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Derivano da un acido grasso a 20 atomi di C con 4 doppi legami: acido arachidonico. Sono eicosanoidi le prostaglandine, i
trobbossani e i neuropireni. Le membrane biologiche
Lo spessore della membrana cellulare oscilla tra 4-5 nm.
Funzioni:
circondano la cellula e fungono da barriera selettiva: circondano la cellula per mantenere organelli, enzimi,
– metaboliti e certi ioni all'interno (membrana plasmatica)
segregano sistemi enzimatici (mitocondrio, RE, nucleo, lisosoma)
– contengono sistemi di trasporto
– contengono siti specifici di riconoscimento (recettori)
–
I lipidi anfipatici hanno in acqua particolari comportamenti: tendono a formare micelle, strutture rotondeggianti in cui
le teste sono rivolte verso l'interno. La formazione di micelle in cui vi sia uno spazio interno acquoso è molto sfavorito
dal punto di vista entropico nel caso in cui le code idrofobe siano a contatto con l'acqua. Le code idrofobe hanno uno
spessore pari a quello della testa nel caso dei fosfolipidi: nel complesso la molecola ha forma cilindrica, e non
cuneiforme. Grazie a questa proprietà le molecole possono disporsi in modo da fronteggiare le code idrofobe. La
membrana deve essere fluida: essa ha la consistenza di un sol, un fluido liquido. Se la membrana è fluida si può avere
la diffusione laterale delle molecole proteine. Le proteine possono interagire e questo è molto importante nei
meccanismi di recezione e segnalazione. La fluidità facilita poi la distribuzione di lipidi e membrana nel sito dove sono
inserite ad altre regioni della cellula. Consente inoltre alle membrane di fondersi tra loro. La fluidità può essere
dimostrata con esperimenti di fusione cellulare: si considera un ibridoma, una cellula di fusione ottenuta dall'unione di
due cellule le cui proteine superficiali sono state marcate con diversa fluorescenza. I fosfolipidi possono andare in
contro a vari tipi di movimento
diffusione laterale: molto veloce. I movimenti sono dell'ordine di un micron al secondo
– flessione delle code idrofobe
– rotazione
– flip flop: molto molto lenti ma molto importanti per l'asimmetria della membrana (sia per quanto riguarda la
– componente proteica che per la componente fosfolipidica). Esistono delle flippasi, floppasi e scrambiasi,
enzimi che catalizzano questo tipo i movimento. Le flippasi catalizzano il movimento di fosfatidilserina e
fosfatidiletanoammina da foglietto esterno al foglietto interno. La presenta della fosfatidilserina sulla porzione
esterna è segnale di apoptosi. Per questo devono essere continuamente trasferite dal foglietto esterno
all'interno. La floppasi catalizza il movimento opposto: dal foglietto interno al foglietto esterno (classe ABC).
Le scrambiasi catalizzano reazioni che spostano lipidi da un foglietto in cui sono più concentrati a dove sono
meno concentrati: il processo è termodinamicamente favorito quindi non si utilizza ATP. Sono Ca2+ dipendenti
All'interno della membrana tutti gli spazi sono occupati. Non c'è spazio per molecole idrofobe. Alla temperatura di
transizione la membrana raggiunge un più elevato grado di ordine. La presenza di colesterolo abbassa le temperature di
transizione, le temperature a cui la membrana cristallizza. Il modello a mosaico fluido è di Singer e Nicholson. Nella
membrana plasmatica la composizione proteine/lipidi è 50 e 50. Nella membrana mitocondriale interna abbiamo l'80%
di proteine. Nelle cellule della guaina mielinica dei neuroni i lipidi sono maggiormente presenti. Le membrane hanno
diversa composizione lipidica. Il colesterolo è maggiormente presente nella membrana plasmatica. Nella membrana
mitocondriale interna non vi è colesterolo, come nelle membrane batteriche. Tra i fosfogliceridi è presente soprattutto
la fosfatidilcolina. Meno rappresentate la fosfatidilserina e la cardiolipina, presente solo nei mitocondri. I vari
fosfolipidi inoltre hanno diversa concentrazione nei due foglietti. La fosfatidilserina, etanolammina e inositolo sono
maggiormente rappresentati nel foglietto interno. Le sfingomieline e la fosfatidilcolina sono maggiormente presenti nel
foglietto esterno. La porzione proteica: le proteine di membrana si dividono in tre grandi classi:
proteine integrali: completamente immerse nel doppio strato lipidico o fortemente ancorate
– proteine periferiche
– proteine anfitropiche: interagiscono sono temporaneamente con la membrana con ancore lipidiche
–
Funzioni delle proteine di membrana:
adesione tra cellule e tra cellula e matrice
– funzione recettoriale
– trasportatori
– Proteine integrali
Le proteine integrali sono difficili da studiare perchè in ambiente acquoso hanno un'altra conformazione rispetto a
quella che avrebbero in situ. Sono pochissime le proteine che sono state studiate: più frequentemente si studiano pezzi
delle proteine, i frammenti extracellulari e citosolici (che sono solubili in acqua e possono, per esempio, essere
cristallizzati). Studiando l'idropatia della catena si può ipotizzare se una proteine è citosolica o di membrana.
L'idropatia è l'energia (positiva o negativa a seconda dell'amminoacido considerato) per spostare un amminoacido da
un ambiente apolare a un ambiente polare acquoso. Si può calcolare l'idropatia di stringhe di amminoacidi (di massimo
7 amminoacidi). Un'energia positiva significa che il processo è sfavorevole: se si ottiene quindi un picco di idropatia
positiva in una molecola quel picco corrisponde alla sequenza idrofobica transmembrana.
