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Scena II: Soliloquio della Regina Madre

Vv 2905- 2932

La Regina Madre annuncia che dentro la Reggia è tutto pronto per la celebrazione di queste doppienozze, e si dichiara contenta per quello che sta accadendo nel Regno, e per la gioia che avrà di vedere le nozze di entrambi i suoi figli; solo una cosa la addolora: la mancanza del suo sposo, il vecchio Re, al quale prega di restare accanto ai suoi amati figli, in un giorno così lieto e di benedirli, dall'alto del Cielo.

Scena III: Soliloquio di Rosmonda

Vv 2933-2949

Intanto Rosmonda rimane incerta circa quello che le accadrà, e si pente di aver detto la verità a Torrismondo, e poi si pente del suo pentirsi; alla fine, dice, succederà ciò che...

Dio vuole, e per questo si recherà presso il Suo altare portando in dono una ghirlanda di fiori fatta da lei stessa, sperando che sia cosa gradita a Dio. 2950-3081 2950-2959 Questa scena è fondamentale. La differenza tra questa scena e Romeo e Giulietta, è che qui c'è un racconto e non c'è l'azione della morte: non vediamo la morte degli amanti, la ascoltiamo dai racconti del Cameriero; però l'uso del discorso diretto fa sì che l'azione sembri svolgersi davanti ai nostri occhi. L'attacco è abbastanza convenzionale, poiché il Cameriero ha il compito di annunciare al popolo, secondo un codice convenzionale, che il suo Re è morto. Il Coro, che qui il Tasso usa una narrazione un po' insolita, perché recupera il modello classico, e quindi la morte viene narrata e non realizzata in scena, maquesto racconto non viene fatto di fronte a un personaggio illustre, come potrebbe essere Germondo, o la Regina Madre, perché questo avrebbe comportato dover descrivere anche le rispettive reazioni: invece tutta l'attenzione deve concentrarsi sui gesti di Alvida e di Torrismondo.

(2959: "Narralo, e dà principio al mio dolore": INIZIO DEL FINALE, inizia la fine)

vv 2960- 3081 E comincia il racconto del Cameriero. Torrismondo, addolorato, ha già detto a Alvida che deve sposare Germondo e non lui. Ma la morte del Re di Norvegia ha accresciuto la rabbia e il dolore di Alvida, già offesa dal rifiuto di Torrismondo, e per questo decide di uccidersi e si colpisce al petto con una spada. E Torrismondo, scoprendolo, decide di fare la stessa cosa. Il Coro comincia le sue lamentazioni ma esorta ancora il Cameriero di procedere nel racconto. Chi lo racconterà alla Regina Madre? Il Cameriero non ne ha il cuore, perché bisogna dire alla Regina che

Ella non ha fatto in tempo a scoprire la vera figlia, che questa è già morta, assieme all'altro suo figlio.

Ma come è successa tale disgrazia, chiede il Coro.

E il Cameriero racconta (parola dipinta: parla per immagini) che Torrismondo ha trovato Alvida in fin di vita e disperato le chiede perché ha compiuto un gesto così folle. (Torrismondo ha un linguaggio dolce quando trova Alvida in fin di vita) Alvida gli dice che lo ha fatto per amor suo, perché non ha sopportato il suo rifiuto. Ma Torrismondo le giura che non è per mancanza d'amore che le ha chiesto di sposare Germondo, ma è perché è vero che loro sono fratelli e che, quindi, non possono che amarsi solo come fratelli. E sa che non potrà sopportare la morte se non uccidendosi a sua volta. Alvida sembra non interessarsi al fatto che sono fratelli: lei sa solo che lo ama, e come amante vuole restare accanto lui per quegli ultimi istanti, dandogli un bacio.

Ma lui risponde che accetterà il bacio solo come fratello, che i baci d'amante darà ad altri, ossia a Germondo. Ma Alvidasa che non c'è più tempo e muore baciando Torrismondo; il quale la tiene ancora qualche minuto tra le braccia e poi, triste atterrito e colmo di dolore, e si chiede come potrebbe vivere ora che lei è morta, visto che con lei è morta la sua stessa anima; poi comincia a scrivere una lettera. Appena finito, la consegna proprio a Cameriero, chiedendogli di consegnare le sue ultime volontà a Germondo, e senza battere ciglio, si trafigge il petto con la sua stessa spada. Il Cameriero tenta di sorreggerlo, ma Torrismondo lo allontana: perché si può dar la morte ad una persona, ma non allontanarla, quando essa sopraggiunge. In questi versi ci sono molti settenari o quinari: lo richiede il linguaggio patetico, dei sentimenti. Qui bisogna trasmettere agli spettatori il patos della fine dei due tragici amanti. Lei,che sottolineano l'importanza dell'amore tra i due protagonisti e la loro tragica fine. La morte di Torrismondo viene descritta come eroica, mentre Alvida è completamente immersa nel suo dolore amoroso. Nonostante l'incesto che li separa, l'amore tra di loro è più forte di ogni altra cosa. Torrismondo, essendo un re, ha il compito di morire in modo eroico e lo fa senza esitazione, dopo aver scritto una lettera al suo amico Germondo per affidargli il suo regno e sua madre. Il personaggio di Torrismondo si ispira più a Catone il Censore che a Romeo. Questi versi rappresentano il finale del contenuto, sottolineando la conclusione tragica della storia.qui finisce la storia d'amore tra i due protagonisti. È un PRIMOFINALE

