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Dramma-Passione: il binomio nelle tragedie classiche del 1600 fino al teatro romantico
Ma è proprio questo teatro che P. ha dichiarato impossibile quando ha contrapposto Oreste e Amleto. Il dramma dei personaggi come loro lo vivono P. non lo può accogliere proprio perché è dramma e passione, ma è una metafora per dire che quel tipo di teatro e di arte non è più possibile nel '900. Il rifiuto ha un significato metaforico, cioè il rifiuto del dramma romantico, del dramma storico su cui ironizza l'Enrico IV e su questo rifiuto la proposta di un nuovo tipo di teatro che esprima l'impossibilità del vecchio teatro perché è incongruo al sentire dell'uomo contemporaneo e all'autore P. Il dramma dei personaggi è rifiutato in questo senso. P. poi ci dirà che lo accoglie nel momento in cui (nella Prefazione) si accorge, nel contrasto tra padre e figliastra, che
formattato il testo utilizzando i tag html:Questi personaggi su un palcoscenico potevano acquistare una valenza universale e li ha accolti come rifiutati in senso universale. Il contrasto è uno dei valori universali che questo dramma dei personaggi rifiutati conteneva in sé.
Pag 40: la figliastra inizia la narrazione scomposta del finale del loro dramma e del testo. Struttura circolare. Il personaggio è eterno: ripete in eterno quello che è fissato sulla pagina dall'autore. Essendo loro personaggi fissati per l'eternità ripetono sempre se stessi. Lei vuole vivere questa cosa perché è già accaduta.
L'anticipazione del finale procede a ritroso: finale, anticipazione del finale, antefatto. È raccontato il finale dalla fine.
La madre rappresenta come valore universale "la madre". Quando i personaggi narrano la storia la vivono nello stesso momento come se fosse sempre. L'eternità conosce un solo tempo, l'eterno presente.
Viene
fuori l'antefatto (pag 43)Pag 48: prima digressione importante del padre. Il male delle parole, l'incomprensione: questo è uno dei significati dell'opera. A questo momento del testo P. afferma che uno dei significati universali del testo è proprio l'incomprensione già dato dal comunicarsi parole che uno dice e l'altro interpreta a modo proprio.
Il padre sembra quasi affetto da voyeurismo, dal voler tenere sotto controllo la famiglia. Senza inizio e fine, senza logica, andando avanti e indietro ognuno racconterà pezzi della vicenda.
Altro significato del testo è che ognuno di noi ha tanti e tanti dentro di sé e che ci componiamo una maschera per gli altri ma che in realtà questa maschera copre la parte più istintiva di noi di cui non vogliamo parlare e che non abbiamo il coraggio di mostrare. (pag 58)
Tematica molto sentita in quegli anni, non solo P. ne ha parlato. La differenza è che tutto questo viene
rappresentare. Il padre spiega che il teatro è un'illusione, una finzione che permette di esplorare la realtà umana in modo più profondo. La vicenda del dramma è solo un pretesto per affrontare temi più universali. La scena del semi-incesto e la morte dei bambini sono le uniche parti che vengono effettivamente rappresentate, il resto è solo introduzione e letteratura. La prima parte del dramma è l'ingresso dei personaggi, che raccontano due volte la vicenda. Nella narrazione, il padre fa delle digressioni per spiegare il significato più generale della storia. Il contrasto tra attori e personaggi diventerà evidente nella seconda parte, quando si scoprirà che c'è un copione che loro cercano di seguire.Rappresentare: da un lato ci sono i personaggi che "recitano" delle cose, dall'altro attori e capocomico. Secondo il capocomico, gli attori dopo si mettono a provare: qui scatta il contrasto perché i personaggi non si riconoscono negli attori. Questo contrasto farà in modo che, ad un certo punto, il tentativo di recita da parte degli attori venga messo da parte e saranno gli stessi personaggi a rappresentare sulla scena sia l'incontro che, nella terza parte, il finale della loro vicenda. La simmetria nel testo è mirabile.
P. verrà accusato che nel testo non c'è ordine: afferma che è vero. Ha voluto fare una parodia dei procedimenti romantici. La passione è campata nel vuoto. Dobbiamo prendere i personaggi per quello che sono: personaggi dell'arte. Il dramma del personaggio rifiutato dall'autore è il timore di non diventare mai immortale.
