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STORIA DELL’ARTE CONTEMPORANEA

LUNEDì 4 FEBBRAIO 2013

Il centro artistico di metà dell’800 è Parigi. Due artisti principali di quella Parigi sono Delacroix e

Ingres.

• Delacroix, L’entrata dei crociati a Costantinopoli, 1840

• Ingres, Apoteosi d’Omero, 1827

La seconda metà del secolo si caratterizza per una netta opposizione al Neoclassicismo e al

Romanticismo. Al Neoclassicismo perché era troppo superficiale, non si occupa di cose del

quotidiano ma solo di mitologia, storia e artificiosità. Non parlava della normale vita quotidiana

della società. Al Romanticismo invece di esaltare episodi strettamente quotidiani esalta ilo

sentimento, il soggettivo e le passioni, il melodramma.

Gustave Courbet

Nasce all’inizio dell’800, si forma in un periodo in cui si sta affermando la fotografia che fu molto

importante perché si affermò come un nuovo modo di rappresentare il mondo. ( questo ebbe

conseguenze anche nell’arte tradizionale nei confronti dei disegni a matita e della pittura)

Inizialmente Courbet non lavora a Parigi, ma più in periferia dove realizza ritratti e autoritratti, non

frequenta l’Accademia e dipinge molto la sua famiglia.

1848. Guerre europee – Ridefinizione dei sistemi di potere

Cambia il sistema artistico L’artista non realizza opere solo su committenza. Con la nascita dei

Salon, gli artisti potevano dipingere per proprio gusto, con l’esposizione delle loro opere

ricercavano mecenati.

• G. Courbet, Cena ad Ornans, 1849

C. rappresenta soggetti che non erano considerati importanti, che non avevano alcun

motivo per essere dipinti, perché sono contadini, figure secondarie, non sono centrali per la

storia. Millet li rappresenta con pietà, ma Courbet non lo fa. Soggetto di vita quotidiana. Si

afferma come figura indipendente rispetto al percorso accademico.

Nel 1849 una sua opera viene accettata una sua opera, diventa un artista ufficialmente.

• G. Courbet, Gli spaccapietre, 1849

Distrutto durante la seconda guerra mondiale.

Il soggetto viene rappresentato con freddo realismo, se ne distacca, è analitico nella

rappresentazione, non c’è una presa empatica, si tratta di una semplice e mera

rappresentazione. Riprende Millet, nel suo ‘La spolatura del grano’ nella rappresentazione

del ragazzo sulla sinistra, ma Courbet è più reale, più fedele alla realtà.

Realismo significa parlare di cose vere, non di falsità idealizzate (C.?)

• G. Courbet, Funerale ad Ornans, 1849, 3,15x6,68m

Il soggetto è comune ma viene trattato con modernità, non sappiamo chi è morto, non

viene spiegato (forse il funerale del nonno?). Lo spettatore completa il quadro, tra lui e il

quadro c’è la buca che per metà non si vede, siamo come proiettati all’interno della tela. Il

taglio è quasi fotografico. La processione sta ancora arrivando, c’è un’estrema cura nel

dare un volto alle persone rappresentate. La struttura compositiva è tradizionale, ma è

considerato blasfemo perché è troppo realistico. Le persone sono vere, si riconoscono.

Interesse per le rappresentazioni celebrative olandesi (v. van der Helst). Sono quadri di

grandi dimensioni, come anche ‘Il trionfo di Cristo’ di Antoine Wiertz del 1845-8

• G. Courbet, Le signorine del villaggio, 1851

Donne un po’ sguaiate fanno l’elemosina ad una bambina, il soggetto è tipico dell’epoca, la

composizione è semplice (viene deriso dalla satira dell’epoca)

• G.Courbet, La rencontre, ou ‘Bonjour Monsieur Courbet’, 1854

Fa parte del padiglione esterno del Realismo, diventa un intellettuale che impone la sua

presenza.

• G.Courbet, Les Demoiselles de bord de la Senne, 1856

In quest’opera C. va contro le regole rappresentando delle prostitute in un momento di

pausa. Il soggetto non è di nessun dubbio, perché sono donne di facili costumi e solo loro

potevano essere rappresentate così.

Critica alla pittura realista di Couture -> ‘Il pittore realista’

MARTEDì 5 FEBBRAIO 2013

• G. Courbet, L’atelier del pittore, Allegoria reale ecc., 1854-52

Apre il padiglione del Realismo, che è collocato di fianco alla mostra che selezionava le

persone. Il centro del quadro è più dettagliato. Le figure a sinistra sono un po’

accademiche, mentre a destra c’è la parte più luminosa, la figura che legge è Charles

Baudelaire, personaggio importante per quell’epoca, anche critico d’arte.

Altri quadri dell’esposizione(?):

• Frederic Bazille, L’atelier de la Rue de la Condamine, 1870

Scena più credibile, più quotidina, più viva.

• Fantin-Latour, Un atelier aux Botignolles, 1870

Prenderà le redini di Courbet

• Fantin-Latour, Homage to Delacroix, 1864

• Edouard Manet, Claude Monet on his boat, 1874

l’uso dell’epoca di ritrarre i colleghi artisti.

Esprimono

• Gerome, Pollice verso, 1872

• G. Courbet, L’origine del mondo, 1866

Edouard Manet

Con la sua arte anticipa alcune caratteristiche che saranno proprie dell’arte dei decenni successivi.

La sua arte vuole essere un’arte per il pubblico, che espone al Salon. Il suo obiettivo è farsi

riconoscere dall’Accademia.

