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ASHMIR
stesso anno truppe pakistane invedono il Kashmir del nord. La Line of control assegna
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2/3 del territorio all' India e 1/3 al Pakistan. La popolazione del Kashmir è molto
eterogenea. L' obiettivo dei due stati è il controllo della valle del Kashmir,
strategicamente importante. Una terza alternativa è rappresentata dall' indipendenza
della regione, un quarta dal controllo congiunto Indo- pakistano, attreverso la
formazione di una confederazione che permetterebbe il mantenimento delle sovranità
statuali e una linea di confine smilitarizzata.
• Tibet: annesso dalla Cina nel 1950, è oggi minacciato dalla politica di Pechino e dalla
forte immigrazione cinese. Ai confini meridionali della Cina si hanno inltre le rtensione
tra Vietnam/ Cambogia con consecutivo scontro nel 1979 sino- vietnamita.
• Cipro è divisa al suo interno tra la popolazione greca e quella turca. La Turchia invase
la parte nord nel 1974, dopo l' attentato all' arcivescovo da parte di sotenitori di Cipro
alla Grecia, proclamando nel 1979 lo Stato Federato turco- cipriota.
I confini mediorientali
In medioriente si oppone all' artificiosità dei confini, la loro intoccabilità. Il concetto di confine è
inoltre inviso alle popolazioni arabe, che si considerano spesso una comunità. Il più antico trattato
sui confini risale al 1639 tra impero ottomano e impero Qajar (Iran). Questo stabiliva divisioni
territoriali atte a favorire il pagamento dei tributi all' impero. Gli stati nazionali sono nati dall'
aggregazione delle antiche province ottomane: l' Iran è compsto da Bassora, Baghdada e Mosul.
Nella penisola arabica il concetto di confine si è formato quando negli anni '30 il regno saudita ha
iniziato a perseguire una politica di espansione e sopratutto dopo la scoperta dei giacimenti
petroliferi. Si hanno rivendicazioni tra Arabia Saudita/ Yemen, Qatar del Bahrein/ Qatar/ Arabia
Saudita; Iraq/ Kuwait: conflitto in cui l' Iraq negava l' esistenza del Kuwait, la cui autonomia era
stat da sempre sostenuta da Londra al fine di limitare l' espansione già dell' impero ottomano. I
confini stabiliti dall' ONU, dopo la guerra del Golfo, sono penalizzanti per l 'Iraq, cyhe ha solo un
picololo sbocco sul mare.
• I A M , G T : Iran/ Emirati Arabi Uniti. Il loro possesso
SOLE DI BU USA PICCOLA E RANDE OMBA
assicura il controllo dello stretto di Hormuz. Al ritiro della GB nel 1971, lo scià le occupò.
Abu Masa è in cosgestione ma sempre inella sovranità iraniana.
• C I - I : Bagdhad fa concessioni per fermare il sostegno iraniano alle spinte
ONFINI RAN RAQ
indipendentiste dei curdi sul suo territorio. Con la rivolta iraniana del 1980, l' Iraq
attacca l' Iran per avere indietro le concessioni fatte. Otto anni di guerra conclusi con un
nulla di fatto.
• I confini più tormentati sono quelli lungo lo Shatt- al- arab, definiti nel 1975, poi nel 1990. Si
è attuato il principio del thalweg, ma i confini sono limitanti per l' Iraq, mentre assicurano
accesso a stabilimenti petrolchimici all' Iran;
• A : Turchia e Siria, in quanto la sua posizione consente il controllo del bacino
LESSANDRETTA
superiore dell' Eufrate;
• N K : Armenia cristina nel Caucaso, accerchiata da popolazioni musulmane,
AGORNO ARABAH
combatte per confini più sicuri, individuati nella regione contesa con l' Azerbaigian fino
al 1988, quando passò sotto l' amministrazione diretta di Mosca, per poi proclamarsi
indipendente con la crisi dell' URSS. La guerra nella regione durò fino al 1994 e si
conclise con un nulla di fatto;
• C G : Palestina/ Israele: i confini sono un problema secondario a quello del
ISGIORDANIA E AZA
riconoscimento dello stato palestinese;
• A G : Israele/ Siria: sotratte da Israele durante la guerra dei sei giorni del
LTURE DEL OLAN
1967, da cui si controlla il fiume giordano e la Siria.
• G : la parte est rientrava nella Cisgiordania prima del 1967, quando fu annessa
ERUSALEMME
da Isralee. È rivendicata da Palestina e Giordania.
Altri confini contesi nel mondo
• Isole Kurili: Il Giappone chiede alla Russia solo le quattro isole più vicine alla sua
10 (Hokkaido). Si pone il problema degli abitanti russi dell' arcipelago.
• Mar cinese meridionale: Cina, Vietname, Taiwan, Malaysia, Brunei e Filippine rivendicano il
controllo del complesso di isolotti di Sprantly e Paracel dati i giacimenti petroliferi.
• L' antartide: la GB si appropria di un' area nel 1908. Seguono Australia, Norvegia e
Germania. Avanzano pretese anche Cile e Argentina. Il Giappone vi rinuncia dopo il
trattato di pace del 1951. Il Trattato di Washington del 1959 (Trattato Antartico), entrato
in vigore nel 1961, sancisce la libertà di ricerca scientifica e il divieto di militarizzare l'
Antartide. USA e URSS hanno spesso avanzato pretese. Cile/ Argentina e GB
rivendicano la stessa porzione di continente. Quest' ultima di fatto continua a detenere il
controllo dal 1908.
