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LA SIAE
- Quando nasce la SIAE? fine dell’800 alcuni autori, soprattutto musicali (Giuseppe
Non ha un vero e proprio anno di nascita, ma alla
Verdi, ecc..) si sentano risentiti dal fatto che in Italia il diritto d’autore non sia tutelato dallo stato come in
Francia o in altri paesi d’Europa. Questi autori decidono quindi di fondare la SIA (Società Italiana degli
Autori) e già dagli anni successivi si occupa della gestione del monopolio dei diritti d’autore diventando un 25
organo ufficiale a tutti gli effetti nel 1881. Nel dopoguerra diventa SIAE (Società Italiana degli Autori ed
Editori).
L’iscrizione ha un costo attorno ai 220 €, ma non è obbligatorio iscriversi.
mettere in scena l’opera di un
Nei teatri di prosa è possibile autore dopo 70 anni dalla sua morte (senza
pagare alcuna tassa). Bisogna considerare l’eventuale traduzione nel caso di autori stranieri (es.
Shakespeare), l’adattamento delle opere non finite (es. Pirandello I Giganti della montagna), il lavoro
registico (i registi lavoravano in maniera molto incisiva sulle opere) e se dovessimo intervenire in maniera
sull’opera gli eredi potrebbero intervenire sulla rappresentazione (es. Pirandello lasciò la
troppo incisiva
metà dei diritti d’autore alla sua attrice preferita: Marta Adda; e ogni volta che Pirandello veniva messo in
scena lei era l’unica che a poterlo recitare e inoltre doveva ricevere una quota).
La stessa faccenda dei diritti d’autore la ritroviamo anche nel settore cinematografico (quando un’opera
viene trasformata in film).
Alcune compagnie decidono di affidarsi ad associazioni più grandi per i costo elevati di alcune tipologie di
spettacolo come il Musical, che ha bisogno di molte attrezzature e ambientazioni molto grandi.
In qualunque caso si paga sempre il diritto d’autore. Dopo i 70 anni il diritto di paga a forfait.
Per la musica un’opera può non essere tutelata musicalmente, ma il noleggio delle parti ha un costo perché
sono stati stamparti recentemente, la stessa cosa per le trasmissioni i gli adattamenti.
- Come funziona?
La SIAE da il permesso di rappresentazione/di esecuzione dell’opera, successivamente la SIAE deve
decidere quanto dare all’autore: stabilisce una percentuale su ogni biglietto staccato (verificando prima a
mano e oggi tramite una smart card mircocippata che registra ogni biglietto emesso e questo biglietto viene
SIAE. La smartcard può essere affittata o “comprata”) oppure
immediatamente mandato via telematica alla conteggia il diritto d’autore con un forfait.
la FITA - Federazione Italiana Teatri Amatoriali -
L’autore riceverà i proventi derivanti dalla gestione della sua opera rappresentata / suonata / eseguita /
esposta. 01 Aprile 2014
IL CONCETTO DI MARKETING
Nel mondo del teatro la promozione è molto importante e un obiettivo del teatro è quello, oltre che realizzare
gli spettacoli, di venderlo e distribuirlo bene. Ciò significa poterne fare molti altri altrettanto belli.
Per vendere uno spettacolo serve fare un ottimo servizio di base (lo spettacolo in sè) e avere dei migliori
servizi aggiuntivi e collaterali, ovvero quelli che rendono più raggiungibile, più fruibile il servizio di base
(ovvero tutto quello che ci rende più facile l'accesso allo spettacolo, il servizio della biglietteria, tutto quello
che on c'è sul palcoscenico).
Il marketing nel Piccolo è stato messo in moto da Strehler, nella sua veste di direttore del teatro dopo Grassi,
e ha avuto sempre grande attenzione per il marketing, in quanto era un artista. L'applicazione di marketing
culturale pratica era basata su delle teorie negli anni '80 ed era un'innovazione. Una di quelle utilizzate dal
Piccolo era di Francois Colbert che ha dato una definizione di marketing sulla quale si basano molte
riflessioni, ovvero "Il marketing culturale è l'arte di raggiungere quei segmenti di mercato che possono
potenzialmente interessati al prodotto, adattando ad esso le variabili commerciali prezzo, distribuzione e
produzione, per raggiungere un numero sufficiente di fruitori ".
Colbert andando ad indicare solo variabili quali il prezzo, la distribuzione e la produzione non andava ad
indicare la variabile più importante del marketing, ovvero un prodotto (Teoria delle 3P: Price, Placement,
Promotion). Lo definiva un marketing mix residuo, perchè non doveva toccare una quarta P, la P di
Prodotto.
Nel momento in cui devo vedere qualcosa, bisogna lavorare su tutte e 4 le P, cercando di migliorare il
prodotto per cercare di venderlo (il prodotto può essere modificato, mantenendo però alcune caratteristiche),
si faranno i conti per scegliere i prezzi più adeguati, si faranno degli studi complessi per capire come 26
posizionare il prodotto anche nel bancone del supermercato, e per quanto riguarda la promozione si
creeranno varie pubblicità e spot.
Per quanto riguarda il marketing culturale non si può modificare il prodotto, si possono solo toccare le 3P di
Price, Placement e Promotion, altrimenti verrebbe a mancare l'idea di marketing culturale.
Nel momento in cui andiamo a sentire una sinfonia di Mozart che per questioni di tempo deve rientrare entro
uno spettacolo di 20 minuti, dobbiamo scegliere per esempio quali parti di essa mettere in scena, in modo
tale da non stravolgerla.
