Lezioni e Sentenza, Diritto dell'Unione Europea
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o ORDINE DI ESECUZIONE : tecnica utilizzata nel caso di atti riguardanti Politica Estera o
Sicurezza Comune. Consiste nel mero rinvio all’accordo della legge comunitaria.
o EXTRA LEGGE COMUNITARIA : nella Eventualità di atti e sentenze di Organi
Giurisdizionali delle Comunità europee, nel caso in cui l’adeguamento debba avvenire
entro una Scadenza Urgente, che andrebbe fuori anno con la delega (proposta tramite
decreto, disegno di legge, ecc.)
o ULTIMA IPOTESI : con Decreto del ministro competente in materia. Procedura valida solo
per gli Atti che modificano modalità esecutive e caratteristiche di ordine tecnico di
Direttive già recepite. Valida anche per Direttive adottate dalla Commissione in
attuazione di direttive già recepite con decreto legislativo, che le conferivano al riguardo
un’apposita delega.
Ruolo delle Regioni Art. 117 Cost. c. 5
Il è previsto dall’ : “le regioni e province autonome di Trento e
Bolzano, […] provvedono all’attuazione e all’esecuzione […] degli atti dell’UE, nel rispetto delle norme di
procedura stabilite dallo Stato, che disciplina le modalità di esercizio del potere sostitutivo in caso di
Responsabilità di
inadempienza”. È evidente dunque, che le Regioni e province autonome hanno la
procedere Direttamente all’attuazione delle Direttive .
Risarcimento dei Danni Provocati da Violazioni del Diritto UE
Condanne per Inadempimento
L’Italia ha passato brutti momenti, e numerose , a causa dei ritardi o delle
mancate ricezioni delle Direttive UE. La Corte di Giustizia ha col tempo elaborato una giurisprudenza volta a
Responsabilità degli Stati Membri per OMESSA o
formulare il Principio della
INCOMPLETA o NON CORRETTA Esecuzione del Diritto UE Sarebbe infatti
.
INACCETTABILE (al quale il legislatore attraverso la Direttiva dice “applica queste
che lo Stato
normative, garantisci questi diritti!”) possa far valere la mancata esecuzione dei suoi obblighi al fine
di privare i singoli del godimento di questi diritti. [ ].
sent. Francovich – Faccini Dori
SENTENZA FACCINI DORI
La sig.ra Faccini Dori aveva acquistato un corso di inglese per corrispondenza mentre si trovava alla Stazione Centrale
di Milano. Dopo alcuni giorni, la signora intendeva annullare l'ordine, ma il contratto non prevedeva il diritto di
recesso unilaterale (all'epoca nemmeno previsto dal codice civile). Essa però invocava il diritto di recesso stabilito
dalla direttiva dell'85 (85/577/CEE) sulla tutela dei consumatori in caso di contratti negoziati fuori dai locali
commerciali. Il Giudice conciliatore di Firenze, nel procedimento per decreto ingiuntivo, chiese alla Corte di giustizia
delle Comunità europee se la direttiva fosse così precisa e dettagliata che - una volta scaduto il termine per la
trasposizione ma prima della trasposizione effettiva in legge italiana - essa producesse effetti nei rapporti fra i singoli e
lo Stato italiano e in particolare nei rapporti dei singoli fra loro.
La Corte di giustizia ha escluso che per il singolo la possibilità di fare valere la direttiva non trasposta (ma dotata di
effetto diretto, perché "sufficientemente precisa ed incondizionata") anche fra soggetti privati (esclusione dell'effetto
diretto orizzontale). Nel caso specifico, però, ha ricordato che il diritto comunitario impone agli Stati membri di
risarcire i danni che essi - non dando attuazione ad una direttiva - hanno causato ai singoli. [Il diritto di recesso nei
contratti fuori dai locali commerciali è stato poi introdotto nella legislazione italiana con il D. l.vo n. 50 del 1992, che
ha trasposto al direttiva 85/577].
SENTENZA FRANCOVICH 27
Con questa sentenza la Corte ha sancito il principio della responsabilità dello Stato nei confronti dei cittadini, a causa
della mancata attuazione di una direttiva. Si trattava della direttiva 80/987/CEE, relativa alla tutela dei lavoratori
salariati in caso di insolvenza del datore di lavoro, all'epoca non ancora trasposta dal legislatore italiano, con la
conseguenza che in Italia non era stato istituito il previsto fondo di garanzia per i crediti retributivi maturati. I
pretori di Vicenza e di Bassano del Grappa hanno quindi chiesto alla Corte se i lavoratori interessati potessero
pretendere dallo Stato membro il risarcimento del danno.
La Corte ha affermato l'esistenza di questo principio e definito le 3 Condizioni necessarie per darvi
attuazione concreta; infatti la norma UE deve:
Preordinata ad Attribuire Diritti a favore dei Singoli
1. Essere ;
Violazione Grave Manifesta
2. Trattarsi di una e ;
Nesso di Causalità
Esistere un tra violazione/danno subito.
28
PARTE II - CAP. 1
L G 'UE
A IUSTIZIA NELL
Corte di Giustizia Europea Corte + Tribunale +
Come abbiamo già esaminato, la comprende la
Tribunali Specializzati assicura il rispetto del Diritto nell’interpretazione e nell’applicazione
. Essa
dei Trattati 27 Giudici + 8 Avvocati
. Il Tribunale è composto da almeno 1 Giudice per Stato quindi
Generali AG
. Gli devono presentare Conclusioni Motivate sulla cause e assistono la Corte. Giudici e AG
mandato rinnovabile di 6 Anni Garanzie di
hanno . Devono, per essere nominati (dagli Stati), dare
Indipendenza e Competenza . Ci sono poi:
Presidente della Corte : elettro tra e da i Giudici.
Cancellerie : si occupa della Gestione Ammnistrativa e Finanziaria. Nominato dalla Corte per 6
Anni di mandato rinnovabile.
La Corte si esprime nei casi di:
Ricorsi
: presentati da Stati, Istituzioni o Persone fisiche o giuridiche.
Rinvii Pregiudiziali : su richiesta delle giurisdizioni nazionali.
Altri casi
Negli previsti dai Trattati.
Si riunisce in:
3/5 Membri Maggioranza di 3 Giudici
: 5 è la più frequente. Occorre la in entrambi i casi.
Grande Sezione : 13 Giudici, è tenuta nel caso in cui lo richiedano uno Stato o Istituzione dell’UE
Maggioranza di 9 Giudici
parti in causa. Occorre la .
Sezione Plenaria Maggioranza di 15
: 27 Giudici, nei casi previsti dall’Art. 16 Statuto. Occorre la
Giudici .
TRIBUNALE - TPI Doppio Grado di Giurisdizione
Istituito nell’intento di assicurare il principio del e per sgravare il lavoro
SOLI GIUDICI
della Corte. Il tribunale non ha un’elencazione tassativa di competenze. È composto da , il
cui numero è fissato nello Statuto e non nel Trattato (questo lo rende più facilmente modificabile). Come la
Corte, si organizza in sezioni da 3/5 Giudici. Riesame
Le Decisioni di quest’ultimo possono essere oggetto di davanti alla Corte di Giustizia, “ove
sussistano gravi rischi che l’unità o la coerenza del diritto UE siano compromesse”.
TRIBUNALI SPECIALIZZATI
Venivano chiamati “Camere Giurisdizionali” dal Trattato di Nizza, modificati poi in Tribunali Specializzati con
il Trattato di Lisbona, sono Organi atti a conoscere il “Primo Grado di alcune categorie di ricorsi di materie
29
affiancati al TPI membri nominati dal Consiglio SCELTI
specifiche”. Essi sono , composti da e (tra
persone che offrano una certa Indipendenza e Capacità).
PROCEDURA
La procedura davanti ai 3 Organi appena descritti è la seguente, per semplificazione qui c’è quella della
Corte:
si articola solitamente in 2 Fasi:
Fase SCRITTA Deposito Notifica
1. : del Ricorso presso la cancelleria. del Ricorso al Convenuto (1
mese di tempo per controricorso, al quale possono seguire Replica e Controreplica). Le Parti
devono poi essere rappresentate da:
Agente ad hoc
i. : nel caso di Istituzioni Comunitarie o Stati Membri.
Avvocato
ii. : o professore abilitato, nel caso di Privati.
Fase ORALE Mezzi Istruttori
2. [facoltativa]: la corte può disporre con Ordinanza i che ritiene
Data di Udienza Conclusioni
necessari. Viene fissata la dal presidente. Nuova Udienza con
dell’Avvocato Generale Conclusione + Delibera
. .
