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Una fase tra speranza e fine del mondo
Abbiamo una fase che oscilla tra la speranza e la fine del mondo:
- Un mondo dove non abbiamo moltissimi finali senza speranza: di più alcuna possibilità di sopravvivenza;
- Invece, legati più all'impegno della ricostruzione del dopoguerra, basati molto sulla spinta, in tutti presente, nella metà degli anni 40, di voler ricostruire;
- In altri casi abbiamo più il prevalere, quasi per uno stilismo della volontà, della speranza, e si vede soprattutto nei finali.
Edoardo ha dichiarato "il mondo è una sala d'aspetto": l'attesa è quella della morte e nonostante si abbia la percezione che tutto sia crollato, l'artista ha il dovere di salvare l'avvenire, deve indicare una strada, una direzione.
Questa posizione di volontà ha funzione morale, se non politica – Edoardo non ha valenze politiche, ma non ha neanche
quello scollamento dalla realtà che è più caratteristico del teatro di Pirandello. Natele in casa Cupiello Testo e soprattutto il finale e le didascalie che non vengono dette, vanno interpretate in 2 modi: - della gestualità dell'attore, visualizzazione - veri e propri pezzi narrativi, soprattutto in De Filippo nelle didascalie noi abbiamo una sottolineatura, una messa in evidenza di due aspetti, soprattutto verso il finale: 1. caso tragico: infatti viene spesso usato il termine, aggettivo o sostantivo, condizione tragica riferita ad una famiglia piccolo borghese 2. una dimensione fantastica, che vedremo soprattutto nel finale sarebbe sbagliato leggere soltanto in finale, in questa chiave fantastica. Tutto il testo è ritmato così: perché tutta la costruzione ruota intorno al Presepe che nella sua entità materiale è quello lo vediamo all'opera, inizia anche il Protagonista Luca Cupiello deve costruire il 23 dicembre; fare.questo presepe, poi il presepe crolla perché la figlia ha un attacco di nervi e lo fa crollare tutto allora Luca è disperato, esce per comprare altri pastori lo rimette a posto.il presepe è dominante pure nel II atto, 24 ore dopo, alla Vigilia di Natale.Al presepe non si ritorna più come entità materiale, ma ritorna nei discorsi anche nel III atto, che dal punto di vista temporale si svolge 3 giorni dopo dalla fine del secondo atto. È l'indicazione (5 giorni in totale temporale della commedia). Il presepe è tutto in questo testo: il presepe è fatto di oggetti. È quello che Luca deve fare. Lo mostra agli altri: "ti piace il presepe?". Lo mostra più volte al figlio, fino alla fine gli chiede piace. È la metafora di tutto il testo. Cosa significa? A cosa rimanda? All'infanzia. Lui viene presentato come un personaggio che ha la mania (nelle didascalie) mentre lui dice che la sua è una.passione: una forma di fissazione rispetto al presepe. Per lui rappresenta la vita, tutta la vita, la vita nella sua scansione ciclica: lo fa ogni anno, lo ha sempre fatto, avvolge poi tutti i pastori e aspetta il prossimo Natale per rifarlo.
Per gli altri, per la moglie Concetta, il presepe è un emblema di Luca, di questo marito che non ha mai sostenuta, che vive altrove o in una condizione fuori della realtà.
La mania del presepe, così come qui è prospettata, è drammatizzata significa lo scollamento dalla realtà; è il rifugio di Luca che non è mai cresciuto: lavora, fa il tipografo, è sposato ha 2 figli, ma una parte di sé non è mai cresciuta, è rimasto bambino e questa parte di sé significa candore, infanzia, gioco, sogno, evasione.
Per questo alla fine avrà un allucinazione, mentre forse sta per morire ha avuto un ictus, quindi molto probabilmente morirà, ma non sappiamo quando.
ladro per sopravvivere) descrizione del personaggio principale (Don Pretore Vincenzo) allusione all'infanzia e alle visioni che sovrappongono i ricordi interpretazione delle visioni (il signore del castello diventa figura paterna) collegamento con il presepe e il gioco dimensione realistica del testo (ambientazione a Napoli) Ecco come potrebbe essere formattato il testo utilizzando tag html:Se subito o più in là l'allucinazione è un ovvio legame con l'infanzia evidente soprattutto se leghiamo questo testo al Don Pretore Vincenzo: là c'è il personaggio principale che non conosce il padre, che si mette a fare il ladro per sopravvivere e che dentro ha una sorta di elaborazione per cui, quando è ferito e sta per morire, interpreta varie cose che vede: il signore del castello vicino al quale lui e sua madre abitavano, poverissimi, sognava potesse essere suo padre e nell'allucinazione il signore, la madre e il castello diventano come figure del presepe. Il presepe ha un legame con il gioco, per certi aspetti anche con la dimensione magica del gioco, che è così forte che il testo va letto tutto così, pur avendo anche una forte dimensione realistica:
- Indicazione temporale
- Siamo a Napoli (lui fa il ladro per sopravvivere)
- Descrizione del personaggio principale (Don Pretore Vincenzo)
- Allusione all'infanzia e alle visioni che sovrappongono i ricordi
- Interpretazione delle visioni (il signore del castello diventa figura paterna)
- Collegamento con il presepe e il gioco
- Dimensione realistica del testo (ambientazione a Napoli)
tipografo) piccola borghesia le scenografie descrivono interni (camera da letto dove vivono in molti: condizioni legate non alla miseria del sottoproletariato, ma una dignitosa povertà didascalie descrivo oggetti abitinello stesso tempo c'è una sorta di sin dall'inizio dato dal ripetersi spesso dellema ritmostesse battute quasi cantilene; la stessa battuta che si ripete che non ci rimanda tanto ad unacostruzione realistica, quanto piuttosto favolistica.dobbiamo notare simmetrie e corrispondenze simboliche:
- tutti punti in cui si parla del presepe, come unità tema strutturale
- tanti personaggi: personaggi principali e i casigliani (non compaiono subito, madal II e nel III atto)i casigliani = regionalismo toscano che sta per inquilini del palazzo, perché non siamo in unvicolo, non siamo nei bassi napoletani.
