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INIZIO DEL TARTUFO
ATTO I scena I
Inizia come volevano i latini con un dibattito di idee e cominciamo a incontrare i personaggi poi
protagonisti della storia. Innanzitutto siamo in un Saloon, il salotto da conversazione, che diviene
anche luogo in cui la famiglia si apre all’esterno, in cui si discute.
-Madame Pernelle: la vecchia suocera madre di Orgone; ella è scandalizzata dalle idee che
serpeggiano nella casa che sono idee quasi rivoluzionarie. Arrabbiata che ricevono troppi ospiti e
si professano idee balorde.
-Dorin: prende in giro una serie di creature femminili che sono ipocrite, che si mettono pompose
maschere della religiosità perché non la vuole più nessuno. Dorin non è parte della famiglia ma
una stipendiata della famiglia: nella versione definita della commedia è una –servetta, signora di
compagnia- di Marianna (figlia di Orgone). Ed ‘è veramente una casa che non va bene in cui una
signora di compagnia si permette di dire il suo parere. Vi è già una prima raffigurazione
rivoluzionaria di Molière che dà voce a una servetta con IDEE RIVOLUZIONARIE, e in più è una
donna che lo fa. Possiamo notare quasi del proto femminismo.
-Marianna: nella prima scena non ci è quasi presentata ma sarà uno dei centri problematici della
commedia.
-Elmira: moglie di Orgone. Tenta da brava padrone di casa di conciliare tutti in un dibattito che si
accende sempre di più tra Dorin e Cleante (ai confini del pensiero libertino, libero pensatore) con la
vecchia.
-Cleante: libero pensatore e ha idee chiare quando deve parlare dei falsi professatori.
-Damine: fratello di Marianne, anche lui come tutti i giovani, molto convinto delle idee di Cleante e
quindi anche con quelle di Dorin.
Al centro del loro dibattito di idee moderne e conservatrici c’è la questione al centro della
commedia: TARTUFO-> e di come il suo arrivo in questa famiglia abbia creato una grave
situazione di conflitto.
Da questa prima scena capiamo che Tartufo è portato in casa da Orgone. La Madame è contenta
anzi crede che la presenza nella casa li redimerà tutti mentre il resto dalla famiglia ha capito che è
un impostore. Ora la madre esce.
-dialogo tra Dorina e Cleante: ci dice quanto grave sia la situazione della famiglia e quanto
soprattutto grave sia la condizione di Orgone. Tale procedura crea una forte curiosità nello
spettatore sulla identità di Orgone e di Tartufo: capiamo che sono loro due sono al centro del
problema, che uno è un impostore e che l’altro subisce l’impostura. Durante il loro dialogo entra in
scena Orgone (uno delle curiosità del pubblico è soddisfatta), mentre Tartufo entrerà solo nel III
atto, ma non si farà che parlarne. Si tratta di un procedimento narrativo molto interessante. Sin
dalla entrata di Orgone capiamo subito che ciò detto dalla famiglia su di lui e su Tartufo è vero.
-Orgone è un caso clinico: in quanto è in primo luogo il padrone di casa. Dal dialogo di Dorina
capiamo che è un ebete completo, ossessionato da idee religiosa che provengono da un
malfattore, Tartufo ha capito e se ne approfitta. Il nucleo problematico è soprattutto Orgone e la
loro strana relazione.
Orgone vuole sapere cosa è successo nei due giorni che non c’era. Tramite una tecnica tipica
della farsa Molier dipinge subito il ritratto della ossessività di Orgone, che nonostante apprenda
che la moglie è stata bene chiede solo di Tartufo: Dorina cerca di riportar il malato sul piano della
realtà e prova a riparlare della moglie. Ma lui ancora. Chiede solo di Tartufo. E lo chiama in
continuazione ‘’povero uomo’’, alla descrizione minuziosa dei malesseri della moglie si
contrappongono la descrizione di come stava Tartufo (su richiesta di Orgone) che ha passato due
giorni benissimo.
Dorina esce e rimangono solo Cleante e Orgone: gli dice che Tartufo lo vuole solo prendere in giro
e aggiunge che ha ragione in quanto il Tartufo riesce a fargli dimenticare qualunque cosa per lui.
Ma Orgone non lo lascia nemmeno continuare. Inizia qui una scena in cui CLEANTE cerca di
spiegare a Orgone perché forse abbiano ragione gli altri a chiamarlo impostore facendo una lunga
tirata su il tema dei falsi devoti e con altrettanta forza Orgone reagisce al cognato continuando a
lodare la figura di Orgone.
-Orgone gli racconta del loro primo incontro: è del tutto evidente in questa breve scena la stupidità
di Orgone e sin dall’inizio abbiamo le idee molto chiare: Tartufo è veramente un impostore e colui
che ha più torto è proprio Orgone con la sua ossessione, e soprattutto questa scena ci dice di
quanto poco credibile sia Tartufo come devoto (quando moglie soffriva lui faceva l’ospite a tutti gli
effetti approfittando dei beni della casa) in questa lunga battuta vi sono le fondamenta di quella che
è la storia che Moliere ha cominciato a raccontare ‘’ah se voi foste stato presente quando l’ho
incontrato sicuramente avreste provato per lui lo stesso sentimento che provo io’’, ‘’tutti i giorni
veniva in chiesa con un aria dolce e proprio davanti a me si metteva in ginocchia, attirava gli
sguardi di tutta l’assemblea per l’ardore con il quale lanciava i suoi sospiri al cielo e baciava
umilmente la terra, e quando uscivo veloce mi raggiungeva per venirmi a offrire dell’aria
benedetta’’ Tartufo gli parla del suo passato ‘’Nobile in passato’’ Orgone gli faceva l’elemosina e lui
sempre gliene voleva restituire almeno la metà. Orgone decide di portarlo a casa e da quel
momento (secondo lui) tutto prospera e persino di mia moglie per assicurarsi del mio onore si
prende estrema cura, sia per gli altri e persino dello stesso Orgone (qua il pubblico capisce) ma in
più si accusa come peccatore della minima cosa e un niente riesce a scandalizzarlo e quasi
commossa dal ricordo racconta che ‘’l’altro giorno, per dirvi chi è Tartufo, ha per caso schiacciato
una pulce sul libro di preghiera e non si è perdonato di averla uccisa con eccessiva collera’’ e
Cleante ‘’cognato, ma voi state diventando mattò’.
