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L'organizzazione come cultura
Enfasi su tutto ciò che riguarda la creazione, la gestione e l'uso strategico del patrimonio culturale e simbolico dell'organizzazione. Qualsiasi soggetto, azione, relazione, linguaggio e simbolo se ha:
- capacità di caratterizzare in maniera specifica la vita dell'organizzazione
- capacità di fornire significati organizzativi, evocare emozioni o riflessioni, coinvolgere e mobilitare le persone.
Quanto più il lavoro passa da manuale a intellettuale, tanto più diventa delicato il problema del pensiero delle persone. La dimensione culturale diventa centrale. Dimensione emozionale.
L'idea di Karl Weick ruota attorno a:
- concezione della realtà (da parte di chi è nell'organizzazione)
- rapporto tra organizzazione e ambiente (contingenze)
- sistemi a connessione lasca (basso grado di interdipendenza)
1. Concezione della realtà:
- la realtà non è
- Il processo di creazione di senso dell'esperienza è:
- Attivazione dell'esperienza
- Deduzione
- Sistemazione dell'evento in una mappa
- Decisione sul comportamento
- Eventuale modifica della mappa
Rapporto organizzazione-ambiente:
- Grazie al processo di creazione di senso dell'esperienza, e considerando che nulla esiste al di fuori dell'esperienza stessa, l'organizzazione costituisce, attiva il proprio ambiente, ha un comportamento proattivo e non adattivo nei confronti di esso.
- Un ambiente attivato è l'output di un episodio di creazione di senso, non il suo input.
- Il percorso di attivazione dell'ambiente passa attraverso una fase di percezione e di selezione di dati grezzi che vengono poi trasformati in informazioni.
- L'attivazione è un processo attraverso il quale
L'organizzazione genera le proprie informazioni dai dati grezzi.
3. Sistemi a connessione debole:
- una connessione debole è una situazione in cui gli elementi reagiscono gli uni agli altri ma si mantengono altresì separati ed identificabili.
- Qualunque collocazione nell'organizzazione contiene elementi fra loro interdipendenti che variano per numero e per forza dalla loro interdipendenza.
Sono centrali 4 aspetti:
- la realtà attivata retroagisce sui soggetti che l'hanno attivata
- la creazione di senso richiede la creazione di un linguaggio: "le persone sanno ciò che pensano quando vedono ciò che dicono", le parole generano senso ma non sono esaustive.
- La creazione di senso è un processo continuo-discontinuo, come degli shock (sensemaking => p.122 dispense)
- Ci sono alcuni che attivano in modo più potente l'ambiente per gli altri. 2 implicazioni: Prendo per buono l'ambiente attivato
(comportamenti di trascinamento)
o Carisma del capo nel creare l'ambiente (chi fa parte dell'organizzazione aderisce e si adatta)
“Per Weick va vista come un corpo di pensiero pensato da pensatori pensanti”.
Gli approcci intermedi (tra Schining e Weick):
Joanne Martin:
La cultura come oggetto di analisi di 3 diverse prospettive:
- integrativa: cultura come armonia e consenso
- differenziante: convivenza tra diverse culture (fa risaltare le diversità tra le diverse culture)
- frammentata: culture in continuo divenire (coglie le dinamiche di cambiare) Ex IBM cfr. dispense
Punti di riferimento:
- le 3 prospettive rappresentano interpretazioni e non fotografie
- le 3 prospettive si escludono l'una l'altra
- percorso di decostruzione (dalle origini siamo in grado di sapere ciò che le persone dicono)
Gideon Kunda:
sociologo israeliano, si ispira a Barnard, ha studiato la Digital.
la cultura come fonte di ambiguità,
come generatrice di equilibrio esistenziale:- nodo centrale: il rapporto tra organizzazione e soggetti
- modalità di analisi:
- tratti distintivi (elementi forti dell'organizzazione in quanto tali)
- rituali
- percezione delle persone
- teoria della strutturazione (processo di strutturazione => esempio testo scritto al contrario)
- oggetto di studio sono le pratiche sociali ordinate nel tempo e nello spazio
- struttura sociale, insieme di risorse e regole che generano i comportamenti umani
- la struttura sociale ha carattere dualistico (rende possibile l'azione umana; non esiste fuori di essa)
- l'organizzazione è il processo di strutturazione, modellata dalle pratiche quotidiane
- un'organizzazione non è fatta solo di strutture formali e di tecnologia, ma essa vive e si plasma giorno per giorno in funzione del modo con il quale le persone interagiscono
in fruizione delle loro risorse conoscitive edell’uso che ne fanno.
