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Passioni della Tragedie classique francese, a ciò quindi si può ricondurre l’interesse di Manzoni per
un teatro che mette in ombra le passioni a favore dei temi della Storia
Coro: -risolve scenicamente il problema della moralità della rappresentazione teatrale
-l’autore prende le distanze dalle passioni dei personaggi e ne offre l’interpretazione morale
-Manzoni si entusiasma nella lettura di Shakespeare, ma si accorge che non gli risolve il
problema morale, a questo si deve probabilmente ricondurre il suo silenzio sulla fonte
shakespeariana (autocensura nella prefazione al Carmagnola)
Perché Manzoni pubblica la prima tragedia da Parigi e non in Italia?
Dionisotti: -il viaggio a Parigi è presa di posizione nel dibattito filo inglesi vs. filo francesi
Lettre a Monsieur Chevaux: -teorizzazione definitiva e organica dei principi teorici e critici della
propria poetica, sviluppati nel decennio precedente
-Shakespeare torna ad essere un elemento importante = i tempi sono
cambiati e non è più necessario nascondere certi interessi filoinglesi
-necessità di sviluppo di un linguaggio specifico della tragedia, diverso da quello poetico, che non
coinvolga emotivamente il pubblico
-vi si trova anche la negazione del suicidio: elemento che in Manzoni arriva all’estetica dopo essere
stato vagliato dall’etica
Conte di Carmagnola: -testo
-corollario al testo: esposizione di principi teorici
-risposta “all’innocuo recensore francese”: ulteriore dilatazione
dell’esposizione teorica
La prima tragedia: ambientazione e debito con Alfieri
Venezia: -in un primo momento aveva pensato di scrivere un poema sulle origini della
Repubblica
-il soggiorno presso lo zio malato lo mette di fronte alla degradazione della
Repubblica veneziana
-Lonardi: di Venezia resta “non la sua fisica, ma la sua metafisica”
-dalla prima alla seconda stesura si nota un prosciugamento nel dettaglio e
nell’importanza della scenografia, resta una Venezia fatta allegoria del “potere
ingiusto”
Salvatore Nigro: -nel Carmagnola vi è la compresenza di un eroe alfieriano Marco, la cui
uscita di scena è equiparata al suicidio alfieriano e di uno cristiano, il
Carmagnola
-ma Venezia era anche mito negativo della polemica rivoluzionaria contro le oligarchie feudali
Foscolo: -la colpa della degenerazione è non solo degli oligarchi ma anche dalla poca
lungimiranza dei mercanti, favorevoli all’Austria, vista come garanzia di
stabilità
Antialfierismo di Manzoni: -non si può ridurre solo all’elemento del suicidio (anche in
Shakespeare abbondano i suicidi ma Manzoni non si pone in toto a
quel modello)
-si deve pensare anche all’elemento politico: Manzoni è critico nei
confronti dell’Alfieri misogallico nel momento in cui al contrario lui
si schiera dalla parte della Francia
-chiara è la critica della traduzione alfieriana dell’Eneide
-però da tener presente che Manzoni non si pronuncia mai contro l’Alfieri tragico
-in una lettera al Fauriel si ritrova un giudizio positivo sull’Autobiografia e sulle Commedie
-Alfieri resta un testo importante nella formazione di Manzoni
-il carattere metafisico della Venezia rappresentata dal Carmagnola assomiglia alla stilizzazione
celebrale degli scenari alfieriani
Coro: -il Carmagnola è un mercenario, non gli si può dunque riferire alcun senso della patria
-il Coro ha il compito di mettere in luce questo elemento e quindi di marcare la necessaria
distanza dal protagonista
-non si può dunque insistere oltre misura sull’elemento cristologico del Carmagnola intesto
come innocente sacrificato, tanto più che il tema del tradimento è tipico della tragedia molto
prima della risemantizzazione cristiana del tragico
Il personaggio protagonista - La sua costruzione
Gaetano Cattaneo: -direttore del Museo di numismatica di Milano
-fu una delle personalità culturali di maggiore spicco del primo Ottocento
lombardo
-Goethe elogia la storicità delle tragedie manzoniane
-per Goethe la poesia legittima il falso storico
-infatti Manzoni vuole utilizzare le tragedie per riagganciarsi alla storia contemporanea, nel farlo e
per farlo risemantizza, attraverso un schematismo metafisico, l’elemento di storia contingente dei
soggetti
-influenzato dal personaggio di Egmont nell’omonima tragedia di Goethe:
-entrambi guerrieri
-forte conflitto Stato-individuo
-entrambi personaggi “Mezzani” né del tutto innocenti, né del tutto colpevoli
= mancanza dell’eroe sublime
-Carmagnola - atto finale: -il comportamento del Carmagnola nell’ultima scena è reso plausibile
dall’avvenuta meditazione in carcere, accennata in ellissi come sul
piano dell’autobiografia farà Manzoni sul processo della conversione
di cui ci vengono presentati in chiaro solo gli esiti
-l’accettazione del Carmagnola è sintesi drammaturgica del processo
di conversione dello stesso Manzoni
-emerge il connubio agostiniano fra fede e ragione
-la meditazione nello spazio del carcere diventa simbolo della ricerca
umana delle finalità del disegno divino
-quindi non accettazione passiva, ma risultato di un alto atto
speculativo
Gli altri personaggi della tragedia
