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CAPITOLO SECONDO
Sinfilosofia – il romanticismo è stato considerato il contributo più significativo della cultura di lingua
tedesca alla letteratura universale. Esso nasconde parecchie insidie, sia sul piano della periodizzazione sia
su quello della sostanza semantica di questo complesso fenomeno. La storiografia letteraria distingue tra
un primo romanticismo (Frühromantik), ancora all’interno dello sperimentalismo illuministico, e un tardo
romanticismo (Spätromantik), che risente del clima di restaurazione che caratterizza l’Europa dopo il
congresso di Vienna. Tipico è il caso del romanticismo italiano e francese nelle arti. Il romanticismo fu un
fenomeno della cultura tedesca i cui luoghi di elezione sono città come Jena, Berlino e Heidelberg, che si
sviluppa cronologicamente a partire dagli anni 90 del 700 e termina in coincidenza con le tarde opere di
Ludwig Tieck negli anni 40 dell’800. Tieck inaugurò il romanticismo pubblicando i suoi Volksmärken (fiabe
popolari): la loro pubblicazione faceva di Tieck il profeta della nuova poetologia romantica, attenta a
nascondere il ruolo dell’autore e a rivendicare l’origine popolare di tale scrittura. La topografia del primo
romanticismo comprende sostanzialmente due città: Jena e Berlino. Tra queste due città prende forma il
progetto della sinfilosofia, quel pensiero che s’incarna nell’organo ufficiale della nuova avanguardia
romantica: la rivista Athenäum. Su questa rivista apparvero le prime opere del romanticismo e si può
considerare la prima avanguardia letteraria in senso moderno: esso si dà come un manifesto che si pone
in conflitto letterario con la politica culturale dei weimeriani. C’erano evidenti differenze tra il classicismo
weimariano e il romanticismo; innanzitutto, il rilievo dato dai romantici sulla forma del frammento,
strumento che consentì al gruppo di Jena di affrontare le grandi questioni della letteratura e della filosofia
del tempo. La forma del frammento infatti si inseriva in una strategia che da un lato denunciava la propria
ispirazione non solo letteraria, dall’altro insisteva sulla necessità di decostruire i classici per riattivarne le
energie. Schlegel, riprendendo un concetto della filologia omerica, cioè la ricostruzione critica del testo,
insiste sulla necessità di analizzare, decostruire e ricomporre i testi della tradizione in vista di una loro
rifunzionalizzazione nella lotta per una nuova cultura. Egli ribadisce il carattere progressivo e in divenire
della poesia romantica, la sua tendenza all’infinito e all’indefinito, che persegue l’ideale della mescolanza
e della fusione dei generi, la sua volontà totalizzante che investe non solo il sistema letterario ma anche la
società e la politica. La poesia romantica è insomma una poesia universale progressiva.
Antico è moderno – Il giovane Schlegel aspirava a divenire il Winckelmann della poesia e inserisce tutte
le formule di una poetica d’avanguardia. Egli segnala tutte le caratteristiche che fanno dell’arte moderna
un modello anticlassico. Tra il 1795 ed il 1803 Schlegel affida al suo sistema di frammenti il compito di fare
i conti con le letterature del passato. Da ciò emerge il Gespräch über die Poesie, che afferma le due tesi
fondamentali del romanticismo: il pensiero di una nuova mitologia che costituisca il centro poetico di una
nuova cultura popolare basata sul consenso sociale, e il progetto di un nuovo romanzo, il cui modello è il
Wilhelm Meister.
Il nuovo romanzo – Nel giro di pochi anni i romantici hanno prodotto tre prototipi di romanzo, molto
diversi tra loro, che mettono in campo strategie e tematiche diverse, per quanto tutti e tre vogliono dar
forma al modello di romanzo di formazione prospettato da Goethe con il Wilhelm Meister. Si tratta dello
Sternbald di Tieck, della Lucinde di Schlegel e dell’Heinrich von Ofterdingen di Novalis. Al di là delle
differenze formali e strutturali rispetto al modello goethiano, alcuni dei luoghi comuni di queste narrazioni
diverranno un punto di riferimento della cultura tedesca. Nello Sternbald di Tieck c’è già la prefigurazione
della sin poesia romantica realizzata da Schlegel. L’eroe è un riflesso esplicito dell’autore alla ricerca,
come Wilhelm Meister, della propria missione pittorica. Questa missione implica un passaggio rigeneratore
per l’Italia e l’approfondita conoscenza del rinascimento, considerati tappe della costruzione dell’io e
dell’artista, che si sarebbe comunque completata solo con il ritorno a Norimberga. In gioco non è più l’arte
greca o romana, ma il rientro in patria rappresenta una conciliazione tra nord e sud, una conciliazione che i
classicisti ritenevano impraticabile. L’opera di Novalis è invece caratterizzata dall’inesausta Sehnsucht. Il
suo protagonista è ancora una volta un artista, il cui percorso di individuazione è condizionato dalla sua
pura individualità. I titoli delle due parti di cui si compone il romanzo (L’attesa e Il compimento),
dimostrano che il poeta non necessita più di barriere spazio-temporali; tuttavia nel romanzo prevale
l’aspetto onirico. Diverso ancora è l’atteggiamento di Schlegel e della sua Lucinde, un’opera che costruisce
una spregiudicata teoria dell’amore romantico, libero da condizionamenti e con una perfetta integrazione
di sensualità ed idealità. Egli vuole costruire un romanzo che si presenti come la sintesi di pienezza e
unità, di caos ed ordine.