Scena V: Cameriero, Germondo
Vv 3082- 3180

La scena V è la continuazione del racconto della catastrofe.
Prima il Cameriero ha narrato la fine del Re e di Alvida al popolo Goto, rappresentato dal Coro; ora egli deve portare a Germondo la lettera di Torrismondo, e così lo spettatore viene a conoscenza delle ultime volontà di Torrismondo, che lo stesso affida al suo amico Germondo. Attraverso questa lettera Torrismondo acquista la fisionomia dell'eroe e quindi della morte eroica, che gli restituisce un'identità positiva, un'identità che era stata macchiata dalle sue varie colpe: se analizziamo Torrismondo attraverso l'interpretazione che si dava nella seconda metà del Cinquecento della Poetica di Aristotele, vediamo che egli è un personaggio che ha, certo, delle colpe, ma un errore d'amore, e non una scelleratezza, come non è uno

scellerato: egli ha compiutoricorda il Consigliero nel Primo Atto, aggiungendo che, essendo tale, era un errore cui si puòriparare. Secondo altre interpretazioni, più recenti, la colpa di Torrismondo non sarebbedi tradire la fiducia di Germondo ma anche quella di essere diventato “dislealstata solo quellaper troppa fede”, ossia di aver tradito la parola data al Re di Norvegia, e quindi essere venutameno ad uno dei pilastri della regalità, che consisteva, ancora nel ‘500, nel mantenere fedealla parola data: invece Torrismondo, per la troppa amicizia nei confronti di Germondo,avrebbe tradito la parola data al Re di Norvegia, ma poi ha tradito anche Germondo.La morte di Torrismondo deve quindi permettere al personaggio di riscattarsi da questecolpe. Torrismondo e Alvida sono due personaggi “MEZZANI”: sono personaggi, cioè, chenon sono interamente colpevoli ma neanche interamente innocenti: hanno delle colpe, anchese Alvida sta in

Un grado più basso, avendo lei tradito solo il giuramento di non concedersi a nessuno prima che suo fratello non fosse stato vendicato.

Vv 3082-3098 Germondo viene a sapere dal Cameriero che Torrismondo è morto, e gli viene consegnata la lettera che, prima di uccidersi, Torrismondo ha scritto per lui; pieno di stupore, la legge al Cameriero (espediente per far conoscere il testamento di Torrismondo agli spettatori, le ultime volontà di un Re, anche per tranquillizzare chi ascolta sul destino del regno)

Vv 3099-3124 TESTAMENTO DI TORRISMONDO

Torrismondo scrive a Germondo prima di morire, e quando ormai Alvida è morto precedendolo, (che addirittura il suo suicidio diventa un gesto esemplare, non più un peccato), anche se avrebbe dovuto essere il contrario, poiché era lui a dover morire per primo, non per lavare bensì per fuggire dalla sua colpa, che neanche la morte potrà toglierli il grave peso che porterà con sé anche.

modificare la sua decisione di prendere il trono e di non abbandonare la sua responsabilità verso il popolo. Torrismondo chiede a Germondo di essere un esempio di lealtà e di onestà, di non lasciarsi corrompere dal potere e di governare con giustizia. Infine, Torrismondo chiede a Germondo di prendersi cura di sua madre, di proteggerla e di amarla come lui avrebbe fatto.

Disprezzare le sue preghiere, di accettarlo come vero amico in questo momento estremo, prossimo ad una morte prematura, che gli toglierà tutto fuorché il suo obbligo nei confronti dell'amico stesso. È Germondo, più degno di vivere, perché il suo valore e i suoi meriti come amico lo rendono degno di vita eterna. Questa contrapposizione tra Torrismondo. Questo gli chiede Torrismondo prima di morire. (C'è che non merita di vivere perché ha tradito la parola data a Germondo, e l'amico che è sempre stato fedele) (v 3125 "O dolente morte, o fin dolente: Vv 3125- 3133 Germondo è atterrito, confuso CHIASMO, inversione sostantivo/aggettivo) e chiede al Cameriero se Torrismondo vive ancora. Il Cameriero gli risponde di no, che purtroppo è già morto: così, dopo aver lasciato la moglie, ora lascia pure il regno, che proprio a Germondo viene affidato ora, mentre la moglie l'ha voluta il.

Fato.Germondo non capisce e il Cameriero gli spiega che Torrismondo aveva scoperto che Alvida erasi era ucciso per poter espi
Dettagli
Publisher
A.A. 2009-2010
22 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ninja13 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura teatrale italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Alfonzetti Beatrice.