Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Purandello). Era un espediente già esistente ai tempi dei Greci e Latini, ma il poeta è consderato il suo
inventore in quanto lo perfeziona (si ricorda come nell’Amleto viene messo in scena l’omicidio per far
venire fuori i colpevoli veri).
Nel “Sogno…”, dei personaggi di basso rango sociale (artigiani), per le nozze mettono in scena una
commedia con tema di Piramo e Tisbe sull’amore a distanza che si conclude con il leone che mangia la
donna e l’amato s’uccide. La scena è comica perché gli artigiani non sanno recitare. Puck è ambiguo ed
inquietante in quanto gli elfi non sono buoni, ma provocatori.
L’opera è per un teatro versatile (lirica, danza, film ecc.).
*Aristotele, in “Poetica”, afferma la necessità di 3 unità per il funzionamento di una tragedia: azione (una
sola azione), tempo (24h) e luogo (in un solo luogo – i Greci non avevano idea della scena mutevole, ma
avevano lo sfondo naturale).
Shakespeare rompe le 3 unità aristoteliche, in modo vistoso nel “Sogno…”:una vicenda dentro un’altra, per
più di un giorno, in luoghi diversi (Manzoni a metà 800 riflette sulle 3 unità, se rispettarle o meno).
Carlo Sala ha pensato di mantenere lo spazio, non come il poeta ovvero luoghi diversi, ma quello greco
ovvero unico: facciata di un teatro rinascimentale, all’Olimpico di Vicenza di Palladio, con 3 aperture mobili
per un’idea di scena classica-antica. Il significato di questa sua idea è di rendere più chiara ed unitaria la
vicenda, mentre Shakespeare l’aveva frammentata molto. Shakespeare faceva svolgere il sogno su una
pedana senza scene e dunque non si poneva il problema della scenografia, ma nella versione dell’Elfo si usa
una “scena front” facendo lo spettacolo nel periodo in cui fu composto ovvero 10 anni dopo la costruzione
del teatro di Vicenza.
Ferdinando Bruni
Per “concetto di visione” s'intende il rapporto tra fatto teatrale e spettatori: che rapporto avere con lo
spettatore, usarlo come elemento della rappresentazione; si tratta dunque di un teatro che coinvolge il
pubblico nella messa in scena. Si differenziano su tale base la drammaturgia tedesca, nata negli anni 80,
quella francese, nata negli anni 90, ed infine quella anglosassone (s'intende quella degli USA ed Inghilterra
basata su un artigianato di scrittura teatrale) la quale risulta essere quella più legata col pubblico.
Quest'ultima parla di cose vicine per non far annoiare il pubblico in quanto lo spettacolo teatrale deve portare
ad un cambiamento personale (riflessione); il teatro deve essere utile. Il concetto di visione è dunque l'idea
che il teatro esiste perchè ha un rapporto col pubblico.
Porro
Entrò nell’Elfo in un periodo meno incasinato; ci fu la crisi del cinema negli anni 70 e molti cinema sono
(ri)diventati teatri; tra questi locali, il vecchio cinema Continental divenne il teatro Pierlombardo ed oggi
Franco Parenti e nacque il teatro dell’Elfo. In quegli anni del decentramento, il gruppo dell’Elfo trovò casa
presso l’ “X Cine” che divenne un teatro: il passaggio da cinema a teatro fu più sentito con il gruppo
dell’Elfo in quanto presentava una diversa fisionomia spaziale col pubblico perché nello spazio medio-
grande la compagnia metteva pedane e questa era la grande innovazione perché, per la prima volta, ogni
volta la sala era diversa.
Nell’opera “Nemico di Classe” la distanza tra pubblico ed attori era minima e vi era una pianta centrale col
pubblico al centro. La compagnia metteva in scena eventi e clima contemporanei che mettevano in evidenza
come fosse capace di respirare l’aria del tempo: questo fu evidente nell’opera “Angels” in America che
affrontava il tema dell’Aids.
Corinna Agustoni & Ida Marinelli
Sotto la guida di Salvatores, inizialmente il gruppo formato aveva il nome di “Teatro dell'Acquario”. Il
lavoro era collettivo; ad esempio Ida cuciva i costumi che Salvatores disegnava. Nel 1892 l'innovazione
fondamentale era l'introduzione della telecamera.
Ricordano: “Sogno di una notte di mezz'estate”, primo musical della compagnia e versione dell'opera dalla
quale Salvatores fece il film; “Amanti” che rappresentò un esperimento di scrittura in quanto è un'opera
articolata in 4 episodi, scritti uno a testa da Salvatore, De Capitani, Bruni e Marinelli.
“Pinocchio Bazar”
Il testo è nato da ricerche sul territorio, soprattutto nell'ambito giovanile, e sull'improvvisazione che diedero
dunque origina ad una totale rivisitazione della favola classica riadattandola alla contemporaneità: il
protagonista non è un burattino, ma un giovane che sprofonda nel mondo della droga e della malavita.
Il testo lo scrisse totalmente Salvatores in quanto fu messo in scena in quel periodo in cui vi era un unico
regista.
“Le mille e una notte”
La scenografia era formata da palchetti nella platea e prevedeva un lavoro fisico (acrobazie ecc.); a questo
periodo risale anche l'uso delle maschere.
In via Ciro Menotti vi era un piccolo palco ed un'estesa platea in quanto inizialmente era un cinema: la
compagnia, per la sua ricerca spaziale, rimosse le panche degli spettatori ed ampliò lo spazio scenico.
