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Il TEMPIO DI ATHENA APHAIA
: (Atena è la dea dell’Attica e Aphaia è una divinità locale, sono
le due dee che si incrociano) si trova nell’isola di Egina ed è del VI sec a.C. La pianta è più
armonica con 6 x 12 colonne. La cella è rettangolare con un ampio pronao aperto solo sul lato
posteriore. C’è una navata molto grande. Il tempio ha una rampa di accesso. Nella parte superiore,
sul tetto, ci sono statue che individuano i vertici del triangolo con motivi di animali, sono vere e
proprie sculture. Sul timpano è rappresentata la guerra di Troia: le figure più grandi si trovano nella
parte centrale, e man mano che si procede verso l’esterno troviamo le figure dei vinti.
Corinto TEMPIO DI APOLLO
A si trova il della metà del VI sec a.C. Ha 6 x 15 colonne, la cella
è stretta ed allungata con due pronai e due celle sovrapposte. Apollo è il dio del sole ed è proprio
per questo che ha due aperture: una ad est e una a ovest. I rituali forse erano legati al sorgere e al
tramonto del sole. La distanza tra una colonna e l’altra è regolare. Le colonne sono molto possenti.
Siamo alle soglie del periodo classico.
Il TEMPIO DI ZEUS ad Olimpia è della prima metà del V sec a.C. E’ un tempio esastilo (ha 6
colonne nella parte più corta), 6 x 13 colonne, quindi siamo nella perfezione, il doppio + 1. Ci sono
il pronao e l’opistodomo che hanno le stesse dimensioni e nella navata centrale della cella c’era
una statua gigantesca di Zeus, opera dello scultore Fidia (il più grande dell’età greca); questa
statua è crisoelefantina, fatta in oro, avorio e viene utilizzato il marmo per renderla più viva (l’oro
rappresentava tutto l’apparato decorativo, tra cui la corona, mentre l’avorio era per le parti nude.
Zeus era seduto in trono, ammantato, con lo scettro in mano; poi c’era la Nike alata che
appoggiava il fianco sul trono. C’è anche la rampa di accesso per indirizzare i fedeli verso la statua
di culto.
PARTENONE
Il di Atene è della seconda metà del V sec a.C. Siamo nell’epoca del tiranno
Pericle, grazie a Fidia si rende lo schema del tempio “classico” e si utilizzano dei correttivi per
renderlo più armonico; è una tappa fondamentale dello sviluppo dell’ordine dorico. E’ il tempio
dedicato ad Athena Parthenos (giovane fanciulla) che da il nome alla città stessa. Nella
costruzione di questo edificio sono state apportate delle correzioni ottiche che rendono convesso
lo stilobate, e gli inter colonni (spazio tra una colonna e l’altra) si restringono, facendo convergere
leggermente le colonne. Le colonne sono inclinate verso l’interno. Tutto è stato modulato
nell’intento di creare un complesso armonico. L’ordine di colonne diventa canonico, 8 x 17, doppio
+ 1. Anche nella ripartizione degli spazi interni troviamo armonia: pronao e opistodomo si
restringono. L’opistodomo era la sala del tesoro delle offerte ad Atena. La statua è crisoelefantina
(marmo, avorio e oro) creata sempre da Fidia, e davanti ad essa c’era uno specchio d’acqua nel
quale la statua si rispecchiava. Ogni anno ad Atene si svolgevano le Panatenaiche, delle
processioni che richiamavano tutti gli ateniesi per portare doni alla divinità. Il Partenone ha anche
contaminazioni con l’ordine ionico nel lunghissimo fregio continuo che troviamo in tutti i lati della
cella.
L’ORDINE IONICO : Si sviluppa nel settore orientale, quindi nella Grecia ionica. Le caratteristiche
principali di questo ordine sono:
• Colonne sottili e slanciate con proporzioni 1 a 10 o 1 a 14. Nella letteratura l’ordine ionico
viene associato alla figura femminile proprio per questa forma slanciata; quelle doriche,
invece, sono più possenti, e quindi legate alla figura maschile. Le colonne sono intagliate in
un unico blocco con incisioni molto più nette rispetto all’ordine dorico, per creare più
l’effetto di chiaro-scuro.
• Le colonne poggiano su un basamento composto da cerchi sovrapposti (la spira), ci sono
diversi strati; in alcuni casi ritroviamo anche la base della colonna rivestita da rilievi
scultorei.
• Il capitello è decorato da un’enorme fascia di pietra, una specie di nastro, che crea un
effetto di protezione e di intercapedine, viene arricciato alle estremità e arricchito da diversi
sistemi decorativi. Ci sono anche dei pennacchi, che sono la parte terminale di questo
nastro.
• Il fregio è costituito da tre fasce aggettanti orizzontali (ordine trilitico). La parte finale della
trabeazione ritrova la classica sequenza di unità decorative: fasce sovrapposte che hanno
sia un valore funzionale, ma anche una funzione decorativa.
Il TEMPIO DI ERA Ne abbiamo già parlato in precedenza. L’edificio templare è stato ricostruito
dopo un’alluvione del 670 a.C. Il santuario è un complesso di edifici templari, ma anche altri tipi di
edifici, ad esempio monumenti onorari, vasche per cerimonie sacre, ma compare anche la stoa, il
portico. Qui lo ritroviamo lungo il corso del fiume. Il portico è un elemento a se stante, coperto, con
un limite ben definito da un muro e serviva per ripararsi in caso di maltempo. La stoa viene a
configurarsi come un elemento architettonico molto duttile, gli spazi interni possono essere resi
fruibili.