COMPETENZE DELLA CORTE DI GIUSTIZIA
Nella grandissima maggioranza dei casi sono Competenze di
Natura Giurisdizionale Contenzioso
: esse sono di regola di tipo , ma, in 1 CASO, si tratta di
Non Contenziosa
Competenza (Rinvio Pregiudiziale, cap. 5). La Corte può però anche essere
chiamata anche a svolgere una
Funzione Consultiva . 30
PARTE II - CAP. 2
P 'I
ROCEDURA D NFRAZIONE
Procedura Di Infrazione eventuale
La è un procedimento a carattere giurisdizionale , disciplinato
arrt. 258-259 TFUE
dagli .
Oggetto di tale procedura è la violazione da parte di uno Stato membro di un obbligo derivante dal
diritto dell'Unione europea (Trattati), intendendosi per Stato membro lo Stato-organizzazione,
comprensivo quindi di ogni sua articolazione anche non facente parte dell'esecutivo. La violazione può
mancata attuazione
essere relativa a qualsiasi obbligo, e può consistere tanto nella sua , quanto in una
disposizione incompatibili
o in una prassi amministrativa nazionali che risultino . Essa inoltre, per essere
Violazione Obiettivamente Manifesta
perseguibile, deve essere . Un caso tipico di violazione consiste,
ad esempio, nel mancato recepimento di una direttiva entro il termine previsto.
Procedimento 2 Fasi
Il si divide in :
Fase Pre-Contenziosa
1. :
competenza della Commissione
La fase pre-contenziosa è di europea, che può avviarla d'ufficio (art.
258 TFUE), ovvero su richiesta di qualsiasi altro Stato membro (art. 259 TFUE); non è escluso, tuttavia, che
l'impulso possa provenire da un'interrogazione parlamentare presentata al Parlamento europeo da un
deputato, ovvero da una denuncia di privati cittadini.
In via preliminare, quindi, la Commissione, ove rilevi l'effettiva violazione di una norma di diritto
termine di 2 Mesi
dell'Unione europea, concede allo Stato membro sottoposto alla procedura un per
lettera di messa in mora
presentare le proprie osservazioni circa gli addebiti mossi, tramite l'invio di una
(o lettera di contestazione). non risponda entro i termini
Laddove lo Stato interessato , ovvero non fornisca chiarimenti
Parere Motivato formale diffida ad
soddisfacenti, la Commissione emette un con cui opera una
adempiere nei confronti dello Stato sottoposto alla procedura .
Fase Giurisdizionale o Contenziosa
2. :
Qualora lo Stato in causa non si conformi al parere nel termine fissato dalla Commissione ,
questa, ovvero lo Stato membro che abbia eventualmente avviato la procedura, sono legittimati a proporre
Ricorso Per Inadempimento Corte di giustizia dell'Unione europea
alla .
Corte riconoscendo la violazione
Se la decide del diritto comunitario da parte dello Stato ritenuto
inadempiente, quest'ultimo ha l'obbligo di porre immediatamente rimedio alla violazione accertata. Se
Commissione
poi la ritiene che lo Stato membro non abbia preso i provvedimenti che l'esecuzione della
Ulteriore Procedura Di Infrazione
sentenza emessa dalla Corte comporta, allora può dar corso ad una e
31 pagamento di
ad un nuovo giudizio innanzi alla stessa Corte per l'esecuzione della sentenza, chiedendo il
una somma forfettaria penalità
o di una . In questo caso, con le modifiche apportate ai trattati dal
non è necessario un secondo parere motivato
trattato di Lisbona, .
SENTENZA COMMISSIONE VS ITALIA (RIFIUTI IN CAMPANIA – INFRAZIONE)
L’art. 4 della direttiva 2006/12 così dispone: “Gli Stati membri adottano le misure necessarie per
assicurare che i rifiuti siano recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell’uomo e senza usare
procedimenti o metodi che potrebbero recare pregiudizio all’ambiente e in particolare:
a) senza creare rischi per l’acqua, l’aria, il suolo e per la fauna e la flora;
b) senza causare inconvenienti da rumori od odori;
c) senza danneggiare il paesaggio e i siti di particolare interesse.”
Inoltre, come giustamente sostiene la Commissione, l’art. 4, n. 1, della direttiva 2006/12 ha una funzione
preventiva. Orbene, la Repubblica italiana stessa ha ammesso la pericolosità della situazione in
Campania per la salute umana, in particolare nei rapporti e nelle note trasmessi alle istituzioni europee.
La situazione preoccupante di accumulo di rifiuti nelle strade ha esposto la salute della popolazione ad un
rischio certo, in violazione dell’art. 4, n. 1, della direttiva 2006/12. Di conseguenza, la censura sollevata
dalla Commissione vertente sulla violazione dell’art. 4 della direttiva 2006/12 deve essere dichiarata
fondata.
In considerazione di tutto quanto precede, occorre dichiarare che la Repubblica italiana, non avendo
adottato, per la regione Campania, tutte le misure necessarie per assicurare che i rifiuti siano recuperati
o smaltiti senza pericolo per la salute dell’uomo e senza recare pregiudizio all’ambiente e, in particolare,
non avendo creato una rete adeguata ed integrata di impianti di smaltimento, è venuta meno agli
obblighi ad essa incombenti in forza degli artt. 4 e 5 della direttiva 2006/12.
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PARTE II - CAP. 3
R A
ICORSO DI NNULLAMENTO
Ricorso Per Annullamento
Il è un procedimento attraverso il quale il ricorrente (Stato Membro,
Organo Comunitario, o Privato) può chiedere l'annullamento di un atto da parte di un'Istituzione
controllo della legalità degli atti europei
comunitaria. Il ricorso per annullamento consiste in un che
può portare all’annullamento dell’atto in oggetto. Commissione
La Corte di giustizia europea può ricevere il ricorso per annullamento direttamente dalla ,
Consiglio Stati membri Parlamento europeo
dal , dagli e, a partire dal Trattato di Maastricht, dal , [fino
Corte dei Conti
a qui Ricorrenti Privilegiati, perché non devono dimostrare l’interesse ad agire] dalla e
BCE Comitato delle Regioni persone fisiche
dalla , e a partire dal Trattato di Lisbona, dal o anche da e
giuridiche di diritto nazionale. 4 condizioni
Affinché la Corte di giustizia possa annullare un atto devono verificarsi :
L'atto impugnabile
deve essere : deve cioè essere contestabile, secondo la Corte di Giustizia è atto
impugnabile qualunque atto produca effetti nei confronti di terzi.
Chi fa ricorso diritto di agire
alla Corte di Giustizia deve avere : se il ricorrente è un'istituzione si
può ricorrere direttamente davanti alla corte, se invece è un individuo (fisico o giuridico), deve
dimostrare di fronte al Tribunale di Primo Grado che le sue motivazioni sono reali e tutelabili.
Nell'atto vizio di legittimità
imputato deve necessariamente verificarsi un . I tipi di vizio di
legittimità sono 4: incompetenza, violazione di norme sostanziali che regolano l'adozione degli
atti, violazione da parte dell'atto di un trattato o di qualunque altra norma gerarchicamente
superiore, sviamento di potere (esercizio di un potere, da parte di un'istituzione, per un fine
diverso da quello per cui le era stato conferito). entro 2 mesi dalla pubblicazione
Affinché l'atto possa essere annullato è necessario agire
dell'atto .
Dopo la proposta di ricorso per annullamento, la Corte di giustizia verifica se l’atto è conforme al diritto
Vizi
competente
dell’UE e poi è a pronunciare l’annullamento su ricorsi per i seguenti :
Incompetenza
1. ;
Violazione delle Forme Sostanziali
2. ;
Violazione dei Trattati qualsiasi Regola di Diritto Relativa alla loro Applicazione
3. o di ;
Sviamento di Potere
4. .
Valore Retroattivo art. 264 TFUE
La sentenza della corte ha [ ], ossia annulla anche gli effetti
precedenti alla data dell'annullamento, nel caso in cui l'atto impugnato sia un regolamento la corte può
decidere di annullare solo determinati aspetti dell'atto piuttosto che integralmente.
33
SENTENZA INUIT (RICORSO PER ANNULLAMENTO)
Oggetto il regolamento CE 1007/09 art.3: divieto di importazione e vendita in spazio economico europeo
di prodotti derivanti da foca fatta salva una deroga per i prodotti derivanti dalla caccia tradizionalmente
praticata dalle popolazioni inuit ed indigene a fini di sussistenza.