Nel primo atto insomma si forma la questione: Orgone è uomo totalmente plagiato da Tartufo.
Molière parlandoci del loro incontro ci racconta fondamentalmente una cosa, il radicale bisogno di
Orgone di trovare un punto di riferimento, del catechismo e delle regole che rimettano la realtà su
dei binari. In Orgone vi è l’emblema di una società patriarcale e il bisogno di dogmi nel momento in
cui la famiglia è già più avanti di lui in quanto più moderni. Insomma in Orgone è raffigurato la
società patriarcale che vorrebbe richiudere, è l’emblema di una società conservatrice che crede
che tramite leggi repressive crede di poter fare il bene. E tutta questa vocazione al ricostruire la
società patriarcale e gerarchica PASSA ATTRAVERSO un sogno religioso. Nell’incontro con
Tartufo, con il povero che chiede l’elemosina Molière ci racconta ridendo anche il sentimento tipico
del ricco di fronte al povero: il senso di colpa. Non basta più l’elemosina ma occorre che
l’elemosina sia uno stile di vita (se lo porta in casa). Soprattutto per rispettare la sua vocazione
verso tartufo inizia a innescare tutta una serie di azioni che distruggeranno la sua famiglia anziché
rigenerarla.
Cleante alla fine della loro conversazione gli chiede perché aspetta così tanto per far sposare
Valerio e Marianna e Orgone temporeggia. Cleante capisce la gravità della situazione.
Tutto ciò si esplicita nel II ATTO:
Marianna: fidanzata con Valerio. Orgone era ben felice di darla a lui in sposa prima di conoscere il
Tartufo. Infatti convoca Marianna e li dirà che ha deciso di darla in sposa a Tartufo. Ovviamente
Marianna non lo desidera, e il primo nucleo della parte dell’azione si sviluppa intorno a questo
nucleo del matrimonio che non deve esserci: Tartufo ha plagiato Orgone e quindi sta cercando di
intrufolarsi ufficialmente nella famiglia. Durante il loro dialogo interviene Dorina, che nascosta
dietro una tenda ha origliato la prima parte del dialogo e interviene. Usando uno schema della
farsa la servetta gli chiede al padrone se è pazzo, insulta il tartufo. Dorin da personaggio
rivoluzionario riesce a tener testa al padrone ma comunque Orgone ha ormai deciso.
Dorin: torna in scena e sgrida fortemente Marianna. Le dice di ribellarsi al padre. Insiste per
combattere per sposarsi chi vuole; all’epoca di Molière tutto questo era rivoluzionario: nella
struttura della società patriarcale era il padre che decideva. Introduce un tema molto importante: la
determinazione della donna di sposarsi con chi vuole, quindi scandalose per i tempi.
In secondo atto (forte utilizzo esplicito di meccanismi di farsa) Orgone passa da progetto a
esecuzione, con imposizione a Marianne di matrimonio con Tartufo. Marianne non è in grado di
opporsi a decisioni paterne (per carattere e cultura, cosa di cui sarà rimproverata da Dorine). Entra
in scena Valère (promesso sposo di Marianne) per chiedere ragione del cambiamento, e comincia
scena di fraintendimento con Valère e Marianne che litigano (lui crede che lei voglia effettivamente
sposarsi con Tartufo, lei crede che lui voglia liberarsi di lei. Dorine promette di risolvere tutto,
parlando con Elmira (attuale moglie di Orgone; personaggio deciso ma non desidera confronto con
Orgone) del fatto, Elmira decide di intervenire per salvare Marianne. Vuole convocarlo a colloquio
e persuaderlo al buon senso grazie all'attrazione che lui prova per lei. Damis vuole essere
presente all'incontro, ma Dorine lo obbliga a rinunciarvi. Damis, all'entrata di Tartufo, si nasconde
in uno sgabuzzino del salòn (precedentemente introdotto).
Atto III, scena II: Ingresso di Tartufo.
Tartufo presentato fino dall'inizio attraverso parole degli altri personaggi. Dorine, raccontandone le
azioni, lo descrive come mosso soltanto da bisogni primari, perennemente "affamato". In questa
scena viene messo in scena altro suo bisogno primario: sesso.
Ingresso di tartufo avviene con sua rappresentazione: citando cilicio, saio, tentazione di scollatura
di Dorine e carità cerca di creare immagine di sé, anche quando "pubblico" è ristretto (in questo
caso, Dorine).
Entra in scena Elmira, e comincia la prima delle Tre Grandi Scene. Prima parte di scena è di
seduzione, e si basa su meccanismo di farsa, con allontanamento di Elmira e avvicinamento di
Tartufo. Tartufo si appella diverse volte a Dio, mescolando desiderio carnale e (finta) devozione. Si
nota subito irruenza di Tartufo, con tentativi di Elmira di allont