Non si può, quindi, modificare il prodotto, altrimenti diventa un'altra cosa. Secondo Strehler la televisione
modifica la natura del prodotto e per questo ne era contro. Per Strehler intervenire su un'opera d'arte
(completandola, modificandola), significa farla diventare un bene qualunque non più unico. Bisogna quindi
intervenire solo per quanto riguarda le 3P del marketing mix residuo (Price, Placement, Promotion).
La promozione si includono tutte le modalità che fanno sì che il prodotto sia promosso, conosciuto,
pubblicizzato, e che raggiunga attraverso vari sistemi. La promozione fatta dal Piccolo Teatro negli anni '80
era svolta attraverso la carta stampata e poco la televisione.
Ciò che diceva Colbert e che era stato ripresa dal marketing pionieristico degli anni '80, aveva il pregio di
riconoscere lo specifico significato che il marketing va a ricoprire nelle istituzioni artistiche e culturale,
ovvero l'idea che il prodotto vada tutelato (il prodotto deve essere mantenuto intatto e non deve essere
modificato) e basando il marketing sulla teoria delle 3P.
Per quanto riguarda la promozione, c'è un'idea di alcune tappe che portano al raggiungimento di alcuni
obiettivi attraverso la promozione.
Colbert dall'acronimo AIDA delle tappe da seguire che possono essere utili per la promozione:
- ATTENZIONE: bisogna destare l'attenzione del possibile pubblico, attraverso delle modalità, ovvero i
mezzi di comunicazione
- INTERESSE: ovvero la capacità di creare l'interesse per un qualche cosa che molto spesso è ignoto.
L'interesse va destato in qualche modo e lo studio per aumentare l'interesse sarà un lavoro sui pubblici (non
c'è solo un pubblico ma ce ne sono vario e ognuno deve essere raggiunto con modalità differenti). Per creare
l'interesse si dovranno fare una serie di iniziative per destare l'attenzione e far entrare un determinato
prodotto nell'interesse di una persona
- DESIDERIO: nel momento in cui si è destata l'attenzione del pubblico e si ha un determinato interesse nei
confronti di qualcosa si ha automaticamente il desiderio. Nel caso del marketing culturale, si ha il desiderio
di utilizzare il servizio di base
- AZIONE: che dopo il desiderio ci sia l'azione è cosa nota, ove possibile. In questo caso, sarà quello
dell'acquisto del biglietto, dell'entrata allo spettacolo che desideriamo vedere. L'azione coincide con
l'acquisto del biglietto, con l'intervento diretto anche economico sul nostro servizio di base. È necessario che
il processo fra desiderio e azione sia immediato e facile. 03 Aprile 2014
Lezione di Alessia Rondelli
- Che cos'è il Teatro dell'Elfo?
Il Teatro dell'Elfo è un teatro stabile privato, con una compagnia stabile.
- Come si sostiene il teatro dell'Elfo?
Il 45% viene dato dai finanziamenti pubblici (Regione, Provincia e Comune), ma il resto 55% dei proventi
deriva dalla vendita degli spettacoli. 27
- Come si vende uno spettacolo?
Ci sono due modi:
• A cachet: è la metodologia che si rivela più tranquilla. C'è un incasso fisso deciso all'inizio che copre tutte
le spese, ovviamente lasciando un margine di guadagno.
• A percentuale: ovvero ad incasso. Ci sono alcune piazze come Torino e Roma che insieme a Milano ha
grande successo il teatro. Si sceglie di andare per prestigio, ma è molto rischioso perchè non si ha la certezza
di un ritorno economico.
Da cosa derivano le entrate del Teatro dell’Elfo?
-
• Spettacoli in sede: spettacoli organizzati dalla compagnia guidata da Ferdinando Bruni ed Elio De
Capitani
• Ospitalità: il teatro ospita altre compagnie che mettono in scena il loro spettacolo. Per molto tempo gli
incassi sono stati divisi in 70% alla compagnia ospitata e 30% al teatro stesso ospitante.
• Affitti sala: la sala si affitta ad altre realtà teatrale alle quali il teatro concede lo spazio, ma non fanno parte
della produzione della compagnia; ma anche eventi culturali, aziendali, politici. Si affittano le 3 sale dell'Elfo
e anche l'atelier (sottopalco della sala Shakespeare) per piccole conferenze stampa, presentazione di libri.
Quali sono i settori in cui è diviso il Teatro dell’Elfo?
-
• Direzione organizzativa: guidatà da Ferdinando Bruno, Elio De Capitani e Fiorenzo Grassi che si occupa
della parte più tecnica.
• Ufficio stampa promozionale e produzione editoriale
• Organizzazione di produzione e ospitalità
• Amministrazione: ha in mano le sorti del teatro e ha i contatti più importanti, per esempio i contatti con le
banche
• Staff tecnico
• Organizzazione generale delle sale
• Biglietterie
• Servizio maschere
L'obiettivo della promozione è quella di portare al di fuori del teatro gli spettacoli. Da quest'anno l'Elfo ha
deciso di seguire la promozione universitaria.
L'Elfo ha diversi tipi di programmazione:
• Titoli di richiamo: alcuni sono più facilmente vendibili in quanto gli argomenti catturano di più il pubblico
o c'è un attore famoso che recita, per cui si fa un programma pubblicitario base.
• Titoli di meno richiamo
• Nuove storie: spettacoli fatti dagli attori più giovani €
Per vendere i titoli di meno richiamo si fanno molti abboname