Ricorrenti: catalogabili in 3 gruppi
1)cacciatori di origini inuit
2) soggetti non attivi sul commercio dei prodotti derivanti da foca
3)commercianti
Resistenti: Parlamento Europeo e Consiglio
contesto: Art. 263 TFUE: “Qualsiasi persona fisica o giuridica può proporre‚ alle condizioni previste al
primo e secondo comma, un ricorso contro gli atti adottati nei suoi confronti o che la riguardano
direttamente e individualmente, e contro gli atti regolamentari che la riguardano direttamente e che non
comportano alcuna misura d'esecuzione.”
Il regolamento individua come destinatario una categoria di persone generale ed astratta, quali i
commercianti di foca, nella quale rientrano i rimanenti ricorrenti, come anche altri commercianti operanti
sullo stesso mercato. Il requisito dell'incidenza individuale non viene ravvisato dal tribunale. Per questi
motivi il ricorso è respinto, il caso si decide con una ordinanza.
Esaminiamo anche:
Ricorsi in Carenza : è uno dei tipi di ricorso che possono essere presentati dinanzi alla Corte di
giustizia dell’Unione europea. Questo tipo di ricorso riguarda l’inazione di un’istituzione, di un
organo o organismo dell’Unione. Se tale inazione è illegale in virtù del diritto europeo, la Corte
constata la carenza e l’istituzione, l’organo o l’organismo in questione deve prendere le misure
caratterizzata dall'assenza o dall'omissione di azione
appropriate. La carenza è inoltre da
obbligo di agire
parte dell’entità in questione, laddove il diritto europeo imponeva un . L'assenza o
Carattere Illegale
l'omissione ha, quindi, un . Il ricorso per carenza può ad esempio essere
presentato contro un’istituzione che non abbia adottato un atto una misura previsti dal diritto
europeo.
Ricorsi di Danni : tale ricorso permette ai privati o agli Stati membri che hanno subito un danno
di ottenere un risarcimento da parte dell’istituzione che ne è all’origine. Il ricorso va presentato
termine di cinque anni
entro un a decorrere dal verificarsi del danno. La Corte di giustizia
tre condizioni
riconosce la responsabilità dell’Unione se si verificano :
o danno
il ricorrente ha subito un ;
o comportamento illegale
le istituzioni europee o i loro agenti hanno tenuto un rispetto al
diritto europeo; 34
o nesso di causalità diretto
esiste un tra il danno subito dal ricorrente e il comportamento
illegale delle istituzioni europee o dei loro agenti.
SENTENZA BRASSERIE DU PECHEUR
Brasserie Du Pecheur, società francese con sede in Alsazia, veniva costretta, alla fine del 1981 a sospendere
le proprie esportazioni di birra in Germania, in quanto le autorità tedesche avevano constatato che la birra
da essa fabbricata non era conforme ai requisiti di genuinità prescritti dagli articoli 9-10 del
biersteuergesetz (legge fiscale sulla birra).
La brasserie du pecheur chiamava in giudizio la repubblica federale di Germania reclamando il risarcimento
del danno che tale restrizione le aveva cagionato nel periodo compreso tra il 1981 e il 1987 (ammontare di
1 800 000 marchi tedeschi, pari a una parte del danno effettivamente subito).
Il bundesgerichtshof ha sottoposto alla corte le seguenti questioni pregiudizievoli:
Se il principio del diritto comunitario in forza del quale gli stati membri sono tenuti a risarcire i
danni causati ai singoli da violazioni del diritto comunitario ad essi imputabili valga anche quando
tale violazione consista nel mancato adeguamento di una legge formale del parlamento nazionale
alle norme del diritto comunitario.
o Come si evince dalla sentenza Francovich, la piena efficacia delle norme comunitarie
sarebbe messa a repentaglio se i singoli non avessero la possibilità di ottenere un
risarcimento ove i loro diritti fossero leso da una violazione del diritto comunitario. Un
DIRITTO AL RISARCIMENTO è riconosciuto dal diritto comunitario in quanto siano
soddisfatte 3 CONDIZIONI: la norma giuridica violata sia preordinata a conferire diritti ai
singoli, che si tratti di violazione sufficientemente caratterizzata e, infine, che esista un
nesso causale diretto tra la violazione dell’obbligo dello stato e il danno subito dal singolo.
Se l’ordinamento nazionale possa disporre che un eventuale diritto al risarcimento dei danni
soggiaccia alle stesse restrizioni previste per le violazioni, da parte di una legge interna, del diritto
interno di rango superiore.
o Per determinare il danno risarcibile il giudice nazionale può verificare se il soggetto leso
abbia dato prova di una RAGIONEVOLE DILIGENZA per evitare il danno o limitarne l’entità e
se abbia tempestivamente esperito tutti i rimedi giuridici a sua disposizione.
Se l’ordinamento nazionale possa subordinare il diritto al risarcimento dei danni all’esistenza di una
condotta imputabile (per dolo o colpa) alle autorità statali.
o Il giudice nazionale non può subordinare il risarcimento del danno all’esistenza di una
condotta dolosa/colposa dell’organo statale al quale è imputabile l’inadempimento, che si
aggiunga alla violazione manifesta e grave del diritto comunitario.
La CORTE: Il principio in forza del quale gli stati membri sono tenuti a risarcire i danni causati ai singoli dalle
violazioni del diritto comunitario ad essi imputabili trova applicazione allorché l’inadempimento contestato
è riconducibile al legislatore nazionale. 35
L’obbligo a carico degli stati membri di risarcire i danni causati ai singoli dalle violazioni del diritto
comunitario ad essi imputabili non può essere limitato ai soli danni subiti successivamente alla pronuncia di
una sentenza della corte che accerti l’inadempimento contestato.
SENTENZA COMM. VS ITALIA (MAGISTRATI)
Le parti in causa sono la Commissione europea, in qualità di ricorrente, e la Repubblica Italiana, in qualità
di convenuta. Con il proprio ricorso, la Commissione europea chiede e porta la Corte a dichiarare che:
-escludendo qualsiasi responsabilità dello Stato italiano per i danni arrecati ai singoli a seguito di una
violazione del diritto dell’Unione imputabile ad un organo giurisdizionale nazionale di ultimo grado,
qualora tale violazione risulti da interpretazione di norme di diritto o da valutazione di fatti e prove
effettuata dall’organo giurisdizionale medesimo, e
-limitando tale responsabilità ai soli casi di dolo o colpa grave, ai sensi dell’art. 2, commi 1 e 2, della legge
n. 117/1988, sul risarcimento dei danni cagionati nell’esercizio delle funzioni giudiziarie e sulla
responsabilità civile dei magistrati, la Repubblica italiana è venuta meno agli obblighi ad essa incombenti
in forza del principio generale della responsabilità degli Stati membri per violazione del diritto
dell’Unione da parte di un proprio organo giurisdizionale di ultimo grado.
-Contesto normativo nazionale-
Nello specifico, l’art. 2 della legge n. 117/88, al comma 1, afferma che “chi ha subito un danno ingiusto per
effetto di un comportamento, di un atto o di un provvedimento giudiziario posto in essere dal magistrato
con dolo o colpa grave nell’esercizio delle sue funzioni ovvero per diniego di giustizia può agire contro lo
Stato per ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e anche di quelli non patrimoniali che derivino
da privazione della libertà personale”; al comma 2, lo stesso articolo precisa che “nell’esercizio delle
funzioni giudiziarie non può dar luogo a responsabilità l’attività di interpretazione di norme di diritto né
quella di valutazione del fatto e delle prove”. Infine, il comma 3 specifica che costituisce “colpa grave” la
grave violazione di legge determinata da negligenza inescusabile.
36
PARTE II - CAP. 4
R P
INVIO REGIUDIZIALE
A differenza delle altre procedure giurisdizionali, il rinvio pregiudiziale non è un ricorso contro un atto
Rinvio Pregiudiziale
europeo o nazionale, bensì un quesito sull’applicazione del diritto europeo. Il
non ha una natura contenziosa, ma è più che altro una "collaborazione tra giudici". Il giudice pone delle
Art. 267 TFUE
Questioni Pregiudiziali e le indirizza alla Corte. Bisogna fare riferimento all' : l'iniziativa spetta
Organo Giurisdizionale,
al Giudice, potere anche d'ufficio. Una Verifica Preliminare sul requisito di
requisiti necessario per potere applicare tale norma. Bisogna distinguere, a seconda del giudice nazionale
di cui stiamo parlando:
Giudice di Ultima Istanza (corte di Cassazione): il giudice DEVE rivolgersi alla Corte di Giustizia in
3 Eccezioni
caso di dubbio. Ci sono :
Mancanza di Pertinenza
1. : necessarietà della pertinenza della questione per la soluzione della
cause principale.
Questioni Già Risolte
2. : in cause simili, per esempio.
Soluzione Evidente
3. : eccezione un po' discussa... Tuttavia...
