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LA COESIONE DEL GRUPPO

Sul testo l’argomento è abbastanza lungo (cap.2, paragrafo 4), ma è sufficiente il materiale delle

slides.

La coesione è il cemento che tiene insieme i membri del gruppo e permette di mantenere le loro

reciproche relazioni (Schacher et al, 1951).

Il gruppo coeso è:

ü un gruppo unito

ü un gruppo al quale i membri desiderano appartenere (anche in circostanze di insuccesso,

come vedremo di seguito, i membri di un gruppo coeso desiderano continuare ad

appartenervi)

Hogg (1992): attrazione interpersonale vs attrazione sociale

La coesione è concettualizzata come attrazione sociale all’immagine prototipica del gruppo: non si

misurano l’amicizia né i rapporti tra le singole persone, bensì il fatto che i membri si sentano

attratti dall’immagine prototipica del gruppo, intesa in termini di caratteristiche, ideali,

obiettivi del gruppo. Quindi, contrariamente alle prime teorie della prospettiva classica, la

coesione non si misura in termini di rapporti interpersonali, cioè non è l’attrazione reciproca

tra i membri a determinare la coesione di un gruppo, ma qualcosa di più elevato.

La categorizzazione sociale (Turner) è il primo elemento all’origine dell’attrazione sociale, intesa

come desiderio dei membri di un gruppo di avvicinarsi alla posizione prototipica del gruppo

e attaccamento verso i “membri tipici”, anche in assenza di somiglianza interpersonale.

ü Differenza tra coesione e entatività

A questo punto è doveroso differenziare il gruppo coeso da quello entitativo: la coesione è una

forza positiva di attrazione e deriva da una scelta; l’entitatività è, nella maggior parte dei casi, un

rapporto di correlazione dovuto ad elementi quali la somiglianza, la prossimità, il destino comune,

la pregnanza. Per esempio, far parte di una comunità montana dà entatività ma non

necessariamente coesione. Il gruppo coeso desidera stare insieme, il gruppo entitativo è costretto.

Antecedenti della coesione

Sono stati studiati i fattori di cooperazione e di successo come elementi all’origine della coesione.

ü La somiglianza di valori di per sé non determina la coesione e il desiderio di restare uniti; la

cooperazione per un obiettivo comune ha effetti più forti (Anderson, 1975). In pratica,

l’interdipendenza del compito genera coesione.

ü La competizione intergruppi è un forte antecedente della coesione e solidarietà intraguppo.

ü Il successo o riuscita nel compito di gruppo porta a maggiore coesione. Ma anche i gruppi che

falliscono nel raggiungimento degli obiettivi possono restare coesi, a condizione che

l’appartenenza al gruppo sia frutto di una scelta (questa situazione si spiega in termini di

dissonanza cognitiva tra la scelta di entrare nel gruppo e l’insoddisfazione dei risultati dello

stesso gruppo).

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Moscatelli – Psicologia delle Relazioni di Gruppo

PROCESSI ELEMENTARI NEI GRUPPI (cap.2)

Conseguenze della coesione: un gruppo coeso fornisce migliori prestazioni?

E’ stata molto studiata la relazione tra la coesione e la prestazione di un gruppo. Originariamente,

si è ipotizzato che il gruppo coeso avesse migliori prestazioni ma, in realtà, il rapporto causale è

all’inverso, cioè è il successo che genera coesione. Studi ulteriori hanno dimostrato che l’effetto

primario della coesione è accrescere l’adesione alle norme di gruppo, le quali possono essere

di produzione o contrarie alla produzione (Schachter et al., 1951). Quindi la coesione va intesa

non solo in termini positivi di produzione, ma anche per livelli inferiori di produzione, purché

stabiliti dalla norma di gruppo. Se il gruppo è coeso, i membri si conformano alla sua norma,

indipendentemente se questa sia di produzione o di resistenza alla produzione. Il solo riferimento

alla parola gruppo provoca maggiore convergenza sulle norme percepite (Hogg e Hardie, 1992,

variante dell’effetto autocinetico): se le persone vengono chiamate ad esprimere giudizi e viene

detto loro che si tratta di un gruppo di cui ne fanno parte, allora c’è una maggiore convergenza

rispetto ai casi di non convergenza.

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PROCESSI ELEMENTARI NEI GRUPPI (cap.2)

L’ACQUISIZIONE E LO SVILUPPO DELLE NORME DI GRUPPO

Si tratta ancora di un processo elementare di gruppo che porta a formare scale di valore che

definiscono la gamma di atteggiamenti e comportamenti (accettabili o meno) per i membri di un

gruppo.

Norme -> regole -> aspettative

Possono anche essere definite come le aspettative condivise circa il modo in cui dovrebbero

comportarsi i membri del gruppo.

Sono un prodotto collettivo e non riguardano solo regole di comportamento, ma anche linguaggi

particolari, abbigliamento, culto, pratiche alimentari, etc.

Newcomb (1961): The Bennington Study. Le studentesse di provenienza conservatrici, durante la

permanenza nel college acquisivano atteggiamenti più liberali che, a distanza di tanti anni, erano

mantenute.