“Dracula”
Il testo è classico, ma nuova è la scenografia: non vi è un palco ma lo spettacolo si svolge tra il pubblico che
sta in piedi in uno spazio buio contornato da tende nere; gli attori si muovono al volo spaventando e
sorprendendo gli spettatori ed inoltre i vampirizzati non uscivano di scena bensì giravano tra il pubblico ed
improvvisamente mordevano i loro colli. L'allestimento coinvolgeva anche l'area della biglietteria e le scale
della struttura. Si tratta dunque di uno spettacolo basato su un nuovo concetto di spazio scenico e questo fu il
fattore impegnativo da portare in tournée.
“Sognando una sirena coi tacchi a spillo”
Salvatores si rifà a “Manuale per autostoppisti”: l'opera parla di un viaggio di un giornalista che dopo aver
assistito ad uno spettacolo, torna e ne fa una critica e durante il viaggio di ritorno viene catapultato in un
mondo parallelo. Il regista fu lo stesso protagonista.
Tennessee Williams
E' stato preso in considerazione dall'Elfo in seguito all'incontro fuori dal gruppo che ebbe De Capitani (non
lavorano solo all'interno della compagnia): nel 1993 De Capitani firma una regia per il Teatro Stabile di
Genova per l'opera “Un tram che si chiama Desiderio” di Tennessee Williams con protagonista Marlon
Brandon e nel ruolo femminile di Blanche Mariangela Melato, grande attrice del Dopoguerra.
Si ricordano, sempre dello stesso autore, “Improvvisamente, l'estate scorsa” del 2011 e “La discesa di Orfeo”
nel 2012 ed altri minori che la compagnia mise in scena nel corso degli anni.
Williams ebbe successo per i suoi adattamenti cinematografici: “La gatta sul tetto che scotta” e “La rosa
tatuata” che valse il premio oscar alla protagonista in quanto le permise di mettere in scena la sua capacità
nei ruoli realistici.
Scrisse altri generi in quanto fu un autore completo, ma negli anni 70 il suo teatro cadde in declino per il
cambiamento dell'interesse del pubblico (risente del rapporto con la società, la moda, diritti d'autore costosi
ecc.); questo capitò anche ad autori come Pirandello. Nel 1993 Mariangela Melato riprende la sua opera ed in
Italia si riprende la rappresentazione delle opere dell'autore americano. Il Teatro dell'Elfo contribuì a questa
rinascita: vennero fatte nuove traduzioni ed il gruppo crea un percorso sull'America. Le protagoniste di
entrambe le sue opere maggiori messe in scena dalla compagnia sono Cristina Crippa ed Elena Russo
Arman.
“Improvvisamente, l'estate scorsa”
Contiene un po' tutte le tematiche; protagonista è una ricca di periferia che vive nel ricordo del figlio
Sebastian, morto “improvvisamente l'estate scorsa”. Importante è il giovane neurologo chiamato per
sperimentare delle cure psichiatriche con un trattamento invasivo per la nevrosi e prevede una lobotomia che
azzera la capacità intellettiva della persona; lo si vuol fare sulla donna che è afflitta, secondo la zia, da crisi
ed allucinazioni. In realtà, Elena Russo Arman, la nipote ha assistito alla morte del cugino, figlio esteta della
signora, di nome Verbal; emerge la verità attorno alla quale si svolge l'intero dramma: la morte di Sebastian
è avvenuta in Portogallo dove il giovane frequentava cattive compagnie ed una, in seguito ad una
discussione, lo pestò a sangue e lo mangiarono (cannibalismo); ciò avvenne a San Sebastian (gioco di nomi).
Il tema è la difficile convivenza nella società civile (ex. Le Baccalidi nella tragedia greca) che non accetta le
diversità ne i testimoni della verità contro la quale si procede in maniera definitiva.
Dunque Williams sviluppa temi legati alla sua vita (sua sorella aveva disturbi psicologici e fu vittima di
“cure” psichiatriche invasive che distruggevano la personalità del malato e la persona stessa).
*La lobotomia fisica diventa la lobotomia sociale. *La composizione delle classi sociali è un altro tema che
viene affrontato nelle sue opere. *Elio de Capitani: togliendo il rosa e mettendo il rosso raggiungo il nero
(stampo tragico greco). Dunque i temi di queste opere sono condivise dalla compagnia oltre che dall'autore.
“La discesa di Orfeo”
Lo spettacolo ha debuttato nel 2012 e per varie ragioni non è stato quasi mai messo in scena; il testo è
complesso e la scelta fu dunque impegnativa. Il testo aveva dato origine al film “Pelle di serpente” con Anna
Magnani (=grande fortuna nel cinema) che interpretava la protagonista; nell'Elfo fu Cristina Crippa la
protagonista, donna matura con grande passione anche sessuale. Fu sposata per obbligo ad un razzista che
commise crimini sui negri e dunque detestava. Il titolo è legato all'apparizione di un giovane, di 30 anni
meno della donna, perturbante ed ambiguo con il quale la donna ha un rapporto sessuale molto spinto che
porta alla fine tragica: scopre l'orrore della vita insulsa che ha vissuto fino a quel momento.
De Capitani: lucidità per scenari senza pudore con materiali di una bellezza schiva sviscerando mondi
opposti tra loro: il cuore umano ferito dall'amore negato e la socialità.
Tutto finisce con un grande incendio (fuoco purificatore). La figura femminile è sempre per la riflessione sul
ruolo della donna; secondo la tecnica Brechtiana usano microfoni. Il marito è sempre in scena ed assiste