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ATTO PRIMO
La scena si apre su un ambiente dove è presente un letto
matrimonale, un lettino piccolo, un tavolo con tutto
l’occorrente per la preparazione di un presepe,e, nascosto
da un paravento, un treppiedi di ferro con una bacinella ed
un asciugamani. Sulla destra sta un comò dove sono
collocate statuine religiose , candele e lumini spenti. Nella
stanza dormono, Luca, da solo, in un letto grande e
Tommasino, suo figlio in quello piccolo. E’ il 23 dicembre.
Entra Concetta, la moglie di Luca , vestita di una bianca
sottana e di uno scialletto di lana : porta il caffè e l’acqua
per il lavabo , sveglia il marito ricordandogli a viva voce che
sono le nove, gli porge il caffè , orribile , a detta di Luca.
C’è molto freddo, Luca appare infastidito appunto dal
freddo : le calze di lana che Concetta diceva fossero di
buona qualità in realtà non lo hanno protetto abbastanza ;
probabilmente la lana non era buona. Luca, tra un lamento
e l’altro, dopo avere dichiarato il proposito di preparare il
presepe, un presepe straordinario, più bello di qualsiasi
altro ( migliore di quello che fa il vicino del terzo piano )si
alza, si infila i pantaloni e, poi, con lo stesso impeto con
cui sua moglie lo ha poco prima svegliato , sveglia
Tommasino, suo figlio il quale preferisce non sentire per
indugiare così a letto. E quando , proprio non può farne a
meno chiede a viva voce la zuppa di latte a letto. Il padre ,
a cui la moglie ha portato la colla squagliata per la
preparazione del presepe, lo sollecita minacciando di
scaraventargli la colla in faccia e lamentandosi per il suo
comportamento da giovane sfaticato che tratta sua madre
come una serva. Quindi Luca chiede di Pasqualino , suo
fratello che vive con loro : Concetta gli riferisce che si è
alzato e che nonostante sia reduce da una brutta influenza
sta per uscire. Tommasino, intanto fa strane domande su
Pasquale : chiede se uscirà, se si vestirà e suscita qualche
sospetto in sua madre, colpita da quelle domande.
Pasquale stesso , entrato in scena, esprime il suo
desiderio di uscire ma dice che, dopo sette giorni di
malattia , non trova le scarpe che stavano sotto il letto. La
reazione immediata di Tommasino :” Io non ero il tipo che
mi vendevo le scarpe sue...” lascia intendere che in realtà
le ha venduto. L’atmosfera si fa rovente. Luca accusa
Tommasino di essere ladro, Tommasino nega e accusa la
famiglia di trattarlo male mentre Pasquale si lamenta di non
avere più le scarpe. Ma , subito dopo, Luca porge al
fratello un altro paio di scarpe, mentre Tommasino
confessa il suo misfatto: credeva che lo zio sarebbe morto,
ecco perchè ne ha venduto le scarpe e non solo...anche il
cappotto con il collo di pelliccia, la fodera scozzese e la
martingala. Ma tra Luca e Pasquale si crea un piccolo
litigio: Luca invita l’altro a trovarsi un altro alloggio non
essendo il caso di rimanere in un luogo in cui è stato
derubato. Pasquale si sente rifiutato e manifesta il suo
malcontento anche per il furto subito da parte di un parente
stretto ed infine esce arrabbiato dalla stanza. Luca, che in
un certo senso aveva cercato di giustificare l’azione del
figlio come se fosse uno scherzo, subito dopo affronta il
figlio , rimporoverandolo per il suo carattere e per il suo
gesto scorretto di vendere le scarpe ed il cappotto dello zio
proprio nel mese di dicembre. Gli intima di trovarsi un
lavoro, lui che non ha mai voluto nulla di studio...magari
potrebbe cercarsi un lavoro da commesso. E mentre
dialoga con Tommasino promettendogli vestiti nuovi,
camicie, cravatte, purchè si adoperi nella ricerca di una
occupazione, si dedica al lavoro del presepe.....il
laghetto..il pescatore...la montagna...la cascata d’acqua
(generata dalla pompetta dell’enteroclisma). Nulla
comunque riesce a rendere Tommasino partecipe
dell’elaborazione del presepe: non gli piace nulla di quella
creazione : sta maturando, e lo rivela alla madre , il
proposito di andare via definitivamente da casa ed esce
dopo avere sottratto un biglietto da cinque lire poggiato sul
tavolo del presepe. Marito e moglie rimangono desolati,
l’uno, certo che il figlio ritornerà ad ora di pranzo, intento a
lavorare al presepe, l’altra, Concetta, intenta ad osservarlo,
quando , improvvisamente entra nella stanza Ninuccia , la
primogenita della coppia, pesantemente ornata di bracciali
di oro massiccio . Come altre volte è accaduto , Ninuccia
ha litigato col marito , ma , anzichè rivelarne i motivi al
padre che glieli chiede, preferisce bisbigliare sull’accaduto
alle orecchie della mamma. Luca, dopo avere accusato la
moglie del comportamento della figlia (“ Questo è un altro
capolavoro tuo”), continua a lavorare nel presepe.
