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Sipario.
- Nell’opera il sipario celava fino all’ultimo istante il meraviglioso scenario nel quale doveva svolgersi la
favola musicale, in cui i personaggi cantavano i loro sentimenti. L’overture orchestrale aveva il compito di
preparare la giusta atmosfera per il momento emozionante in cui si sollevava il sipario. Il teatro borghese
ottocentesco eredita l’uso del sipario, ma non è più l’espediente per sbalordire il pubblico, in quanto
nasconde scenari interni o esterni ormai scontati.
- Oggi molti velari non esistono più perché si tenta di costruire ogni giorno un teatro in cui crediamo, aperto
da tutti i lati, offerto alla partecipazione di tutti.
PARTE SECONDA: Pratica
8 - Il lavoro teatrale
- Scelta del testo, regia, elaborazione di scena e costumi, distribuzione delle parti, interpretazione degli
attori, musiche, illuminazione scenica non sono momenti isolati ma continuamente presenti e intersecati.
- L’allestimento di uno spettacolo procede contemporaneamente su diversi fronti e si avvale dell’apporto di
ogni individuo che compone il gruppo di lavoro.
8 - La Scenografia
- Tutti possono fare teatro e di conseguenza tutti possono fare scenografia.
- Per prima cosa, in teatro bisogna trovare gli oggetti che ti permettano di trasporre la realtà, che ti eccitino
la fantasia e che diano credibilità alla frase poetica che stai pronunciando. Dopo di che si passa al problema
della scelta del nostro spazio scenico, il luogo in cui situare la scenografia. Il terzo problema è quello della
sistemazione del pubblico.
- Partiamo dal principio che lo spettacolo si può fare dappertutto. La prima cosa da tener presente è la
visibilità che si può ottenere ponendo lo spettacolo su un luogo elevato o ponendolo in basso con il
pubblico sistemato sui gradoni (come facevano greci e romani).
- Che si tratti di pedane, comuni panche o gradoni, sarebbe preferibile disporre di elementi componibili per
due ragioni: primo, perché potremmo comporre le più svariate forme di spazio; secondo, se ne facilita la
trasportabilità.
- Cambiando ambiente, cambia anche il rapporto con il pubblico e di conseguenza con lo spettacolo. Non si
può pretendere di dare sempre lo stesso prodotto al pubblico: ogni sera c’è sempre qualcosa di diverso.
Questo è il fascino del teatro. Inoltre, la scena non è un quadro in cui i rapporti sono immutabili: chi è
seduto di lato vede le cose diversamente da chi è di fronte.
- Se abbiamo uno stanzone da 20 metri per 15, la pedana dovrà essere alta almeno 100 centimetri perché
un pubblico seduto tutto allo stesso livello possa vedere bene le azioni. Il pubblico deve essere a due metri
dal palco. I gradoni devono esser alti di 40 centimetri e 60 di pedata.
- Gli esempi non sono vincolanti. Ci sono anche tanti altri modi di sistemare pubblico e scena. Si pensi
all’orlando furioso di Ronconi: pubblico in piedi e gli attori ora su piattaforme, ora scansando la gente
recitavano mischiati al pubblico. O erano gli spettatori a seguire i personaggi che si spostavano da un luogo
all’altro.
- Per l’illuminazione è necessario procurarsi dei cavalletti su cui si piazzano i riflettori.
- Gli spogliatoi si possono realizzare con paratie in legno e copertura in tela.
- Dicendo che tutti possono fare scenografia si intende dire che oggi non è più necessario saper dipingere
per creare una scena. Spesso registi e attori organizzano l’ambiente scenico, ma c’è sempre bisogno di un
responsabile della parte tecnica. L’importante è essere tutti d’accordo su cosa si vuole dire al pubblico. Gli
elementi scenografici devono essere sempre funzionali.
- In uno stanzone come il nostro, bisogna rinunciare a quasi tutte le macchine che possono calare dalla
soffitta. Ci si affida quindi a questi elementi: scena composta da oggetti, scena costruita, oggetto costruito
come scatola magica.
- Per mezzo della scena bisogna aiutare l’attore ad esprimersi. Generalmente i testi che si rappresentano
esigono di cambiamenti di scena e siccome non c’è sipario questi cambiamenti si faranno a vista, oppure si
costruirà la scena in luoghi deputati e ci si dovrà spostare a seconda delle esigenze, con la luce che illumina
la scena che c’interessa.
9 - La scena costruita
- L’esempio più semplice di scena costruita è un’adeguata disposizione di pedane che possono essere unite
da scalette o da passerelle. Su questo tipo di scena si può recitare di tutto, non c’è neanche bisogno di
oggetti o mobili, gli attori possono sedersi su gradini o per terra.
- La scena costruita è molto semplice ma esige che sia concepita da una persona che abbia il senso plastico
della forma e della costruzione.
10 - L’oggetto scenico costruito
- L’oggetto scenico più semplice e agile per il cambiamento a vista è il paravento. Unendone tre o quattro si
possono compiere situazioni a non finire.
- I paraventi sono molto funzionali per le commedie di Goldoni o Moliere che esigono parecchi
cambiamenti di scena o di stanza.
- Su una facciata del paravento si può applicare una tappezzeria, sull’altra dei quadretti incorniciati. Per gli
esterni si possono dipingere le facciate di una casa.
- La misura deve essere di circa 2 metri d’altezza e tra i 70 centimetri e il metro di larghezza.
