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I Settimana: !
Grazie a Nino Rota per tutte le colonne sonore dei film di Federico Fellini e grazie ai quattro compositori di
musica per chitarra spagnola Albeniz, Tarrega, Granados e Torroba.!
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II Settimana: !
Grazie a Claudio Monteverdi perché senza di egli non avrei mai conosciuto il volto musicale di Orfeo. Un
piccolo saluto anche ad Arcangelo Corelli poiché mi ha intrattenuta con delle magnifiche Sonate.!
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III e IV Settimana: !
Grazie a Joaquìn Rodrigo e a Joao Gilberto. Poi un ringraziamento enorme ad un amico compositore della
mia città, Francesco Leineri che ha davvero riempito di musica certe giornate e mi ha spinta ad entrare al
conservatorio l’anno scorso. E grazie anche a Zarlino, che non conoscevo prima di studiarlo, ho ascoltato
ed apprezzato come guida spirituale e come compositore.!
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V Settimana: !
Un saluto ancora a Monteverdi e a Josquin Desprez, loro troveranno una dedica infondo alla pagina del dia-
rio. Inoltre devo ringraziare un uomo che mi fa emozionare molto spesso, ovvero Michal Nyman. !
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VIII Settimana: !
Grazie a Giulio Caccini per i madrigali e a Antonio Vivaldi perché sa tanto bene imitare la natura nei suoi
concerti. Infine un pensiero va anche a Vincenzo Bellini per un’arietta (Malinconia, ninfa gentile) e a Friedrich
Haendel per Lascia ch’io pianga.!
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IX Settimana: !
Grazie mille a Johann Sebastian Bach per le fughe e il Clavicembalo ben temperato e Francesco Cavalli per
l’opera Il Giasone.!
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X Settimana:!
Qui prima di tutto vorrei salutare Benjamin Britten ed Henry Purcell che spesso mi tengono compagnia. Poi
anche Arnold Schönberg e Philip Glass, quest’ultimo è per me molto importante.!
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XI Settimana:!
Alla fine del mio viaggio mi sono fatta confortare da tre autori sempre fedeli: Maurice Ravel, Antonín Dvořák
e Modest Petrovič Musorgskij. !
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Questa è la mia mappa, è stato emozionante persino scriverla, perché è stato come sfogliare un album di
fotografie con degli amici. !
Tra i non musicisti invece mando un saluto col cuore a Giacomini e Fludd che mi hanno appassionata ed un
inchino a Pitagora e Aristotele. !
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Infine grazie a lei, Professore Gozza, è bello averla incontrata all’inizio dei miei percorsi di musica e arte. Sa
trasmettere tanto ed è sorprendete vederla emozionarsi quando ci parla di quello che studiamo. E non posso
negarle che di per se mi emoziono sentendo di letteratura, arte e musica, ma ancora di più quando lei riesce
davvero a trasferirci la sua energia. Il fondamento della vita che passa tramite voce articolata, la passione!
Quindi grazie non solo perché non si nega, perché si apre a noi, ma anche perché chiede in prima persona
di ascoltarci tramite gli elaborati scritti. Sono sicura che i diari che leggerà saranno pieni di pensieri sinceri, o
quanto meno il mio è così. !
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I Settimana !
Il posto delle fragole!
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E’ la prima settimana di lezione e il professore ci ha introdotti, con soave leggerezza, alla Filosofia ed Esteti-
ca Musicale. Abbiamo parlato di luoghi facendo una particolare distinzione tra luogo esterno e luogo interno.
Il luogo esterno è ciò che ci circonda, potremmo dire che è la realtà che viviamo. Un luogo esterno può esse-
re quindi un edificio, una città, una casa, l’università, una piazza. Il luogo interno, invece, è tutto ciò che av-
viene dentro di noi. Riproponendo le parole del professore è un “teatro interiore”. Mi piace questa espressio-
ne perché descrive bene come nel nostro animo ci siano tante forze che tra di loro discutono, combattono, si
riappacificano, si amano poi si disprezzano… E’ il nostro luogo personalissimo, che difficilmente possiamo
esternare e trasmettere esattamente per come è. Ed è proprio questo conflitto di comunicazione che fa na-
scere l’arte. L’arte è come un flusso di coscienza dove viene messo a nudo il nostro luogo interno, è un con-
dividere il nostro intimo con tutti.!
Un altro aspetto interessante dei due luoghi è il fatto che siano in strettissimo contatto. Il mio animo subisce
attivamente il luogo esterno. Dico subisce attivamente perché da un lato viene condizionato da esso, dall’al-
tro lato lo modifica. Un luogo esterno non è un elemento statico perché si apre ai luoghi interni, li ospita e
ogni persona avrà un rapporto differente con esso.!
Ogni luogo interno è quindi vincolato a luoghi esterni e viceversa. Il nostro mondo interiore può alterare la
percezione dei luoghi esterni tramite le emozioni legate ai ricordi che vi colleghiamo. !
E’ interessante concepire come vi sia uno scambio tra i due luoghi. Il luogo esterno quasi ci costruisce, mo-
della, ma allo stesso tempo è fatto da altri luoghi interni che vivono la stessa cosa e anche essi agiscono su
di noi come noi su di loro.!