PUÒ Carattere Discrezionale
Giudice NON di ultima Istanza: il giudice rivolgersi alla Corte. Forte .
il giudice non si rivolge alla Corte??
Cosa succede se Non ci sono rimedi. Tuttavia, l'UE può agire contro
lo Stato per Inadempimento, ma a quel punto, viste le tempistiche, il giudice avrà già terminato.
PROCEDURA DEL RINVIO PREGIUDIZIALE
Ordinanza di Rinvio
1. : il Giudice prende l'iniziativa. La Corte si fonderà sulle informazioni fornitegli
Chiare Sufficienti
dal giudice, informazioni che però devono essere e .
Arrivo in Cancelleria e Traduzione
2. : questa arriva alla Cancelleria che la distribuisce ai Servizi di
Traduzione (normalmente redatta nella lingua del giudice, lingua principale Lingua Comune il
Francese).
Assegnazione al Giudice
3. : dopo la notifica agli Stati Membri, viene assegnata a un Giudice (uno
dei 27, uno per ogni Paese + 8 Avv. Generali, ognuno assistito da 4 Referendari, che gestiscono
personalmente i casi, come l'Avv. Taccani, ospite a lezione da noi). Le Parti e la Commissione
forniscono le loro Osservazioni, un Parere alla Corte, tutte tradotte, anche in Francese
(particolarmente interessante il parere della Commissione, visto che è neutra oltre che qualificata).
Rapporto Preliminare
4. : il Giudice Relatore preliminare spiega la situazione. Esplica i fatti, le
osservazioni, una prima analisi, ecc. Il rapporto è fornito all'Avvocato Generale, che fornisce le
37
Conclusioni
, ovvero un parere scritto in cui dice come risolverebbe lui la causa. L'Avvocato
Generale si deve pronunciare su:
Quale Sezione? a quale sezione attribuire la causa (sez. a 3/5/15 Giudici).
Conclusioni o No? dipende dal Criterio di Novità.
Udienza o No? Anche qui tendenza restrittiva. Criterio di Necessarietà.
5.Riunione Generale
1. : della Corte. Tutti i giudici decidono e discutono sulla soluzione. Presa una
decisione di passa all'Udienza.
6.Conclusione dell'Udienza
2. : proposta di Conclusioni, nel caso in cui siano previste. Vengono
pubblicate, il Giudice Relatore le legge e scrive una Memorandum alla sezione in cui esprime il suo
Parere.
7.Progetto di Sentenza
3. : Il Giudice deve a questo punto elaborare un Progetto di Sentenza.
8.Pronuncia della Sentenza
4. : prima tradotta in tutte le lingue dell'UE.
p.s. /17 mesi la procedura pregiudiziale.
È stata creata la procedura pregiudiziale d'Urgenza! (6/8 settimane).
SENTENZA CILFIT (RINVIO PREGIUDIZIALE)
PARTI: CILFIT SRL –in liquidazione-
OGGETTO della domanda: interpretazione dell’ art. 177, 3c, TCE: “La Corte di giustizia è competente a
pronunciarsi, in via pregiudiziale:
a) sull'interpretazione del presente trattato;
b) sulla validità e l'interpretazione degli atti compiuti dalle istituzioni della Comunità e della BCE;
c) sull'interpretazione degli statuti degli organismi creati con atto del Consiglio, quando sia previsto
dagli statuti stessi.
In forza del c.2 di tale norma , qualsiasi giudice di uno degli stati membri può , qualora ritenga necessaria
la soluzione di una questione di interpretazione per emanare la propria decisione , domandare alla corte
di giustizia di pronunziarsi sulla questione .
Ai sensi del c.3 , quando una questione di interpretazione viene sollevata in un giudizio pendente dinanzi ad
un giudice nazionale le cui decisioni non siano impugnabili secondo l'ordinamento interno , tale giudice è
tenuto a rivolgersi alla corte di giustizia . L ' art . 177 c.3 , va interpretato nel senso che una giurisdizione le
cui decisioni non sono impugnabili secondo l ' ordinamento interno e tenuta , qualora una questione di
diritto comunitario si ponga dinanzi ad essa , ad adempiere il suo obbligo di rinvio , salvo che non abbia
constatato che la questione non è pertinente , o che la disposizione comunitaria di cui e causa ha già
costituito oggetto di interpretazione da parte della corte , ovvero che la corretta applicazione del diritto
comunitario si impone con tale evidenza da non lasciar adito a ragionevoli dubbi .
38
SENTENZA EPITROPOS
EPITROPOS = Commissario del Ministero Greco che riferisce alla Corte dei Conti.
Il sig. Anotnopoulos ha usufruito di 34 giorni di permesso sindacale e esige la retribuzione di questi, che
però, secondo normativa ellenica, possono valere solo per lavoratori a tempo indeterminato. La Corte dei
Conti fa questo Rinvio Pregiudiziale per chiedere se in tal modo il sig. Antonopoulos abbia subito una
discriminazione.
La Corte cita l’[Art. 267 TFUE sulle Competenze della Corte di Giustizia], rilevando che l’Organo greco che
ha sollevato la questione difetta del Carattere di Indipendenza, poiché l’epitropos è un membro del
Governo), e di Giurisdizionalità. La Corte di giustizia non si pronuncia, IRRICEVIBILITÀ, perché la Corte dei
Conti non può fare un rinvio pregiudiziale. 39
PARTE III - CAP. 1
L C M
IBERA IRCOLAZIONE DELLE ERCI
Libera Circolazione delle Merci
Art. 28 TFUE complesso
L’ introduce la , definendola come il “
degli scambi di merci ”, affermazione reinterpretata dalla Corte come “i prodotti pecuniariamente
valutabili e come tali atti a costituire oggetto di negozi commerciali”. L’articolo stesso prosegue subito
Unione Doganale 3 Divieti
indicandoci, in materia di , di:
Dazi Doganali su Importazione/Esportazione
1. : [art. 30 TFUE]. Si intendono i dazi doganali
vietati anche i Dazi
riscossi da uno Stato in ragione del semplice passaggio di una merce. Sono
Doganali di Carattere Fiscale .
Tasse Aventi Effetto Equivalente ai dazi
2. : [art. 30 TFUE] – [caso Simmenthal - Rimorchi]. Questo
divieto Completa e rende Effettivo il divieto 1., poiché tale obbligo potrebbe essere aggirato
mediante l’imposizione di oneri pecuniari con “effetti equivalenti” a dazi doganali; la nozione d
Tassa di Effetto Equivalente va espressa come “ qualsiasi onere pecuniario imposto
unilateralmente a prescindere dalla sua denominazione e dalla sua struttura, che colpisca le
Onere
merci in ragione del fatto che esse varcano la frontiera”. Si deve trattare quindi di un
Pecuniario di sua iniziativa Scambi di Merci
che uno Stato impone su tra stati membri. Può
essere un esempio significativo gli oneri imposti per effettuare controlli sanitari su prodotti importati, caso
.
Simmenthal
Adozione di una Tariffa Doganale Comune nei confronti delle Merci provenienti da Stati
3. Terzi : le merci provenienti da questi stati, una volta importate in osservanza della Tariffa Doganale
Comune all’interno dell’UE, sono considerati in Libera Pratica nel commercio interno UE.
SENTENZA SIMMENTHAL
La Simmenthal importava dalla Francia carni bovine; venne sottoposta al pagamento di diritti di controllo sanitario
e, ritenendo che questi rappresentassero ostacoli alla libera circolazione delle merci, contrari al diritto comunitario,
chiese al Pretore di Susa di ripetere le somme pagate. Questi si è quindi rivolto alla CGCE, chiedendo se fosse legittimo
l'obbligo di rivolgersi previamente alla Corte costituzionale italiana per potere non applicare la norma italiana
contrastante con il diritto comunitario. La Corte ha quindi potuto elaborare il concetto dell'applicazione immediata
delle norme comunitarie: in pratica, le norme interne successive a quelle comunitarie ed incompatibili con esse, non
si formano validamente. Per questo, il giudice nazionale ha il dovere di dare alle norme comunitarie di questo tipo
un'applicazione immediata (senza essere costretto ad attenderne la previa rimozione da parte del legislatore o in via
di una qualunque altro procedimento costituzionale).
SENTENZA RIMORCHI
La Commissione fa Ricorso contro l’Italia per una norma a contenuta nel codice della strade che impedisce che i
ciclomotori, quadricicli ecc. possano trainare Rimorchi. Tale norma sembrerebbe intralciare l’importazione di tali
prodotti legalmente prodotti negli altri stati membri. 40
La Corte ha ritenuto di non essere in presenza di una c.d. Misura di Effetto Equivalente: infatti, nonostante tale
divieto abbia l’effetto di ostacolare l’accesso al mercato italiano di suddetti rimorchi, la limitazione risulta essere
ADEGUATA, in quanto finalizzata alla Sicurezza Stradale ed è quindi idonea a Realizzare un Obiettivo Imperativo
dello Stato. 2 Ulteriori divieti
Per non eludere i Divieti sopra indicati, l’Art. 110 TFUE impone , cioè quelli di Non
Tributi Interni Discriminatori Protezionistici
Imporre o .
