Anteprima
Vedrai una selezione di 4 pagine su 14
Appunti lezioni Storia dell'architettura - architettura greca   Pag. 1 Appunti lezioni Storia dell'architettura - architettura greca   Pag. 2
Anteprima di 4 pagg. su 14.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti lezioni Storia dell'architettura - architettura greca   Pag. 6
Anteprima di 4 pagg. su 14.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti lezioni Storia dell'architettura - architettura greca   Pag. 11
1 su 14
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

LA PIETRA

La pietra non elastica e soggetta a spezzarsi si è sottoposta a eccessivi sforzi decretò un appesantimento delle proporzioni

doriche, concepito originariamente per essere più snelle e realizzate in legno.

Il passaggio da un materiale all'altro manifestò qualche incertezza tecnica legata alla corretta valutazione della resistenza

della pietra, inizialmente si andò per tentativi e paradossalmente furono i difetti della pietra applicata su un sistema

costruttivo nato per strutture lignee a decretare l'estetica del dorico.

TEMPIO DI ZEUS AD OLIMPIA: dell’architetto Libone: più imponente, oggi crollato a causa di un

terremoto.

È stato costruito con un calcare conchiglifero rivestito di uno stucco bianco latte, che dovrebbe

simulare una pietra candida, e con metope e triglifi colorati rosso e blu, i colori della Grecia

→ Fidia costruisce la statua crisoelefantina di Zeus, una statua di avorio e oro.

TEMPIO DI APOLLO A DELFI: rampa cerimoniale di accesso e colonne a rocchi a tufo di Corinto.

L’ordine dorico in questo tempio è principalmente nel tesoro degli ateniesi, eretto in marmo per

celebrare la vittoria di Maratona sui persiani.

Marmo pentelico: marmo bianco a grana fine caratteristico della Grecia. La cava da cui si estrae

si trova nel versante est del Monte pentelico. È stato utilizzato per la costruzione del Partenone, dei propilei e dell’Eretteo

sull'acropoli di Atene. Utilizzato anche dai romani ad nel tempio di Giove Ottimo Massimo sul Campidoglio tuttora in

estrazione.

La diffusione di questo marmo si dovette non solo alla diffusione dell'arte dell'architettura greca nella zona del Mar

Mediterraneo ma anche al pregio del suo colore.

IL TEMPIO DI APHAIA A EGINA: Il tempio è costituito da un periptero doppio in

antis, una cella tre navate con ordini sovrapposti un’Altare un propileo e gli alloggi

sacerdotali.

- Il colonnato è sovrapposto con gli intagli a U nei blocchi della trabeazione e

tracce sui fusti di stucco con polvere di marmo e dipinto.

- le colonne sono slanciate quelle dell'ordine minore sono monolitiche;

- Il capitello è agile.

Il colonnato perimetrale, le pareti della cella e i colonnati interni contribuivano a reggere la copertura, infine grandi

porte chiudevano la cella e gli intercolumni del peribolo. In origine il tempio sarebbe colorato e dipinto su intonaco a

stucco. 9

Storia dell’architettura Lezione 2

L'ORDINE DORICO IN MAGNA GRECIA

L'ordine dorico divenne nella Magna Grecia la principale forma per l'architettura sacra che qui assunse caratteri

estremamente monumentali e variati rispetto alla rigida configurazione assunta dall'ordine in Grecia.

In Italia i complessi sacri si caratterizzano anche per l'accostamento e il contemporaneo confronto di più edifici dello

stesso tipo, sviluppati con differenti dettagli e varianti specifiche, come a Paestum, Selinunte, Agrigento.

LA CAMPANIA

• Basilica di Paestum (530 a.C.) con colonne dai capitelli a echino schiacciato, realizzati in pietra tufacea, ma

comunque resistente agli sforzi di carico verticale. Trabeazione a blocchi sovrapposti e in materiali diversi. La pietra

Tufacea è disposta fra due strati di pietra calcarea, per alleggerire la. Originale è il collarino di foglie, come le foglie e gli

ovoli che ornano la trabeazione sono tipici di un gusto decorativo ionico.