- Concetto di script, canovaccio
Lezione 3 Il cambiamento organizzativo (se come perché quando le organizzazioni cambiano)
Anche le organizzazioni sono sottoposte ad un fenomeno di cambiamento che è la normale conseguenza del passare deltempo o una reimpostazione voluta e cercata.
Due osservazioni:
- se l’organizzazione è luogo di incontro, scambio tra soggetti, gruppi, poteri allora essa non può che cambiaredinamicamente
- se osserviamo un’organizzazione spesso possiamo dire che è sempre la stessa
Se da un lato c’è forte dinamicità, dall’altro cambiamenti radicali e significativi sono rari, così che prevalgonosituazioni di inerzia, di trascinamento.
Cambiamento dell’organizzazione dipende dal punto di vista:
- statico/dinamico
- radicale/progressivo: riorientamento strategico, ridefinizione degli assetti
- organizzazione come sistema di ruoli
- NB: rilevanza di chi occupa un ruolo
- cambiamento indotto dalla presenza di persone/attori/soggetti
- esito subito/voluto: è più rilevante guardare i dati di bilancio o i trend di sviluppo? Ovviamente la seconda. I numeri non sono
- effetto della coalizione dominante: chi comanda decide il cambiamento
- effetto delle pressioni esterne: le sollecitazioni esterne sono la stimolante al cambiamento, perché senza rapporti con l'ambiente non avverrebbero cambiamenti
- modesto, cioè non traumatico: spesso sono i cambiamenti più efficaci
N.B.: Perché le organizzazioni cambiano poco?
- tante forze - vettori di cambiamento - che si annullano a vicenda
- il condizionamento dell'imprinting iniziale, contro il quale occorre agire deliberatamente e con forza
- la sopravvivenza - istituzionalizzazione - trascina con sé la difesa dell'esistente, genera resistenza.
"È un po' come unirsi ad un gruppo di amici consolidato". È l'azione deliberata e di forza che consente i cambiamenti.
Spesso un'organizzazione
destinata a perire deve attuare un cambiamento. In sintesi:
- anche il cambiamento necessita di coerenza
- fenomenologie complesse richiedono chiavi di lettura complesse
- circularità e complessità sottendono una logica d'azione organizzativa: il punto di partenza rispetto al quale è misurato il cambiamento è una condizione necessaria per giudicare il cambiamento, quindi la circularità consente di creare una spiegazione coerente con le premesse dalle quali si era partiti, quindi non sempre dall'esterno è possibile cogliere questo cambiamento. Il cambiamento implica un coinvolgimento con l'esterno, ma non sempre è percepibile esternamente. È rilevabile in modo completo solo da soggetti coinvolti nell'organizzazione
Schema logico:
- il cambiamento organizzativo come "ombrello" (sotto il quale stanno tutte le altre variabili)
- vastità del cambiamento
- tipi di cambiamento
- tecnologia
- prodotto e servizio
- strategia e struttura
- persone (spesso è per rottura)
La gestione del cambiamento diventa forse l'azione manageriale più rilevante. C'è chi dice che sia il vero compito del manager (cioè capire dove orientarsi per il futuro). Struttura e cambiamento.
Premesse:
- le organizzazioni cambiano
- le organizzazioni innovano (se vogliono sopravvivere): il grado di novità è rilevante, il mero cambiamento può anche soltanto essere restaurativo (diciamo dal punto di vista dell'insiemistica che il cambiamento comprende l'innovazione)
- il cambiamento esterno è veloce e tale deve essere quello interno
- il cambiamento tende sempre più ad essere un fenomeno continuo e non episodico: la velocità esterna costringe ad una continuità