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La rappresentazione di Filippo II di Spagna nelle tragedie del XVIII secolo
Nell'ultimo decennio del '700 sia in Italia che negli altri stati si rappresentano tragedie di argomento storico moderno o con scioglimenti crudi e visivi. Alfieri sceglie il personaggio di Filippo II di Spagna non per inventarne una storia ma per utilizzare una certa tradizione storica.
Su Filippo c'erano due tradizioni: quella colpevolista che lo vedeva come un sovrano assolutista che fa imprigionare e uccidere il figlio Carlo; quella non colpevolista che lo riconosceva solo come sovrano assolutista. La prima tradizione nasce da una storia e dalle memorie di Perez. Gli storici protestanti la danno per vera. Alla fine del '700 si crede ancora alla sua colpevolezza e Filippo viene riconosciuto come il paradigma dell'assolutismo (Schiller scrive il Don Carlos sempre sulla figura di Filippo).
Alfieri si documenta, è certo di scrivere una tragedia storica (lasciandosi un margine di invenzione). Solo alla fine del '800 si scopre che Filippo non era
Colpevole ma fino ad allora si pensava così, erastoria. Il Filippo di Alfieri: opera in cinque atti, poche e brevi scene. Diversamente dalle altre tragedie del '700. rivede i testi riduce le battute perché pensa che "la tragedia deve correre verso la catastrofe".
Inizio lettura testo (commento sul testo) La critica afferma che è insostenibile presentare un sovrano cattolico con tale crudeltà ma riconoscono comunque Alfieri come esponente di un pensiero politico radicale. È la seconda tragedia di Alfieri, più volte rimaneggiata. Appare nel 1783 nel primo volume delle tragedie pubblicate a Siena. Pubblica le sue tragedie in tre tomi. L'opera intera lo riconosce come pensatore politico.
già cominciato a scrivere "Il che non pubblica subito. Lo pubblica a Parigi con data postuma. Aveva trattato della tirannide"
Il patto con l'editore era di non renderlo subito pubblico anche se già stampato.
Questo trattato è una trattazione radicale perché non lascia spazio a nessuna idea com-promissoria con ideologia del dispotismo illuminato. Non c'è differenza tra dispotismo orientale e tirannide degli stati d'Europa. Tirannide è qualunque esercizio di potere che vige in tutti gli stati tranne che in Inghilterra dove c'era la monarchia costituzionale (due camere). All'inizio poi viene rappresentato nei Filippo venne criticato vari teatri privati perché di argomento attuale per l'epoca: si rifletteva sul dispotismo illuminato e la possibilità di un cambiamento politico. È possibile la Repubblica? L'utilizzo di scene molto brevi fa parte della riforma. Fino ad ora la scrittura tragica sia francese che italiana di almeno 3 secoli non aveva mai fatto uso di scene così ridotte, addirittura di un solo verso. Nel Filippo ci sono come dei flash brevissimi di personaggi che dicono un solo verso ePoiscompaiono. Alfieri commenterà le sue tragedie (le renderà pubbliche la 1° volta nel 1783-85 in tre tomi, uno ogni anno). Le ripubblica 1790 a Parigi. Le inserirà tutte e 19. Mette tutte le tragedie che non aveva l'edizione francese e altre che ancora non aveva scritto. Accompagna se con una serie di scritti sul teatro: parere sul teatro, arte degli attori, parere sulla tragedia. Per ogni tragedia scrive un parere, utilizzando le varie critiche e commenti che nel frattempo erano apparse. Viene considerato un acuto lettore di se stesso. Il parere che accompagna Filippo riguarda il finale. Discute sulla possibilità di dare a Perez qualche non l'ha fatto perché nella scrittura scena in più per dare più consistenza al personaggio: lo stato voluto fare diversamente ma la natura gliel'ha im- non può essere diverso da quello che è. Avrebbe pedito. Il motto è camminare a gran passi.
Verso il fine. La sua natura tumultuosa lo vedeva riflessa nel suo modo di comporre, spinto per arrivare al fine. Non abbiamo fino ad Alfieri tragedie così corte. Lui accorcia e condensa. Quando inizia a scrivere (da egli stesso) da una redazione all'altra riduce la tragedia (ha tante redazioni catalogate e datate diverse) e le scene perché tutto deve contrarsi. '600 Notiamo delle coincidenze tra autore e tempi: di fronte alla stasi, agli indugi della tragedia del all'improvviso nel '700 tutto è più movimentato. Come se dal circolo in movimento si passa alla linea in movimento, come se ci fosse una prefigurazione di quello che a fine secolo avviene. Nel 1789 la Rivoluzione francese è stato un evento epocale. Pari nella storia solo alla Rivoluzione russa del 1917. Le rivoluzioni inglesi sono state diverse rispetto a quella francese in cui si vede una e scompagina l'ordinamento dell'antico regime. partecipazione molto allargata.
