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PROBLEMA DELLA SCIENZA GIURIDICA TRA FINE TREDICESIMO SECOLO E INIZIO

QUATTORDICESIMO

Il secolo 14° è periodo di forti mutamenti, che riguardano aspetti sia culturali, sia politici, che religiosi .

Religiosi: è il periodo del pauperismo, san Francesco d’assisi, si inizia a mettere in discussione il potere

temporale del pontefice romano, che culminerà con la riforma luterana. È anche un periodo di grande

rinnovamento culturale, perchè proprio i questo periodo vengono riscoperti i testi aristotelici, dell’Aristotele

maggiore, che metteranno in crisi tutto il sapere, portando un forte rinnovamento nel metodo di

interpretazione del corpus iuris civilis (x la civilistica). La scuola della glossa usa il metodo della distinctio di

origine platonica ma anche il metodo del sillogismo di tipo dialettico, quello che parte da premesse probabili,

e che era contenuto in una parte dei testi aristotelici. L’Aristotele mancante è quello degli analitici secondi,

opera nella quale Aristotele contesta sia il metodo platonico della distinctio, sia il sillogismo di natura

dialettica, che secondo Aristotele non conduce a una vera conoscenza. L’unico mezzo per conoscere è il

sillogismo apodittico (secondo Aristotele), quello che parte da principi, e quindi è l’unico che può portare a

il nuovo metodo che darà

una vera conoscenza. Questo metterà in crisi la scuola della glossa in quanto

avvio alla scuola del commento cercherà di spiegare non tanto i verba ma andrà a cercare il principio,

la ratio della legge. Si è soliti collocare l’inizio della scuola del commento alla fine del tredicesimo

secolo, ed in particolar modo con Jacques De Revigny, giovane studente dell’università di Orleans. La

scuola del commento sposta l’attenzione del giurista sulle leges dell’imperatore. Inizia nel

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quattordicesimo secolo, fondatore è considerato de Revigny che con una domanda mette in crisi tutta

la scuola della glossa. La domanda è posta al figlio di Accursio, che si era rifugiato da bologna in

francia perché aveva sostenuto una fazione di ghibellini cghe era risultata perdente. Francesco

d’accursio non riuscì a rispondere con l’utilizzo di tutto l’arsanale dottrinale. Cino da pistoia portò il

metodo del commento dalla francia a Bologna, è colui che distinse gli antichi dai moderni. Antichi

furono coloro che ancora studiavano il corpo giustinianeo, i moderni erano invece coloro che portavano

avanti il nuovo metodo. I più grandi esponenti del commento sono Bartolo e Baldo. La rivoluzione

metodologica porta un cambiamento in tutti i generi letterari e alla nascita del trattato, che ha ad oggetto una

singola questione del corpus iuris civilis, come tirannia, che viene svolta in maniera organica e sistematica,

ma si distacca dal corpus iuris civilis. Non è una summa (trattazione sistematica di un’intera parte del corpus

giustinianeo) perché qui abbiamo svolte singole questioni, anche se in maniera sistematica.

Sempre nel 14° secolo si sviluppa l’attività consulente, abbiamo il consilium iudiciale, il consiglio è un

parere legale da un giurista, ed ha per il giudice che lo richiede un valore vincolante. All’interno delle città ci

sono giudici che possono non conoscere il diritto, ma risponde del proprio operato alla fine del suo mandato,

ha la necessità di chiedere un parere legale a un iuris perito, un giurista esperto di diritto, e questo parere è un

parere vincolante, che lo libera dal giudizio. I pareri giuridici verranno poi raccolti in compilazioni

autonome. La responsabilità del giudizio cadeva sul giurista. La scienza giuridica ha un ruolo molto

importante, viene chiamata civilis sapientia, ha ad oggetto le cause più alte, e viene posta al vertice della

È una scienza che non ha bisogno di

gerarchia del sapere, ossia essa è la misura di tutte le altre scienze.

nessuna altra per essere completa. Bartolo da sasso ferrato in un frammento “m’assido regina (lei è la

scienza perfetta, è al vertice della scala del sapere), non sarà mai vedova (è una scienza sufficiente, che

non ha bisogno delle altre scienze)”. Questa concezione così alta della scienza giuridica verrà messa in

discussione a fine 1400, per la prima volta infatti si mette in discussione questa gerarchia dei saperi, in

particolar modo si narra che un giovane professore di latino, facoltà di padova, criticò l’opera dei

commentatori e diede avvio alla disputa delle arti. Era lorenzo valla, che accusò i commentatori di non

conoscere il latino, la filologia e l’eloquenza, e affermò che tutta l’intepretazione dei giuristi era basata su un

testo non filologicamente corretto dell’opera legislativa giustinianea, ossia da poco era stato ritrovato un

manoscritto, Littera Pisana (O Fiorentina) che conteneva le pandette di Giustiniano (corpo giustinianeo). Era

manoscritto appartenente al 6°­7° secolo dC, più vicino al testo che uscì dalla cancelleria di Giustiniano.

Quest’opera era differente rispetto al testo giustinianeo utilizzato dai glossatori, che secondo il Valla

conteneva moltissimi errori, e €ciò inficiava tutta la tradizione interpretativa sui testi giustinianei effettuata

da glossator€i e dai commentatori. Questo riportava la scienza teologica su un piano più basso di quello che

aveva avuto nel secolo 14°, che viene detto il bartolismo. Moltissimi frammenti raccolti da Ivo di Chartes di

Graziano erano dei falsi. Per falso non si inende qualcosa di creato dal nulla, magari nel testo vero c’era

un’interpolazione che cambiava il senso vero del frammento. Lorenzo valla mise in discussione le

conoscenze della scienza civilistica, che nel 16° e 17° secolo si dedicò alla filosofia.

