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II°MODULO

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Gruppo statuario dei tirannicidi (uccisori del tiranno). Il

gruppo raffigura due personaggi: Armodio e Aristogitone, ognuno

visto nella sua individualità, che definiscono con un gesto

l’uccisione del tiranno Ipparco (514 a.C.).

Il racconto dell’episodio ci viene da Tucidide, secondo il quale il

giovane Armodio era un aristocratico, al quale Ipparco impediva di

fare molte cose e, così, si rivolge al suo amante Aristogitone e

insieme decidono di tendere un’agguato a Ipparco durante le feste

panatenaiche.

La congiura, alla quale avrebbero dovuto partecipare anche altre

persone, fallì perchè Armodio e Aristogitone uccisero Ipparco, ma a

loro volta furono uccisi dalle guardie del tiranno.

Alla fine del governo di Ipparco, va al trono Ippia.

Con Clistene si avvia un processo di democratizzazione e si decise

di erigere le statue dei due tirannicidi nell’agorà.

Il primo scultore dei tirannicidi è Antenore (primo monumento

pubblico dedicato a dei mortali). Il gruppo di Antenore del 509 a.C.

non è quello che vediamo oggi, perché sappiamo che, dopo il 480

a.C.( il saccheggio di Atene da parte dei Persiani), il gruppo venne

portato a Persepoli. Venne attuato un nuovo gruppo da parte di

Krizios e Nesiotes e riposto nell’agorà. Per questo non sappiamo

come fosse il gruppo di Antenore.

Intorno al 500 a.C. si inizia una larga diffusione di statue in bronzo

che sono note attraverso copie romane in marmo. Il caso più noto è

quello dei bronzi di Riace, Poseidon e Artemison.

Questo gruppo di statue rappresentano dei singoli individui visti

come identità a se stanti. Entrambi sono con spada in mano e

Armodio sembra fare da scudo all’amante.

Di Antenore conosciamo una splendida kore che rappresenta una

sorta di cesura tra lo stile arcaico e qualcosa di nuovo.

Altre splendide korai pervenute da Atene sono fanciulle leggiadre:

prima si impone con la sua fisicità, si sente la pesantezza delle vesti

e la leggerezza del chitone con una presenza volumetrica, mentre le

altre sono dieci anni più antiche, molto più leggiadre e tranquille.

Le due kore sono espressione di due artisti diversi.

Questo è il momento in cui ad Atene si inizia ad avvertire la forza

della gravità, come destino che forza l’individuo.

Altri kouros sono: Aristodicos di Monaco (520) con la gamba sinistra

portata in avanti ma vista ancora frontalmente

Del 490 è il kouros di Krizio ,con scarto del bacino che imprime il

leggero movimento a spirale ed è leggermente calato verso il

basso, a cui corrisponde leggero scarto della testa che supera la

visione frontale del primo.

Lo stesso accade tra le korai della colmate persiana di Eutidikos:

leggero avvitarsi della figura con nuove ricerche sulla ponderazione

delle figure.

Un efebo del quale conosciamo solo la testa ci mostra come avesse

il capo leggermente reclinato e come sia oramai superato il sorriso

arcaico, per una ricerca più anatomicamente coerente

dell’impostazione della bocca. Si tratta di un’espressione severa

nota come l’arte “severa”, contrapposta al periodo arcaico con

luminoso sorriso.

È chiaro come l’arte greca sia sempre un’arte che nasce dalla

ricerca del dato naturalistico che poi trasfigura in un senso quasi

astratto.

Questa ossessione per la ricerca anatomica si ritrova anche

nella ceramografia e nella scultura; uno dei casi più eclatanti sono

vasi noti come del muro di Temistocle perché trovati all’interno

del muro di Temistocle dopo il 490.

Temistocle si fa propugnatore della necessità di erigere mura in

tutta fretta. Temistocle utilizzò una serie di materiali ornamentali

come vasi e statue; vediamo le immagini di una statua destinata ad

una scena atletica, dove lo scultore indaga le pose più diverse, con

un’attenzione costante per la descrizione delle partizioni

anatomiche, superate da lì a poco nello stile severo.

Un’ idea della statua di Temistocle la rivediamo in bronzetti che

raffigurano corridori, a dimostrazione dell’interesse costante per gli

aspetti del movimento. Molte sono le statue citate dalle fonti, con

personaggi di vincitori dei giochi atletici.

Le ricerche degli scultori dello stile severo sono in linea anche con i

ceramografi: un esempio è la coppa di Antifon con suonatore di

lira, figura a spirale che ripropone la ponderazione del fanciullo di

Krizios.

Così come il tipo di gruppo è quello che si ritrova nel Pittore di

Berlino, al quale è nota l’impaginazione del racconto nel vaso che si

costruisce girando in tondo al vaso: egli raffigura Eracle ed Apollo in

lotta per il Dipylon.

È un modo di comporre e di pensare il racconto completamente

nuovo che ha fatto pensare ad un possibile rapporto del Pittore di

Berlino con il mondo del teatro, perchè prima Tespi e poi Eschilo

cominciano un dialogo tra i due personaggi. Quello che sembra

essere il primitivo modo è quello del coro che guidato dal flautista

canta, poi dal coro comincia la figura del corifeo e poi si arriva al

dialogo tra due persone.

Per artisti come il pittore di Berlino l’intensa partecipazione degli

ateniesi a teatro era una novità.