Dell'incesto il dramma doloroso può essere un altro.
significato ma P. non ne fa mai menzione. Non fa mai riferimento all'incesto. La condizione di metateatralità ha reso possibile la realizzazione di un dramma tradizionale. Tutte le società hanno bisogno di divieti per costituirsi società. Sul passaggio dalla cultura all'incultura scrive Freud Totem e Tabù. Testo che ha tanti significati. Ha una stratificazione dei significati. La Prefazione dei 6 personaggi è del 1925. Il testo è del 1921. Nella rappresentazione del testo non si trovava d'accordo perché non veniva dato abbastanza rilievo alla concretezza al personaggio, alla sua poetica del personaggio per cui è meno reale ma più verosimile rispetto all'attore che rispetto all'uomo. Nella seconda parte del testo troveremo il padre, il portatore delle idee di P. sia teatrali che esistenziali, enunciare alcune digressioni sulla teoria del personaggio di P. Teoria molto complessa che si basa essenzialmente su
alcuni punti:- Eternità del personaggio. In quanto creazione è eterno fino alla fine del mondo; prospettiva e al mito della cultura occidentale rispetto all'arte, la sua eternità, rilanciata legata al sogno dall'umanesimo. P. è erede di questa prospettiva;
- Teoria del personaggio che è qualcuno in opposizione all'uomo che è nessuno. L'uomo non sa neanche chi è, l'uomo si scopre sempre diverso da quello che era prima. L'uomo non ha un'identità fissa e la percezione di sé è diversa rispetto alla percezione che gli altri hanno di noi. Di fronte al rischio della dissolvenza e della frantumazione dell'uomo ecco che il personaggio è qualcuno e può ridere anche della morte.
- Indipendenza dall'autore nel senso che il personaggio una volta che acquista una "realtà" di definizione artistica può attraversare i secoli entrando
Nell'immaginario degli uomini, indipendentemente dall'autore, vivendolo e ponendolo NOI in situazioni in cui l'autore non l'aveva mai posto. Il personaggio è reso quindi meno reale ma più vero, intendendo per vero la verità fantastica che P. pone alla base della sua idea fantastica che si contrappone al realismo. Un saggio "un critico fantastico" in cui parla di un suo maestro toscano e ne parla come un P. scrive maestro dell'umorismo perché usa la verità fantastica. Un suo modello è Ariosto. L'arte dell'Ariosto è fantastica: la verità va intesa per ciò che l'arte esprime non solo per denunciare, parlare; la verità fantastica sottolinea il fatto che l'arte non può essere letta rispetto a quella che è la verità che si cerca nei discorsi comuni. Un esempio di quella che è la fantasia dell'autore quando farà nascere evocata.
Dallo stesso palcoscenico emerge la figura di Madama Pace. In quest'opera, affronta anche la sua idea di teatro, basata sui conflitti fra le varie figure del teatro, e vuole mostrare quello che lui chiama "l'indipendenza prodigiosa del personaggio", cioè il fatto che, ad un certo punto, un personaggio nasce nella fantasia di un autore senza che si sappia neanche come e perché. Proprio perché P. vuole sottolineare che, a differenza del simbolismo, la sua poetica seguiva un processo inverso. Lui non aveva prima un'idea filosofica astratta alla quale adattare poi un personaggio o una situazione: prima aveva delle apparizioni e poi queste apparizioni si trasformavano in creazione letteraria, romanzesca, novella o teatrale solo quando sentiva che potevano avere un significato universale. Non prima il concetto e poi l'immagine, ma al contrario. Concetto e immagine sono categorie di quegli anni. P. fa parte di quelle categorie estetiche dell'800: fantasia, immagine. Lettura.
Prefazione.
I testi di P. hanno significati plurimi.
Forma e Parte
La vita in senso filosofico per P., che aderisce al pensiero del filosofo Bergson, intesa come entità astratta, è un fluire senza tempo, una sorta di essere della natura che va avanti e non ha né come l'acqua prima né dopo. del mare: le onde danno forma al mare. Se dovessimo fermare le onde si avrebbero tante piccole forme, che sono fissate e intrappolano la vita. La forma non è la parte. La parte è quello che noi siamo costretti ad essere nella società, la maschera che abbiamo e che ci sociale c'è quello legato all'essere ontologico che è la formadanno. Accanto all'aspetto intesa come una grande distesa di sabbia. Le varie forme che si hanno nella sabbia sono gli esseri umani: ognuno di noi è una forma fissata che nasce per la morte (La trappola, opera in cui esprime questi concetti). Che cos'è l'uomo? È nato
Per la morte. Noi chiamiamo vita un’esistenza che corre verso la morte. La nostra vita intrappola l’essere del mondo. Ogni individuo ha una forma che è una trappola perché di fronte all’essere del mondo che non ha inizio noi siamo fissati e senza una volontà. La l’anelito nostalgia e per la possibilità di non essere in questa trappola è il pianto della natura rispetto alla morte e alla vecchiaia. Nell’Enrico IV c’è la metafora della nostalgia di essere senza tempo, l’uomo non vedrà modificarsi. Forma-vita: l’uomo si dibatte in questa trappola perché nasce un individuo e la sua nascita è segnata irrimediabilmente dalla morte. Le creazioni di P. hanno un livello filosofico conoscitivo. Elude il rapporto con la storia perché l’uomo è sempre tal quale. Per lui l’uomo non cambia: ha scritto I vecchi e giovani parlando di avvenimenti che l’avevano sconvolto.
te.(Rivolta fasci siciliani, anni '90). Rappresenta la storia attraverso il cannocchiale dell'astronomo, secondo la sua filosofia del lontano.