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COLUCCIO SALUTATI

La vita

Autore che ha avuto una strana fortuna: dopo la sua morte ha avuto una dimenticanza.

Nasce nel 1332 a Stignano (Val di Nievole) e da giovane studia per diventare notaio a Bologna

- a Bologna va alla scuola da Pietro da Moglio, anche poeta che scrisse il componimento “Anna

sorella di Didone” in cui sviluppava l’episodio virgiliano secondo uno schema epico del

tempo.

In un secondo momento abbandona del tutto la poesia (usava come modello Petrarca) e si dedica

ad altro diventa cancelliera e quindi ogni anno cambia posto dove esercitare la professione.

- Gira per tutta la toscana ma nel 1368 si trova a Roma come notaio, nel 1370 a Lucca e dopo

questo girovagare nel 1374 si ferma a Firenze e l’anno successivo, nel 1375, diventa

cancelliere della Repubblica Fiorentina e lo sarà fino al 1406 quando muore.

Cancellierato molto lungo che vede diversi eventi importanti per Firenze: rivolta dei Ciompi, azioni

che interessano il ritorno dei papi a Roma.

- scrive una lettera al cardinale fiorentino Orsini invitandolo a fare in modo che il pontefice

torni a Roma = presa di posizione dei signori della Repubblica, non del Salutati ( distinguere

perché sono lettere di stato = in quanto l’autore come colui che produce un atto, allora è la

Repubblica di Firenze non Salutati che è solo il mezzo che metto per iscritto il documento)

Nel 1397 viene chiamato a Firenze l’importante dotto bizantino Manuele Crisalora per insegnare

nella prima cattedra di greco.

- nei confronti della lingua greca c’era già stato un interesse da parte di Petrarca e Boccaccio

che avevano chiesto a un monaco siciliano, Barlaam calabro, di tradurre l’Iliade dei codici

medicei dal greco al latino – liturgia in greco nei monasteri basiliani nel sud Italia, anche se

non tutti avevano mantenuto un livello alto della lingua greca.

Il Salutati è cancelliere fino al 1406 ed è un grande raccoglitore di libri, tanto è vero che li annota,

mette sempre la sua nota di possesso (inizio e alla fine del testo di un codice)

- la biblioteca di Salutati è una delle più ricche che ci sono rimaste e abbiamo la possibilità di

ricostruirla grazie alle note di possesso.

- Va sottolineato questa grande attenzione per il libro e ciò emerge dal suo epistolario.

- Persona che mette a disposizione questi libri ad alcuni giovani, sia quelli che facevano parte

della cancelleria o ad altri giovani fiorentini.

- Questo ha attirato l’attenzione perché doveva essere una biblioteca di circa 800 volumi

anche se ora ne abbiamo 120-150.

Gli scritti:

De seculo et religione

- Un giovane monaco camaldolese chiede al Salutati se è meglio una vita monastico o in

cancelleria.

- Scritto in prossimità della rivolta dei Ciompi.

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Tractatus de Tyranno

- Opera politica perché partendo da Dante, pone il problema se è lecito non lecito uccidere un

tiranno.

De nobilitate legum et medicinae. De verecundia.

- Confronto tra le leggi e la medicina attenzione per il confronto tipico dell’Umanesimo.

- La polemica contro la medicina già fatta da Petrarca contro gli studiosi di Oxford e di Parigi

e quindi contro la filosofia Scolastica (a favore dei Padri della Chiesa).

De laboribus Herculis

- Testo sulle fatiche di Ercole ed è un approfondimento in cui esamina molti brani dell’Eneide

e degli autori antichi, con interesse molto attento alle fonti latine dove si poteva in qualche

modo parlare di Ercole.

- Ercole era inserito nello stemma di Firenze fino a quel momento = impegno politico che però

viene stemperato dal massiccio studio sulle fonti poetiche e in prosa che avevano tracciato

la figura di Ercole.

De fato et fortuna

- Nasce da episodi di guerra col comune di Perugia ma questo dà luogo alla ricerca di cos’è il

fato e cos’è la fortuna.

- Salutati dice che non è il destino, ma la volontà l’impegno umano porta alla pacificazione di

conflitti interni ed esterni

- Analizza una serie di testi che parlano di fato e di fortuna a partire dagli antichi e vuole

dimostrare che la predestinazione non esiste, ma è presente una volontà di certi individui a

fare una cosa.

Interviene per far venire questo dotto bizantino nell’insegnare il greco.

- Nella trascrizione dei codici si era perso la capacità di scrivere in greco con accenti e spiriti

quindi nei testi latini ci sono spazi bianchi o disegni delle lettere in alcuni codici del Salutati

si trova la mano di Crisalora (scrive nei margini la parola in greco corretto).

Recupero della totalità

Coluccio Salutati, Lettera a Iacopo Angeli da Scarperia, in Epistolario di Coluccio Salutati, III, a cura

di F. Novati, Roma 1896, pp. 129-132

Carteggio: allestito da un editore in ordine cronologico

Epistolario: autore mette insieme le lettere e possono non seguire un ordine cronologico.

Novati ha preso queste lettere da diversi manoscritti, ma come tutti gli uomini di fine 800 non aveva

la possibilità di fotocopiare quindi scriveva all’archivista di un altro fondo per avere dei testi trascritti

 ciò comporta che non ci sia autenticità.

Istituto Storico sul Medioevo (sede a Roma): aveva il compito di fondare delle collane di

pubblicazione che potessero illustrare meglio la Storia d’Italia a partire dall’ Alto Medioevo.