Il pittore di Berlino inizia la sua carriera intorno al 505 con due vasi,

uno con l’uccisione di Agamennone e l’altro con Teseo che uccide il

Minotauro: il fiotto di sangue sovra dipinto rosso è per noi il centro

visivo, mentre sullo sfondo ci sono un giovinetto e due giovinette

che partecipano. Queste figure sono in realtà due attori che si

stagliano sul coro dei giovinetti.

Del 490-80 è un cratere a campana con Zeus e Ganimede. Il

fanciullo ha una chioma lunga e sciolta trattenuta con una corona

sulla fronte. Zeus è barbato con chioma lunga raccolta in una sorta

di shignon.

Il rivale del pittore di Berlino è il pittore di Duekleophades, che in

realtà si chiama Epiktetos. Figlio di Amasis (il vasaio), rispetto alla

leggiadria del padre, presenta una forte intensità nelle sue

raffigurazioni. Una delle caratteristiche principali di questo pittore è

la tecnica a fregio continuo con raffigurazione di carattere

dionisiaco, descrivendo tutti i passaggi dell’estasi dionisiaco. Di lui

abbiamo un frammento di skiphos (vaso per bere con due anse) con

raffigurazione di Iris tra i centauri. È plausibile che il pittore abbia

fatto una licenza poetica e inventato questo tema.

Rappresenta il limpido e imperturbabile profilo di Iris contro a cui si

avventano i centauri agitati ed eccitati al limite dell’umano. Capelli

rossi con barbe non definite. Occhi sgranati.

Ha realizzato anche un’Idria con una tra le più clamorose

raffigurazioni dell’ultima notte di Troia. Vediamo i gesti violenti che

accentuano la drammaticità dell’evento e vediamo come la natura

partecipi al dolore, come fa la palma sul corpo di Cassandra.

Esempio di skiphos con Priamo che si reca da Achille che richiede il

corpo di Ettore. Pittore interessato agli elementi più estremi. Pathos

portato alle estreme conseguenze dal pittore di ……

Duris è un altro pittore che ha toni di grande intensità nelle

descrizioni di grandi scene come il ritorno di Efesto all’Olimpo.

Anche di Duris ci sono una ricca serie di raffigurazioni del

banchetto, perché per lui la musica è un esercizio intellettuale.

Il pittore di Brichos è quello dell’emotività, come dimostra una

raffigurazione di un giovane su una clinex con un cesto di frutta che

sembra un viandante che ha trovato rifugio in una taverna.

08-11-11

I due frontoni del tempio di Afai ad Egina presentano lo stesso

scarto stilistico che costituisce il passaggio dalla età tardo arcaica

allo stile severo.

Nel tempio, dedicato ad un antica divinità micenea poi connessa ad

Atena, nel frontone occidentale che è il più antico si riconosce la

figura dell’arciere identificato con Paride e nel frontone orientale,

più recente, con l’attacco di Ercole. La struttura è triangolare.

Passiamo al santuario di Olimpia nel cuore del Peloponneso, il più

antico santuario panellenico destinato ai giochi olimpici, modificato

più volte. Al centro campeggia il tempio di Zeus descritto anche da

Pausania e che ci dà le cromatiche cronologiche nel 472 vittoria su

Pisa capitale dell’Elide e 457 l’erezione sul colmo del tetto del

tempio di Zeus degli scudi che gli spartani hanno sottratto nella

battaglia di Tegea. Intorno al tempio si dispongono gli altri edifici del

santuario: i gimnasi, i tesauroi e il tempio di Era eretto alla fine del

VI secolo e che Pausania vide ancora non completamente

trasformato nell’edificio di pietra, ma ancora in legno.

Il tempio di Zeus è considerato dagli architetti l’esempio più

luminoso dell’architettura dorica al punto di diventare una sorta di

modello. E’ un tempio dorico periptero esastilo (sei colonne sulla

facciata), preceduto da un pronaos in antis e alle spalle

l’opistodomo che non ha comunicazione con la cella. Il tempio è

stato distrutto da un terremoto. Le colonne doriche poggiano

direttamente sullo stilobate composto da 3 gradini, composto di

abaco ed echino che regge l’architrave su cui poggia il fregio con

alternanza di triglifi (listelli) e metope decorate.

La sequenza delle metope decorano solo le due facciate con la serie

delle dodici fatiche di Ercole, considerato il fondatore dei giochi

olimpici. Molte delle metope rappresentano una sequenza completa

con l’uccisione del leone, Idra di Lema, Uccelli Stinfalidi, Toro di

Creta ecc.

È stato rilevato come la figura di Atena presenti una sorta di

maturazione della definizione stilistica della natura. Compagna di

Eracle dopo l’uccisione degli uccelli Stinfalidi, compare ad aiutare

Eracle quando per riuscire a rubare il pomi delle Esperidi distrae

Atlante che reggeva il mondo sulle spalle, si offre come sostituto e

Atena vestita armata come protettrice . Vediamo anche come si

alternino metope cruente a metope con meditazione.

E’ grande la capacità del maestro nell’utilizzare i propri schemi a

disposizione Il carattere dell’episodio è drammatico e l’atmosfera

sospesa è una sintesi di astrazione e naturalismo.

Nel frontone orientale c’è la gara tra Oinomao e Peleope, il primo

diede la propria moglie con una prova di corsa che se vinceva

otteneva la moglie senno moriva. Peleope riesce a svitare i bulloni

d

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Publisher
A.A. 2011-2012
32 pagine
1 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/07 Archeologia classica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher storia92 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Archeologia e storia dell'arte romana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof De Tommaso Giandomenico.