- Saldando quattro paraventi per gli spigoli si ottiene un dispositivo girevole che ha molte possibilità di
impiego. Facendolo ruotare si possono ottenere quattro ambienti diversi oppure presentare un’anta di
profilo al pubblico per dividere la scena in 2 ambienti contigui.
11 - L’oggetto costruito come una scatola magica
- La scatola magica è uno scatolone di legno montato su ruote matte o cuscinetti a sfera che si trova in
scena già all’inizio o può entrare in qualsiasi momento. La grande scatola si dove poter aprire da tutti i lati
per far fronte a qualsiasi esigenza.
- Esempio ne è la scatola carro di Un uomo è un uomo di Brecth, un parallelepipedo alto 2 metri con i lati di
2 e 1,5. Ogni lato presentava un ambiente diverso: un’osteria, una pagoda, una capanna, un carrozzone.
- Un simile oggetto deve essere ben studiato nei particolari. È necessario costruire per prima cosa un
modellino molto preciso per comprendere il funzionamento e le possibilità e per sperimentarlo a fondo con
il regista.
- C’è poi un altro oggetto scenico che risale al rinascimento e alla commedia dell’arte, il periatto. Esso è un
parallelepipedo a base triangolare di cui ogni facciata rappresenta un ambiente diverso.
- Nella commedia all’italiana i periatti giravano su perni ed erano posti ai lati della scena come quinte e
davano luogo a tre ambienti diversi. Nel Flauto magico di Mozart invece ogni facciata era dipinta in modo
diverso e il periatto, vagando per la scena e ruotando, dava luogo a un bosco, a un tempio con colonne, alla
dimora della regina della notte.
12 - Gli oggetti
- Siccome oggi si recita spesso per la strada, nelle piazze, in luoghi improvvisati, bisogna che la scenografia,
oltre che dal personaggio fortemente deformato, sia sostituita da oggetti creati apposta. Forse non si può
più chiamare scenografia ma è sempre qualcosa che aiuta l’attore ad esprimersi e allo spettatore a capire lo
spettacolo.
13 - I costumi
- I costumi hanno acquistato molta più importanza di quanta ne avessero nel teatro borghese. Ogni attore
entrando in una compagnia doveva avere un guardaroba personale fornito di tutti gli abiti che si potessero
usare in una commedia. Ai costumi fuori epoca provvedeva la compagnia.
- Un costume non è un vestito che sta più o meno bene addosso. Il costume aiuta a creare il personaggio,
dà un senso preciso allo spettacolo e deve avere un rapporto sia con gli altri costumi che con la scena.
- Nel costume più che nella scena il colore è importante. Spesso è bene sottolineare con il colore il rapporto
tra i vari personaggi. Per esempio, se ci sono due coppie di innamorati (come nelle Furberie di Scarpino)
sarà più chiaro al pubblico fin dall’inizio l’intreccio, se si potrà intuire che la ragazza vestita di celeste andrà
in sposa al giovane vestito di blu e che l’altra fanciulla vestita di rosso sarà del giovane con lo stesso colore,
i due servi in giallo o a righe e i padroni nobili saranno vestiti di scuro.
- I costumi si possono realizzare in due modi: primo, disegnare i bozzetti ed affidare la realizzazione ad una
sartoria teatrale; secondo, crearli addosso agli attori usando vestiti usati, aggiungendo drappi, stoffe e
tende. Questo modo è consigliabile per gruppi che non dispongono di elevate risorse.
- La scelta dei due metodi è soprattutto di stile, bisogna sempre tenere presente il senso che si vuole dare
allo spettacolo. I costumi eseguiti su figurino di solito sono più simbolici mentre quelli ricavati da vestiti
usati risultano più veri.
- La juta è una delle materie più teatrali e va bene per scene e costumi. Si può dipingere con colori ad acqua
e bombolette a spray.
- Una volta capito il principio che il costume non è un vestito, non c’è limite alla fantasia. Chi non ha
fantasia si può rivolgere alle compagnie teatrali che affittano costumi, ma è davvero costoso e non entra a
far parte del tuo guardaroba perché bisogna renderlo indietro.
- Un metodo mai passato definitivamente di moda è quello di vestire gli attori in calzamaglia scura,
distinguendoli solo attraverso qualche elemento.
14 - Gli accessori
- Una volta nei teatri esisteva una tipica figura chiamata trovarobe. Aveva il compito di trovare,
generalmente in prestito dai negozi gli oggetti che occorrevano per la scena e perfino i mobili.
- Adesso il trovarobe si chiama attrezzista e ha cambiato mansioni. Costruisce egli stesso gli oggetti
necessari o va a fornirsi da ditte specializzate che noleggiano o fabbricano su ordinazione (come Rancati a
Milano). Una visita a questi magazzini è indispensabile per chi fa teatro. Vi si trova di tutto. Anche se gli
attrezzi scenici sarebbe meglio farseli da se per il solito problema del costo e per costruirsi una riserva per
gli spettacoli futuri.
- Una volta la materia prima per gli oggetti era la cartapesta, oggi sostituita con la gomma piuma e con
forbici e colla, che permettono di realizzare velocemente maschere, animali, foglie e ogni altra cosa.
- Mentre in Italia si va da Rancati, all’estero l’attrezzeria è ritenuta tanto importante che in tutti i grandi
teatri si trovano tre laboratori: la scenografia, la sartoria e l’attrezzeria. Ed è più facile trovare dei giovani in
quest’ultimo poiché è quello che più si presta alla ricerca