18/05

La scienza giuridica verrà messa in discussione nel 16° secolo, con la disputa sulle arti. Valla criticò

l’operatore dei glossatori e dei commentatori, diceva che i glossatori non avevano nessuna conoscenza

filologica del testo giuridico giustinianeo, e per questo avevano costruito una scienza su un testo privo di

auctoritas. Era stato trovato un manoscritto del corpus, testo privo della glossa, che presentava delle

differenzr rispetto al testo del corpus iuris civilis, chiamato anche vulgato, utilizzato da commentatori e

glossatori. Da questo confronto emergeva una gran differenza tra il testo usato dai commentatori e la littera

pisana o fiorentina. Ciò determinò uno sconvolgimento nella scuola del commento, in quanto l’auctoritas su

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cui era stata fondata la scuola veniva meno. Il testo usato dai glossatori aveva un’autorevolezza pari a quella

dei testi sacri. Metterlo in discussione significava dover storicizzare quel diritto, quel diritto appariva come il

diritto proprio della romanità a molti umanisti. Questo provocò una forte discussione, i giuristi cercarono di

ricostruire il corpo giustinianeo, ma non vi riuscirono. Tra questi autori vi è Poliziano. Iniziarono a circolare

testi del corpus privi della glossa, e lo stesso testo di Giustiniano fu fortemente criticato dagli umanisti, in

quanto anche questo testo normativo non restituiva il diritto al tempo dei romani, ma restituiva un mosaico di

fonti estrapolate da un testo originario. L’opera di Triboniano, colui al quale venne commissionato

compilazione del corpus iuris canonici, per colpa sua si è persa tutta una tradizione di iura che non avremo

mai modo di conoscere, in quanto solo gli iura contenuti nel digesto sono la sopravvivenza della

giurisprudenza classica. C’è una perdita di autorevolezza del corpus, i giuristi devono iniziare a conoscere le

altre scienze, tra cui l’eloquenza, si tornano a studiare i classici, cicerone e polibio, e vi sarà un forte

discussione tra i giuristi, che si divisero in due grandi fazioni, che portavano avanti il diritto della scuola della

glossa e del commento, i Bartolisti. Bartolisti prende il nome da bartolo, principale esponente di questa

scuola, nel 14° secolo. Dall’altra parte abbiamo una tradizione (mos gallicus) che sarà promotrice di questi

nuovi studi sul diritto, si inizia a pensare il diritto da un punto di vista filosofico , nasceranno la grande

Il secolo 13° era un secolo di profondo rinnovamento culturale,

scienza giuridica del secolo 17°.

importante era stata la riscoperta dell’aristotele maggiore. E c’era stato grande rinnovamento politico

e religioso (san francesco d’assisi, ricerca di ritorno, messa in discussione del potere temporale del pontefice.

Il 14° secolo è quello in cui abbiamo redazione del liber sextus di Bonifacio VIII. È una compilazione di

decretali, lo ius novum della chiesa, che si sviluppa a partire dalla seconda metà del 12° secolo. Decretale è

una lettera decisoria con la quale il pontefice risponde a una questione di diritto che gli viene sottoposta da

un vescovo all’interno di un giudizio, e si struttura secondo le nostre sentenze, vi è un fatto, e un dispositivo

queste epistole decretali iniziano a essere raccolte come appendice al decreto dopo la

(il diritto).

seconda metà del 12° secolo, e prendono il nome di epistole extra vagantes, perché appunto vagano

come appendice al decreto di graziano. Queste epistole verranno raccolte in compilazioni autonome,

sono le prime raccolte di privati, le più antiche e più importanti furono le cinque compilazioni antiche,

che vennero chiamate antiche successivamente alla pubblicazione del “liber extra” del pontefice

gregorio IX, che è del 1234. Questa collezione di decretali esprime la forte temporalità del potere del

pontefice, perché queste epistole vengono raccolte in modo diverso rispetto a quanto era stato fatto fino

al liber di gregorio nono. L’epistola decretale è lettera decisoria rivolta alla generalità dell’ecclesia, manca

però di astrattezza, perché deriva da un caso completo. Bonifacio VIII dà ordine ai redattori di questa

collezione di riformulare il fraseggio del testo, soprattutto del dispositivo, e questa riformulazione ricxerca

l’astrattezza, principio contenuto nell’epistola decretale. Nel liber sectus abbiamo epistole decretali che

hanno caratteristiche della generalità e astrattezza, e quindi la storiografia arriva a dire che siamo di fronte a

una traccolta di leggi pontificie, ossia si avvicinano alla nostra concezione di legge, comando generale e

C’è un autore, Marsilio da Padova, ,

astratto. Momento di grande crisi della chiesa, istanza pauperistiche.

che scrive il Defensor Palis (1315), periodo in cui nasce Bartolo da Sassoferrato. Mette in discussione il

potere temporale del pontefice, dicendo che la sua natura dev’essere solo quella spirituale, e è il primo

autore a mett

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Publisher
A.A. 2014-2015
50 pagine
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SSD Scienze giuridiche IUS/08 Diritto costituzionale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher SolidSnake86 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del diritto italiano e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trento o del prof Natalini Cecilia Frida.