• E. Manet, Il cantante spagnolo, 1860

• E. Manet, Ragazzo con spada, 1861

• E. Manet, Music in the Tuileries, 1862

Primo quadro in cui si gioca in prima persona come parte di una folla. Le persone sulla

sinistra sono vari artisti che popolavano l’atelier, usa modelli veri, non astratti, per rafforzare

l’aspetto conviviale.

• E. Manet, I vecchi musicisti, 1862

Sembra più tradizionale, i personaggi sembrano in posa, la persona con il mantello a destra

ricorda il bevitore d’assenzio. Rifiutato al Salon precedente, lo rappresenta qui.

I Salon avevano regole molto severe e non era facile venire accettati. Nel 1863 vengono accettate

opere come ‘La nascita di Venere’ di Cabanel o ‘Sinfonia in bianco no.1’ di McNeill Whistler, ma

vengono rifiutate tre opere di Manet, che finiscono nel Salon des Refusées, istituito dal re dopo le

numerose lamentele degli artisti, un salone che esponeva contemporaneamente a quello ufficiale.

Le opere rifiutate di Manet sono:

• E. Manet, Jeune homme en costume de majo, 1863

• E. Manet, La corrida, 1864

• E. Manet, La morte del torero, 1864

Sembra quasi un combattente che quando arriva la morte rimane totalmente isolato.

• E. Manet, Cristo morto con angeli, 1864

• E. Manet, Paesaggio con pescatori, 1862

( v. Rubens)

• E. Manet, Le Déjeuner sur l’herbe, 1863

L’opera più bersagliata di Manet, lo spettatore viene preso in giro. C’è un forte contrasto

con la figura nuda e le altre due figure vestite, gli oggetti sono sparpagliati. Ma cosa

significa questa rappresentazione? I contrasti cromatici sono molto forti.

I corpi delle donne sono dati per mancanza di colore, aggiunge molto bianco rispetto agli

uomini che sono stati dipinti con vari strati di colore. Gioca sull’alternanza di macchie e

manca una prospettiva chiara. Ci saranno varie risposte a questo dipinto nel mondo

dell’arte, vedi Monet, che prenderà questo tema e lo riproporrà svariate volte.

Iconografia:

Tiziano, Concerto campestre, 1510

 Raffaello, Il giudizio di Paride, 1515 – Ci arriva tramite un’incisione e la parte sinistra

corrisponde moltissimo all’opera di Manet

• E. Manet, Olympia, 1863

Questo quadro fu un vero e proprio scandalo, sia per la fattura che per il soggetto

(prostituta con donna di colore e gatto nero che si stiracchia). Ha alcuni precedenti, ma è

un quadro molto moderno

Nel quadro di Alexandre Cabanel ‘La nascita di Venere’ del 1863, il soggetto, la donna

nuda e la sua bellezza, non sono anomali, ma sono contornati da un’aura divino-mitologica.

Nel dipinto di Manet il soggetto è molto chiaro, si tratta di una casa chiusa. Olympia è

sfrontata, non si vergogna, ci guarda ed è consapevole. La cameriera nera e il gatto sono

un omaggio a Baudelaire. Riconosciuta dal Louvre, viene collocata di fianco all’Odalisca di

Ingres.

Iconografia:

Dominiques Ingres, La grande Odalisque, 1814

 Venere di Urbino, 1538

Tiziano,

Goya, La maja desnuda, 1800

In Tiziano c’è ancora l’idealizzazione della donna, è ancora una Venere, mentre in Ingres e

Goya ci viene presentata così com’è, vera, reale e non una bellezza ideale.

• E. Manet, Cristo deriso, 1865

Anche quest’opera viene presentata al Salon, insieme all’Olympia – sacro vs profano – non

ci sono zone intermedie. Confronto con Tiziano, Incoronazione di spine, 1542-44, Museo

del Louvre, Parigi. Il Cristo viene rappresentato come se fosse illuminato da un faro,

l’illuminazione è molto teatrale. Criticato per l’indecenza di Cristo che è un uomo troppo

comune, troppo banale.

Cézanne, Una moderna Olympia, 1873-4

Esasperazione di tutte le critiche fatte a Manet, colori molto forti, sfacciataggine del

soggetto.

• E. Manet, Il funerale, 1867

Più consueto nel dipinger, molto simbolico, costruzione poco precisa. Dal ’65 i suoi quadri

diventano più tradizionali grazie alla conoscenza delle opere di Goya e di Velázquez.

• E. Manet, Le fifre, 1865

Impaginazione del quadro da Velázquez nei suoi soggetti quotidiani. Bambino comune, non

è un soggetto importante, ma viene rifiutato comunque anche se non c’è provocazione.

• E. Manet, L’esposizione universale, 1867

La città è protagonista, viene scoperto l’urbano, i nuovi spazi, gli edifici nuovi, non antichi.

C’è un pallone aerostatico in alto a destra, richiama una performance di Nadar che

fotografa Parigi dall’alto per la prima volta su un pallone aerostatico.

• E. Manet, Il balcone, 1868-9

Banale soggetto di persone che si affacciano al balcone, sembra che aspettino l’inizio di

uno spettacolo, ma non è chiaro quello che sta per succedendo. Ha un taglio molto

fotografico. Alle spalle c’è ancora un quadro attribuito a Goya Goya, Majas on a balcony.

• E. Manet, Ritratto di Berthe Morisot, 1872

La ritrae svariate volte, è un soggetto che ricorre più volte

• E. Manet, Il riposo, !870

La pennellata della Morisot viene assorbita da Monet insieme ad altre novità, si migliora, si

evolve.

• E. Manet, La colazione nel

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
53 pagine
11 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/03 Storia dell'arte contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Broncy di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Pinto Roberto.