Soppressione dei Controlli Fiscali alle Frontiere
In seguito alla tra Stati Membri, la libera
circolazione delle merci ha fatto un forte balzo in avanti, garantendo maggiore libertà anche a Persone e
Viaggiatori
quindi : infatti le imposte indirette possono ora essere pagate direttamente nello stato di
acquisto; l’importazione inoltre di prodotti è “libera”, purché finalizzata ad uso personale. Tale limite può
essere gestito da ogni Stato attraverso controlli sul detentore e sulla natura e quantità dei prodotti.
Divieto alle Restrizioni
Limitazioni Quantitative
Sono imposte inoltre, delle , esplicate nel
Quantitative Arrt. 34/35
tra gli Stati Membri agli : “Sono vietate le Restrizioni Quantitative
Finalità
all’importazione e all’esportazione nonché qualsiasi misura di effetto equivalente”. La
(34) (35) oggetto o effetto la
perseguite dai due Obblighi è la medesima, cioè vietare ogni misure che abbia ad
restrizione del commercio tra Stati membri Disparità di trattamento tra Commercio
e che crei una
Interno di Stato/ Commercio Interno UE .
Deroghe agli Arrt. 34/35
Art. 36 TFUE
All’ sono previste le : è previsto un Elenco Tassativo, possono
essere adottati provvedimenti Restrittivi “giustificati da Motivi di:
Moralità Pubblica Ordine Pubblico Pubblica Sicurezza
, e ,
Vita Salute Persone Animali Vegetali
Tutela della e della delle e degli o Preservazione dei ,
Patrimonio Artistico Storico Archeologico
Protezione del , o Nazionale,
Proprietà Industriale Commerciale
Tutela della e .” Discriminazione
Aggiungendo poi che “tali divieti o restrizioni NON DEVONO costituire mezzo di
Arbitraria Restrizione Dissimulata
né una al Commercio fra gli Stati”. Scambi di Beni Culturali
(anche gli è
assoggettata agli Arrt. 34-35-36).
Le regole Nazionali che stabiliscono la composizione di un prodotto, senza distinguere tra Merci nazionali
Effetti Restrittivi
o importate, possono produrre nei confronti di quest’ultime e quindi costituire misure di
Principio di Mutuo
effetto equivalente. Per risolvere questo problema è stato Introdotto il
Riconoscimento dalla sent. Cassis, principio secondo cui “ciascuno stato ha l’Obbligo di ammettere
legalmente prodotte
nel proprio territorio le merci provenienti da un altro Stato membro qualora e
messe in commercio in osservanza delle tecniche di commercio dello Stato importatore ”. [caso
Manovra
Cassis de Dijong]. Tuttavia, per quanto riguarda il secondo requisito, occorre che tale “ ”, per non
ostacolare la libera circolazione, sia:
Necessaria ad un Interesse Generale. 41
Indistintamente Applicabile .
Proporzionata all’Obiettivo .
Occorre anche che non vi sia già stata una armonizzazione.
SENTENZA CASSIS DE DIJONG
L' attrice nella causa principale, la Rewe-Zentral S.p.A., intendeva Importare dalla Francia, per metterla in commercio
nella Repubblica Federale Di Germania, una partita di "Cassis De Dijon", liquore alla frutta con gradazione alcolica
dai 15º ai 20º, ma il Cassis non possiede i requisiti necessari per essere messo in commercio nella repubblica
federale di Germania (troppo poco alcol per essere definito liquore secondo una normativa interna). L’attrice sostiene
che la fissazione costituisce una restrizione della libera circolazione delle merci fra gli stati membri.
L'attrice vi ravvisa una "misura d'effetto equivalente ad una restrizione quantitativa all'importazione".
Il governo della Repubblica Federale Di Germania ha svolto vari argomenti che, secondo la Corte, giustificano
l'applicazione di disposizioni relative al contenuto minimo di alcool delle bevande alcoliche, esponendo
considerazioni attinenti, da un lato, alla salvaguardia della salute pubblica e, dall'altro, alla protezione dei
consumatori contro pratiche commerciali sleali, ma questo secondo la Corte NON BASTA A GARANTIRE LA TUTELA DEI
CONSUMATORI!
Da quanto premesso risulta che le prescrizioni relative alla gradazione minima delle bevande alcoliche non
perseguono uno scopo d'interesse generale atto a prevalere sulle esigenze della libera circolazione delle merci, che
costituisce uno dei principi fondamentali della comunità. L ' effetto pratico di prescrizioni di tal genere consiste
principalmente nel garantire un vantaggio alle bevande con alta gradazione alcolica, allontanando dal mercato
nazionale i prodotti di altri stati membri non rispondenti a questa specificazione.
Non sussiste quindi alcun valido motivo per impedire che bevande alcoliche, a condizione che esse siano
legalmente prodotte e poste in vendita in uno degli stati membri, vengano introdotte in qualsiasi altro stato
membro senza che possa esser opposto, allo smercio di tali prodotti, un divieto legale di porre in vendita bevande
con gradazione alcolica inferiore al limite determinato dalla normativa nazionale.
SENTENZA KECK
Domanda di pronuncia pregiudiziale proposta alla CG da parte del Tribunale de Grande Instance di Strasburgo a causa
di due procedimenti penali pendenti contro Bernard Keck e Daniel Mithouard. Questa domanda verteva
sull’interpretazione delle norme del trattato CEE relative alla concorrenza e alla libera circolazione. I due signori erano
accusati di aver messo in vendita, violando le disposizioni dell’art 1 L 2/7/1963, prodotti ad un prezzo inferiore al loro
effettivo prezzo di costo nello Stato in cui si trovavano. Essi, in loro difesa, sostenevano che un divieto generale di
rivendita sottocosto sarebbe incompatibile con i principi della libera circolazione delle merci, delle persone, dei servizi,
dei capitali e con il principio della libera concorrenza. La CG si concentra sul profilo della libera circolazione delle
)
merci. L’art 30 del trattato CEE ( oggi art 34 TFUE vieta fra gli Stati membri le restrizioni quantitative all’importazione
nonché ogni misura ad effetto equivalente. Per misura ad effetto equivalente ad una restrizione quantitativa si
intende qualsiasi misura che possa ostacolare, direttamente o indirettamente, gli scambi commerciali intracomunitari.
Nel caso di specie la CG ritiene che non costituisce ostacolo agli scambi commerciali l’assoggettamento di prodotti
provenienti da altri Stati membri a disposizioni nazionali che limitino o vietino alcune modalità di vendita sempre che
valgano nei confronti di tutti gli operatori e sempre che incidano in egual misura sullo smercio dei prodotti sia
nazionali sia provenienti da altri Stati membri. Quindi l’art 30 TCEE deve essere interpretato nel senso che non trova
applicazione nei confronti di una normativa di uno Stato membro che vieti in via generale la rivendita sottocosto.
42
Art. 37 TFUE
L’ conclude aggiungendo che “gli Stati membri procedono a un riordinamento dei monopoli
escludere qualsiasi Discriminazione
nazionali a carattere commerciale, in modo da fra i Cittadini degli
arrt. 114-115 TFUE
Stati membri”. A tal proposito, gli definiscono che l’UE deve provvedere alla
Armonizzazione delle Legislazioni Nazionali : è generalmente previsto che l’elaborazione delle
regole sia affidata dalla Commissione a Organismi Europei di Normalizzazione; Parlamento Europeo e
Misure di Armonizzazione giustificatamente
Consiglio deliberano creando , le quali possono essere
rifiutate Norme Europee Armonizzate
dagli stati; infatti, le contengono le specifiche tecniche dei
prodotti considerati, ma non hanno efficacia obbligatoria.
43
PARTE III - CAP. 2
L C P
IBERA IRCOLAZIONE DELLE ERSONE
Libera Circolazione delle Persone
Parliamo ora di . Tali diritti, attribuiti alle Persone, si riferiscono
Fisiche Giuridiche
sia alle Persone che , e questo secondo caso è sicuramente il più frequente.
Libera Circolazione dei Lavoratori Subordinati Arrt. 45-ss.