Le norme possono essere:

ü esplicite: regolamenti scritti, deontologie di riferimento su cosa è permesso o proibito (come

avviene nei gruppi formali);

ü implicite: non sono scritte né espresse direttamente, ma hanno ugualmente influenza e forza

di impatto sufficienti per escludere un membro che le abbia violate;

ü centrali: si riferiscono a questioni che hanno conseguenze sull’esistenza e il funzionamento

del gruppo. Per questo i devianti sono puniti in maniera spesso esemplare;

ü periferiche: riguardano questioni considerate marginali dal gruppo, per cui non c’è né

accettazione né rifiuto. Secondo Sherif e Sherif (1969), questo tipo di norme godono di

“ampiezza di accettazione”.

Funzioni individuali e sociali

ü Funzioni individuali

Sono strutture di riferimento, veri e proprio “punti di riferimento” per interpretare il mondo,

soprattutto in situazioni nuove o ambigue in cui non è chiaro quali siano i comportamenti

appropriati (studi sui bambini della scuola materna di Sherif; effetto autocinetico di Sherif).

Riporto di seguito l’esperimento di Sherif sull’effetto autocinetico per dimostrare come si

comportano gli individui in una situazione ambigua nella quale si danno una norma di gruppo.

ü Scopo: studiare la formazione di norme in condizioni individuali e di gruppo

ü Compito: indicare di quanti pollici o frazioni di pollici si fosse mossa la luce presentata che,

in realtà, era immobile

ü Condizioni:

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Moscatelli – Psicologia delle Relazioni di Gruppo

PROCESSI ELEMENTARI NEI GRUPPI (cap.2)

1) Condizione individuale: i partecipanti elaborano una norma individuale come

punto di riferimento per giudicare le variazione del movimento

2) Condizione di gruppo: la situazione di gruppo fa convergere i giudizi individuali

(più debolmente se prima vi è esposizione individuale e poi di gruppo)

L’esperimento ha contribuito a mettere in luce come si formino le norme in situazioni in cui i

soggetti non hanno interessi personali o scopi comuni.

ü Funzioni Sociali

Regolare l’esistenza sociale e coordinare le attività dei membri del gruppo per facilitarne il

raggiungimento degli scopi. Portano ordine e prevedibilità all’interno del gruppo.

Un’altra funzione è quella di mantenere e migliorare l’identità del gruppo: le norme

definiscono chi appartiene e o non appartiene al gruppo, sulla base di comportamenti e/o

atteggiamenti accettabili oppure no.

Un esempio è lo studio di Coch e French (1948) sulla produttività di gruppo: un lavoratore fu

trasferito in un reparto nuovo che aveva una norma di produzione ben stabilita di circa 50 unità

/ora. La produttività del nuovo membro era di circa 60 unità / ora: il resto del gruppo esercitò

forti pressioni sul nuovo arrivato perché si adeguasse alla norma di gruppo, abbassando la sua

produzione al livello di quella del gruppo.

Variazioni delle norme

A proposito delle norme periferiche, si è detto dell’ampiezza di accettazione (Sherif e Sherif,

1969) per cui vi può essere ampia tolleranza, purché le norme disattese non pregiudichino

l’esistenza del gruppo. Oltre al tipo di norma disatteso, è fondamentale la posizione dell’individuo

che si discosta dalla norma: normalmente, più è elevata la posizione di status, maggiore è

l’accettazione di deviazione delle norme rispetto ai membri di status inferiore. Ma dipende, ancora

una volta, dall’importanza delle norma (se centrale o periferica) il cui rispetto possa preservare o

meno la sopravvivenza del gruppo e i rapporti con l’outgroup.

Le norme possono variare anche in risposta a variazioni dell’ambiente circostante ma, dallo studio

che riportiamo di seguito, ne deduciamo che si tratta di norme “implicite” e non esplicite.

Coch e French (1948): studio sulla produttività di tre gruppi di lavoro

Lo studio è sulle variazioni nelle norme di produzione di tre gruppi in seguito alla modalità di

implementazione di un nuovo sistema di gestione.

Partendo dall’idea che le norme interne sono prodotti forti del gruppo che influenzano il

comportamento delle persone all’interno del gruppo, Coch e French studiano come le norme

variano modificando il sistema di gestione attraverso tre condizioni:

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Moscatelli – Psicologia delle Relazioni di Gruppo

PROCESSI ELEMENTARI NEI GRUPPI (cap.2)

1) la direzione modifica orari di lavoro e turnazione informando il gruppo;

2) la direzione e i rappresentanti dei lavoratori, cioè alcuni membri del gruppo, concordano le

modifiche al sistema di gestione;

3) il cambiamento viene elaborato e condiviso attraverso una democratizzazione tra direzione e

lavoratori.

Nel terzo caso, la produzione aumentò, cioè vi fu una modificazione della norma sui ritmi di

lavoro.

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Moscatelli – Psicologia delle Relazioni di Gruppo

PROCESSI E ASPETTI STRUTTURALI DEI GRUPPI (cap.3)

Le interazioni ripetute tra i membri di un gruppo mettono in moto fenomeni dinamici e

ricorrenti, che permettono cioè la sua strutturazione nel tempo:

ü norme

ü sistemi di status

ü ruoli

ü processi comunicativi

ü leadership

Queste sono rinvenibili sia nei gruppi formali che informali, nei gruppi di laboratorio e

Dettagli
A.A. 2014-2015
55 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/05 Psicologia sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher studenti.matildedicanossa di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dei gruppi e delle relazioni sociali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Moscatelli Silvia.