Marco: -considerato ora il vero protagonista, ora il protagonista mancato
-il protagonista assorbe tutti gli altri personaggi, che hanno ragione d’esistenza solo come parte del
suo percorso tragico = la focalizzazione è così concentrata perché Manzoni tratta il
Carmagnola come riflesso di sé
-pur dato l’intento teorico di limitare la voce dell’autore al Coro il
Manzoni non vi riesce del tutto
-differenza: Carmagnola: “vivi, il dolor vinci e vivi”
Adelchi: “Va, vivi, invecchia in pace” - (disprezzo)
La seconda prova tragica - Adelchi e il nuovo studio manzoniano sui personaggi
-rispetto alla prima tragedia la seconda segna un arricchimento su tutti i piani: personaggi,
tematiche, intreccio
-il dissidio non è solo istituzionale ma anche familiare
-la tragedia degli affetti rinvia ad Alfieri
-spesso si può sentire la sovrapposizione fra Adelchi e Manzoni: il personaggio è così simile
all’autore, che viene attratto fino all’identificazione (teoricamente negata)
Due deviazioni dal vero storico: -contesto in cui è avvenuta la morte di Adelchi
-esclusione dall’azione tragica di Ansa, madre di Desiderio
-autonomamente Adelchi interpreta il rapporto con i Franchi nei termini di un conflitto totalmente
familiare: pensa ad un duello da solo a solo contro Carlo per riscattare l’onore macchiato della
sorella ripudiata
-non vuole una guerra fra popoli - giudizio totalmente negativo sulla guerra
- posizione straniante per un guerriero = posizione condannata da
Desiderio
-nonostante la sua contrarietà Adelchi non si ribella: non infrange nessuna legge
Desiderio: personaggio tipo logicamente più convenzionale
Adelchi, Amleto e la storia
Il tema del suicidio entra nella drammatizzazione attraverso: -eroe mitico
-personaggio storico
Agostino: -il suicidio non può essere accettato nemmeno nella forma del “suicidio per
grandezza d’animo”
Jean Starobinski, Storia del trattamento della malinconia dalle origini al 1900
-due tipi fondamentali: Catone - Ofelia
-Il tema del suicidio è frequente in Shakespeare: fra Quindicesimo e Sedicesimo era diventato
particolare oggetto di studio insieme alla malinconia di cui può essere esito
-Si può istituire un confronto fra monologhi sul suicidio di Adelchi e di Amleto
-Amleto distingue fra mente e corpo -Adelchi usa il termine anima
-fino all’ultimo la sua mente è legata al mondo -con le ultime parole afferma il sollievo di
(la successione del regno); dopo “Il resto è chiudere con l’esistenza terrena
silenzio” non emerge alcuna dimensione
trascendentale
-Amleto dubita sull’esistenza di una vita dopo la -Adelchi, inserito in un’ottica cristiana, è certo
morte della vita ultraterrena
-un punto di contatto è nella modernità insita nell’idea della riflessione su sé stessi e sulla propria
vita
-dalla prima alla seconda stesura Manzoni elimina il discorso di Adelchi su una possibile alleanza di
Longobardi e Latini contro i Franchi; elemento eliminato perché sentito come impossibile storico:
commistione fra oppressi e oppressori; quanto più viene a mancare ad Adelchi la possibilità di agire
attivamente tanto più si “amletizza” (Lonardi)
-cioè dal piano dell’azione il pensiero di Adelchi è costretto a spostarsi sul piano della speculazione,
ossia del metafisico
Lonardi: -il richiamarsi delle parole di Adelchi alla poesia religiosa delle Origini (vd. Donna
de Paradiso) dovrebbe far pensare ad una connotazione del personaggio nei termini
di cavaliere medievale
-quindi la riflessione non sarebbe moderna in senso shakespeariana ma
“sostanzialista” in senso cristiano
-però è da tener presente l’elemento di contraddizione che emerge dal pessimismo
delle ultime parole di Adelchi, del tutto diverso dalla pacificazione fideista a cui
giungeva il Carmagnola
-Manzoni vuole limitare la riflessione politico-attualizzante al Coro: occorre che il popolo oppresso
diventi uno; vuole evitare ogni possibile identificazione del pubblico con Adelchi ed è anche per
questo che elimina il discorso di Adelchi sull’alleanza fra Latini e Longobardi
Dalla parola dei personaggi alla parola dell’autore
Diacono Martino: -echi dalla Gerusalemme (XIII: la foresta incantata)
-contatto fra Manzoni e Tasso: -parodia del canto XVI
-frequentò la “cameretta” di Carlo Porta,
sostenitore della politica tassiana
-il giudizio dei romantici su Tasso (Schleghel e Madame De Stael) era
limitante
-confronto con il modo in cui Tasso imposta il rapporto col soprannaturale
-Manzoni vuole lasciare la totale responsabilità del passo al personaggio
Ermengarda: -sofferenza privata - moglie ripudiata
-sofferenza pubblica - spogliata della regalità
-richiami raciniani dalla Phedre: connotazione di una passione forte in senso erotico
-Convento: locus amoenus
-dopo la rivelazione (amore-passione per Carlo), lo svenimento segna una cesura
rispetto la seconda parte della scena, in cui Ermengarda si abbandona ad un totale
delirio
-dopo aver rappresentato la passione di Ermengarda da un punto di vista interno
mimetico Manzoni la razionalizza nel commento d’autore posto nel Coro
-il Coro opera la sublimazione del personaggio di Ermengarda: i tratti eversivi della
sua passione vengono esautorati e ridotti al conflitto metafisico d