Esaminiamo innanzitutto la [
TFUE]
: i primi interventi del legislatore comunitario (che prima era esclusivamente il Consiglio), è
Direttiva 38/2004
intervenuto nel '68 attraverso un Regolamento, oggi sostituito dalla , che dettagliata i
principi in materia. Divieto di Discriminazione in base alla Nazionalità
Il Principio Ispiratore è un imposto agli Stati,
positivamente tradotto in un Principio di Parità di Trattamento. Tuttavia, divieto di discriminazione e parità
di trattamento non sono poi così coincidenti: si pensi all'ipotesi in cui ci sia il medesimo trattamento, ma
nonostante questo vi è comunque una discriminazione per entrambi.
SENTENZA GARCIA AVELLO
Il sig. Garcia Avello, cittadino spagnolo, e la sig.ra I. Weber, cittadina belga, risiedono in Belgio, ove si sono sposati
nel 1986. I due figli nati dalla loro unione, Esmeralda e Diego, nati rispettivamente nel 1988 e nel 1992, posseggono
la doppia cittadinanza, belga e spagnola. Conformandosi al diritto belga, l'ufficiale di stato civile belga ha indicato
sull'atto di nascita dei figli il patronimico del padre, vale a dire «Garcia Avello», come loro cognome. Con istanza
motivata hanno chiesto, in qualità di legali rappresentanti dei loro due figli, il cambiamento del cognome di questi
ultimi in «Garcia Weber», affermando che, secondo l'uso invalso in diritto spagnolo, il cognome dei figli di una
coppia coniugata è composto dal primo cognome del padre seguito da quello della madre. Il governo belga propone
solo “Garcia” (rifiutato) per poi rispondere che «Il Governo ritiene che non vi siano motivi sufficienti per proporre a
Sua Maestà il Re di accordarvi la sostituzione del vostro cognome in "Garcia Weber". Infatti, qualsiasi richiesta di
aggiungere il cognome della madre a quello del padre, per un figlio, è abitualmente respinta in quanto, in Belgio, i
figli portano il cognome del padre».
Ai sensi dell'art. 12, n. 1, CE:
«Nel campo di applicazione del presente trattato, e senza pregiudizio delle disposizioni particolari dallo stesso
previste, è vietata ogni discriminazione effettuata in base alla nazionalità».
L'art. 17 CE così dispone:
«1. E' istituita una cittadinanza dell'Unione. E' cittadino dell'Unione chiunque abbia la cittadinanza di uno Stato
membro. La cittadinanza dell'Unione costituisce un complemento della cittadinanza nazionale e non sostituisce
quest'ultima.».
I cittadini di uno Stato membro che soggiornino legalmente sul territorio di un altro Stato membro possono avvalersi
del diritto, sancito dall'art. 12 CE, di non subire alcuna discriminazione in ragione della propria cittadinanza con
riferimento alle norme che disciplinano il loro cognome. Gli artt. 12 CE e 17 CE devono essere interpretati nel senso
che ostano al fatto che l'autorità amministrativa di uno Stato membro respinga una domanda di cambiamento del
cognome per figli minorenni residenti in questo Stato e in possesso della doppia cittadinanza, dello stesso Stato e di
un altro Stato membro, allorché la domanda è volta a far sì che i detti figli possano portare il cognome di cui
sarebbero titolari in forza del diritto e della tradizione del secondo Stato membro.
44
Nozione di Lavoratore
La è esclusiva del diritto comunitario, non esiste espressa disposizione che la
descrive, ma è importante precisare che questa non coincide con le nozioni dei singoli stati: per potersi
Requisiti
parlare di lavoratore in questo senso, sono necessari diversi :
Cittadino di uno Stato Membro
1. .
Prestazione Lavorativa Transfrontaliera
2. : cioè il lavoratore deve prestare lavoro in uno Stato
diverso da quello di appartenenza.
Natura Subordinata dell'Attività Svolta
3. : importante perché si distingue dal lavoratore
Autonomo. Deriva da una Attività Economicamente Rilevante (lavoro per danaro) + direzione di un
Datore di Lavoro + Attività Non Occasionale. La corte si è occupata di Tirocinante Professionale e
Atleta Professionista, dichiarandoli idonei a tale definizione.
Accesso all'Attività Lavorativa
L' deve essere amministrato in egual modo tra Cittadini Nazionali e
Discriminazioni Dissimulate
Cittadini Stranieri, senza favoritismi. Sono anche vietate le c.d. , ovvero tutte
quelle discriminazioni diverse dal Divieto di Discriminazione di Nazionalità, conducono al medesimo
Discriminazione Linguistica Discriminazione per Età
risultato. Anche la , come la [caso Mangold] con le
opportune dimostrazioni, può costituire illecito secondo questo principio. [caso Groener]
SENTENZA Comm. Vs Ungheria
Con il presente ricorso la Commissione europea chiede alla Corte di constatare che l’Ungheria, avendo adottato un
regime nazionale che impone la cessazione dell’attività professionale di giudici, procuratori e notai che abbiano
compiuto 62 anni di età, il quale comporta una disparità di trattamento fondata sull’età non giustificata da finalità
legittime e, comunque, non necessaria e appropriata rispetto alle finalità perseguite, è venuta meno agli obblighi ad
essa incombenti in forza degli articoli 2 e 6, paragrafo 1, della direttiva 2000/78/CE del Consiglio, del 27 novembre
la parità di trattamento in materia di occupazione e di
2000, che stabilisce un quadro generale per
condizioni di lavoro .
Con riferimento a tutto quanto precede, occorre dichiarare che L’Ungheria, avendo adottato un regime nazionale che
impone la cessazione dell’attività professionale di giudici, procuratori e notai che abbiano compiuto 62 anni di età, il
comporta una disparità di trattamento in ragione dell’età non proporzionata rispetto alle finalità
quale
perseguite , è venuta meno agli obblighi ad essa incombenti in forza degli articoli 2 e 6, paragrafo 1, della direttiva
2000/78.
SENTENZA MANGOLD
Principio di non discriminazione per età , affermato di recente dalla Corte di giustizia della sentenza Mangold del
22 novembre 2005 (causa C-144/04). Le pretese discriminazioni per motivi di età riguardavano misure
dell’ordinamento tedesco che consentivano di stipulare, senza specifiche giustificazioni, contratti a tempo
determinato con lavoratori di età superiore ad un certo limite (58 anni poi ridotto a 52 anni). La Corte di Giustizia
veniva chiamata a valutare la conformità di tali misure con la direttiva 2000/78/CE sulla parità di trattamento in
materia di occupazione, il cui termine di trasposizione negli ordinamenti nazionali non era ancora scaduto. Pur
riconoscendo come legittima la finalità della disposizione nazionale, relativa all’integrazione professionale dei
45
lavoratori anziani disoccupati, la Corte affermava che i mezzi utilizzati per conseguire tale obiettivo andavano oltre i
limiti di Proporzionalità e Necessarietà in relazione al principio generale di eguaglianza per motivi di età.
Secondo la sentenza Mangold, il principio di non discriminazione in ragione dell’età deve essere considerato un
principio generale del diritto comunitario. Quando una normativa nazionale rientra nella sua sfera di applicazione, la
Corte, adita in via pregiudiziale, deve fornire tutti gli elementi di interpretazione necessari alla valutazione, da parte
del giudice nazionale, della conformità della detta normativa con tale principio. Il giudice nazionale deve assicurare a
garantendone la
riguardo la tutela giuridica che il diritto comunitario attribuisce ai soggetti dell’ordinamento,
piena efficacia e disapplicando ogni contraria disposizione di legge nazionale (sentenza Simmenthal). Questo
approccio ha consentito di superare due problemi inerenti a tale causa: in primo luogo, l’obiezione che il termine
concesso per il recepimento della direttiva non era all’epoca ancora scaduto; in secondo luogo, la questione eventuale
di effetti diretti orizzontali della direttiva.
CASO GROENER
I fatti sono i seguenti . La sig.ra Groener, ricorrente nella causa principale, cittadina olandese, insegna pittura come
professore a tempo parziale presso un College Dublino . Questo istituto dipende da un ente pubblico incaricato della
gestione dei corsi d' istruzione professionale sovvenzionati dallo Stato nella regione di Dublino . Nel luglio 1984 la
sig.ra Groener ha partecipato ad un concorso per un posto di professore di ruolo . Ella ha vinto il concorso ma non ha
superato l' esame speciale d'irlandese . Una circolare del Minister for Education irlandese n . 28/79 obbliga infatti i
candidati a posti di ruolo di Senior Lecturer, Lecturer e Assistant Lecturer ( qualifiche di docenti ), presso la città di
Dublino o qualsiasi altro comitato d' istruzione professionale, a comprovare la conoscenza della lingua irlandese . La
prova può consistere in un attestato o nell' aver superato un esame speciale di lingua irlandese . E' pacifico che il
posto in causa rientrava nel campo di applicazione della circolare. La sig.ra Groener ha impugnato dinanzi ai giudici
irlandesi il rifiuto della sua nomina .
