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Auguste Renoir
Negli anni di maggior entusiasmo per la pittura "en plein air", Monet e Renoir strinsero un sodalizio di lavoro e di amicizia che li porterà a condividere molte comuni ricerche espressive. Ciò che li differenzia, in una sostanziale congenialità di stile, è il diverso modo con cui osservano la realtà. Un'analisi che punta sulle variazioni ottiche della percezione, quella di Monet: una partecipazione sentimentale al motivo osservato e una più spiccata sontuosità cromatica, quella di Renoir. Se Monet si concentra sulla natura rivelandola, Renoir scopre la vita in tutta la sua variegata combinazione di aspetti con una pittura che, dietro l'apparente semplicità e spontaneità, è in realtà frutto di un intenso lavoro di indagine e di sperimentazione. Egli è considerato, infatti, il poeta della bellezza femminile e della vita Parigina. La grande tela "Madame Charpentier e i...
È il “Moulin de la Galette”. Ampia veduta d’ambientazione tipicamente Parigina, affollata di avventori nel famoso locale di Montmartre, nella realtà è un quadro di posa dove si riconoscono personaggi che partecipavano alla vita quotidiana dell’artista, da sua sorella a una schiera di pittori amici. L’artista segue sul primo piano una scena di corteggiamento discreto tra un gruppetto di giovanotti seduti al tavolino e due ragazze appoggiate con nonchalance ad una panchina, facendosi poi distrarre dal gioco dei raggi di sole che filtrano dai rami degli alberi, creando effetti danzanti sulle vesti dei personaggi. Gli abiti delle coppie che ballano, tipici della moda francese dell’epoca, sono resi con pennellate sommarie e lunghe, secondo “contrasti simultanei” che non riuscivano ad essere apprezzati dalla critica ufficiale, scettico verso “l’insieme chiassoso di quella balera” e quel “terreno simile a
nuvoleviolacee che oscurano il cielo in un giorno tempestoso”.E d g a r D e g a sDegas parte dall’ammirazione per Ingres, di cui fu seguace indiretto. Ha fatto parte del gruppodegli impressionisti, ma la sua ricerca divergeva da loro, tanto da dover arrivare al mezzo dellascultura per ottenere la sintesi tra moto e spazio a cui aspirava. Sono due i temi che ricorrono nellapittura di Degas: le ballerine dell’Opera e le donne in atto di lavarsi o pettinarsi. Lo spazio di Degasnon è naturale, anche se concreto: il suo era un interesse psicologico e sociale.“L’assenzio”, 1876. È un’opera risalente agli anni più vivi dell’impressionismo: tuttavia èlontanissima dai motivi festosi e dai colori brillanti degli impressionisti. I due personaggi raffiguratifanno parte di un’umanità smunta, ferma in un tempo e in uno spazio vuoto e stagnante. Il12significato umano è implicito nel dato visivo, non
c'è polemica sociale: il vedere non esclude il capire. Per Degas il classico non è più bellezza o ragione, è rifiuto del patetico a favore di un'oggettività superiore.
Il Neo-Impressionismo (Post-Impressionismo)
Nel 1884 artisti come George Seurat e Paul Signac si associarono con l'intento di andare oltre l'impressionismo, dando un fondamento scientifico alla pittura: si creò, quindi, un contrasto tra un impressionismo detto "romantico" e un altro detto "scientifico". Richiamandosi alle ricerche aloro contemporanee sulle leggi ottiche della visione e dei "contrasti simultanei", gli artisti instaurarono la tecnica del puntinismo (pointillisme), consistente nella divisione a macchie di colori puri accostati tra loro che, nella retina dello spettatore, ricompongono nella loro totalità l'unità del tono, senza le impurità.
dell'impasto che spegne e confonde i colori. Il puntinismo, soprattutto con Signac, andrà man mano trasformandosi, i puntini diventeranno larghi e corposi come tasselli di mosaico. L'impressionismo scatena una serie di ricerche e sperimentazioni che imprimono una svolta inarrestabile nel processo di trasformazione che caratterizza il panorama delle arti figurative degli ultimi decenni dell'800. Si indica questo periodo con un termine di comodo, postimpressionismo, il quale, però, corrisponde ad una realtà eterogenea e complessa. Paul Cézanne anticipa il cubismo nella stilizzazione geometrizzante dei paesaggi, Vincent Van Gogh si dimostra precocemente espressionista per la stesura violenta del colore, Gauguin è in bilico tra esotismo e simbolismo.