di tutti i ceti socialiSi ha per gli ideali che esprime, al di là dei fatti, la possibilità di ribaltare gli ordinamenti politici eu-ropei e la possibilità della Repubblica, la possibilità che i cittadini diventassero soggetti politici. Siha uno scontro fortissimo con chi vuole la Repubblica ma non una partecipazione democratica (Gi-i giacobini che daranno vita al terrore. Quando si dice che l’Europa è figliarondini). Contrari sonodella rivoluzione è vero. Tutte le rivolte dell’800 si riallacciano alla Rivoluzione francese che ha vi-sto anche in Italia adesione e partecipazione. I letterati smettono di fare solo i letterati e tramano ecospirano con i francesi per cercare di sconfiggere i Borboni a Napoli e fondare delle repubblichec’è tutto un(che ci saranno dopo pochi anni). Questo cambiamento radicale non è stato improvviso,’80pensiero negli anni che lo prepara, anche in Italia. Alfieri fa parte di
questi letterati anche se do-c'è (l'esecuzione dei sovrani francesi li scon-po il 1792 una posizione di rifiuto della rivoluzionevolge, il periodo del terrore giacobino, pur durando poco, li rende contrari (liquidato Robespierreviene liquidata anche la possibilità di una repubblica democratica come i giacobini volevano)).C'è coincidenza non perchè ha anticipato la rivoluzione ma perchè Alfieri fa parte di un tempo income oggi si discute dell'Europa, anni '80 tutti i letterati par-cui, si discuteva di dispotismo. Neglitecipano al dibattito perchè non esiste la divisione tra letterato e politico. Alfieri scrive vari trattatiha scritto anche "Del e altrosulla politica: oltre al Trattato sulla tirannide principe e delle lettere"ancora.una coincidenzaC'è tra i tempi e le opere del tempo: la prefigurazione di sommovimenti della so-cietà in qualche modo sembra proiettata in queste
Novità formali e strutturali delle tragedie non solo di Alfieri. Tutti gli scrittori di tragedie da questo momento cambieranno metodi di scrittura come se spazzassero via i limiti secolari che avevano inibito la scrittura per secoli.
Alla fine della scena prima dell'atto 4° Alfieri, non nella scrittura drammaturgia ma nelle epistole, darà delle indicazioni scenografiche, delle didascalie sulle recite dei suoi scritti teatrali. Si distanzia da Racine e dal teatro francese. Ha in mente una scrittura quasi essenziale. Le didascalie sceniche sono più in uso per il melodramma che per le tragedie.
Filippo è una delle tragedie che Alfieri rappresenta più volte non solo dirigendo i lavori ma anche come attore, alternandosi nella parte sia di Filippo che di Carlo. La 1° recita è relativa all'Antigone. La rappresenta a Roma nel 1782 prima di stampare le tragedie a Siena. Replicata 5 volte nel palazzo di Spagna, sede dell'ambasciatore spagnolo.
Preparata con 2 mesi di prova. Ce lo scrive nella vita parlando di un ottobre memorabile del 1782 quando per circa due mesi prepara questa recita. Per quanto si trattasse di un teatro di dilettanti, non di attori professionisti, c'è tutta una preparazione. Gli attori dilettanti, che erano generalmente nobili, costituivano che d'estate delle società stilavano un programma del loro repertorio. Viaggiavano ed erano colti quindi conoscevano il teatro francese e inglese e ne avevano avuto esperienza. Anche Alfieri. Viene all'attore paragonato, da chi aveva assistito alla rappresentazione, inglese Lequen. Il suo modo di recitare viene esaltato in molte lettere che i presenti alla recita si scambiano. Questo evento fu noto a tutti i letterati d'Italia. La sala conteneva 50 persone e aveva avuto 250 spettatori. Il suo 1° esperimento e il più significativo. Alfieri la definì la prova per dimostrare che le sue tragedie tenevano la scena. Subito
dopo lastampa attori professionisti rappresentano le sue tragedie in teatri pubblici. Anche in altri teatri pri-vati da attori dilettanti. Questo passatempo sarà per lui un abitué negli ultimi anni di vita. Nel palaz-all'opera delzo che affitta sul lungarno a Firenze, Alfieri si dedicherà alla recitazione. Soprattutto di lavorare del tempo. Molte lettere nell'epistolario contengonoFilippo. Si ha la riduzione e il modola varie recite. In particolare del Filippo del 1795. Qui Alfieri fa una distinzione tra teatro privato incui il palco era piccolo e non permetteva il cambio di scena rispetto al teatro pubblico. A propositodella scena prima dell'atto quarto bisognava oscurare la scena (non c'erano luci, can-delle fiaccoledele in lampadari), far apparir Filippo con le guardie con fiaccole vere accese.(pag 28 ultima battuta di Carlo) Affermazione in cui Carlo chiede al padre di non cimentarlo troppoper non far oltrepassare la soglia di figlio edi suddito. Questo divieto, in cui si sottolinea la sacralità della figura del padre, non permette ad un figlio di commettere un parricidio. Carlo si farà addirittura ammazzare. È un divieto molto antico (nella bibbia si trova la stratificazione della cultura). Il padre genera il figlio e ne mantiene il diritto di vita e di morte. È una ribellione troppo forte attentare alla vita del padre. Stesso discorso vale per il rapporto suddito-re. Su questo divieto ci sono state di-'500 discussioni forti e risposte diverse e contraddittorie. Nella 2° metà del ci sono trattati protestanti in cui si afferma la possibilità del tirannicidio. Non un tirannicidio effettuale ma consentito dalla legge: se il sovrano si fa tiranno chi ha autorità legislativa o giuridica potrebbe eliminarlo. Non è '600 battuta d'arresto per la sacralità un'affermazione pacifica. Nel questa trattazione subisce una della figura del re. In
questa tragedia la figura di Carlo può sembrare debole ma è