Le proteine integrali di membrana possono essere classificate in base al numero di eliche trasmembrana e
all'orientamento
TIPO 1: una solo alfa elica e NH2 esterno. Es la glicoforina presenta 1 picco di positività nel profilo di
– idropatia
TIPO 2: una sola alfa elica e N-terminale citosolico.
– TIPO 3 : più segmenti ad alfa elica (di solito sono 7 e di solito N-terminale all'esterno) transmembrana
– appartenenti alla stessa catena polipeptidica. Es la batterioredopsina (una pompa protonica) presenta un profilo
di idropatia con 7 picchi di positività.
TIPO 4: associazione di più subunità transmembrana
– TIPO 5: proteine adese tramite un'ancora lipidica
– TIPO 6: un'alfa elica transmembrana + un'ancora lipidica
–
I fosfolipidi hanno un rapporto stretto con le proteine di membrana. Laddove la proteina di membrana entra in contatto
con le teste polari dei fosfolipidi sono presenti amminoacidi come la tirosina e il triptofano che presentano un gruppo
OH idrofilo. Un'altra regola ricorrente è che nella zona di confine della membrana dove ci sono i gruppi fosfato dei
fosfolipidi spesso si trovano aminoacidi con catena polare carica positivamente che interagiscono con le cariche
negative dei gruppi fosfato.
Alcune proteine transmembrana possono avere anche una struttura foglietto beta. Il foglietto beta però deve curvare e
formare un barile beta perchè non vi possono essere gruppi polari esposti. Alcuni esempi di proteine che presentano il
barile beta sono OmpLA fosfolipasi e la Maltoporina un trasportatore del maltosio.
Le ancore lipidiche
Modificazioni postraduzionali delle proteine fanno si che si attacchino ad esse delle molecole idrocarburiche, spesso
lipidi. L'attacco di alcuni lipidi avviene solo se è presente al C-terminale la sequenza consenso CAAX. Dopo l'attacco
dell'isoprene viene eliminata la parte terminale AX. Nel caso degli isopreni l'ancoraggio è molto robusto. La proteina
può essere legata al GPI: glicosilfosfatdilinositolo. Si tratta di un etanolammina fosforilata, legata a un gruppo fosfato a
cui sono legati dei residui glicosilici (mannosio), un inositolo, un gruppo fosfato e un glicerolo esterificato da due acidi
grassi (fosfolipide). L'ancoraggio di questo tipo è molto rigido. Una proteina legata al GPI può essere ancorata anche
tramite altre molecole in modo meno rigido: le proteine in questo caso possono attaccarsi e staccarsi. Questo modula
l'attività della proteina Lipid Rafts
Regioni della membrana frequentemente presenti (50% della superficie cellulare): caratterizzate da un leggero
ispessimento della membrana dovuta a un cambiamento della composizione della membrana stessa. Dominano gli
sfingolipidi e il colesterolo. Vi si trovano molte proteine, come la caveolina che si trova sul versante citosolico della
membrana essa è ancorata in più volte alla membrana. Le proteine presenti sono principalmente recettori. Sono
piattaforme che permettono l'assemblaggio di sistemi di segnalazione cellulare. Vi si possono trovare delle caveole,
introflessioni della membrana, dovute alla presenza della caveolina che tende a formare dei dimeri. Ogni monomero è
caratterizzato da 3 ancoraggi lipidici. La presenza di questo dimero induce localmente una curvatura della membrana
stessa. Più dimeri di caveolina fanno si che si possano formare caveole. Le funzioni non sono del tutto note ma si pensa
che siano implicate nel traffico transmembrana e nella segregazione delle proteine implicate nella trasduzione del
segnale. Rafforzano quindi la funzione del lipid raft stesso.
Lo scheletro di membrana
E' stato studiato sul globulo rosso. In esso l'unica membrana presente è quella citoplasmatica. Nelle altre cellule va
separata la membrana citoplasmatica dal sistema di endomembrane. La forma dell'eritrocito è data da una struttura
citoscheletrica che interagisce con la membrana stessa. E' presente un canale anionico molto abbondante che oltre a
svolgere la sua funzione rappresenta anche la componente strutturale a cui si legano particolari proteine di connessione
come l'anchirina, che ancora ad esso una proteina “fibrosa”, la spectrina che forma dei filamenti piuttosto lungi che
interagiscono con filamenti di actina. Si forma una sorta di rete sulla faccia citosolica che provoca una tensione
strutturale da determinare la forma a disco biconcavo dell'eritrocito. Vi sono anche altre proteine meno rappresentate.
La spectrina è un tetramero: 2 catene alfa e 2 catene beta. Ogni catena alfa beta è data dalla ripetizione di un modulo di
106 amminoacidi che si ripetono più volte. Ogni modulo è costituiti da 3 alfa eliche up and down. Questi motivi
strutturali sono collegati tra loro da delle regioni di legame (5 amminoacidi). Si formano dunque delle lunghe catene
che possono arrivare a pesi molecolari molto importanti. Ogni eritrocita presenta 100 mila tetrameri di spectrina. Se la
spectrina è deficitaria per ragioni di tipo genetico (variazione nella composizione degli amminoacidi) si ha una
patologia detta sferocitosi ereditaria. La forma sferica rende gli scambi dell'ossigeno molto più difficoltosi. La forma
biconcava inoltre permette all'eritrocito di essere molto flessibile e di passare attraverso i cap