Vincent Van Gogh
Vincent Willem Van Gogh nasce il 30 marzo 1853 a Groot Zundert, un piccolo borgo rurale dell'Olanda meridionale. L'infanzia di Vincent trascorre in un ambiente
di provincia chiuso e bigotto, presso una famiglia borghese che, da generazioni, abbraccia due mestieri: quello del mercante d'arte e quello del pastore ecclesiastico. Van Gogh, infatti, è figlio di un pastore, ed egli stesso vuole intraprendere questa professione. Ancora molto giovane, gli viene affidato un incarico di sei mesi come predicatore nella regione mineraria del Borinage, nel Belgio del sud. Qui l'artista decide di offrirsi del tutto ai poveri minatori della zona, vivendo volontariamente in povertà, in una baracca, mangiando pane e acqua e dedicandosi alla religione. Sarà per questi eccessi che le autorità gli toglieranno l'incarico. Qui, tuttavia, van Gogh ha cominciato ad interessarsi sempre più al disegno e alla pittura. I dipinti di questo periodo raffigurano soprattutto paesaggi suburbani e proletari al lavoro, con toni prevalentemente scuri. Il capolavoro di questo periodo è "I Mangiatori di Patate".cuenta che la vita parigina non fa per lui e decide di trasferirsi ad Arles, nel sud della Francia. Qui trova ispirazione nella luminosità del paesaggio e dipinge numerosi quadri, tra cui il famoso "La notte stellata". Durante questo periodo, Van Gogh soffre di frequenti attacchi di depressione e instabilità mentale, che lo portano a tagliarsi un orecchio. Nel 1890, dopo un periodo di ricovero in un ospedale psichiatrico, Van Gogh si suicida sparandosi al petto. Nonostante la sua breve carriera artistica, Van Gogh è considerato uno dei più grandi pittori della storia, con il suo stile unico e inconfondibile.conto dell'ostile ambiente parigino, falso e competitivo: dopo due anni, si trasferisce in Provenza, nel sole di Arles. È qui che la pittura di Van Gogh comincia a maturare. L'artista, infatti, s'innamora della luce calda ed intensa del paesaggio e del blu puro del cielo di Provenza. È talmente entusiasta che decide di invitare Gauguin nella sua "casa gialla", per creare una sorta di collaborazione artistica. Con l'arrivo di Gauguin, si apre un periodo florido, di tele vive per la loro luminosità quasi smisurata: dai campi di grano ai peschi in fiore, dai ponti sui modelli giapponesi alla famosa serie di Girasoli. La serie di "Girasoli" rappresenta sicuramente l'opera più significativa di questo periodo. L'artista raffigura, in una quindicina di tele con piccole variazioni, lo stesso soggetto: un vaso con dei girasoli, in buona parte appassiti. Tutto quello che conta in quest'opera è
Il colore: un giallo vivo, quasi violento, espressione dei sentimenti esageratamente potenti di un'anima che sta per esplodere. Ogni corolla rappresenta il sole, che arde, così come brucia lo spirito dell'artista. È sorprendente come questa natura "morta" sia in realtà vivissima, quasi come volesse uscire dalla tela, attraverso l'uso di pennellate dense, corpose, intense. Il fiore, simbolo di speranza, è qui frutto di un'interpretazione originalissima: diventa espressione di un turbamento interiore che non tarderà a venire fuori. Alla vigilia del natale 1888, infatti, Van Gogh litiga violentemente con Gauguin: arriva a minacciarlo con un rasoio, ma, quando si rende conto di ciò che sta facendo, decide di autopunirsi tagliandosi il lobo dell'orecchio sinistro. Gauguin fugge, lasciando un vuoto profondo nella vita del già fragile Vincent. Dopo questo episodio, Van Gogh decide di autoricoverarsi.
nell'ospedale di Saint-Rémy-de-Provence. Qui continua ad avere forti crisi, ma nelle fasi di tranquillità gli è permesso di dipingere con libertà. È un periodo di allucinazioni, di uno stato mentale precario che si esprime nella pittura. La massima espressione di questa condizione psicologica la troviamo nella "Notte stellata" (1889). Questo paesaggio notturno, viene completamente trasfigurato: è come se la natura passasse da un filtro: quello dell'anima dell'artista. Vediamo come le stelle diventano grandi "soli", che roteano vorticosamente. Tutto volteggia, anche la luna, che sembra quasi incandescente. All'orizzonte troviamo un bagliore inquietante ed irreale. Nel frattempo in cielo una nube si contorce con movimento ondulatorio, così come si contorce l'artista nella sua psiche: il suo male, quindi, gli fa vedere la realtà in modo quasi "allucinato". Il paesaggiodiventa visione di follia, di uno stato di disturbo che non può che riflettersi sulle cose circostanti. I dipinti di questo periodo, sono quindi come una valvola di sfogo per l'artista, che, sentendosi migliorato, nel