- il caffè: scena prima ATTO I e scena prima ATTO III entrambe le scene siaprono con il rito del caffè
Lunga didascalia che descrive l'ambiente; fuori dalla finestra la NEVE, sul tavolo un Presepe in fabbricazione: carta colorata, sughero, colla, lo costruisce Luca; richiamo alla tradizione Napoletana del presepe
Lunga pausa all'alzarsi del sipario per dare modo di osservare l'ambiente: l'attenzione deve cadere soprattutto sul presepe in costruzione.
Arriva la moglie con la tazzina di caffè "Luca, svegliati, Ripete più volte, come una sorta di ritornello, la stessa battuta sono le nove"
Lui apre gli occhi solo dopo. Ha freddo, non gli piacerà il caffè; poi, di soprassalto, primo pensiero "il presepe dov'è? L'hai riscaldata la colla?"
"io Lei non capisco perché fai ancora questo presepe, ormai i figli sono grandi, Ninuccia è pure solo una spesa". sposata la nostra casa è piena di guai e il presepe rappresenta
Neppure il figlio gli
dà soddisfazione, se non in punto di morte, alla fine della commedia. È la prima volta che Luca chiede al figlio se gli piace il presepe ->6. Corrispondenza e riallacciarsi tra inizio e fine.
Luca: "Non è finito come puoi dire che non ti piace?". Questo rimanda ad una situazione che forse si è ripetuta ogni anno, non solo il Presepe è un rito, ma pure le critiche dei familiari allo stesso ormai lo sono diventate, i questo senso c'è un rimando alla ciclicità del tempo ad una concezione non prettamente realistica.
Il figlio Nennillo (Tommasino) non vuole alzarsi dal letto, pretende che gli si porti la zuppa di latte a letto. Il fratello di Luca, che vive con loro e non va molto d'accordo con Nennillo; Entra Pasqualino, il nipote, infatti, è un delinquentello; visto che lo zio era malato, pensando che sarebbe morto, si è venduto le scarpe ed il cappotto dello zio.
Luca prende un paio di scarpe da sotto al letto
e le dà al fratello. Pure se Luca accusa sempre il figlio, lo difende davanti allo zio e quindi litiga col fratello, in modo molto vistoso. Ma ricomincia subito a lavorare al presepe. Luca rimprovera il figlio, gli fa la paternale, ma lo fa meccanicamente: è intento nel suo lavoro, ammira il suo lavoro, infatti nella stessa battuta del rimprovero inserisce i progetti per presepe. Cerca per la prima volta di farsi dire sì dal figlio, quasi per un punto di orgoglio, ma non avrà successo, neanche sotto incoraggiamento di regalo (vestiti nuovi), né (2° volta) sottominaccia. Solo la terza volta (morte) avrà successo. Ancora: "Ma se non è ancora finito... come puoi dire che non ti piace?" Questa insistenza sull'incompiutezza del presepe, se noi partiamo dal presupposto che il presepe è Luca Cupiello, è la sua dimensione, è la sua vita, è un riferimento alla vita stessa di Luca che non èancora finita ma lo sarà tra poco. È un sottotesto il reticolo di allusioni che possiamo cogliere. Quando la sua vita diventerà drammatica e non potrà più vivere come ha sempre vissuto, cioè volta all'anno ma tutti i giorni dell'anno vive in quell'attesa facendo il presepe (perché lo fa una del presepe in una dimensione infantile) la dimensione infantile terminerà con il presepe e con Luca stesso. Sbatte il figlio fuori di casa. Appare la moglie vuole sapere che è successo; gli da uno spintone e lui rischia di cadere sul presepe (primo rischio di rompere il presepe); Lui si arrabbia, vuole essere lasciato solo, deve LAVORARE la presepe, non è andato in tipografia per farlo. Lo prende in giro, per la sua preoccupazione e per l'importanza che dà a quel progetto e lei (lo ha addirittura disegnato) neanche dovesse costruire la Cupola di S. Pietro (come emblema di grandi opere architettoniche) oIl parco della Rimembranza è più vicino alla realtà napoletana, ma soprattutto allude ai ricordi, al passato e quindi alla dimensione infantile onirico-fantastica di Luca. Campanello arriva la Figlia Ninuccia e il suo dramma: è stata fatta sposare dalla madre con un uomo ricco, che lei non ha mai amato e adesso vuole lasciarlo per scappare con il suo amante; ha scritto una lettera al marito per dirgli come stanno le cose e la fa vedere alla affatto felice, né d'accordo, per la madre ed il padre è un madre, pur sapendo che non sarà dramma. Visualizzazione dei due mondi: il mondo di lui e il mondo della madre con la figlia, che cominciano a parlare piano piano e Luca non riesce a cogliere niente, pure se si interroga. "continua Adesso la moglie approfitta della realtà