• Tempio di Atena (520-490 a.C.): le ante del pronao sono in antis, erano precedute da 2 semicolonne che insieme ad

altre 6 colonne ioniche costituivano un prostilo. I capitelli ionici palesano qui delle proporzioni ancora poco aggraziate

rivelando delle grandi valute e un corpo centrale piuttosto tozzo di tipo assai comune in Asia Minore. → convivenza tra

ordine dorico e ionico → unità di misura: cubito ionico

LA SICILIA

• Tempio di Apollo di Siracusa (570-560 a. C.) architetti Clemente ed Epidio (i cui nomi sono scolpiti nel basamento).

Impressionante consumo di materiali, che denota l'arcaicità del progetto e l'ignoranza delle caratteristiche di

resistenza dei materiali lapidei.

La conformazione ad L delle pietre dell'architrave serviva per alleggerire e ridurre il peso sulle colonne, ah però ha

indebolito gli architravi che hanno ceduto sotto il peso del fregio e della copertura.

• Tempio E di Selinunte (465-450 a.C.): l’ordine dorico divenne in Magna Grecia la principale forma per l’architettura

templare assumendo, rispetto al Peloponneso e alla Grecia continentale delle proporzioni monumentali;

• Tempio della Concordia ad Agrigento (430 a.C.): maturità dell’architettura dorica anche se con evidenti fenomeni di

erosione delle superfici scolpite.

• Tempio di Castore e Polluce ad Agrigento: con residue tracce di intonaco bianco.

LA LAVORAZIONE DEI FUSTI

• Tempio dorico di Segesta (425-416 a.C.): L’edificio mostra come le scanalature delle colonne venissero eseguite in

opera per evitare danneggiamenti durante il trasporto. Questo è un caso di non finito; l’incompletezza

della struttura è rimarcata dalla completa assenza della cella, evidentemente prevista. I blocchi che

costituiscono il basamento presentano delle sporgenze; si tratta delle protuberanze per il fissaggio

delle funi che dovevano abbracciare i blocchi per il sollevamento e la posa. Evidente è anche

l’irregolarità del calcare conchiglifero impiegato per la costruzione delle colonne.

• Tempio di Zeus ad Agrigento (480 a.C.): volontà di aumentare le dimensioni delle colonne, per

attuare ciò bisogna abolire le colonne libere dimezzandole e addossandole ad una parete continua e ricorrere ai

supporti intermedi. Le colonne erano comunque smisurate, anche per questo non fu mai completata.

PIANIFICAZIONE URBANA IPPODAMEA

Inizialmente, le città arcaiche erano formate da città disordinate e labirinti; Ad un certo punto,

quella che è la logica filosofica che si va diffondendo in età classica impone una regolarità

assoluta nella costruzione della città, la cosiddetta maglia ippodamea: Ippodamo da Mileto, nel

V secolo comincia a pianificare questi piani urbani per Mileto e per l’espansione di Atene verso il

Pireo (il porto).

Si basa sulla regolarità degli isolati, tutti uguali quadrati descritti da una maglia ippodamea

ortogonale di assi, secondo il principio dell’isonomia ippodamea.

Naturalmente era necessario avere una rete stradale che collegasse le città, anche per

trasportare i materiali da costruzione. 10

Storia dell’architettura Lezione 2

TENTATIVO DEL BOULEUTERION DI ATENE

Fu nel VI sec. a.C. che sul lato nord l'agorà di Atene un architetto ateniese cercò di associare le gradinate su tre pareti

della pianta rettangolare. I piedritti che reggevano la copertura ostacolavano la vista della porzione centrale della sala.

Il Bouleuterion serviva alla riunione del consiglio degli anziani, i primi a Delfi e Olimpia sono a

pianta rettangolare con sedute sui due fianchi e corsia centrale. Il modello trasmigrerà nella Curia

romana; Il Telesterion di Eleusi fu la prima grande e riuscita sala dell’architettura greca.

