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Il ragazzo mette particolarmente in evidenza questo alto/basso, questa dimensione
melodrammatica della vita: questa ambivalenza in realtà è comune a tutti gli essere umani ma
nel ragazzo è aggiunto lo stato di grazia.
L’immaginario di Morante è romantico, vissuto dagli eccessi, in rapporto all’infinito e dunque
non può sicuramente raccontare di personaggi normali. Non sono certamente gli eroi dei
quali era affascinata da giovane ma allo stesso tempo questi ragazzi che “salvano il mondo”
posseggono comunque qualcosa di eroico. Non bisogna pensare che la Morante degli anni
‘60 non abbia nulla a che fare con quella precedente.
Nei versi 88 e seguenti, il testo mette in evidenza il modo di vivere del ragazzo, sempre fuori
dalle regole e in contrasto con la borghesia, vista come responsabile di tutti i mali. Questo
atteggiamento ribelle si rifà allo spirito degli anni ’60, un’epoca di contestazione e rifiuto
delle convenzioni sociali.
Morbo pauroso -> Bill è epilettico, e quando si sveglia dopo una crisi si vergogna, perché il
suo segreto è stato scoperto. La malattia lo rende ancora più vulnerabile e accentua il suo
senso di diversità.
Nella quarta parte l’io prende di nuovo la parola: dopo aver percorso tutta una serie di
situazioni tipiche del “qua”, degli anni passati insieme al ragazzo, Elsa si ritrova ad affrontare
nuovamente la sua condizione di solitudine aspettando invano il ritorno del ragazzo.
I “ragazzetti celesti” sono presentati come vittime della società. Il colore celeste, che
richiama il paradiso e la grazia, ha un significato simbolico ricorrente nell’opera di Morante.
Questo riferimento cromatico si collega anche ai “turchini” che abbiamo trovato prima.
La quinta parte è un momento cruciale perché per la prima volta il ragazzo prende la parola. Il
rapporto tra l’io/tu si rompe: Morante, addormentandosi, ha una visione in cui il ragazzo le
appare per un ultimo saluto.
In questo incontro, la poetessa gli rivolge domande che rivelano un doppio ruolo: quello
dell’amante e quello della madre premurosa. Gli chiede “Che hai fatto?”, con un tono che
esprime indulgenza. Il ragazzo risponde con parole rassicuranti: “Non sono ferito…”etc
Il ragazzo appare con il suo corpo intatto, rispondendo così alla prima preoccupazione di
Elsa. È ancora bellissimo, immutato nel tempo, mentre lei invece è invecchiata: ha i capelli e
le sopracciglia bianche, il viso segnato dalle rughe. Lui la osserva con affetto e tenerezza,
definendola “buffa e carina”.
“Io ti perdono”. Ma di quale crudeltà si parla se abbiamo visto tenerezza e amore fino ad ora?
Le parole successive del ragazzo spiegano quale è stata la crudeltà di colei che lo ha amato:
se il vecchio sta con il ragazzo è perché il primo si nutre dell’allegria e della giovinezza del
secondo. Dunque, Elsa, non amava Bill ma l’allegria che quest’ultimo gli donava e voleva che
sopravvivesse per questo motivo. Il lato B dell’amore è l’egoismo, ciò che sembra generosità
può essere letto in una chiave subdola. È un’altra forma devastante dell’amore folle,
narcisistico, che non è “normale”. Questo è punto di onestà di Morante, quella che sarebbe
potuta essere la motivazione del suicidio di Bill, ossia la sottrazione a questa sorta di
vampirismo, di sottrazione di allegria, giovinezza.
Introduzione alla seconda parte
La seconda parte del componimento riflette il tentativo di Elsa di superare se stessa, ma
senza riuscirci. Le prime due poesie esprimono questa ricerca, utilizzando la droga come via
di fuga. In particolare, nella poesia “La sera domenicale”, le iniziali formano la sigla LSD, un