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Destinatario: uno dei giovani più vicini a Salutati, che va in Grecia e conosce Crisalora ed è uno dei

primi traduttori dal Greco al Latino. Sono rimasti dei codici di questo Iacopo e recentemente è stata

riconosciuta la sua mano su vari codici ed è il primo traduttore di Plutarco.

Emanuele Crisolora:

- maestro a Bisanzio e in quegli anni era al servizio dell’imperatore di Costantinopoli. Nel 1386

battaglia della Piana dei Merli (Kosovo) e si salva profilando l’avanzata dei Turchi

l’imperatore di Costantinopoli aveva fatto un viaggio per cercare aiuto vs. Turchi e a seguito

c’era anche Crisalora perché intellettuale e oratore.

- Nel 1397 viene chiamato per 5 anni a Firenze ma in realtà rimane solo il 1400 perché torno

dall’imperatore bizantino (il suo scopo principale era aiutare l’imperatore nella missione di

cercare alleanze contro i turchi).

➢ Quando anni dopo, nel 1438-39 nel concilio di Ferrara- Firenze, in cui c’è stata una

alleanza tra Chiesa ortodossa e cattolica, si parlava proprio su una alleanza contro i

turchi.

- Dopo Firenze va a Milano e qui traduce Platone (La Repubblica) con Umberto Decembrio,

padre di due umanisti Decembrio, che verrà ripreso dal figlio e accusato dal fratello.

- Si trova alla curia romana e scrive “Dell’una e dell’altra Roma” trattato politico in cui si

dice che Bisanzio fosse l’altra Roma. 

- A Costanza muore, durante il concilio per cui era interessato aveva portato con sé diversi

codici (opere di Platone, “Le vite parallele” di Plutarco).

- La presenza di Crisolora in Italia è importante per il suo soggiorno a Firenze ma anche per

aver portato in occidente una serie di manoscritti che a loro volta daranno vita alle successive

traduzioni.

Testo:

Dopo che per grazia di Dio e dei nostri signori è stato fatto (non è lui che ha chiamato Crisolora ma i

signori della Repubblica fiorentina), o dilettissimo figliolo, che Crisolora, l’ottimo uomo nelle lettere

greche, è stato accolto a Firenze, così come hai saputo dalla mia lettera, così spero di vedere te

insieme a lui personalmente; poche cose sono da dire, c’era nel mio animo di esortarti allo studio, e

che non ti distogliessero la fatica e una certa difficoltà così come vidi in molti; cosa che tocca

facilmente ogni volta che l’intelletto precorre l’ingegno e sorvola la disciplina e tutte le volte che più

capiamo che piuttosto che essere istruiti, tratteniamo più cose con il cuore piuttosto che trattenere

con la memoria (non è necessario solo l’intuito ma ci vuole anche una disciplina, un insegnamento;

opposizione tra afferrare con la mente e tenere nella memoria; distingue in modo molto chiaro

questi due elementi: ci sono cose che si possono chiappare subito ma ci sono dei meccanismi della

memoria che sono estremamente importanti per apprendere una disciplina – in questo caso si parla

del greco). Ma come dice “la fatica improba vince tutte le cose” come quello dice (Virgilio, Georgiche;

citare Virgilio era scontato; si riescono a superare tutte le difficoltà nel momento in cui c’è un

impegno costante). Ritengo certamente, essendo le scienze medesime presso tutti, che sarà difficile

per te l’apprendimento del greco e che (questo) sarà difficile per tutti conoscere i termini e tenere a

mente le proprietà delle parole con i significati, affinché in questa parte debba essere massimamente

faticato affinché tu conosca e trattenga prontamente che cosa dicano le parole o che cosa

significhino, affinché tu veda quali siano immediatamente le flessioni e con quale ragione, se non si

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tratta di una parola primitiva, affinché tu percepisca le regole di tutte le declinazioni e composizioni

perché le voci siano legate per il significato o per l’arte o per l’uso e perché siano generate, affinché

tu possa facilmente conoscere non solo le cose inventate ma anche affinché tu possa conoscere non

solo le parole nuove ma anche formare te stesso sia vocaboli, sia combinarle se sarà più facile (per

struttura formazione legata al Medioevo, no brevitas dei testi classici). Queste cose, credimi, aiutano

affinché tu venga agli effetti attraverso le legittime cause con una fatica facile e con una grande

illuminazione, non per effetto delle tenebre (ma) con difficoltà e dispendio di tempo, tu ascenda al

lume della causa cercata e a lungo investigata; certamente presso gli stessi ci sono quei principi

elaborati che, se tu cerchi con le cose posteriori, a stento potrai trovare. Ma perché io ti scrivo ora

queste cose dal momento che io tra poco parlerò con te personalmente dalle rovine? Allora vedrò

quanto sei progredito e, se mi sarà concessa la speranza di concepire, affinché io presto possa

balbettare le lettere greche. O quanto le mie sciocchezze si troveranno davanti a te e quanto anche

a Manuele Crisolora con la fatica della pazienza; quanto e con quale risata io vi scuoterò

quotidianamente! Tu sai i miei costumi, sai che non posso mai stare fermo, sai quanto sempre mi sia

giovato di insegnare quelle cose che possiedo e tu sai quanto io esiga in modo pressante le cose che

non conosco, e quanto per me sia sempre grato disputare anche riguardo cose che io non conosco;

e già con te posso v

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A.A. 2016-2017
32 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher milona94 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura umanistica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Concetta Bianca.