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Per capire meglio tutto ciò, ho immaginato di essere in un luogo della mia infanzia: la casa in montagna dei
miei nonni dove andavamo ogni Natale. La casa è intrisa di storia, in quanto è stata fatta costruire da mio
nonno e conosco qualche aneddoto del periodo in cui fu progettata. Inoltre i miei zii e mia mamma usavano
trascorrere lì tutti i week-end fino all’età di venti anni. Per me è un posto magnifico, lontano da tutto ciò che
richiami una città. Lì ho tanti ricordi delle feste passate con la famiglia. Quello che rende quel luogo speciale,
sono i miei ricordi, quelli della mia famiglia e il posto in se, oasi di pace. !
Dall’altro lato ci sono tanti posti che mi trasmettono malessere a causa di eventi spiacevoli trascorsi in essi,
dei luoghi in se e delle persone che li frequentano, e ognuno di questi tre elementi ha un’importanza per de-
finire un luogo esterno rispetto al mio interno. !
Quindi un aspetto affascinante è anche che i luoghi sono ricchi di ricordi. Uno dei motivi per cui apprezzo la
mia città, Palermo (nonostante sia piena di difetti), è il riecheggiare, mentre passeggio, dei suoni finissimi
che si insidiano nel mio luogo interiore e riportano in vita storie passate. Come quando sentiamo un profumo
che richiama una persona o ascoltiamo una canzone che ci riporta ad un determinato periodo di vita. Ogni
posto ha il suo valore e importanza e passando da questi io rivivo ciò che un tempo successe. Ecco come
sono potenti i luoghi! Hanno la capacità di riportare in vita sensazioni che dentro di noi stanno già dormendo.!
Un giorno i miei nonni non ci saranno più, ma quella casa in montagna avrà la capacità di farmi ricordare il
loro affetto nei miei confronti.!
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Ecco perché ho scelto come titolo a questa pagina di diario “Il posto delle fragole”, un famoso film di Berg-
man che tratta, con delicata malinconia, la vicenda di un uomo in viaggio che per una deviazione passa dalla
casa dell’infanzia dove visse fino all’età di vent’anni.!
Il luogo così riporta alla memoria gli episodi felici e il suo amore per la cugina Sara (ed è lì che la ricorda in-
tenta a raccogliere fragole). Ma come i ricordi felici, tanti sono i rimpianti che invadono il suo animo per le
occasioni perdute di un ragazzo ormai diventato vecchio. !
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10/10/2014 DAMS
Filosofia ed estetica musicale !
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Autori ed opere citate:!
Il posto delle fragole (1957) - Ingmar Bergman !
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II Settimana !
Orfeo emblema del Rinascimento!
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Non solo i luoghi riportano in vita atmosfere, sensazioni ed emozioni… Tema di questa settimana: Il Rina-
scimento, periodo artistico e culturale che si sviluppa in Europa e nasce in Italia tra il XIV e il XVI secolo,
fondato sull’idea di rinascita e fioritura culturale dopo i secoli bui del Medioevo. Gli artisti si riavvicinano al
mondo classico per riscoprirlo in tutte le sue forme. Dalla storia antica spicca il mito orfico che occuperà lo
spazio di emblema del Rinascimento musicale. Non vorrei risultare ridondante raccontando il mito che tanto
bene conosciamo, ma dovrò farlo ugualmente per specificare cosa davvero mi ha colpito di questa figura
tanto legata alla musica. !
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Orfeo, musico e cantore, è un semidio figlio di Apollo che perde sua moglie, Euridice. Egli non si da pace per
la scomparsa dell’amata e grazie ad una concessione fattagli dagli dei, scende negli inferi per riportarla in
vita. Il primo elemento magico legato alla musica, è che Orfeo è caro agli dei, non solo poiché è figlio di
Apollo, dio delle arti, ma anche perché lui stesso è cantore. Il nostro suonatore di cetra durante la discesa
riesce ad incantare i Reggitori infernali, esseri bruti senz’anima, addolciti dalla musica, che non riescono a
dir di no alle richieste di Orfeo. !
Immaginiamoci di passare dal regno degli inferi: certo non deve essere una bella esperienza. Come po-
tremmo superare le difficoltà e l’angoscia di una passeggiata tanto lugubre? E’ la musica che ancora una
volta risponde alla nostra domanda. Il suo potere consolatorio e rassicurante, conforta il semi-dio durante
tutta la discesa finché non arriva da Euridice. Orfeo ha un compito: riportare in vita l’amata, ma il patto con
gli dei è di non guardarla mai durante tutta l’ascesa. Peccherà di questo e non sentendo più i passi della
donna alle sue spalle, si volterà. I finali di questo mito sono due. Il primo, a mio parere, è il meno interessan-
te, poiché ribadisce un concetto già espresso all’inizio della favola e non aggiunge molto di più: Orfeo è così
tanto amato dagli dei che essi gli concedono di riportare comunque in vita Euridice.!
Il secondo è quello che preferisco perché è crudele quanto la vita vera: ad Orfeo, per punizione, viene taglia-
ta la testa, che tuttavia continua a cantare per sempre. Grandioso termine di un mito che racchiude l’idea di
una musica immortale. Ecco perché questo personaggio è il simbolo del Rinascimento musicale. Una rina-
scita possibile solo attraverso la musica! !
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Quindi, come dicevo all’inizio di questa pagina di diario, non solo i luoghi, ma è soprattutto la musica a sco-
prire i ricordi seppelliti nella profondità di noi stessi. E’ davvero una grandiosa magia quella che essa opera,
un mito sempre eterno che si rinnova per ogni microcosmo. La musica è pura perché è uno strumento capa-
ce di unire il fisico al metafisico, l’uomo si innalza ad un livello divino ascoltandola, si inebria e il suo luogo
interiore si accende di passione o amore o tristezza o rabbia. Ma la cosa che trovo più importante,