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IX
7- Le Corbusier( Charles- Eduard Jeanneret 1887-1965) Unitè d’bitation 1947-52
è costruito dopo la progettazione per un edificio unitario, per esprimere un senso di appartenenza,
come un piccolo quartiere. Progettato per 1800 persone, era collocato in una zona periferica di
Marsiglia. Tutti gli spazi erano stati studiati dettagliatamente. Sono 337 alloggi, ma non di
dimensioni tutte identiche. L’edificio era progettato come una rastrelliera dove si inseriscono le
bottiglie, la struttura scheletro è in cemento armato, sostenuti da pilastri che la sollevano dal suolo,
composta da elementi prefabbricati ossia cellule portate in cantiere pronte e sistemate all’interno.
La grande piastra di cemento sollevata dal suolo conteneva tutti gli impianti e attraversa tutto
l’edificio, è sollevata da pilastri di forma arrotondata, chiamati Pilotis, si tratta di un suolo artificiale
vero e proprio. I pilastri potevano essere caratterizzati da alcuni rilievi in negativo. Le facciate sono
differenziate con dei colori primari, e le ha valorizzate con brise-soleil. Tra il settimo e l’ottavo
piano vi sono servizi comuni come bar, negozi, quindi uso collettivo, vi erano tra questi alcune
strade. In totale sono 17 piani, 7 strade e 4 ascensori. Ogni appartamento aveva un doppio affaccio,
mentre i monolocali si affacciano verso sud con una sola facciata. Il tetto era la restituzione
all’edificio del pian terreno, quindi servizi sollevati dal frastuono della città. Immagina quindi
palestra, giardino e altri spazi comuni. Il modulor è il principio proporzionale che Le Corbusier
studia per dare un valore universale delle misure dell’uomo in misura al suo spazio. Trovare quindi
proporzioni che servissero anche per la vita quotidiana, per i muratori per es, per sapere quale
altezze dovevano avere le porte. Da quindi una scala di valore in proporzione aurea e rapporti
armonici, serie di Fibonacci. In un progetto dice, bisogna sempre partire da un tracciato regolatore
per una benefica percezione dell’ordine.
È svizzero di nascita, studia nella scuola di Charles L’Eplattenier, che lo incoraggia alla scuola di
architettura. Agli inizi del 900 comincia una serie di viaggi e stages con Garnier a Lione, aveva
pubblicato un testo sull’architettura della città industriale, a Vienna incontra Hoffmann e membri
della secessione viennese, fa uno stages a Parigi dal costruttore Perret, gestore di un’azienda del
cemento armato, a Berlino incontra Behrens e Gropius grazie ad uno stages nel 1911. Viaggia in
Grecia, Turchia, dove visita edifici che fotografa, disegna e commenta.
Perret è stato il vero maestro di Le Corbusier, egli aveva capito che per rendere economica la
realizzazione in cemento armato, bisognava lavorare sulle casse formi.
Il cemento armato nasce molti anni fa grazie ad un giardiniere che lo aveva brevettato per alcuni
vasi da fiori, da qui cominciò lo studio per un cemento moderno. Il materiale affascinava per le sue
qualità plastiche soprattutto agli artisti art- Noveau. L’approccio di colata del materiale era troppo
costoso, Perret troverà il modo di creare forme di cemento. Si cominciarono a formare scheletri di
cemento armato. Tra i suoi edifici più famosi: Garage a Rue Ponthieu. Di Garnier ci restano i
disegni di una città industriale nel 1901-04. Era una città di 30mila abitanti, con vari quartieri,
lavoro, salute, centro. Vi erano spazi collettivi piazze e teatri, vi era un grande progetto
idroelettrico. Tutto era in cemento armato, e incontra Le Corbusier nel 1907. Nel 1923 Le Corbusier
pubblica un suo testo: o architettura o rivoluzione, la casa doveva essere industrializzata, armonica
ed economica per tutti. Accosta architetture antiche con quelle moderne. Vede edifici industriali
come prodotti dello spirito dell’umanità. Nel 1916 viene costruito il lingotto: di Giacomo Mattè
Trucco, per la Fiat, attraverso un sistema, con la successione logica e organizzata per la produzione
delle macchine che culminava sul tetto. Era una fabbrica del futuro, si recherà più volte a visitarla.
Si collega ad un gruppo intellettuale post cubista, che segue l’avanguardia purista affinché l’arte
esprima la scomposizione formale e la forma pura. Pubblicano una rivista chiamata l’Esprit Noveau
con il fratello e altri membri. Nel 1925 la rivista partecipa all’esposizione internazionale dell’arte
decorativa dell’art Noveau, progettano così una casa moderna, gli interni sono simili a Unitè
d’habitation. Curtis affermerà che il tetto di Unitè è una piccola acropoli di silenziosi oggetti
risonanti, riesce nel 25 a realizzare anche una festa sul tetto.
La prima idea sulla cellula abitativa è quella della maison Dom-ino (domus+ innovation) si tratta di
un nucleo base per abitazione di massa, struttura modulare ripetibile per una produzione rapida e
con assemblaggio in parti, tra queste case si ricorda Maison Citrohan nel 1920-22, prima di Unitè.
