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ATTO SECONDO
Nello stesso ambiente della precedente azione sono in
corso le pulizie: le sedie sono spostate , alcune nello
studio, alcune poste sul tavolo, il tappeto dell’angolo
pranzo è ripiegato sui quattro lati; la serva Lucia , una
ragazza sui 23 anni, strizza lo strofinaccio nel secchio
dell’acqua ...La luce lascia intuire che fuori è una bella
giornata di sole. Entra Alfredo che nel corso di un
dialogo scherzoso con Lucia viene a sapere che Rosalia
è uscita presto per andare a recapitare tre lettere per
conto di Filumena, quindi chiede un caffè e , saputo che
ce n’è una sola tazza per Domenico, propone
scherzosamente di dividerla in due dopo aver allungato
il caffè con l’acqua. E quando Rosalia ritorna, per
quanto la donna cerchi di evitarlo, la ferma e le chiede
dove sia andata. Rosalia risponde che è andata a messa e
per sviare l’uomo da conversazioni pericolose , per non
svelare a chi avesse recapitato le tre lettere, fa un
excursus sulla sua vita: figlia di una lavandaia e di un
maniscalco , sposatasi aveva avuto tre figli, era rimasta
vedova e, aveva condotto una vita di stenti, facendo la
venditrice ambulane. Conosciuta Filumena, dopo che i
suoi figli emigrarono in cerca di fortuna, era rimasta al
servizio di Filumena quando lei si era unita a Domenico
Soriano, cosa che le impedì di ridursi all’elemosina.
Intanto la serva Lucia apre a Domenico che ha bussato,
e , tra un equivoco e l’altro , nel corso di un dialogo con
Alfredo gli riferisce che l’avvocato ha detto che nulla si
può fare per annullare il matrimonio celebrato in
extremis. Domenico è amareggiato , si sfoga ricordando
nostalgicamete il suo passato di viveur e di intenditore e
cultore di cavalli, quando la sua condizione era di uomo
sicuro di sè, una condizione ben diversa da quella
attuale di uomo senza colontà, senza entusiasmo, che se
si ritrova a combattere lo fa solo per dimostrare a se
stesso di essere ancora forte. Intannto apprende da
Alfredo che Filumena ha fatto recapitare per mano di
Rosalia tre lettere. Ma ecco che la stessa Filumena entra
e dispone che si preparino due stanze : serviranno per
ospitare due dei suoi tre figli ( il terzo figlio verrà ma 5
non si tratterrà a dormire impegnato come è con la
famiglia dato che è sposato con figli ). Sono figli che
ignorano chi è la loro madre, che portano il suo nome,
ma che ben presto, dice la stessa Filumena si
chiameranno Soriano. Domenico , fortemente
indispettito afferma che li caccerà, ma Filumena , di
rimando , invita Rosalia a chiudergli la porta in faccia.
Intanto Lucia annunzia che è arrivata sulla soglia
dell’ingresso Diana ( la falsa infermiera amante di
Domenico ), in compagnia di un uomo, l’avvocato
Nocella. La ragazza non vorrebbe entrare, timorosa di
una eventuale aggressione verbale , come quella del
giorno prima da parte di Filumena, ma Domenico riesce
a convincerla e così inizia una conversazione tra
Domenico, Diana e l’avvocato il quale, appare in verità
distaccato e disinteressato al problema dato che , in
fondo, era lì per esservi stato trascinato da Diana.
Intanto bussano, i tre si spostano nello studio. Vengono
introdotti , uno dopo l’altro, da Lucia , i tre figli di
Filumena, Umberto con l’aria da intellettuale, Riccardo ,
vistosamente elegante , Michele in tuta blu da stagnino.
Riccardo, colpito dall’avvenenza di Lucia, comincia a
corteggiarla invitandola addirittura presso il suo
laboratorio di camicie. L’approccio viene notato da
Umberto, che per quanto voglia apparire indifferente
continuando a scribacchiare, attraverso lo sguardo
sembra non approvare il comportamento di Riccardo.
Anche Michele, l’altro figlio di Filumena si ritrova a
litigare per futili motivi con gli altri due. Stanno per
accapigliarsi con calci e malrovesci quando interviene
Filumena che li rimprovera ricordando loro che si
trovano in una casa , non per strada. I tre si giustificano
affermando, ognuno, che si apprestavano a dividere gli
altri due litiganti. Subito dopo Filumena, abilmente svia
il discorso , chiede ai tre giovani come stiano, come
vada il loro lavoro: essi , che la conoscono, ognuno per
diversi motivi, Umberto per averla incontrata spesso, gli
altri due per aver lavorato per lei, rispondono che tutto
va bene. Filumena sta per fare la rivelazione che lei è la
loro mamma ma Domenico la ferma e le fa intendere
che non è il caso. I tre giovani vengono invitati ad
andar fuori mentre per loro si prepara il caffè. E si
accende una vivace discussione tra la donna, Domenico
e l’avvocato Nocella. Quest’ultimo, confermando il suo 6
disinteresse per i fatti ( era stato convocato da Diana , la
finta infermiera) , tuttavia precisa che quel matrimonio
non è valido, sarebbe paradossalmente stato valido,
qualora Filumena fosse morta. La reazione della donna
è forte . Sì , la legge ha le sue regole ma lei obbedisce
ad altre leggi, lei...che non ha mai versato una lacrima.
Non le interessa più che il matrimonio sia valido.