L'ordinanza di rinvio pregiudiziale pone tre questioni vertenti sull' eventuale esistenza di una discriminazione di fatto,
impiego la cui natura esige conoscenze linguistiche
sulla nozione d' e, infine, sul concetto di ordine pubblico.
Avv. Generale: “Ogni irlandese ha il diritto - sancito, come si è visto, dalla suprema norma giuridica del suo Stato - di
fruire, ove lo desideri, di un insegnamento in irlandese per qualsiasi materia, ivi compreso il disegno . [proposta di
risolvere il punto 2. come rigettata]”.
Requisito Linguistico è Legittimo
La Corte, dichiara che il , qualora sia inteso a valorizzare una Lingua Nazionale,
nonché Prima Lingua Ufficiale (Irlanda), se attuata come discrimine NON DISCRIMINANTE E PROPORZIONALE.
Limiti Deroghe
Art. 5 par. 3 : il paragrafo 3 specifica i e le di tale principio. Sono individuati i limiti
nell'Ordine Pubblico, Sanità Pubblica e Sicurezza Pubblica. Tra le libertà è espressa la Libertà di prendere
Dimora.
La vera svolta si ha nel '92, con il Trattato di Maastricht, con l'introduzione [oggi confluito nel Art. 20 TFUE]
Status di Cittadino Europeo
dello , che gode di una serie di diritti esclusivi. Per l'acquisizione è
necessaria la Cittadinanza di uno Stato Membro, inoltre la cittadinanza dell'Unione si aggiunge
Diritti del Cittadino Europeo
AUTOMATICAMENTE e non sostituisce la cittadinanza nazionale. I
sono indicati dal par. 2, e sono:
Libera Circolazione e Soggiorno
1. : liberamente nel territorio degli Stati membri dell'UE.
46
Diritti Elettorali
2. : diritto di voto per l'elezione (a suffragio universale) dei membri del Parlamento.
Diritto Elettorale Attivo e Passivo. inoltre ha il diritto di partecipare alle Elezioni Comunali dello
Stato di Residenza.
Assistenza e Protezione Diplomatica e Consolare
3. : ogni cittadino ha diritto di ricevere
l'assistenza e la protezione diplomatica e consolare, da tutti gli Stati Membri come se fossero il suo,
di appartenenza.
Diritti di Comunicazione con le Istituzioni dell'UE
4. : il cittadino europeo può Presentare
Petizioni al Parlamento, ricorrere al Mediatore Europeo, di rivolgersi in lingua di uno degli Stati
Membri alle Istituzioni, e di ricevere Risposta nella Stessa Lingua.
SENTENZA CHEN
La sig.ra Chen, di nazionalità cinese, entra nel territorio del Regno Unito nel maggio del 2000, incinta di circa sei mesi;
si è recata a Belfast (Irlanda) dove, nel mese di settembre dello stesso anno nasce la figlia Catherine. In applicazione
della normativa irlandese, che consente a tutti i nati sull’isola di acquisire la cittadinanza irlandese, a Catherine è
rilasciato un passaporto irlandese. È pacifico che il soggiorno in Irlanda della sig.ra Chen sia destinato a consentire alla
nascitura di acquistare la cittadinanza irlandese e, di conseguenza, alla madre di ottenere il diritto di soggiornare,
eventualmente, sul territorio del Regno Unito con sua figlia. La sig.ra Chen lamenta il fatto che le è stato rifiutato il
rilascio di un permesso di soggiorno di lunga durata presso l’ Immigration Appellate Authority, che rinvia, in via
pregiudiziale, alla corte di giustizia;
La Corte di giustizia afferma che: il diritto comunitario conferisce al cittadino minorenne in tenera età di uno Stato
membro, coperto da un’adeguata assicurazione malattia ed a carico di un genitore, egli stesso cittadino di uno Stato
terzo, le cui risorse siano sufficienti affinché il primo non divenga un onere per le finanze pubbliche dello Stato
membro ospitante, un diritto di soggiorno di durata indeterminata sul territorio di quest’ultimo Stato. Le stesse
disposizioni consentono al genitore che ha effettivamente la custodia di tale cittadino di soggiornare con
quest’ultimo nello Stato membro ospitante.
Direttiva 38/2004 procedure di ingresso e
Prendiamo ora in considerazione la , direttiva che detta le
soggiorno di “qualsiasi cittadino dell’Unione che si rechi o soggiorni in uno Stato Membro diverso da
quello di cui ha la cittadinanza”.
Diritto di Soggiorno
In riferimento alla dobbiamo distinguere:
Lunga Durata > 3 MESI
: . Può essere richiesta l’iscrizione presso le Autorità Competenti.
Breve Durata < 3 MESI
: . Praticamente incondizionato.
Diritto di Soggiorno Permanente
Art. 16 Dir. 38/2004 - : se hai legittimamente risieduto in un
Via Continuativa
determinato stato, che non è il tuo, in , in quanto cittadino UE, anche se è arrivato il
momento di smammare, puoi legittimamente restare nello Stato. il periodo necessario nel caso di
un'attività lavorativa nello Stato è di 5 anni, nel caso di Età Pensionabile, può essere 3 anni.
SENTENZA ZAMBRANO 47
Nell'Aprile del 1999 il Sig. Zambrano, la moglie e il figlio muniti di visto chiedono asilo in Belgio, la richiesta viene
però respinta e viene dato loro ordine di abbandonare il territorio belga con clausola di non rimpatrio in Colombia
(causa guerra civile).
Zambrano inoltra un'istanza di regolarizzazione del suo soggiorno dove denuncia l'impossibilità di rientro in Colombia
a causa dei disordini sociali. L'istanza viene respinta ma la famiglia ottiene lo stesso la residenza.
Zambrano seppur non in possesso di un permesso di lavoro conclude un contratto di lavoro a tempo indeterminato.
Nel 2003 vi è la nascita di un secondo figlio che dunque acquista cittadinanza belga e successivamente viene
proposta una nuova istanza; nel 2005 vi è la nascita del terzo figlio, cittadino belga. Presenta quindi una nuova
istanza di permesso di soggiorno. RESPINTE. Zambrano propone dunque il nuovo ricorso nel quale lamenta anche una
violazione degli art, 2 e 7 della direttiva 38/2004 così come una violazione dell'art. 8 della Convenzione per la
salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. Il governo belga con osservazioni sostiene che
Zambrano gode di diritto di soggiorno provvisorio e che dovrebbe godere di un permesso di lavoro. Zambrano
sostiene inoltre che egli dovrebbe godere di un diritto di soggiorno, riconosciuto dalla sentenza Chen del 2004.
La corte sostiene che la direttiva 2004/38, relativa ai diritti dei cittadini e dei loro familiari di circolare e soggiornare
liberamente nel territorio degli stati membri, non può essere applicata in circostanze quali quella della causa
principale, in quanto si riferisce a qualsiasi cittadino dell'Unione che “si rechi o soggiorni in uno stato membro
diverso da quello di cui ha la cittadinanza, nonché ai suoi familiari”. Nel caso di specie i figli del signor Zambrano non
hanno mai lasciato lo Stato Membro di cui sono cittadini e hanno la residenza.
La corte richiama dunque l'art 20 TFUE che afferma che sia cittadino dell'Unione qualsiasi cittadino di uno Stato
membro. I figli del signor Zambrano godono incontestabilmente di questo status. Il diniego di soggiorno del padre e
della madre osterebbero al godimento reale ed effettivo dei diritti attribuiti dal loro status di cittadini dell'unione in
quanto i figli si troverebbero costretti ad abbandonare il territorio dell'Unione per accompagnare i genitori. Nel caso
in cui non venga rilasciato un permesso di lavoro, rischierebbero di non disporre dei mezzi necessari a far fronte alle
proprio esigenze e dovrebbero dunque abbandonare il territorio dello Stato. Limiti al
Nel TFUE da un lato si stabilisce il diritto di ingresso e di soggiorno, ma dall'altro si stabiliscono
Diritto Di Soggiorno :
Ordine Pubblico
1. : riferito al mantenimento di un determinato sistema istituzionale.
2. Pubblica Sicurezza: protezione della comunità, più che delle commissioni, rispetto a atti violenti.
Sanità Pubblica
3. : limitazione disciplinata rigidamente dalla Direttiva (Art. 29) deve trattarsi di
Malattie Infettive Parassitarie Contagiose Epidemiche
o , oltre che . Spetta allo Stato la prova
dell'impossibilità, tuttavia è un limite difficilmente applicabile.