HERAION DI SAMO : Siamo nella metà del VI sec a.C., viene ricostruito un secondo edificio
spostato leggermente più ad ovest, verso l’area del fiume. Vengono chiamati a lavorare: Rhoikos e
Theodoro che ricostituiscono questo edificio, 12 volte più grande rispetto all’hekatompedon. La
peristasi è costituita da un doppio giro di colonne. La statua di culto viene avvicinata un po’ verso
l’ingresso. Quindi l’edificio diventa diptero, ma l’allineamento delle colonne cambia: nel lato di
accesso si allargano gli interculunni centrali. Altro elemento è l’organizzazione dell’altare, collocato
di fronte alla facciata del tempio, con le gradinate che danno le spalle al tempio. Sui lati corti
assume un terzo giro di colonne, tanto che viene definito come un labirinto.
ARTEMISON DI THEODORO AD EFESO : Siamo sulle coste dell’Asia Minore. Anche qui viene
chiamato il grande architetto Theodoro. Anche questo edificio è diptero, dedicato alla dea
Artemide, sorella di Apollo. Metà VI sec. Nel colonnato troviamo due giri di colonne e nei lati corti
c’è l’aggiunta di un’altra fila di colonne. Il pronao è molto ampio e sul fondo si trovava la statua di
culto. Le basi delle colonne sono rivestite da sculture. L’Artemide Efesia è legata alla sfera della
fertilità e si trova in una posizione molto rigida, con le braccia staccate dal corpo; il torso è tutto
ricoperto da mammelle. Troviamo anche un’abbondanza di elementi decorativi, anche sul soffitto a
cassettoni che ricopriva il pronao. Le colonne erano alte 18,90 metri.
Il TEMPIO DI APOLLO A DIDYME (MILETO ): Questa è la città natale di Ippodomo di Mileto,
teorizzatore dell’urbanistica antica, con le strade che si incrociano ad angolo retto. E’ dedicato ad
Apollo è di fine IV sec a.C., in pieno periodo classico. Il basamento è molto alto, con una gradinata
centrale. Il colonnato ha lo stesso profilo dei precedenti. L’organizzazione delle colonne del pronao
si associa al colonnato della peristasi. All’interno della cella troviamo un naos, è come una cella
dentro un’altra cella. Per entrare nella parte interna si doveva scendere, quindi uno spazio interno
articolato in maniera diversa. Tra il pronao e la cella c’era uno spazio sopraelevato attraverso il
quale i sacerdoti comunicavano con i fedeli, una specie di terrazza; ai lati di questo spazio c’erano
dei passaggi, delle scale. Di fronte al tempio c’è l’altare e anche un grande bacino che serviva per
la purificazione.
TESORO DEI SIFNI (DELFI): 525 a.C. Qui troviamo le korai, che sostituiscono le colonne, ma
soprattutto l’uso del fregio continuo che avvolge tutto l’edificio. C’è una sovrabbondanza di
elementi decorativi, non c’è spazio che non sia riempito. E poi la presenza delle statue che
configurano i vertici.
FREGIO EST: l’oriente è collegato al sorgere del sole e lì sono sempre rappresentati gli dei. Sono
seduti uno vicino all’altro in maniera paratattica.
FREGIO NORD: qui ritroviamo la gigantomachia, la lotta tra giganti. C’è il tentativo di rendere la
dinamicità delle scene, le braccia allargate, le gambe viste di profilo.
TEMPIO DI APOLLO EPICUREO, PHIGALIA : Siamo a Basse, nell’entroterra della Grecia
continentale, seconda metà del V sec a.C. Apollo è considerato il Dio della medicina. In questo
tempio ritroviamo un miscuglio di ordini:
-dorico nella peristasi esterna;
-ionico e corinzio nella parte interna. Le colonne si collegano direttamente al muro e nel fondo
troviamo 3 colonne con capitelli corinzi.
STILE CORINZIO : Non è un ordine architettonico, è uno stile che prende caratteristiche sia dal
dorico che dallo ionico e riguarda solo la decorazione del capitello. Capitello che è decorato da
foglie con innumerevoli varianti. Su questo stile c’è una legenda: si racconta di una fanciulla che
andava nelle necropoli a portare fiori ai propri cari e un giorno si dimenticò un cesto davanti ad una
pianta di acanto (queste piante venivano piantate attorno alle tombe, è una pianta legata al mondo
dei morti) e quando ritornò il cesto era stato avvolto dall’acanto e così nei capitelli venne
rappresentato questo cesto avvolto nell’acanto. Anche qui troviamo una ricchissima decorazione
studiata nei dettagli. C’è una grandissima raffinatezza di questo capitello, che sarà quello preferito
dall’architettura romana.
THOLOS DI EPIDAURO
Nel , della seconda metà del IV sec a.C. Il corinzio è utilizzato anche
nelle tholoi, tempi a pianta circolare. La struttura di questi tempi è uguale agli altri, solo che ha
forma di cerchio, per questo motivo non ha un punto di riferimento principale. Sono edifici di
estrema raffinatezza dove troviamo il dorico all’esterno con il fregio a triglifi e metope, mentre
all’interno troviamo il corinzio, che trae le colonne dallo ionico, a base scanalata. Sotto questi
edifici c’erano dei sotterranei, dove si rintanava la sacerdotessa che decretava i responsi: questo
per farsi sentire all’esterno. Anche qui troviamo le statue ai vertici e anche gli antefissi, cioè gli
sbocchi dell’acqua.
LA NASCITA DELLA STATUARIA
: La statuaria nasce nell’isola di Creta, che fu il cuore della
civiltà