L’edificio manifesto di tutte le sue teorie è la villa moderna di: Villa Savoye 1928-31, la utilizza per
dimostrare i suoi 5 punti per l’architettura moderna: pilotis, tetto giardino, pianta libera, finestra a
nastro, facciata libera. Alcuni studiosi hanno accostato la villa Savoye alla villa di Palladio(villa
capra-la rotonda- Vicenza 1565). La villa è composta oltre ai 5 punti, garage e curvatura. L’interno
era composto da scala a chiocciola e rampa, con dei locali al pian terreno per la servitù, al piano alto
invece quello nobile, poi terrazza coperta e strutture con paraventi e solarium. Ogni facciata è
diversa dall’altra ma sempre con armonia di misure. Progetta diverse città contemporanee dal 1922,
con quartieri che si affacciano con scontro d’aria e giardini che li collegano, afferma che: ‘’è nel
raggrupparsi , nel confronto e nella cooperazione, nell’attività che lo spirito matura e porta i suoi
frutti’’. Voleva progettare una città radieuse, attraverso le ville radieuse 1930, vicino a scuole,
grattacieli direzionali, giardini, qui vi è dominio sull’ordine. I quartieri a zig-zag fanno passare
l’aria e tutto è ordinato. Gli edifici erano sollevati su un verde continuo. Fu promotore di corsi di
aggiornamento sull’architettura contemporanea, organizza i CIAM (congresso internazionale
d’architettura moderna), nascono nel 1928 e si concludono nel 59, ricordiamo quello del 1928 Las
Sarras con il tema sull’industrializzazione edilizia, nel 1929 Francoforte, il tema erano le residenze,
nel 1930 a Bruxelles con il tema sul suolo, e infine nel 1933 Marsiglia-Atene svolto su un piroscafo
sui principi dell’urbanistica moderna. Nel 1927 Le Corbusier progettò 2 case su modello del
Werkbund e nel 1932 realizza il padiglione svizzero nella città universitaria applicando sempre se
sue regole, ma qui i pilotis hanno delle forme + plastiche.
X
Tra le altre Unitès possiamo ricordare la cappella di Notre-Dame-du-Haut Ronchamp 1950/54 di Le
Corbusier, è legata ad un monastero, ha una forma scultorea plastica. La pianta ha un’impostazione
informale.
8- Frank Lloyd Wright(1867-1959)Salomon R. Guggenheim Museum New York 1943-59
legato soprattutto alla costruzione di residenze private, nel 1936 a quasi 70 anni si avvia alla
progettazione di un edificio pubblico. Parla di architettura organica, parla di materiali che non siano
solo industriali, come i materiali naturali anche in una contesto di architetture moderne. Forma
struttura e spazio si integrano, in una forma architettonica organica in se e non solo in relazione al
rapporto con la natura. La facciata ha un ingresso principale che viene celato. È presente un grande
lucernario interno, Wright reinventa il concetto dell’edificio museale. Nel 1943 viene coinvolto per
volere di Salomon Guggenheim che era un mecenate, per la realizzazione di un museo per la
propria collezione, fino ad allora ospitata in una specie di capannone, presentato con la dicitura:
l’arte di questo secolo. Salomon morirà senza vedere la realizzazione di questo progetto, lasciando
al museo un cospicuo patrimonio, più del previsto. Il museo era progettato per una collezione che
era prevalentemente formata da dipinti, crea uno spazio ad andamento a spirale che parte dall’alto
verso il basso. I quadri sono lievemente inclinati verso lo spettatore, si adeguano ai massici muri
curvi. La spirale è lunga 430 m divisa in 5 piani. Uno dei primi progetti, poi modificato, è quello
che vede la creazione di 2 volumi, uno dei quali era il monitor sede degli uffici e un blocco
residenziale verso il fondo per sfruttare il lotto edificabile che Guggenheim aveva a disposizione a
New York. La costruzione dura 17 anni, con moltissime controversie.
C’erano in questo periodo le grandi esposizioni di arte contemporanea con le collezioni personali
come quella della nipote di Salomon, Peggy Guggenheim, o i musei nati grazie ai finanziamenti
delle grandi famiglie ebraiche come quelle dei Rockefeller o Van der Belt.
Le accuse verso Wright erano mirate al fatto che avesse creato un luogo non funzionale, e poco
adatto. Il primo progetto del 1943-44 era caratterizzato da un corpo di fabbrica a corpo ovale, poi
nasce l’idea della rampa elicoidale, prima era in salita. La torre era stata chiamata Ziggurat, non era
mai stato inventato il contrario della spirale che chiamerà Taruggiz. Il tema della spirale era stato
utilizzato in alcuni edifici di Wright come:
• V.C Morris Gift Shop San Francisco 1948-50, in tutti i suoi edifici l’obiettivo era rompere la
scatola, questa è la testimonianza di come lui ragionasse su questo tema
• Protetto per il Gordon Strong automobile Objective and Planetarium 1924-29, si tratta di un
edificio sulla collina (Sugar Loaf Mountain nel Maryland) che era stata comprata per
sfruttarla per gite fuori porta, proponendola a chi si spostava in automobile, per il paesaggio
che si poteva vedere. L’edificio è visto come la sommità della collina, si arrivava in
macchina percorrendo la spirale gustando il paesaggio e scendendo di nuovo sempre senza
scendere dalla propria automobile. Il progetto non andò mai in porto.
• In un testo su Le Corbusier sulle analogie organiche si vedono degli studi sulla forma
elicoidale nell’architettura moderna. Vi è una similitudine tra con delle conchiglie
La spirale di Wright va verso l’esterno ma sembra l’incrocio tra 2 coni che proseguono verso l’alto
uno e il basso l’altro. Dopo la sua progettazione era difficile trovare la tecnica adatta per
quest’edificio a sbalzo.
William Jordy riassume 4 temi architettonici che ricorrono nell’opera di Wright come:
• Cerchio che si vede nella spirale
• Struttura a sbalzo
• Forme intersecate, linee verticali e orizzontali compenetra