• Bouleuterion di Mileto: secondo il progetto dell'architetto Ictino la disposizione più

razionale era di soli quattro piedritti e a cava semicircolare; copertura ipotizzata a

capriate lignee composte.

• Bouleuterion di Priene: a pianta quadrata con uno spazio interno liberato dagli appoggi disposti alle spalle delle

gradinate a delimitare una galleria perimetrale assieme ai muri; una copertura secondo le ricostruzioni

costituita da un'imponente struttura lignea a capriate a tiranti composti poggiate a due travi di banchina.

IL TELESTERION DI CIMONE A ELEUSI

Telesterion: grande sala cerimoniale per assemblee → Inizialmente opera dei Pisistratidi e quindi di Cimone dal 470 a.C. Vi

si accede attraverso un porticato frontale, le gradinate erano disposte sul perimetro, il gran numero di colonne rendeva

però la sala poco fruibile, la copertura lignea era retta da travi con disposizione a

reticolo.

Il Telesterion di Eleusi era ispirato dalla tenda di Serse lasciata sul campo ellenico

dopo la sconfitta di platea.

• Il Telesterion di Ictino: L’assetto più razionale sarà conferito da Ictino che liberò lo spazio centrale, riducendo

alla metà i sostegni, disposti in due corone concentriche con interassi sino a 10 m e ordine sovrapposto centrale.

Non è nota la struttura di copertura di cui è stato ipotizzato l’assetto a grande capriata. Nel IV sec. l’assetto di Ictino

verrà abbandonato per tornare ad un maggior numero di appoggi.

LA STOÀ

Portici che oltre a delimitare lo spazio costruivano un elemento funzionale decorativo:

1. servivano da rifugio riparo per i pellegrini

2. costituivano il fondale architettonico contro cui si stagliano le masse degli edifici principali

3. nel V secolo tali superfici coperte furono impiegate come sale, centri commerciali amministrativi e religiosi

La planimetria della stoà poteva articolarsi secondo una semplice schema rettangolare, uno schema L, o uno schema C; il

numero delle navate dipendeva dalla larghezza della struttura e dalla necessità di disporre piedritti intermedi per reggere

la copertura.

La prima struttura porticata sviluppata su ben tre lati con destinazione rituale commerciale è quella del santuario di

Artemide a Brauron in Attica. → Nel II sec. a.C. Apollonide, moglie di Attalo I, fece costruire ad Atene la grande stoà

lunga 85m, un vero e proprio prototipo esportato in altre città.

Eclesaiasterion: anfiteatro, luogo di assemblea e gioco → stadio edificio sviluppato nella

Grecia classica

L’anfiteatro non è stato inventato dai romani, ma esistevano degli anfiteatri anche nella

cultura greca: l’ecclesiasterio è il prototipo dell'anfiteatro romano. Sono scoperte

relativamente recenti.

Come erano fatti: erano un doppio teatro di dimensioni molto più contenute rispetto ad un

anfiteatro latino come il Colosseo, ma servivano come luoghi di assemblea o per i giochi, per assistere a particolari giochi

all'interno dello spazio centrale. 11

Storia dell’architettura Lezione 2

EDIFICI PUBBLICI

IL TEATRO

I teatri erano strettamente legati al paesaggio c'era la necessità di riunire un numero

consistente di spettatori nello stesso posto. Originariamente essi si disponevano su dei

declini naturali o su gradinate in legno solo a partire dal IV secolo a.C. compaiono

scalinate in pietra disposte lungo il fianco di colline.

Gli attori restavano su una piattaforma, un palco, appena sopraelevata davanti agli edifici

scenici ridotti essi stessi all'impiego di quinte e depositi; le scene erano oggetto di una

rigorosissima schematizzazione, soltanto in epoca ellenistica il teatro trover&agra

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
14 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Alberto207 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Togliani Carlo.