Domenico le impedisce di dire ai suoi figli che è la loro
madre? Bene ! Lei decide , al contrario, di fare quella
rivelazione. Richiamati i ragazzi, dopo avere rievocato
la sua miserabile infanzia condotta nel miserabile Vico
San Liborio ricorda i primi incontri con Domenico,
quando aveva 17 anni. Aveva lasciato la sua casa senza
più tornarvi, aveva avuto i tre figli senza mai
sbarazzarsene e aiutandosi col denaro furtivamente
sottratto a Domenico. Alla rivelazione Michele e
Umberto reagiscono con commozione, mentre Riccardo
va via non avendo ben capito cosa stava succedendo .
Umberto, commosso dice che scriverà una lettera alla
madre : gliela leggerà lui stesso dato che Filumena è
analfabeta, Michele la invita invece a casa sua dove
potrà conoscere le sue bambine per le quali lei sarà la
nonna che hanno sempre desiderato. Filumena accetta
l’invito e si muove per andare, d’altra parte non è più
interessata a restare in quella casa, rifiutando quel
matrimonio da lei architettato ma rifiutato da Domenico.
Ma , prima di andare , a Domenico che le contesta il
fatto che abbia voluto turbare la vita dei suoi figli fa
un’ulteriore rivelazione: uno dei tre è figlio di
Domenico. Lei ha dei riferimenti ben precisi: dopo il
concepimento avvenuto nel corso di un incontro
d’amore fortemente sentito da Filumena, Domenico era
partito, lasciandole un biglietto da cento. Era poi tornato
dopo molto tempo senza accorgersi di nulla e senza
sospettare nulla. L’uomo le chiede chi dei tre sia suo
figlio, ma , Filumena, per evitare privilegi nei confronti
di un solo figlio, risponde: “I figli devono essere tutti
uguali”.Quindi si toglie dal seno un medaglione dal
quale estrae un vecchio biglietto da cento, quello
lasciatole , a suo tempo, da Domenico dopo il
concepimento del bambino, ne tiene mezza parte e ne
poggia l’altra parte sul tavolo esclamando :” I figli non
si pagano”. 7
ATTO TERZO
Dieci mesi dopo, nello stesso scenario, ci sono fiori
dappertutto, ci sono cesti con i biglietti dei donatori.
Sono fiori di colori delicati, nè bianchi nè rossi. La
tenda dello studio è chiusa. Si percepisce un’aria di
festa.. Entra Rosalia vestita a festa ed entra pure
Domenico, il cui aspetto non dà l’impressione di
severità e autorevolezza, come nel corso dei fatti
precedentemente raccontati, ma piuttosto di mitezza ed
umiltà. Da Rosalia, in gran segreto apprende che la
donna , su commissione di Filumena è andata a Vico
San Liborio, la strada della sua infanzia, a portare
presso l’altarino della Madonna delle rose mille lire e
cinquanta candele , assicurandosi che una donna del
quartiere alle sei in punto , l’orario fissato per il
matrimonio tra Domenico e Filumena, le avrebbe
acceso. E mentre Domenico legge i bigliettini che
accompagnano i cesti di fiori, si avvertono le voci dei
tre giovani , figli di Filumena. Essi parlottano tra di loro
sull’orario della cerimonia quando si imbattono in
Domenico e lo salutano con rispetto chiamandolo “
Don Domenico” . L’uomo coglie l’occasione per
chiedere ai giovani di non chiamarlo “ Don Domenico”
ma piuttosto “ papà”, visto che tra poche ore sposerà la
loro mamma e che è pronta la pratica attraverso cui essi
si chiameranno “ Soriano”. Ma i giovani non si
dichiarano pronti per chiamarlo “papà”: come dice
Umberto, il più colto di loro tre, per il momento
Domenico non lo meriterebbe. E gli altri due sono
d’accordo. Pur deluso Domenico prosegue la sua
conversazione con i ragazzi, bravi lavoratori, cercando
di cogliere in ciascuno di loro certi particolari
illuminanti sulla sua probabile vera paternità. Per
esempio scopre che a Riccardo piacciono le donne come
piacevano a lui da giovane; scopre anche, però che le
donne piacciono pure ad Umberto ed a Michele,
comunque sposato e con la testa a posto. Cerca allora di
scoprire altri lati del carattere dei giovani , che fossero
somiglianti a i suoi, vuole insomma capire chi dei tre sia
suo figlio. Li spinge a cantare, con astuta strategia per
provare se siano intonati come lui. Ma , cantando, 8
ognuno di loro, “ Munastero e Santa Chiara”, generano
un coro scordato ed inumano: è la prova che non sanno
cantare. Per Domenico non esiste ancora una prova che
gli faccia individuare quale tra i tre sia suo figlio. Entra
Filumena con un elegante vestito vistosissimo, portando
due fili di perle al collo e orecchini a toppa. Sembra
molto più giovane. E’ accompagnata da Rosalia, da
Lucia, e dalla sarta Teresina con la quale ha qualche
accesa discussione per un supposto difetto del vestito. I
ragazzi si allontanano per ricevere il commare e la
commare di nozze. Domenico, chiede, e ci riesce, di
rimanere solo con Filumena. Le fa i complimenti per il
suo bell’aspetto ma subito affronta l’argomento che gli
sta a cuore. Egli che , dopo i fatti di dieci mesi prima, si
era tanto adoperato per riconquistarla proponendole una
matrimonio, questa volta molto voluto e sentito, adesso
vuole sapere qule dei tre è suo figlio. E’ un dubbio che
lo tormenta e che non lo fa dormire la notte....La sposerà
ugualmente, glielo giura...ma lo vuole sapere per non
avere l’impressione di essere stato ricattato. Domenico
le dichiara che la sposerà perchè le vuole bene, in
venticinque