Il mutamento del concetto di confine è legato alla maturità dei popoli, alla loro coesione interna, al
progresso tecnologico, alla percezione del territorio. Nell' Europa orientale, tale limite è avvertito
dalle minoranze, dai governi locali, che per anni hanno accolto le istanze indipendentiste a causa
delle repressioni dell' opposizione attuate dai governi centrali. In America Latina si assiste al
fenomeno del micro- nazionalismo, basato sulla ono- etnia e mono- religiosità. Si dovrebbe
tentare, non tanto di affermare il principio di autodeterminazione dei popoli, quanto spingere gli
stessi verso forme confederative e federative, in grado di aumentare la stabilità politica, economica
e sociale di certi stati.
I popoli si confrontano
Il fenomeno etnico
Joel Kotkin ha osservato come la globalizzazione economica, causa del progressivo
depauperamento della sovranità dello stato- nazione, abbia favorito la recrudescenza di
rivendicazioni autonomiste da parte di minoranze etico- linguistiche. La polarizzazione tra
integrazione economica e multiculturalismo sta diminuendo le possibilità di formulare un progetto
unitario vasto. Weber aveva erroneamente previsto il declino delle etnie a casusa della tendenza
alla specializzazione e differenziazione strutturale delle attuali società. Nell' Europa comunitaria
esistono ben 28 minoranze etnico- linguistiche. Nell' ex- URSS erano almeno 100.La possibilità
che si arrivi ad uno scontro tra le etnie di uno stesso stato è inversamente proporzionale alla
coesione interna dello stesso. La ripoliticizzazione dei gruppi etnici, nazionali, religiosi o individua
identità parziali all' interno di uno stato o, con effetti ancor più destabilizzanti, unisce cittadini
appartenenti a più stati. Il principio di autodeterminazione dei popoli potrebbe condurre ad una
spirale di rivendicazioni violente, quanto quelle del nazionalismo. Si sfocia nell' etnocentrismo
quando la preservazione dell' identità etnica è avvertita come fine principale di quella comunità. La
diversità da altre etnie si pone inoltre come fattore di definizione della comunità. La stabilità
nazionale si trova in equilibrio tra i nazionalismi e gli etnocentrismi. Gli stati hanno comunque il
dovere di preservare le minoranze presenti sul loro territorio. L' integrazione è oggi la soluzione
preferibile, che esclude tentativi di assimilazione, in quanto preserva le caratteristiche della
minoranza in questione. In America, le popolazioni indigene sono oggi le minoranze, mentre in
Africa queste sono costituite da una miriade di etnie e tribù, che convivono più o meno
pacificamente. In Europa si assiste a un processo di estinzione delle stessa a causa di morte ed
emigrazione (walse, mocheni, carinziani etc.). Solo eliminando la distinzione tra gruppi dominanti e
minoritari, la molteplicità etnica potrà essere avvertita come ricchezza.
Essere minoranza oggi
Al fine di definire il concetto di minoranza non è sufficiente adottare il criterio numerico. In
Sudafrica la minoranza bianca ha controllato la maggioranza nera per decenni. Non appare
esaustivo neanche il criterio antropologico, basato sulla lealtà del gruppo minoritario alla lingua
madre e alle proprie tradizioni. Il criterio geodemografico prende in considerazione la stabilità di
residenza di un gruppo su un territotio, non apllicabile però alle minoranze non stanziali, tra cui è
possibile annoverare gli ebrei, i tuareg, gli zingari.
Francesco Capotorti (1991) una minoranza etnico- linguistica è un gruppo numericamente
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inferiore al resto della popolazione di uno stato, in posizione non dominante, i cui membri
possiedono dal punto di vista etnico, religioso o linguistico caratteristiche diverse dal resto della
popololazione. Essi manifestano implicitamente la volontà di mantenere la loro cultura, tradizioni,
religione e lingua.
La difficoltà di definire tale concetto è data dal fatto che l' appartenenza ad una etnia è dipendente
dalla continua sinergia tra il soggettivo e l' oggettivo e non si da come elemento isolato.
L'elementyo unificante di una minoranza varia ala variare dell' ambiente che ci ospita che
determina di volta in volta la dimensione in cui l' individuo si vuole riconoscere, nel complesso delle
dimensioni di autoidentificazione in cui si riconosce. Negli USA c'è una tendenza al compromesso
che ha permesso di evitare quasi del tutto momenti di tenzione. Si pensi alla Sylicon Valley
californiana, in cui l' obiettivo comune della produttività, rende possibile una convivenza
marcatamente multietnica. Furono proprio i moti delle minoranze etniche una delle cause della
prima Guerra Mondiale. Queste iniziarono ad essere preservate già nel primo ottocento, ma si
trattava piuttosto di dichiarazioni di ntenti (Atto finale del Congresso di Vienna con garanzie per i
Polacchi in Russia, Austria e Prussia).
1948; Dichiarazione Universale dei Diritti dell' Uomo: art. 27: diritto delle minoranze ad avere la
propria vita culturale, religiosa e a usare la loro lingua;
1950; Convenzione europea per la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali:
raccomanda attenzione alle minoranze formatesoi dopo il conflitto mondiale.
1957, Convenzione di Ginevra: protezione delle minoranze linguistiche; art. 25: diritto dei bambini
a studiare nella loro lingua madre;
1966; Patto internazioanel relativo ai diritti civili e politici: intangibilità delle minoranze, diritto ad
avere una vita culturale etc.; parlare la propria lingua.
Guy Héraud ha individuato 5 fasi nel processo di autodeterminazione delle minoranze: 1.
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