Per quanto riguarda principalmente i punti 1. e 2. non può essere la categoria di appartenenza del soggetto
che richiede l'ingresso nel Paese a impedirglielo di entrare, ma deve essere una Caratteristica Soggettiva,
Minaccia
un Comportamento, consistente una dello Stato nel quale ambisce ad entrare. La misura deve
Proporzionata
inoltre essere .
SENTENZA SCHMIDBERGER
La Schimdberger è una compagnia che trasporta legname e acciaio tra Austria, Germania ed Italia. Ha a disposizione
sei mezzi pesanti principalmente per farlo, che circolano soprattutto sull'Autostrada del Brennero. Un'associazione
per la tutela dell'ambiente organizza una REGOLARE manifestazione proprio su un tratto della stessa autostrada,
48
bloccandola per un periodo di tempo a cui si aggiungeva il fatto che quei mezzi pesanti hanno delle fasce orarie in cui
non possono circolare. La schimdberger chiede il risarcimento danni per non aver potuto circolare. Principio Della
La Corte di Giustizia deve valutare in questo caso quale principio prevalga sull'altro, ossia quale tra il
Libera Circolazione Libertà Di Espressione
e la sia più rilevante. (In pratica il prof. vuole che gli rimarchiate l'idea
Bilanciamento Tra Principi
che c'è stato un , che sono riconosciuti nelle carte dei diritti, a cui solo di recente è stato
dato lo stesso rango dei trattati e la stessa forza giuridica).
Sentenza Corte di Giustizia: fa prevalere libertà di espressione
Motivi principali: 1) l'associazione ha fatto domanda regolare ed ha dato giusto preavviso. 2) se l'Austria avesse
negato l'autorizzazione, forse ci sarebbe stata una manifestazione illegale che in linea teorica sarebbe potuta sfociare
in una rivolta violenta, così l'Austria si tutela preventivamente concedendo il lasciapassare (scelta del Male Minore +
Sicurezza Comune + Prevenzione). 49
PARTE III - CAP. 3
L S &
IBERTÀ DI TABILIMENTO
L P S
IBERA RESTAZIONE DI ERVIZI
Libertà di Stabilimento Attività Economica Non Subordinazione
: , , esercitata in modo
STABILE in un Paese diverso da quello di origine.
Libera Prestazione di Servizi Attività Economica Non Subordinazione
: , , esercitata in modo
OCASIONALE SALTUARIO
o in un Paese diverso da quello di origine.
*NON SUBORDINAZIONE = Attività Libere Professionali e Attività d'Impresa.
LIBERTÀ DI STABILIMENTO - ART. 49/55 TFUE
Art. 49 TFUE
: " Nelle disp. ss., le restrizioni alle libertà di Stabilimento dei cittadini di uno Stato Membro
VIETATE
nel territorio di un altro Stato Membro sono ". Questa disposizione si applica sia a Persone
escluse le Attività
Giuridiche che Fisiche, dell'UE, posti sullo stesso piano in questa disciplina. Sono
Pubbliche , o che esercitano anche solo occasionalmente poteri pubblici (es. società specializzata in
recupero crediti). Esistono due tipologie di Stabilimento, a titolo:
Principale : un Architetto ha sia il Diritto di Aprire un'attività all'estero, sia quello di Trasferire la
Sede della sua attività. Consistono dunque stabilimento la Creazione o il Trasferimento.
Secondario : ulteriore diritto, dello stesso Architetto, aprendo una Sede Secondaria, sempre in un
Paese diverso dal suo (agenzia, succursale, ecc.).
Attività Autonome e Imprese (Società) sono i destinatari diretti di tali disposizioni. Dobbiamo aggiungere
infine, che gli Stati Membri debbano Riconoscere lo Status di Professionista o una determinata Società,
qualora siano riconosciute dagli altri Stati; può tuttavia opporsi, argomentando con prove. I limiti a tale
Ordine Pubblico Pubblica Sicurezza Sanità
Diritto sono i medesimi 3 del diritto di soggiorno, cioè , e
Pubblica .
SENTENZA VLASSOPOULOU
La questione è stata sollevata nel contesto di una controversia tra la Sig.ra Vlassopoulou (avvocato di
cittadinanza greca e iscritta al foro di Atene) e il Ministero di Giustizia tedesco che si era rifiutato di
Oltre ai
rilasciare l’autorizzazione all’esercizio della professione di avvocato nella Repubblica Federale di Germania.
diplomi ellenici, la sig.ra era in possesso della laurea di dottore in legge presso l’Università di Tubinga
(Germania).Il Ministero non ha autorizzato l’iscrizione perché la sig.ra non era in possesso dei requisiti di idoneità
riteneva che l’idoneità si
all’esercizio delle funzioni giudiziarie necessari per accedere alla professione d’avvocato (Si
acquisiva col compimento di studi di diritto presso un’università tedesca).
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ART 52 TRATTATO CEE: “la libertà di stabilimento comporta l’accesso alle attività non salariate e al loro esercizio
(…) alle condizioni definite dalla legislazione del paese di stabilimento nei confronti dei loro cittadini (…)”.
Secondo la Corte, l'art. 52 del Trattato CEE va interpretato nel senso che le autorità nazionali di uno Stato membro, cui
è stata presentata una domanda di autorizzazione all'esercizio della professione di avvocato da parte di un cittadino
comunitario già ammesso ad esercitare detta professione nel suo paese d'origine e che svolge l'attività di consulente
legale in detto Stato membro, sono tenute a valutare in quale misura le conoscenze e le qualifiche attestate dal
diploma conseguito dall'interessato nel suo paese d'origine corrispondano a quelle richieste nella normativa dello
Stato ospitante; qualora vi sia una corrispondenza solo parziale tra tali diplomi, le autorità nazionali di cui trattasi sono
legittimate ad esigere che l'interessato dimostri di aver conseguito le conoscenze e le qualifiche mancanti.
SENTENZA CENTROS
Protagonista della controversia in oggetto è la srl Centros. La società non ha mai operato in Gran Bretagna, e nelle
intenzioni dei soci, avrebbe dovuto esercitare la propria attività commerciale esclusivamente in Danimarca,
attraverso una succursale a tal scopo costituita, all'esplicito scopo (mai negato dai coniugi) di evitare così facendo,
l'applicazione del diritto del loro paese (Danimarca).
Secondo la Corte di Giustizia, il diniego di iscrizione in Danimarca della succursale costituisce un ostacolo alla libertà
di stabilimento, riconosciuta appunto dagli art. 52 e 58. Dal momento che tali articoli riconoscono il diritto di queste
società di svolgere la propria attività in un altro stato membro mediante una agenzia, succursale o filiale, e che la
localizzazione della loro sede principale serve essenzialmente a determinare il loro collegamento all’ordinamento
giuridico di uno stato. La giurisprudenza della Corte afferma che uno Stato membro ha il diritto di adottare misure
volte ad impedire che, grazie alle possibilità offerte dal Trattato, taluni dei suoi cittadini tentino di sottrarsi
all’impero delle leggi nazionali , e che gli interessati non possono avvalersi abusivamente del diritto comunitario, ma
nel caso in questione i coniugi Bryde hanno costituito la società conformemente alla normativa di uno stato
membro, e il fatto che un cittadino di uno Stato membro che desideri creare una società, scelga di costituirla nello
stato membro le cui norme di diritto societario sembrino meno severe e crei succursali in altri stati membri , non può
costituire di per sé un abuso del diritto di stabilimento. Gli artt. 52 e 58 del TCE ostano a che uno stato membro rifiuti
la registrazione di una succursale di una società costituita in conformità alla legislazione di un altro stato membro,
nel quale essa ha la sede senza svolgervi attività commerciali, quando la succursale ha lo scopo invece, di consentire
alla società di svolgere l’intera sua attività nello stato membro nel quale la stessa succursale verrà istituita; evitando di
eludere in tal modo, l’applicazione di norme più severe in materia di liberazione di un capitale sociale minimo.
LIBERA PRESTAZIONE DI SERVIZI - ART. 56/62 TFUE
L'Architetto di prima, svolge un parte della sua attività, magari impiegando dipendenti in loco, presta
Servizi a Londra senza trasferire ne aprire là una sua società. Questo diritto è dunque previsto e tutelato
dal TFUE.
ANCHE QUI, Questa disposizione si applica sia a Persone Giuridiche che Fisiche, dell'UE, posti sullo stesso
escluse le Attività Pubbliche
piano in questa disciplina. Sono , o che esercitano anche solo
occasionalmente poteri pubblici (es. società specializzata in recupero crediti).
Servizio
Il deve essere:
Retribuito : carattere economico. 51
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