complicata e varia, è però comune nel proposito di raggiungere unitàconcettuali e sentimentali che appaiono nel testo poetico in
lle idee e la comprensione profonda dei concetti. Attraverso l'uso di metafore e simboli, siamo in grado di esprimere concetti complessi in modo più accessibile e coinvolgente. Le immagini e le relazioni che creiamo ci permettono di comunicare concetti astratti in modo tangibile e visivo. Le metafore sono figure retoriche che creano un collegamento tra due concetti diversi, sfruttando una somiglianza o una relazione di significato. Ad esempio, possiamo parlare di "un mare di emozioni" per descrivere una situazione in cui siamo sopraffatti da sentimenti intensi. La metafora del mare ci aiuta a visualizzare e comprendere meglio l'esperienza emotiva. Le trasposizioni simboliche, invece, utilizzano simboli per rappresentare concetti o idee. Ad esempio, la colomba è spesso associata alla pace, mentre il fulmine può rappresentare la velocità o la potenza. Questi simboli ci permettono di comunicare concetti complessi in modo immediato e universale. La decifrazione delle immagini e delle relazioni è fondamentale per garantire la coerenza delle idee. Quando utilizziamo metafore e simboli, è importante che siano comprensibili e pertinenti al contesto in cui vengono utilizzati. Solo attraverso una corretta interpretazione delle immagini e delle relazioni possiamo raggiungere una comprensione profonda dei concetti che vogliamo comunicare. In conclusione, le invenzioni metaforiche e le trasposizioni simboliche sono strumenti potenti per esprimere concetti complessi in modo accessibile e coinvolgente. La decifrazione delle immagini e delle relazioni è fondamentale per garantire la coerenza delle idee e la comprensione profonda dei concetti.