CAPITOLO TERZO
Il realismo sentimentale: Jean Paul Richter - Johann Paul Friedrich Richter (meglio noto con lo
pseudonimo francesizzante di Jean Paul in onore di Rousseau) nasce da una famiglia di maestri di scuola e
di pastori evangelici, figure ricorrenti nella sua narrativa, e trascorre la maggior parte della sua vita in
piccoli paesi. Soggiorna per brevi periodi a Weimar, entrando in contatto con Goethe, Schiller, Wieland.
Egli non scenderà mai in Italia, anche se vi ambienterà parti delle sue opere, né supererà mai i confini
tedeschi. La letteratura, in cui si combinano immaginazione, improvvisazione e autobiografismo, diviene lo
spazio sostitutivo e terapeutico in cui l’interiorità può creativamente dilatare l’opprimente spazio di un
ambiente che con le sue miserie soffoca l’esistenza. Il percorso di Jean Paul è anomalo ed originale nel
panorama della letteratura tedesca, perché nella sua fase iniziale è quello di un autodidatta che adotta
ogni metodo possibile per costruire un insieme di conoscenze cui attingere in futuro per alimentare la
propria scrittura. Pur vivendo in una condizione di vita povera e ristretta, egli respira lo spirito e i canoni
dell’illuminismo, la cui eredità convive con la sfera del sentimento e dell’amore, che diverrà strategia di
arginamento di fronte alle miserie materiali e morali e alle angosce poste dalla vita nel pensiero della
morte. Dopo una consistente produzione giovanile, Jean Paul imbocca la via del romanzo, che egli
definisce come l’unica prosa poetica consentita perché esso in quanto poesia è istruttivo. La svolta nella
direzione del romanzo è motivata dal bisogno di lasciarsi guidare dalle ragioni del cuore e quindi dalla
fede. L’acquisizione di autocoscienza alimenta da un lato la prospettiva autobiografica verso un progetto
di biografia letteraria, dall’altro si intreccia con i personaggi delle opere letterarie stesse. In effetti la sua
opera è costruita sulla dialettica fra racconto di sé e finzione narrativa.
L’orbita eccentrica: Friedrich Hölderlin – Nato in una famiglia appartenente al ceto dei notabili, egli
deve a Schiller, suo maestro, un posto di precettore presso l’influente famiglia von Kalb, ben introdotta nei
circoli culturali di Jena e Weimar, e la pubblicazione di alcune sue poesie e prose nelle riviste: in pratica,
l’ingresso sulla grande scena letteraria tedesca. Egli aveva inizialmente guardato a Schiller come uno
scrittore politico; per il giovane teologo, che rifiuterà sempre la carriera di pastore, passando da una città
all’altra e da un posto di precettore ad un altro, in costante precarietà economica, la letteratura è in
questa fase uno strumento di emancipazione. Hölderlin canta gli ideali rivoluzionari in una prospettiva
ottimistica: a un’iniziale età dell’oro è subentrata una lunga epoca di schiavitù e corruzione, di cui si
annuncia la fine: l’entusiasmo del poeta è al servizio di un imminente riscatto. Questo modello entra
tuttavia in crisi in seguito alla delusione degli avvenimenti storici. Nella lunga elaborazione del romanzo
Iperione, egli cerca di rispondere agli interrogativi che scuotevano la sua generazione: egli riflette sul tema
del rapporto tra cittadino e stato, sul contributo del singolo al processo storico e in generale sul
prospettiva filosofica che al suo centro poneva la questione del rapporto dell’io con il tutto della creazione.
La situazione del romanzo è quella dei moti di indipendenza della Grecia: l’ambientazione narrativa
lasciava contrapporre la grande Grecia democratica dell’antichità allo stato di decadenza e asservimento
del presente. Iperione è il primo romanzo moderno in cui appare la figura di un rivoluzionario, la cui azione
è tuttavia rinnegata. Le milizie che avrebbero dovuto combattere per la libertà della Grecia finiscono infatti
per saccheggiare e distruggere. Come in Francia, la rivoluzione termina nel terrore e nell’anarchia. Tutto il
romanzo è scritto intorno ad Iperione che, con la rivoluzione, ha perso la sua amato, il suo amico
rivoluzionario e i suoi ideali. Attraverso però il processo di riflessione, egli giunge a una nuova
consapevolezza di sé e a trovare una risoluzione intuendo la segreta armonia del cosmo. In questo
processo di maturazione e di consapevolezza anche i suoi ideali acquistano nuova linfa. Iperione è quindi
un romanzo di formazione che contempla perdite ed errori e il cui destino individuale non è un percorso
lineare. Il timbro elegiaco del romanzo sarà anche una caratteristica delle liriche di Hölderlin dal 1795, che
si servono di strutture di derivazione classica. L’antico diviene una forma per esprimere i conflitti della
modernità. In questo contesto, egli riprende la figura del viandante, che diventerà una caratteristica della
sua lirica. Ma, a differenza del viandante goethiano, animato dal desiderio illuminista di esplorare e
conoscere il mondo, e del futuro viandante romantico, per cui il viaggio è libertà da ogni vincolo, il
viandante di Hölderlin si muove angosciosamente alla ricerca di un assoluto che stenta a cogliere,
condannato alla sua finitudine e imperfezione. A tutti