Ninuccia intanto si lamenta , con la madre, della
tormentosa gelosia del marito Nicola Percuoco. Dice che
gli ha scritto una lettera con la quale gli comunica la sua
intenzione di rompere il matrimonio che era stato un errore
e di apprestarsi a fuggire con Vittorio Elia di cui si era
innamorata. Concetta reagisce con disperazione. Si rivolge
alla Madonna affinchè indichi la strada giusta e apostrofa la
figlia affinchè non faccia azioni avventate: si ricordi che
quello è suo marito,un brav’uomo in fondo. Ma Ninuccia,
alla quale quel marito era stato imposto dai genitori
reagisce a sua volta violentemente e, dopo avere
minacciato di volere scassare tutto, in preda all’ira,
comincia davvero a mandare in frantumi tutto ciò che le
capita...dalla tazza di Tommasino al presepe. ; Concetta è
sconvolta e, seduta ai piedi del letto grande piange. Entra
Luca il quale , accortosi della devastazione, specie del
presepe, naturalmente accusa la moglie di esserne
l’indiretta responsabile , per non avere bene educato i suoi
figli e minaccia di lasciare la casa. Concetta , sfinita sviene.
Sembra morente . Luca a viva voce chiede a Pasquale di
portargli dell’aceto. Ed è così che grazie all’aceto la donna
rinviene alla presenza del marito della figlia, appena
entrato e naturalmente di Pasquale il quale lamenta il fatto
che gli manchino anche le bretelle. Luca si compiace che
la moglie sia rinvenuta (“Se tu muori muoio pure io “) e
subito dopo si accinge a costruire il presepe un’altra volta.
E mentre Ninuccia, spaventata per il malore della madre le
promette che quella lettera non la recapiterà al marito,
questo bussa. Vestito elegantemente , con numerosi anelli
e con una spilla nella cravatta entra nella stanza dando
comunque l’impressione di essersi vestito con frettolosità,
proteso come era ad inseguire la donna uscita subito dopo
il litigio. Luca gli chiede il motivo del loro litigio mentre
Concetta invita i due a riappacifcarsi. Nel frattempo anche
Tommasino è tornato: dice che preferisce rimandare la sua
decisione di abbandonare la casa paterna dopo la festa di
Natale. Tutto sembra essere tornato a posto...Solo i cocci
di ciò che ha mandato in frantumi Ninuccia ricordano il
momento di crisi appena trascorso; e proprio tra i cocci
Luca scopre la lettera che la figlia aveva indirizzato al
marito Nicolino e che non avrebbe più voluto recapitargli,
dopo il malore della madre. Ma Luca, ignaro , la consegna
al suo legittimo destinatario, suo genero, che la intasca
senza alcun sospetto. Tutti i personaggi , così si preparano
a trascorrere una lieta viglia di Natale.
ATTO SECONDO
In casa Cupiello domina un’atmosfera di festa: un tavolo da
pranzo imbandito per le grandi occasioni spicca a centro della
stanza; in fondo a sinistra si trova una credenza sulla quale trionfano
le specialità natalizie; in fondo a destra spicca il presepe. Il
lampadario è addobbato con stelline d’argento e oggettini natalizi.
Concetta sta sistemando le cime dei broccoli di Natale. Tra poco
arriveranno Ninuccia e Nicolino , si mangerà e si andrà alla messa di
mezzanotte. Concetta parla con Raffaele , il portiere, e ,con lui, si
lamenta di quanto sia infantile suo marito Luca, alla sua età ancora
interessato al presepe, dato che per il resto non sa fare null’altro, Un
accenno anche agli altri due figli, l’una ben sistemata col marito
Nicolino, l’altro un pò “pazzariello”...e Raffaele va via. Entra
Pasquale che si lamenta di avere avuto un’altro furto : gli mancano
cinque lire, che , è sicuro gli avrà rubato Tommasino. Il ragazzo
entra accompagnato da Vittorio , un suo amico e alle accuse dello
zio si professa innocente, anzi si offre di accompagnarlo a cercare di
nuovo le cinque lire nella sua stanza: Tommasino giura che se la
banconota si troverà si rivolgerà ad un avvocato, mentre Pasquale
giura che se non la troverà spedirà il ragazzo al pronto soccorso.
Quel Vittorio che si accompagna a Tommasino in realtà è quel
giovane del quale è innamorata Ninuccia e per il quale intendeva
lasciare il marito. Ora pretenderebbe di trascorrere la vigilia di Natale
con loro! Concetta cerca di farlo andar via : Nicolino infatti dopo aver
letto quella lettera erroneamnte recapitatagli da Luca era venuto a
conoscenza della storia, poi grazie all’intervento ancora una volta di
Luca e Concetta si era ulteriormente riappacificato con la moglie.
Quella sera pertanto la presenza di Vittorio ne avrebbe sicuramente
turbato l’atmosfera serena. Vittorio va via, ma mentre si apre la porta
arriva Luca che non lo vede : vede solo la porta aperta ma non
Vittorio che rimane nell’ ombra. E quando finalmente lo nota , si
presenta e Vittorio si presenta a lui come amico di Tommasino.
Concetta lo sollecita a far presto ad uscire da quella casa ma Luca ,
invece, preso da spirito di ospitalità intrattiene Vittorio mostrandogli
con orgoglio il presepe. Poi, invogliato probabilmente dall’aspetto di
signore perbene di Vittorio parla pure della figlia, maritata con un
buon uomo, proprietario di una fabbrica di bottoni e di articoli da
regalo, proprietario pure di un bellissimo appartamento, ricco di
suppellettili pregiate...pure il pianoforte è presente in quella casa. E
parla pure di se stesso, di quale sia il suo lavoro, cioè uomo di
fiducia di una tipografia: gli affidano pure la chiavi della tipografia.
Intanto si sentono le vodi Tommasino e Pasqualino che hanno
cercato invano il biglietto da cinque lire nella stanza di Pasqualino : i
due battibeccano , Tommasino dichiarandosi innocente, Pasquale
dandogli del ladro. Pone fine alla lite Luca il quale , dinanzi a tutti
perquisisce Tommasino. Gli trova addosso la banconota : è quella
rubata allo zio ch